Luciano Salce, regista noto per la sua ironia corrosiva, rompe gli indugi e si lancia nella satira, divertendosi alle spalle dell'Italia e immaginando un futuro prossimo (le elezioni politiche del 1972, il film è del ‘69) in cui la sinistra batte la Democrazia Cristiana contro ogni previsione. Il soggetto lo scrive Ennio De Concini - che collabora col regista alla stesura della sceneggiatura - e prevede una prima parte estremamente frammentaria, che mescola interviste ai giovani, cartelloni elettorali, supposte trame politiche sotterranee, un coro che intona strane arie in tema, la faccia di Salce nella parte di se stesso che apre al metacinema, coppie che guardano la tv in attesa dei risultati......Leggi tutto Un guazzabuglio semi-incomprensibile di scarsa godibilità, che fortunatamente riacquista una sua organizzazione quando nelle alte sfere cominciano a realizzare che è l'opposizione ad aver vinto le elezioni. In tv, non sapendo che fare, occultano i risultati trasmettendo senza sosta documentari (sulla cupola del Brunelleschi) e canzonette mentre gli Stati Uniti si preparano a un attacco missilistico sull’Italia. Il finale sarà sorprendente e in qualche modo riabiliterà un film i cui intenti sfuggono per la gran parte del tempo. Insomma, gli spunti non mancano ma la scarsa chiarezza espositiva della prima parte unita un montaggio che appare piuttosto casuale ne fanno un film curioso e bizzarro quanto si vuole ma anche datato e spesso noioso.
Acidissima satira fantapolitica del grande Salce, condannata all'invisibilità totale fino al restauro veneziano di un paio d'anni fa (ma è nuovamente sparito). Alle elezioni del 1972, monitorate da un potente computer americano, vincono i comunisti. Che fare? Salce mescola stili, generi, mette in scena una galleria di sosia impressionanti, un coro d'opera, e tira tremende bordate da tutte le parti. Corrosivo. C'è anche Orchidea De Santis, alle prese con un amplesso continuamente frustrato à la Buñuel!
Salce usa con mano sicura diversi stili per costruire un film che è un mix tra un falso documentario e una acidissima commedia fanta (?) politica. Film pieno di invenzioni (ad esempio il coro d’opera–narratore), girato e montato magistralmente, pervaso da un umorismo corrosivo che non risparmia nessuna parte in causa e che risulta ancora oggi moderno. Il film funziona ancora perfettamente, grazie soprattutto ad una serie di battute folgoranti e di scene grandiose tipo l’assalto alla merceria o la visita del politico nel quartiere popolare. Da riscoprire.
È un film apocalittico, lontano anni luce dalla rassicurante, "tradizionale" satira politica che divide con sicumera i buoni dai cattivi. Questa è la messa in scena di un paese, di una classe politica, di un sistema dove regna la stagnazione assoluta, il bieco tornaconto, la difesa a oltranza dello status quo. La Storia è avanspettacolo recitato da ometti piccoli piccoli, da cialtroni pavidi, da viscidi guitti. Salce osserva la terra dalla luna, zooma sull'italietta con rassegnata ferocia, e ci consegna il suo film più libero, geniale, anarchico e snobisticamente cialtrone.
Colpo di genio, più che di stato. Salce e De Concini mettono il film in una cornice spionistica, e lo ri-incorniciano con coro di tragedia greca. Mostrano d'essere fra i pochi italiani a saper usare il grottesco. I programmi RAI al momento del sorpasso sono qualcosa di impagabile: documentario sui fiori del Molise, poi sul Brunelleschi, vecchie registrazioni di cantante sconosciuta che viene poi convocata in fretta e furia per cantare in diretta canzoni sempre più di sinistra, visto che Saragat (sorprendente il suo sosia) nega il via a un documentario sull'Ucraina. Salce era avanti vent'anni.
Salce percorre con bravura la strada del grottesco più spinto per demolire a destra e manca. È proprio quest'ultima la parte più graffiante, con la sinistra vincitrice che si rifiuta di governare (per il bene della pace!) e rende felice il gruppo di lombrosauri già pronti alla ritirata. Altrettanto riuscita e profetica la satira sulla Rai. Atmosfera e personaggi mi hanno ricordato, su altra scala, il dottor Stranamore.
