Due gocce d'acqua salata - Film (1982)

Film davvero mediocre, che ricalca prototipi di grande successo (Laguna blu) e che, più che sulla vicenda o sulla recitazione (che è la grande assente: è impossibile non accorgersene), punta tutto sulle bellezze naturali. Ma da un film, pure se bassino, si chiede qualcosa di più. Solo per adolescenti.

Film assolutamente risibile che ricalca da vicino Laguna blu. La sceneaggiatura è banalissima e assolutamente derivativa, la regia è assolutamente anonima, gli attori sono pessimi e anche il trash scarseggia. Solo noia in quantità elevatissime. Da evitare con cura.

Risposta italiana ai vari Laguna Blu e Paradise. Sceneggiato da Dardano Sacchetti è un film molto inferiore ai film sopracitati. La Siani (che nello stesso anno, 1982, gira un altro film simile, Incontro nell'ultimo paradiso) è quasi sempre in topless. Pessime le musiche.

Sull'onda del successo di Laguna blu non poteva mancare il rifacimento made in Italy. Peccato si tratti di un prodotto mediocre, che ha il suo culmine nei primi 5 minuti con la delirante scena dell'incidente aereo. Non basta una spesso desnuda Sabrina Siani, con capelli biondo platino e sopracciglioni neri, a salvare il film.

Una delle peggiori sceneggiature di Dardano Sacchetti, che per tappare le falle di una storia derivata dal successo di Laguna blu, cola a picco, miserevole, a furia di nuotate, corse sulla spiaggia, effusioni erotiche e schiaffandovi ad un certo punto l'insulso personaggio dello scimmiesco Mario Pedone. Negli ultimi minuti sembra scendere una coltre cupa e mortifera, ma poi tutto viene ricondotto, sciaguratamente, lungo strade più facili e scontate; meglio a quel punto sarebbe stato optare per un finale "ciclico", visto che, del resto, le premesse c'erano.

Nel sottofilone dei film nati sull'onda del successo di Laguna blu e Paradise s'inserisce pure questo spin-off, che invero palesa moltissime somiglianze col precedente Paradiso blu di Massaccesi: una catastrofe aerea, i due protagonisti biondi naufraghi sull'isola deserta e incontaminata, l'amore che sboccia, l'arrivo dell'elemento destabilizzante (il ridicolo Pedone di fantozziana memoria)... Tutto già visto, ma in qualche modo il film si lascia seguire senza troppa noia, forse anche grazie a una Siani magnetica, dolce e selvaggia. Peculiare.

Se persino gli Stati Uniti replicano Laguna blu con Paradise, perché non farlo anche noi italiani? Ecco allora spuntare alcuni film sulla falsariga: isola (quasi) deserta, giovanissimi bellocci anni Ottanta, primi pruriti e... la frittata è fatta! La biondissima Siani, nel suo anno di grazia 1982, ci regala almeno deliziose nudità per tutto il film e questo in parte compensa la totale mancanza d’idee e una scrittura sciattissima che pare strano essere di Dardano Sacchetti. Ottime (come sempre) le musiche dei fratelli De Angelis.

Rispetto al successivo (e da un certo punta di vista più riuscito) Adamo e Eva, la coppia Russo-Doria propone una variante alquanto sterile e ben poco movimentata del filone "Laguna blu". Meyer veramente insulso, mentre la Siani ci mette almeno la fisicità... La mancanza di idee e originalità si palesa ben presto e l'ingresso del personaggio di Pedone crea un profondo senso di smarrimento. Bruttarelle pure le musiche; si salva dal naufragio totale unicamente per la bellezza oggettiva della location principale. Evitabilissimo!