Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/04/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 16/04/07 23:39 - 5523 commenti

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Il veterano Mario Camerini riesce nell’impresa, non facile, di rendere decente un film con Peppone e Don Camillo, senza avere grandi mezzi e (specialmente!) senza disporre di Cervi e Fernandel. Non è un capolavoro, ma è opera decente e che vale Quarto Potere, se paragonata all’aberrante Don Camillo di Terence Hill. Ovviamente Gastone Moschin vale tre volte Stander, un americano mediocre che ha inspiegabilmente trovato l’America in Italia. Girato non in bianco e nero a Brescello, ma a colori a San Secondo Parmense. Deliziosa la André.

Il Gobbo 27/09/07 22:55 - 3015 commenti

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Mah. Certe opere non tollerano rivisitazioni, aggiornamenti, variazioni più o meno volenterose. Don Camillo e Peppone sono Fernandel e Cervi, e tanto basti. Ogni possibilità di atmosfera, di credibilità dell'insieme, è pregiudicata in partenza, e non basta Moschin a riscattare il tutto. Che è mediocre, quasi senza averne colpa. È che proprio non s'aveva da fare... La futura perla di Labuan però era bellina.

Puppigallo 17/07/08 17:53 - 5258 commenti

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Non ci siamo. Sa tutto di posticcio, poco naturale, ormai sorpassato e mal modernizzato. Insomma, un pastrocchio tra il vecchio e il nuovo. Eppure Moschin (Don Camillo) se la cava più che dignitosamente e la perpetua (ragazza madre, nonna madre e bisnonna madre) è un bel personaggio. Peppone invece (Stander) è piuttosto insignificante (troppo macchietta) e la nipote poi...a parte essere carina. La sceneggiatura è annacquata, ma quando parla Moschin scappa quasi sempre un mezzo sorriso. Diciamo che meriterebbe un'occhiata solo per lui. Mediocre.
MEMORABILE: Don Camilllo a Dio (verso il crocifisso): "Ma quanto varrà adesso il crocifisso?". Risposta: "Non lo so. L'ultima volta mi han venduto per 30 denari".

Ciavazzaro 23/09/08 15:51 - 4768 commenti

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Orrendo. Senza Fernandel e Cervi (ancora vivo all'epoca), il film non merita assolutamente di essere visto. La coraggiosa operazione andava bocciata sul nascere, tant'è l'inutilità del girato (e nonostante il discreto cast). Via via, evitare prego, o si rimarrà molto delusi.

Ronax 10/06/09 01:31 - 1248 commenti

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Che Moschin e Stander siano bravi o meno poco importa. Nell'immaginario cinematografico Don Camillo e Peppone resteranno sempre Fernandel e Gino Cervi. Avrebbero dovuto capirlo anche i produttori e il veterano Camerini, che firma la sua ultima fatica chiudendo non proprio in bellezza una lunga e gloriosa carriera. Ciò detto, il film si lascia vedere, qualche volta si ride ma soprattutto si sorride di fronte a discorsi, battute e citazioni datatissime. Carole è proprio caruccia, soprattutto quando tace.
MEMORABILE: Il duello a colpi di citazioni di Mao fra Peppone e la sua antagonista nella sezione del dimenticato PCI.

Daidae 20/09/09 13:37 - 3168 commenti

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Il film è passabile. Ma se siete affezionati alla immortale saga con Fernandel e Cervi evitate anche solo di dargli un'occhiata. Quando cambiano regista e interpreti, cambia in peggio anche il film. Attori più che discreti, ma risultato malconcio se paragonato ai veri Don Camillo. Apocrifo, gli dò la sufficienza ma aggiungo che non vale una cicca rispetto agli originali.
MEMORABILE: Carole Andrè che saluta il parroco dalla sfilata dei rossi.

Il Dandi 3/01/11 12:16 - 1917 commenti

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Resettare un immaginario iconografico come quello di Fernandel-Cervi non era cosa facile, e a Moschin-Stander a poco a poco ci si abitua pure. I limiti stanno nella sceneggiatura, che nemmeno il duo originale sarebbe stato in grado di risollevare. Il "mondo piccolo" di Guareschi stava scomparendo, il comunismo di Peppone era ormai istituzionale (vedi la contestazione della corrente maoista) e il parroco e il sindaco fanno fronte comune contro "la modernità" che avanza trovando poco tempo per farsi i dispetti che amavamo.
MEMORABILE: La messa beat cantata dai capelloni in chiesa (nel '72, già luogo comune fuori tempo massimo).

Manowar79 29/10/10 15:19 - 309 commenti

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Certo, le lotte tra bande rivali che conferiscono alla "Bassa" un clima da scenario postatomico si potevano evitare, tuttavia direi che questo ultimo capitolo è stato complessivamente sottovalutato. L'umorismo è in linea con i precedenti episodi, Moschin e Stander non sono Fernandel e Cervi ma si comportano bene e incarnano in maniera più che decorosa le due creature di Guareschi in questa prima ed ultima puntata a colori. Carole André è un bell'incentivo.