MEMORABILE: Il "col cavolo" proferito dal segretario dell'opposizione quando lo si invita a prendere le consegne del governo.
Con quest'opera Salce dimostra di essere assai avanti rispetto a molti altri registi e al gusto dello spettatore medio. Il film (che è del '69) ricostruisce un'ipotetica elezione del 1972 e della sorprendente vittoria della sinistra: ciò che seguirà ad essa sarà sorprendente (o forse no). La prima parte è un po' troppo frammentaria e confusa, ma da quando la tv di stato interrompe i dati elettorali per trasmettere trasmissioni alternative le cose si fanno più divertenti ed interessanti. Non del tutto riuscito ma da vedere.
Difficile da vedere in una copia decente, è sicuramente un film personale e bizzarro con qualche scenografia degna di Mr. Freedom. Salce, specie nel prologo, gira a ruota libera, con ritmi ora da carosello ora da cinegiornale e gli elementi al fuoco son tanti e ci si stordisce un po'. Impagabile il trinitiano Zacharias che impassibile sorveglia la sua creatura elettronica. La soluzione al ribaltamento politico ci sta tutta ed è molto "italiana", però ad alcune idee geniali e personali corrisponde troppa confusione. Curioso, interessante.
Molto mitizzato come tutti i film condannati a decenni di oblio, ha un andamento sussultorio, fra momenti azzeccati (il dialogo rivelatore in auto fra i dirigenti PCI) e altri abbastanza stucchevoli (i coretti di commento, l'antefatto da spy-story). La libertà creativa del cinema italiano di quel periodo (oggi impensabile) consente a Salce un montaggio anarchico lodevolmente lontano anni luce dai canoni codificati della commedia italiana, ma alla lunga incapace di reggere il gioco. Con molte pecche, ma comunque un notevole documento d'epoca.
MEMORABILE: Il dirigente tv che cerca di ingraziarsi i nuovi possibili padroni proponendo di trasmettere un idilliaco documentario sulle bellezze dell'Ucraina.
Solo il finale l'ho trovato un po' deludente come chiusura; per il resto una grandissimo film che ancora oggi scorre benissimo e per l'epoca era davvero avanti anni luce. Ci sono tante trovate divertentissime ma mi ha colpito l'atmosfera veritiera che si respira. Il montaggio è fantastico e le scenografie curiose e interessanti.
Geniale e abrasiva commedia di satira fanta (ma non troppo) politica da parte di un ispiratissimo Luciano Salce. Un film che fustiga a destra il nostro paese, senza risparmiare niente e nessuno, ma soprattutto mette in luce alcune incoerenze di alcuni organi in teoria superpartes (vedi il Vaticano e la Tv di stato) che in realtà sono complici del potere politico. Il film è anche ottimamente montato e con belle scenografie.
Film sorprendente, avanti anni luce rispetto sia alle satire politiche contemporanee sia alle godardate italiche di allora, in cui ogni elemento, dalla scelta delle inquadrature (con ampio utilizzo di grandangoli e macchina in spalla) all'impostazione della sceneggiatura (mockumentary con cappello da spy-story), passando per colonna sonora e montaggio, viene spinto verso l'estremo con un senso del grottesco e dello sberleffo che stupisce per intelligenza ed equilibrio, tanto da rendere spassoso un soggetto possibilmente difficoltoso. Ottimo.
Tanto bistrattato se non maltrattato dal punto di vista critico da meritar pienamente una revisione, al di là dei suoi intrinseci valori cinematografici. Salce non deroga al suo grasso (talora sterile) sarcasmo consapevolmente goliardico, eppure il film in corso d’opera cambia pelle, mutandosi da sberleffo irridente e naif in acuta satira strutturale, poggiante su una precisa cognizione della nostra architettura politico-sociale: ne perde in ritmo, arricchendosene in lungimiranza storico-antropologica. Come imparai a non preoccuparmi e ad amar l’inciucio.
MEMORABILE: La strepitosa trovata della cantante Anna Ferretti (Casalino): tappabuchi della programmazione nazionale; Orchidea copula solo se vince lo scudocrociato.
Salce immagina un 1972 (quindi per l'epoca un futuro prossimo) dove è il PCI a vincere le elezioni politiche. Satira fantapolitica che colpisce tutto e tutti (e fu criticata e boicottata da tutto e tutti). Girata con stile documentaristico e ricca di gag e invenzioni geniali dall'inizio alla fine (la migliore è quella della cantante di sinistra ripescata dalla RAI e messa come tappabuchi). Un film assurdo e innovativo con un finale cinico e tragicomico.
