Amanti d'oltretomba - Film (1965)

Amanti d'oltretomba
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Classico esempio di gotico all'italiana. Nel 1965, quando ormai il genere stava tramontando, il regista Mario Cariano scrive un soggetto che unisce alcuni tra gli spunti più tipici dell'horror del periodo (il tema del doppio, i fantasmi, la vendetta per amore, la giovinezza riacquisita attraverso improbabili trasfusione di sangue…) e lo sceneggia con Fabio De Agostini ottenendo un risultato tutto sommato mediocre, confezionato molto bene come nei migliori esempi di gotico casereccio (la raffinatissima fotografia in bianco e nero di Enzo Barboni, futuro regista, con lo pseudonimo di E. B. Clucher, dei Trinità e di molti altri film della coppia Bud Spencer/Terence Hill) ma...Leggi tutto carente sotto il punto di vista del coinvolgimento e del ritmo. Mario Cariano (che si firma Allan Grunewald) punta tutto sull'atmosfera, sul fascino morboso, inquietante, dell'immancabile Barbara Steele (una vera icona del genere), sulla crudezza (per l'epoca) di alcuni effetti di sangue (ma il divieto ai minori di 18 anni oggi ci appare ridicolo), sullo sfarzo delle scenografie, sugli sguardi e i primi piani dei protagonisti (ma Paul  Muller convince poco). La critica premiò abbastanza il film, gli incassi non lo affossarono, così AMANTI D’OLTRETOMBA è passato alla storia come uno dei più riusciti esempi del nostro horror; la verità è che, in un mare di prodotti spesso inguardabili, il film di Caiano appariva se non altro professionale ed esteticamente curato (le musiche sono di Morricone, ma non incidono mai e sono datate quanto e più del film stesso) e recuperando le tematiche più abusate del genere finiva per rappresentarne una inevitabile sintesi. Troppo poco. Caiano manca qui di personalità e AMANTI D’OLTRETOMBA non ha né il fascino di un qualsiasi film di Bava né la forza e "l’avvolgenza" dei più riusciti esempi del periodo. In poche parole un prodotto superfluo, ben poco “onesto”.

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Undying 12/04/07 23:55 - 3807 commenti

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La Steele interpreta qua un doppio ruolo, dando il meglio quando rappresenta l'incarnazione spettrale della vendicativa moglie fedifraga. In una parte consistente ritroviamo Paul Muller (in seguito attore feticcio della serie Lucio Fulci Presenta) che qua interpreta il ruolo dello scienziato/marito. Caiano (ottimo regista) si adegua alla moda lanciata da Freda e (in maggior modo) Bava impostando un film con tematiche (donna/mostro), inquadrature e illuminazioni stile primo "gotico" italiano aggiungendo violenti sequenze di apertura e chiusura.

Trivex 27/11/08 21:12 - 1744 commenti

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Una moglie infedele viene crudelmente punita dal marito in flagranza d'adulterio, ma poi il signorotto si sposa la sorella e innesta la gelosia della governante, la quale nasconde un atroce segreto. Discreto gotico, che propone l'atmosfera adatta all'estimatore classico di genere, ma risulta a volte noioso e con una trama davvero poco originale. La Steel merita comunque sempre di essere ammirata per la sua bellezza e il suo fascino occulto, anche quando, come in questo caso, si sdoppia (prima bruna, poi bionda), perdendo nel secondo personaggio parte di sè.

Rebis 16/01/09 15:55 - 2339 commenti

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Caiano rimescola abilmente le carte del gotico all’italiana senza inventare nulla, e ne produce uno degli esiti più genuinamente angoscianti e fantasiosi. Visivamente lussureggiante, con la sua medicina dalle potenzialità immaginifiche (mutuate dal Mulino di Ferroni), le incursioni nel sadomasochismo puro (in anticipo su Barker) e le inquadrature ardite, il film sfocia in un grand guignol d’inusitata crudeltà. Convincente Barbara Steele, lambita dalla schizofrenia, con una contorta acconciatura che allude ai labirinti della psiche in cui va smarrendo il senno (Hitchcock docet). Carnale.

