Oddìo, un Risi con Gassman andrebbe visto sempre, ma esigenze di scrematura possono far sacrificare questa storia non proprio imprevedibile e inedita del maturo uomo d'affari che perde la testa per una ragazzina (Ann Margret, che proprio ragazzina non era più). Quello che ci si aspetta più o meno succede, Risi mette a segno qualche zampata qua e là ma nel complesso è un minore. Inutile dire che minori così sovrastano di spanne molto (quasi tutto) il cinema italiano contemporaneo.
Descrizione di un prototipo italiano. Alcune idee e alcune trovate registiche sono simpatiche e poi Gassman è sempre Gassman... Molto italiano e vagamente ispirato a Fellini e 8 e 1/2 la scena in cui moglie e amante recitano un grazioso passo a due a mo' di balletto. Godibile per una serata e per rituffarsi nel cinema Anni Sessanta.
Il commendator Francesco Vincenzini, nato sotto il segno del leone, è un "tigre", un "coniglio" e un "gatto morto". Zoomorfizzazione del marito medio italiano di quegli anni, ma il film stanca presto, anche con i suoi flash back e flash forward in bianco e nero, stanca come l'infinito tira e molla amoroso che racconta, anche perché si vede che l'amore non c'entra, c'entra solo l'amor proprio. Che è comunque un ottimo soggetto per un film, ma qui mancano proprio la grinta e il mordente. Trascurabile tigre di carta!
MEMORABILE: La confessione-seduta psicanalitica con l'impietoso sacerdote.
Un Risi sicuramente minore quanto ad ambizioni (il film è puro divertissement, anche se la critica di costume - e dei costumi - è presente e non va sottovalutata), ma non in quanto a ricchezza di invenzioni e capacità di regia. Siamo nel periodo di Straziami ma di baci saziami e Vedo nudo e si sente. Bellissima la Margret, ma affascinante anche la Parker. Ruolo della vita per Fiorentini.
Fa strano vedere Risi divertirsi a far parlare tra loro i gatti, o ricorrere a sorprendenti escamotage cabarettistici per spezzare il ritmo della commedia ed aggiungere dei tocchi di comicità d'altri tempi. È sempre comunque un belvedere, le risate non mancano e poi il solito grandissimo Gassman si esprime in un ruolo divertente e a lui congeniale, seppure un po' scontato. Il finale non mi è piaciuto affatto, fa perdere al film i tre pallini che tutto sommato meriterebbe.
Maturo ingegnere, agiato, felicemente sposato (nonostante le occasionali "scappatelle") e con figli adolescenti, prende una sbandata per una ragazza di cui è perdutamente innamorato il figlio minore. Grandi voli di fantasia, situazioni imbarazzanti, ma quando si tratta di prendere una decisione...
Ritratto di un tipo di "italiano" della media borghesia, più volte portato sullo schermo da Gassman con la consueta aggressività, non aggiunge molto alla filmografia del regista né a quella dell'attore, ma si può vedere come documento del tempo.
Altro che tigre: semmai un coniglio, come gli viene ripetuto... Ritratto del classico uomo di mezza età che si innamora della ragazzina col rischio di far saltare la famiglia: uomo pavido e meschino, che Risi e Gassman dipingono con sarcasmo e al tempo stesso con l’indulgenza che si dà alle conclamate debolezze umane. Gustose le fulminanti divagazioni oniriche in b/n o surreali (i gatti che parlano). Alcuni momenti sono divertenti, ma la poca originalità della storia e una certa prolissità dopo un po’ stancano.
Commedia diretta da Dino Risi in uno dei suoi periodi più fortunati artisticamente, è prima di tutto una grande prova del protagonista, un Gassman in grande forma che interpreta con perizia un classico italico apparentemente gagliardo, in realtà miserabile e meschino (un ruolo quasi "sordiano"). Discreta sceneggiatura, appesantita da qualche lungaggine. Buona la prova dei caratteristi, Fiorentini in primis.
Film decisamente minore di un grande regista e di un grande attore, purtroppo appesantito da un certa ripetitività e da una non leggera prolissità. Guardabilissimo, qua e là con qualche tocco azzeccato, ma sostanzialmente risaputo e non proprio imprevedibile. Nel titolo si nota una mega-cripto-pubblicità della Esso, citata pure nella vicenda: era il tempo di "Metti un Tigre nel motore".
MEMORABILE: Ruggero Orlando (ma è doppiato). Lui diceva "Nuova York", non "New York", se ben ricordo.
Di mariti di mezza età che perdono la testa per una ragazzina la storia della commedia popolare italiana è piena; Risi vi si adegua, riscrivendone l'abusato canovaccio con l'aggiunta di inserti onirici e fumettistici (anche in bianco e nero) di scarsa incidenza. Ben al di sotto delle proprie potenzialità, Gassman rappresenta uno specimen di maschio immaturo, codardo ed egoista che sogna di poter ufficializzare il suo rapporto extraconiugale con il beneplacito della moglie (!) e la Margret ripete vezzi e mossettine di bamboccia senza cervello.
MEMORABILE: Il cameo televisivo di Ruggero Orlando.
Un Gassman ispiratissimo valorizza questo film minore di Risi, spesso sottovalutato, eppure godibilissimo, con molte sequenze divertenti e una critica di costume nient'affatto blanda. Bellissima la Margret, elegante la Parker, molto efficace Fiorentini in uno dei suoi ruoli migliori. Forse risente un po' troppo del clima fine anni sessanta (soprattutto nei colori sgargianti della fotografia). Simpatica la colonna sonora di Bongusto.