MEMORABILE: Il rifiuto dei comunisti di accettare la responsabilità di governo a loro offerta dai democristiani.
Partendo dall’ipotesi di una vittoria elettorale del PCI, Salce realizza una satira fuori dagli schemi, puntuale e lungimirante soprattutto quando prende di mira i comportamenti dei capi di partito, con le loro dichiarazioni vacue e i loro tatticismi paradossali e incomprensibili ai profani e dei media (tesi a oscurare quanto ritenuto scomodo). Nonostante qualche lungaggine, meriterebbe maggiore visibilità.
MEMORABILE: “Libertà e democrazia con un poco di caviale”; “Tra moda ed elezioni ci sono molti punti di contatto”; “Col cavolo!”; La maratona di canti popolari in TV.
Caustica e interessantissima satira instant-ucronica che, rivestendo coi panni del reale l'assurdo scandito da un moderno coro tragico, rende bene l'idea del clima politico che doveva aleggiare sull'Italia agli albori della strategia della tensione... Parecchio curiosa, quasi postmoderna anche la realizzazione: si mescolano finti reportage e interviste in serie che perforano da subito la quarta parete, mentre la seconda parte - per compattezza e realizzazione - è persino oltre Ferreri. Si ride sì, ma dell'assoluta verosimiglianza della trama.
MEMORABILE: L'esilarante inizio tattico della conversazione tra Mosca e Roma; Le canzoni anarco-comuniste; Il colloquio tra maggioranza uscente e fronte rosso.
Optando oculatamente per una narrazione polifonica - tanto che la prima parte è più che altro un documentario sulle elezioni - Salce, ugualmente grintoso come regista, pratica il delicato genere della satira sferzando il mondo politico dell'epoca con l'arma dell'ironia. Inevitabili le analogie e le differenze con la situazione attuale (anche sull'assenza di opere del genere nel panorama attuale). Oltre alla geniale idea della risoluzione dell'impasse elettorale, spiccano gli intermezzi lirici e i seriosi documentari che la RAI manda in onda per prendere tempo. Montaggio magistrale.
Geniale satira della vita politica italiana da parte di uno dei registi più sottovalutati, Luciano Salce. I comunisti vincono le elezioni, ma la tanto agognata presa del potere si trasforma per loro in un calvario. Ambientato a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta (quando il colpo di stato fu veramente tentato dalle destre e dai servizi segreti), il film sbeffeggia tutto e tutti con umorismo caustico, usando peraltro il metodo di regia che era tipico dei film impegnati (molta mdp a mano, montaggio serrato).
MEMORABILE: Straordinari i finti programmi Rai; Geniale la fuga di Claudio Villa.
Scintillante presa per i fondelli della democrazia e degli (inutili) riti elettorali sottesi. Prima parte eccezionale con esilaranti inserti sarcastici (il ministro nella palude, la suora col cadavere) e di grottesca forza profetica. Prosieguo più ordinario, ma sempre sul filo di una desolata quanto divertente presa d’atto del potere quale mistificazione ai danni del popolo (l’opposizione che rifiuta la vittoria). Nel calderone dei partiti, coerentemente, non si salva nessuno.
Alle elezioni del 1972 i comunisti stravincono le elezioni. Preambolo ricco di idee (dallo spionaggio al reportage, dal mockumentary alla tragedia greca) per sovvertire l’idea comune che la politica non cambia mai. Salce dà un’analisi lucida e preveggente: è meglio stare all’opposizione, i media intontiscono il pubblico, la Chiesa è molto interessata alla continuità della DC. A tratti discontinuo, ma con un senso dello sberleffo che punta al grottesco (le canzoni popolari, i ricchi in fuga, il negozio saccheggiato). Anche la conclusione può divertire, nella sua amarezza.
MEMORABILE: Il quadro “Salce vegetale”; Nella palude; Il morto da tre giorni ma votante; I documentari in attesa dei risultati.