Ciavazzaro 18/01/09 11:26 - 4770 commenti

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Il primo gotico che ho visto nella mia vita. Caiano dirige in un inquietante bianco e nero, con un cast di attori superbi. La regina del genere Barbara Steele ha il doppio ruolo della "vittima" e dello spettro, Paul Muller quello del sadico dottore che dopo aver ucciso la moglie adultera vuol portare alla follia la di lei sorella; ma gli spiriti... Caiano è come al solito ottimo regista e crea un'eccellente atmosfera. Da citare la trafusione alla governante, il finale "infuocato". Promosso a pieni voti.
MEMORABILE: La tortura della moglie e del giardiniere a inizio film.

Homesick 5/05/09 18:53 - 5737 commenti

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Epitome del gotico italiano anni Sessanta con cui Caiano dimostra di aver assimilato a fondo la lezione di Bava, Margheriti e Freda: da quest’ultimo, in particolare, vengono presi in prestito la riconquista di bellezza e giovinezza (I vampiri) e il doppio (Hichcock), utilizzando i due volti dell’icona Barbara Steele. Piuttosto efferato nelle sequenze di tortura e morte, un po’ carente sul piano del coinvolgimento narrativo. Masè si firma con lo pseudonimo di Lawrence Clift.

Lucius 16/05/10 01:18 - 3015 commenti

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Gotico sopravvalutato e in realtà molto lento nella narrazione, quasi estenuante. Gli effetti "speciali" sono quelli di una volta: tuoni, lampi, folate di vento, candele che si spengono, ecc. ecc... Alla pellicola vanno riconosciute certe atmosfere, che non bastano però a risollevare le sorti di un film, poco più che amatoriale. Uno dei pochi casi in cui sarebbe auspicabile un remake.

Ducaspezzi 27/09/11 14:15 - 222 commenti

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Un film sin troppo di genere, che ricicla cose e temi già visti senza una particolare originalità rielaborativa. Le stesse classiche emotrasfusioni volte a spernacchiare l'ordinario lavoro dei radicali liberi, si rieditano senza pathos rappresentativo, relegate in una sorta di marginale risaputezza. C'è linearità, ma questa si risolve più che altro in scialba prevedibilità e non mancano i cosiddetti passaggi telefonati, quanti ne bastano affinché battezzi il tutto come "sim-card screenplay"! Il cliché gotico è onesto, la Steele regge tutto.
MEMORABILE: La Muriel/Steele all'amante: "Ti spoglierò dei tuoi sensi volgari per dartene altri più sottili, più raffinati". Ma va là, che la rusticanza ti tira!

Stefania 27/06/12 13:25 - 1599 commenti

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Nessuna sorpresa, piacevolissime conferme in questo gotico sorretto dalle vecchie e solide colonne della "vendetta tramite doppio inconsapevole" e neo-vampirismo pseudo-scientifico (eterna giovinezza tramite trasfusioni sanguigne, con macchinario ad hoc!). Ma la Steele in versione demone nero-angelo biondo, gli squarci di sadismo e l'immaginifico finale rendono la visione un intrattenimento di buon livello. Metem-psicotico!
MEMORABILE: Le torture ai due amanti; il congegno per folgorare la Steele nella vasca da bagno (e poi ci rimette le penne qualcun altro!).

Von Leppe 25/11/13 16:29 - 1262 commenti

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Ottima prova per Barbara Steele, che sfoggia una figura spettrale con il volto coperto da lunghi capelli neri. Un horror che conta i tipici ingredienti del gotico italiano. È ambientato in una sola location, un castello dagli interni lussuosi e i pochi esterni tetri, valorizzati da un adeguata fotografia in bianco e nero. La vicenda ha i suoi vertici all'inizio e nel gran finale, mentre nella parte centrale si possono ammirare alcune sequenze come quella dell'incubo. Atmosfera riuscita grazie anche alla musica per organo di Ennio Morricone.
MEMORABILE: "Ci sono spettri in questo castello".