Un film di Risi di medio-basso livello. Il sarcastico regista che fustigava duramente l’Italia del benessere con le sue ossessioni e i suoi vizi perde le ferocia e comprende che il boom si sta sgonfiando e nuovi soggetti (i giovani) e nuove situazioni (la contestazione) sono entrati in scena. Risi è incerto sul bersaglio da colpire, l‘inquietudine del subconscio con i suoi sogni e le sue immaginazioni comincia a “sporcare” la limpidezza del suo linguaggio; in fondo l’ing. Vincenzini è un suo alter-ego che cerca di sconfiggere la paura di invecchiare.
MEMORABILE: "Se mettevi fuori la testa facevi prima", ribatte il grande Gassman all'automobilista che gli aveva fatto le corna oscillando la mano dal finestrino.
Spietata commedia sulla fragilità psicologica maschile, in particolare sugli uomini di successo che conducono un’esistenza basata sull’avere e sull’apparire, un’esistenza da rappresentanza, una patina luccicante che nasconde un vuoto disarmante. Gassman appare l’interprete ideale, la sua stessa esuberanza è fortemente scossa con garbo e ironia. Un film che, anche se barocco in alcuni momenti, si segue bene con un messaggio sempre attuale.
Non tutti i film di Dino Risi andavano a segno. Anzi, i maligni dicevano che ne andava uno sì e uno no. Qui sfodera il solito Gassmann, scatenato, sopra le righe, ma con una trama e una sceneggiatura povera. Non morde. La co-protagonista non dice un granché. Sembra messa lì per caso. Simpatica però la figura di tigre per finta e coniglio in realtà, che in fondo il Mattatore interpreta con ironia.
Uomo di mezza età (benché oggi a 45 anni si diventi più facilmente padri che nonni) prende una sbandata per una ragazza e il suo vigore vacilla. Agrodolce e brillante, ma diluito in una prolissità in cui trovano spazio anche soluzioni non sempre riuscite (i sogni a occhi aperti in b/n), non riuscite affatto (i gatti parlanti) o riciclate (il night club visto dalla moglie in diretta tv, da Totò, Peppino e i fuorilegge). Gassman imperdibile in un personaggio cucito su misura, memorabili anche Fiorentini e Bongusto in colonna sonora.
Risi si inserisce nel già ampiamente battuto filone lolitesco della commedia all'italiana, ma pecca in un clamoroso caso di miscasting: Ann-Margret, ovvero la Lolita meno carismatica e con meno physique du rôle di tutte le sorelle minori della Catherine Spaak di Lattuada e Salce. Il film di per sé è in realtà pure discreto, con un Gassman spassosissimo elemento inadeguato in un mondo che non gli appartiene. Le pecche di una sceneggiatura ripetitiva sono parzialmente compensate dalla notevole resa estetica, insieme alla centrata colonna sonora.
Dirigente d'azienda aggressivo come Shere Khan si fa gattino per la giovane amante, rovinandosi. Quando il canovaccio è scontato regista e produttore pensano: "Sì, però i grandi attori lo miglioreranno". Stavolta non va così. Gassman sa il fatto suo ma la Margret ha solo due espressioni e l'indecisione tra farsa e commedia smaglia l'intelaiatura. Pigra anche la regia; flaccidi gli inserti comici. Ben scritto solo il personaggio di Tazio (un macilento Fiorentini). Sul rapporto teenager-matusa negli anni 60 fece di gran lunga meglio Salce con La voglia matta.
Dirigente intraprendente prende una sbandata per una giovane ragazza. Commedia sullo scontro generazionale, sulla crisi della famiglia e dell'ipocrisia adulta che però finisce solo per raccontare alcune scaramucce amorose. Il film è schematico, con un inizio brillante che sfrutta la fisicità di Gassman e le sue certezze esistenziali. Dopo l'innamoramento e la codardia del protagonista non si assiste a niente di nuovo, con Risi che inserisce varie trovate, divertenti in effetti ma che tolgono ritmo alla storia. Il finale non è mordace e sembra scelto solo per accontentare il pubblico.
MEMORABILE: La seduta dallo psicanalista; I diversi modi di ballare; Gassman nel gruppo rock; La lettera strappata.
Era un punto di forza della commedia all'italiana anni Settanta l'idea di un borghese che si innamora di una ragazza molto più giovane di lui. Risi si accosta al tema con la solita predisposizione al ritmo indiavolato, Vittorio Gassman è al solito bravissimo ma il risultato finale è inferiore ad altri film che li hanno visti impegnati insieme. Grande caratterizzazione per Fiorentini.
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La colonna sonora di Fred Bongusto è in prevalenza costituita da varianti di uno dei suoi brani più famosi:SPAGHETTI A DETROIT
http://www.youtube.com/watch?v=UamKUZUjVMU
CuriositàZender • 15/09/14 17:16 Capo scrivano - 47701 interventi
Il podista che vediamo partecipare a più pellicole in cui si vede qualche scena di corsa è Carlo Bomba (grazie a Squash per essersi accorto della presenza dello stesso in più film e a B. Legnani per essere riuscito ad identificarlo). Il podista vestì la maglia della nazionale nel biennio 1953-1954. I successi più prestigiosi giunsero in età avanzata nella categoria masters (grazie a questo sito per le informazioni). Un ulteriore ringraziamento ad Andygx per i fotogrammi.