Dio li crea... io li ammazzo! - Film (1967)

Non del tutto convincente, se si pensa che soggetto e sceneggiatura sono di Di Leo, dal quale ci si aspetta molto: la vicenda appare infatti scontata fin dall'inizio e non ci sono colpi di scena degni di nota. La regia di Bianchini aggiunge un certo compiacimento sadico, tuttavia assai edulcorato rispetto agli eccessi del successivo "Lo voglio morto". Interessanti i due antagonisti: Dean Reed, biondo sciupafemmine cultore del Bello e dei comfort, e Peter Martell, irridente e gesticolante boss. Mentre scorrono i titoli di testa viene proiettato una sorta di riassunto dell'intera vicenda.

Spaghetti western che non offre grandi sorprese (nonostante la sceneggiatura di Di Leo) ma riesce comunque a intrattenere piacevolmente e, magari solo a tratti, a divertire. Il personaggio principale è un simpatico guascone e sciupafemmine. I suoi avversari non sono un granché. In fin dei conti gradevole, ma nulla più.

Western italico abbastanza convenzionale che si avvale della sceneggiatura del maestro Fernando Di Leo, il quale conferisce un aspetto glamour alla narrazione con Reed playboy, provvisto di ciuffo laccato e carro dotato di tutti i comfort. Nel complesso lo sviluppo narrativo è telefonato e la violenza non appare propriamente belluina. Qualche sparatoria, ma alla fine lascia il tempo che trova.

Si salvano Dean Reed (che fornisce tutto sommato una buona prova) e qualche inquadratura interessante. Il resto è pura amministrazione senza un briciolo d'inventiva. Poca azione, andamento (inutilmente) lento nonostante la trama sembri già scritta fin dall'inizio e musiche inserite in maniera scolastica. E pensare che la sceneggiatura è di un nome prestigioso come quello di Di Leo. Bocciato.

Non è noto se Di Leo sia autore anche del titolo, ma di sicuro quest'ultimo è l'aspetto più creativo del film, che per il resto scorre con assoluta piattezza e prevedibilità dalla prima all'ultima scena e che Bianchini dirige con mestiere elementare, senza tentare neanche per un attimo di mimetizzare il carattere spudoratamente casereccio delle location. Qualche modestissimo interesse lo suscita la figura di Dean Reed nei panni di un bounty killer dandy amante del lusso e delle belle donne, ma è poca cosa. Una volta tanto Staccioli fa il buono.