Nicola81 7/12/14 14:12 - 2862 commenti

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Rispetto ad altri gotici italiani del periodo si caratterizza per una maggiore durata (104 minuti) e non è un bene perché a livello di trama non ha poi molto da raccontare. Caiano dirige correttamente, ma si limita ad assemblare senza troppa inventiva tutti gli ingredienti del genere, compreso il finale con pioggia purificatrice. Ottime, come sempre, atmosfera e confezione (scenografie, fotografia, musiche) e buona la prova del cast: inutile dire che la migliore è la Steele, bravissima anche nell'improbabile versione bionda.

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Xabaras 3/01/15 09:17 - 210 commenti

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Dal mio punto di vista uno dei gotici italiani minori. Se è vero infatti che gli va riconosciuto il merito di avere un grande primo quarto d'ora e un inquietante e suggestivo finale, non si può fare a meno di notare il mellifluo e vacuo svolgersi degli eventi al suo interno. Alcune trovate poi, come quella dell'omicidio nella vasca da bagno, lasciano alquanto perplessi. Sicuramente un film troppo lungo, ma con una sempre piacevole Steele.
MEMORABILE: Il finale.

Lythops 5/07/15 08:10 - 1019 commenti

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Un gotico italiano d'altri tempi, con una narrazione molto televisiva, lento in alcuni punti al limite della noia, ma con una bravura di fondo che riesce a salvarlo anche per merito di Paul Muller, che riesce a essere irritante e odioso nel dar vita al suo personaggio basandosi soprattutto sullo sguardo e la movenza. Troppo caricata Barbara Steel, per quanto bella. Fredda la Liné. Buone le musiche di Morricone, ma stranamente invadenti. Grandi i doppiatori.
MEMORABILE: "Ti spoglierò dei desideri volgari per dartene altri più raffinati" "Non capisco" "Non importa".

Rufus68 17/05/16 23:25 - 3845 commenti

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A parte il volto conturbante della Steele (nella versione bruna) e qualche scena d'efficace suggestione (il sogno, la tortura, l'efferato finale), il film non merita la fama di cui gode. Lo svolgimento è davvero estenuante e il bianco e nero aggiunge poco. I cultori del gotico (anche i più accaniti) non troveranno certo i diletti che derivano dalla maniera, ma solo una stanca riproposizione del trovarobato di genere.

Myvincent 13/07/16 07:56 - 3744 commenti

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Un uomo uccide la moglie e il suo amante infierendo con malvagità e finendo col bruciarli. Poi sposa la sorella di lei, pazza, ma solo per motivi di eredità. Il tema del doppio ancora una volta, dalla notte dei tempi, si agita fra male e bene, come due immagini speculari. Alla psicoanalisi si affiancano classici topoi gotici quali il sadismo, la possessione, il ritorno dagli inferi, la sfida alla morte. Tutto questo ne fa un cult di quelli da non perdere. E Barbara Steele si fa in due per accontentarvi...

Giùan 11/10/16 09:48 - 4562 commenti

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Sicuro e lineare non sono proprio i due aggettivi che si dovrebbero attribuire a una storia di fantasmi, manieri, plagi e possessioni. Eppure sono quelli che vengon immediatamente alla penna guardando questo solido gotico, condotto da Caiano senza lasciar spazio a svolazzi estetici e avendo cura di riproporre luoghi, situazioni e canoni iconografici classici del genere con fermo polso registico d'antan. Molto ben giocato l'atout della morbosità grazie alla collaudatissima Steele e alla sorprendente Linè, mentre Muller innesca una melodrammatica teatralità.

Fauno 16/12/16 18:00 - 2212 commenti

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La classica dimostrazione dell'importanza del soggetto: con un'ottima fotografia e bravi attori si è riusciti ugualmente a creare un film pesantissimo, a lunghi tratti soporifero e inconcludente, anche perché le diverse magie e reincarnazioni son talmente mischiate tra loro che creano uno zibaldone indefinibile; e non parliamo di quell'ibrido altrettanto strano che fungerebbe da elisir (un po' doloroso) per l'eterna giovinezza (sob!). Ottima la Steele, Muller insuperabile come cinismo e come individuo losco, ma come film gotico è un fiasco totale.
MEMORABILE: Le imprecazioni finali di Muriel.