Il nostro Dottor Stranamore, sebbene in infinitesimo rispetto ai brividi nucleari di Kubrick. Eppure in questo semi-mockumentary Salce monta in farsa e come meglio non si potrebbe il sudore freddo del "What if?" di un'eventuale vittoria comunista in Italia nel '69. Morale? Scontenti entrambi, dirigenti Dc e Pci. Epilogo che non poteva passare e infatti venne bersagliato da tutte le parti. Al tempo meno ma oggi, a rivederlo, il divertimento è assicurato. Emblematico il goffo temporeggiamento della Rai che manda in onda documentari e canzonette. Più che un film un memorabilia.
MEMORABILE: La telefonata tra Pci e Mosca intercettata dai democristiani; La cantante Ferrè che cambia repertorio in corsa e si fa socialisteggiante.
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HomevideoDusso • 14/03/13 12:26 Archivista in seconda - 1830 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Dusso ebbe a dire: Una nuova versione da poco "saltata fuori" è di poco migliore come video ma notevolmente sotto quello dell'audio
Dev'essere allora quella che circolava prima della diffusione di quella da Canale5.
Dusso ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Dusso ebbe a dire: Una nuova versione da poco "saltata fuori" è di poco migliore come video ma notevolmente sotto quello dell'audio
Dev'essere allora quella che circolava prima della diffusione di quella da Canale5.
Purtroppo solo quella registrata da Canale 5 circola in giro, anche in rete. Almeno su You Tube c'è quella, poi che ne sia uscita una migliore non saprei, ma tutti dicono che c'è solo questa famosa vecchia rec di C5, che si vede male e si sente ancora peggio. Spero che venga al più presto fatta una copia migliore.
Chiedo aiuto a chi ha una copia del film con l'audio ascoltabile (quella su youtube, almeno sul mio pc non si sente l'audio), sapete per caso dirmi se questo attore anziano e calvo, che si vede da 1'05'58, inquadrato in volto anche a 1'07'26
https://www.youtube.com/watch?v=ojvXHoHEhXo&t=5302s
Viene chiamato con un nome particolare, o una qualifica (generale, ministro etc.)
Nel caso potete scrivere qui il nome con cui il personaggio viene chiamato dagli altri attori ?
Grazie mille !
Ciavazzaro ebbe a dire: Chiedo aiuto a chi ha una copia del film con l'audio ascoltabile (quella su youtube, almeno sul mio pc non si sente l'audio), sapete per caso dirmi se questo attore anziano e calvo, che si vede da 1'05'58, inquadrato in volto anche a 1'07'26
https://www.youtube.com/watch?v=ojvXHoHEhXo&t=5302s
Viene chiamato con un nome particolare, o una qualifica (generale, ministro etc.)
Nel caso potete scrivere qui il nome con cui il personaggio viene chiamato dagli altri attori ?
Grazie mille !
Si deduce che è un Generale dei Servizi. Dato che i personaggi politici sono tutti, più o meno. dei sosia di veri deputati e senatori (il presidente della repubblica è uguale a Saragat), credo che lo abbiano fatto simile a de Lorenzo: https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_de_Lorenzo
Ti ringrazio moltissimo.
Mi serviva infatti sapere se lui interpretava De Lorenzo, tra l'altro vi è una buona somiglianza tra i due (monocolo compreso), e non vedo altri personaggi nel film che possano somigliare a De Lorenzo, e infatti mi sembra di ricordare che quando anni fà vidi una copia con audio ascoltabile, lo chiamassero generale.
E' una scoperta importante, perchè questo generico appare in decine di film dagli anni sessanta fino al 1976, e finora i miei tentativi per identificarlo erano stati vani.
Poi ieri ho trovato questo link, con riportati cast e interpreti di colpo di stato:
https://books.google.it/books?id=CAg6AQAAIAAJ&q=attilio+zingarelli&dq=attilio+zingarelli&hl=en&sa=X&redir_esc=y E visto che lì De Lorenzo è riportato come interpretato da Ravenna, penso non ci siano dubbi (tra l'altro lo stesso Ravenna dovrebbe apparire secondo i titoli di coda, sempre con Salce qualche anno prima ne La cuccagna, e penso di averlo trovato verso il finale, sempre col suo monocolo !)
Quindi ancora mille grazie,e a breve aprirò il suo topic nel forum dei generici !
MusicheAlex75 • 23/10/17 17:15 Call center Davinotti - 709 interventi
La colonna sonora, pubblicata nel 1969 dalla CAM, è ora disponibile in formato digitale.