R.f.e. 30/10/10 18:55 - 816 commenti

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Camerini si rifiutò di girare a Brescello perché non gli piaceva il paese. Ma se consideriamo che il regista inquadra San Secondo Parmense in modo da farlo apparire decisamente anonimo, ci si chiede perché abbia così insistito per cambiare location. Solo per girare nel parmense che, com'è noto, è il "vero" Mondo Piccolo di Guareschi? Boh. Mistero. La bravura di Moschin non basta, Stander è insignificante, la André - doppiata da Stefania Casini! - comunque incantevole. Solo un tantino meglio dell'obbrobrio che partorirà anni dopo Terence Hill.

Zio bacco 5/02/16 15:33 - 240 commenti

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L'episodio era stato messo in cantiere ma abortito dopo l'improvvisa morte di Fernandel. Questo film non ne è che la ripresa, con cambio di attori (malgrado Cervi fosse ancora vivo). Inutile dire che non vale i precedenti, sebbene la regia di Camerini sia molto valida. Moschin è bravo e decisamente mette all'angolo il mediocre Stander. Tuttavia il paragone con la coppia d'assi è davvero inevitabile e l'operazione non sfonda anche perché ormai la serie ha già dato tutto, nonostante la fertile penna di Guareschi (scomparso pure lui). Vedibile.

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124c 11/09/17 17:07 - 2914 commenti

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Primo di due film di don Camillo senza il duo storico, che propone la strana coppia Gastone Moschin/Lionel Stander: all'inizio sembrano indatti, poi ci si fa l'abitudine, almeno al don Camillo di Moschin, che trovo un degno sostituto di Fernandel. Lionel Stander, invece, è come il Colin Blakely del film con Terence Hill, inadatto con quel vocione che ricorda solo il suo Max (infatti, il doppiatore, Corrado Gaipa, è lo stesso di Cuore e batticuore). Carole André è una degna nipote ribelle del parroco, come anche l'attore che interpreta "Veleno".

Alex75 14/09/17 09:44 - 878 commenti

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Pur privo della coppia storica Cervi-Fernandel e partendo dal romanzo meno brillante della serie del Mondo Piccolo, l’anziano Camerini conclude la sua carriera con una commedia dignitosa (anche se in ritardo di qualche anno nel descrivere i giovani): a Moschin i panni dell’arciprete calzano bene e il dualismo col sanguigno Stander funziona discretamente (per quanto sia evidente che l’attore americano è solo un ripiego). Carole Andrè supplisce con la grazia alle modeste doti recitative.
MEMORABILE: La messa beat.

Pessoa 3/01/23 11:39 - 2476 commenti

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Riportare al cinema Don Camillo era un'operazione rischiosa, dato l'impietoso confronto con i superbi originali. Il risultato conferma la vanità dell'operazione, affossata da una sceneggiatura incolore che propone una storia vecchia che non conserva nulla della caustica comicità di Guareschi. Anche il cast risulta piuttosto mediocre, ad eccezione di Moschin, grande attore, che cerca e trova un suo personalissimo Don Camillo prendendo le distanze da quello di Fernandel. Camerini si limita al compitino e la confezione è naturalmente votata al risparmio. Un film sicuramente evitabile.

Reeves 20/10/23 08:44 - 2172 commenti

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Il vecchio Mario Camerini "danneggia" un'onorata carriera con un film completamente fuori tempo massimo, che cerca invano di coniugare la cultura contadina tratta dai romanzi di Guareschi con un post-Sessantotto raccontato in maniera macchiettista, compreso il gruppo che esegue la messa beat. Forse è meglio lasciare ogni film alla sua epoca: vent'anni dopo bisogna fare film completamente diversi.
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  • Curiosità R.f.e. • 27/06/09 08:47
    Fotocopista - 826 interventi
    Doppiatori:

    Nonostante si tratti di un film italiano, alcuni attori sono ovviamente doppiati da altri (doppiaggio C.V.D.).

    Gastone Moschin e Daniele Dublino si doppiano da sé.

    *Stefania Casini: Carole André (Caterina "Cat" Tarocci)
    *Corrado Gaipa: Lionel Stander (Giuseppe "Peppone" Bottazzi)
    *Renato Cortesi: Paolo Giusti (Michele "Veleno" Bottazzi)
    *Laura Carli: Dolores Palumbo (Maria Bottazzi)
    *Solvejg D'Assunta: Barbara Herrera (Edda)
    *Carlo D'Angelo: voce crocifisso
  • Curiosità Harrys • 5/11/09 14:46
    Fotocopista - 649 interventi
    Don Camillo e i giovani d'oggi (titolo originale Don Camillo et les contestataires) doveva essere il sesto capitolo della saga cinematografica di Don Camillo con Fernandel e Gino Cervi. Risultò incompiuto a causa della scomparsa di Fernandel, che ricopriva il ruolo di don Camillo, nel 1971.

    Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Don_Camillo_e_i_giovani_d%27oggi_%28incompiuto%29
  • Curiosità Zender • 4/04/11 08:02
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Sulla genesi di questo film e sul girato scomparso che vedeva protagonisti Fernandel e Cervi consiglio di dare un occhio all'illuminante intervista del Dandi a Luigi Oliviero!
  • Discussione Mauro • 5/01/16 14:44
    Disoccupato - 11929 interventi
    Ecco una succulenta chicca: due fotogrammi del film rimasto incompiuto a causa della malattia di Fernandel, che lo porterà alla morte pochi mesi più tardi. Nel primo vediamo l'attore francese con Paolo Carlini, l'attore che avrebbe dovuto interpretare il coadiutore Don Francesco, ruolo poi assegnato a Daniele Dublino

    http://www.papalepapale.com/strega/wp-content/uploads/2013/02/don-camillo-e-don-chichi-300x229.jpg


    In questo altro fotogramma vediamo Fernandel e Graziella Granata, che in questo film è Flora, la nipote del sacerdote (successivamente impersonata da Carol Andrè). In una scena era previsto che Fernandel prendesse in braccio la Granata ma nel farlo ebbe un mancamento e svenne. Si pensò al caldo (era luglio) ma l'attore francese decise di farsi visitare da uno specialista di Parma, che gli diagnosticò un tumore ai polmoni oramai in fase avanzata.

    http://www.cinemecum.it/newsite/images/stories/R/RECENSIONI/castaldi_bianconero/doncamillogiovani/flora.jpg



    Questa foto di scena ci mostra come fu girata la scena nella quale Fernandel doveva prendere in braccio la Granata. Essendo affaticato dal male che ancora non sapeva d'avere, per evitargli sforzi la Granata si posizionò sopra una tavola di legno sorretta da due tecnici, mentre Fernandel fingeva di sollevare la donna.


    https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/7d/89/63/7d89639b90179f75b88a6754452d3075.jpg
    Ultima modifica: 6/01/16 00:11 da Mauro
  • Discussione B. Legnani • 5/01/16 17:38
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Foto importantissime.
  • Discussione Zender • 5/01/16 18:05
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Sì, però dsono foto di altri siti, Mauro. Eviterei. Metti il link che basta.
  • Discussione Alex75 • 19/12/17 17:22
    Call center Davinotti - 709 interventi
    All'indomani della scomparsa di Fernandel, avvenuta il 26 febbraio 1971, Gino Cervi rilasciò alla "Stampa" una commovente dichiarazione: "Il film era stato girato a metà quando Fernandel dovette tornare in Francia. Aveva cercato di tirare avanti fino all'ultimo, perché il film lo voleva finire. Io credo sentisse che appariva sullo schermo per l'ultima volta e con il personaggio che gli era più caro. Avevamo girato 1200 metri di pellicola a colori, ma Fernand era impaziente. Fece una cosa strana: registrò in anticipo tutto il sonoro dell'intero film. Chissà, forse pensava che, se lui avesse dovuto rinunziare, il film avrebbe potuto essere portato a termine anche da una controfigura e il suo pubblico lo avrebbe riconosciuto almeno dalla voce. E lo avrebbe ricordato".
    Ultima modifica: 19/12/17 17:22 da Alex75
  • Discussione Mauro • 1/07/21 11:22
    Disoccupato - 11929 interventi
    Sono riuscito a trovare la trama originaria del film, che fu bocciata dai figli di Guareschi, costringendo gli sceneggiatori a riscriverla (dopo averla epurata da parecche parolacce)

    "La sceneggiatura immagina Cat a Roma, nel bel mezzo di una manifestazione hippy dove interviene la polizia: questa la scusa per inviare la ragazza ribelle dallo zio don Camillo. Il figlio di Peppone, Michele (detto Veleno) torna in paese coi capelli lunghi e la giacca «Alla Mao» e con la volontà di contestare il padre. Cat, sotto scorta della Polizia e con un foglio di via sorvegliato, viene affidata allo zio prete. Il maoista Michele coinvolge nelle proprie azioni il figlio dell’industriale Piletti, proprietario di un allevamento di polli: i contestatori invadono l’aula del consiglio comunale, lasciando tutti in mutande, compresi Peppone, Piletti e la farmacista Bognoni che, nonostante tutto, si dice però soddisfatta della lezione. Michele si rifugia da don Camillo che, in cambio della protezione, lo tosa a zero, mentre Cat, in piena notte, sale sul campanile e attacca a suonare le campane. Michele riesce a recuperare la ribelle che, per vendicarsi dello zio prete, invita nel cortile della canonica un numeroso gruppo di hippies, compresi Veleno e Giorgio Piletti, che ballano finché vengono cacciati da don Camillo armato di un potente getto d’acqua. A questo punto entra in scena il coadiutore mandato a don Camillo dalla Curia: don Francesco Biavati. Il giovane sacerdote stravolge, secondo i «nuovi metodi conciliari», la chiesa, lasciando esterrefatti i fedeli di don Camillo. Un mattino, però, don Chichì entra in camera di Cat e la vede nuda: da qui si sviluppa la vicenda che porterà alla crisi spirituale del pretino."

    (da www.gazzettadiparma.it)