Drhichcock 24/07/19 23:52 - 2 commenti

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Tipico esempio di horror gotico all’italiana che tanto andava in voga in quegli anni. Qui Caiano può perfino contare su una delle icone del genere – l’inglese Barbara Steele – mentre nel ruolo di co-protagonista troviamo un perfido Paul Müller (che è il cinico e depravato dr. Arrowsmith). Ma la storia è ritrita e la regia di Caiano, sin troppo statica, quasi da sceneggiato televisivo, manca dell’estro visionario di un Mario Bava o di un Riccardo Freda. Bianconero di Enzo Barboni (aka E. B. Clucher).

Faggi 19/01/20 19:19 - 1549 commenti

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Horror melodrammatico o melodramma macabro - comunque folle - dove, come in un fumetto horror all'italiana di quelli che verranno (il pensiero va, non a caso, al rinomato "Oltretomba"), può accadere di tutto infischiandosene della logica; lasciando che il clima e il tono - cupi, morbosi, lugubri, erotici, squisitamente fuori controllo - giochino tutta la partita. Barbara Steele imprescindibile, languida e spiritata; notevole Helga Liné; paul Muller ha l'essenziale fisico del ruolo. Caiano, in cabina di regia, fa il burattinaio magico.

Caesars 21/05/21 15:35 - 3794 commenti

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Molto noioso. Un ritmo catatonico accompagna, per tutto il suo svolgimento, una trama abbastanza risibile. Interpretazioni mediocri (anche la Steele non è al suo meglio), regia anonima e una colonna sonora piuttosto monocorde non aiutano certo a risollevare le sorti della pellicola, che può però vantare un'efficace fotografia in b & n (opera di Enzo Barboni) che riesce a donarci qualche immagine suggestiva. Discretamente inquietante la Steele, in versione bruna, con mezzo viso coperto dai lunghi capelli.

Fedeerra 5/08/21 07:36 - 770 commenti

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Gotico italiano (fra i meno citati ma sicuramente tra i migliori) che striscia solenne e insidioso nei meandri della psiche. Il film è gravido di cinismo e orrore, l’impenetrabile intreccio fra conscio e subconscio è irresistibile e gli eccessi caricaturali dei personaggi sono il vero fulcro della narrazione; dagli impeti meschini e pazzoidi di Müller e Liné a Barbara Steele divisa tra adulterio e pazzia. Mortifero l’organo di Morricone.

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Ira72 24/08/21 11:23 - 1313 commenti

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Basta l'iconica Steele per catapultare lo spettatore in nostalgiche atmosfere gotiche horror. Ma non basta per fare della pellicola un bel film. Se nella Donna che visse due volte Hitchcock era stato in grado di inquietare morbosamente e costantemente con la sua maestria, lo stesso non si può dire di Caiano che, in questo caso, si perde in una regia priva di guizzi e piuttosto soporifera. Non si può nemmeno parlare di effetti speciali, anche se una nota di merito va data al volto sfigurato "vedo non vedo" nella scena finale. Recitazione esasperata, a tratti teatrale.

Teddy 5/02/22 02:34 - 830 commenti

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Totem del gotico borghese, esempio di coesistenza tra gli eccessi narrativi dell’horror e la raffinatezza estetica del melodramma. Esistenzialista - perché lascia i suoi personaggi sfiorati dal livore e dalla schizofrenia - teorico - perché traduce il vampirismo in un’esperienza scientifica. Disarmante e mortifero l’organo di Ennio Morricone; ispirata la regia di Mario Caiano. Subliminale.

Bullseye2 2/09/23 21:57 - 397 commenti

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Seppur non un genio come Bava, Freda o Margheriti, Caiano fu comunque un validissimo artigiano del nostro cinema popolare con parecchie frecce al suo arco: questa fu una delle sue migliori, uno degli ultimi grandi esempi di cinema gotico classico, piuttosto esplicito (verbalmente e visivamente) per l'epoca ed estremamente sadico, molto probabilmente il modello ispiratore per i fumetti horror-erotico-sadici alla "Oltretomba", tuttavia non volgare (a differenza dei "figliocci") e anzi raffinato, assai debitore a Hitchcock come a De Sade, a Buñuel come a Poe passando per D.H. Lawrence.
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