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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 3/04/07 19:21 - 3015 commenti

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Magistrale, amarissimo polar del maestro Josè Giovanni. Un monumentale Lino Ventura, poliziotto degradato per aver pestato il callo sbagliato, è messo sulle tracce dell'inafferrabile testimone-chiave di un processo. Lo affianca Marlène Jobert giovane recluta, ma anche gli scagnozzi del processando boss non stanno a guardare... Giovanni esprime tutta la sua rabbia di conservatore anarchico in un film senza concessioni, e allo stesso tempo umanissimo, come solo i migliori francesi han saputo fare in questo genere. Fondamentale.

Cotola 31/08/09 22:34 - 9009 commenti

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Bel polar dai toni lividi, disperati e decisamente amari, in cui giganteggia il notevole e sfaccettato personaggio interpretato da Lino Ventura che fornisce una prova davvero maiuscola. La storia è interessante e procede bene in modo graduale fino a giungere all'agghiacciante finale. Gli amanti del genere non se lo lascino scappare.

B. Legnani 26/09/10 11:43 - 5523 commenti

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Recitato splendidamente da prime, seconde e terze linee (e con un doppiaggio di quelli di un tempo), è un film livido, ma essenziale, senza compiacimenti. Il finale sacrifica un po' di logica sull'altare della filosofia di base, ma certo non lo fa retrocedere dal rango del bel film. Solidissimo Ventura, poliziotto dal passo veloce, adorabile Marlène Jobert, sgambettante dietro di lui.

Nicola81 12/04/16 10:00 - 2840 commenti

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Uno dei titoli dei punta del noir francese e il miglior film di Giovanni, che infonde tutto il suo pessimismo sull'apparato della giustizia (incapace di valorizzare le proprie componenti migliori e di proteggere adeguatamente i testimoni) e, soprattutto, cesella ciascun personaggio con un acume e una finezza che nei suoi lavori successivi verranno decisamente meno. Ventura è impeccabile nei panni dell'ispettore freddo e disincantato, sorprendente la Jobert ausiliaria ingenua e idealista, bella la colonna sonora di François de Roubaix.

Il Dandi 3/11/16 12:05 - 1917 commenti

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Clamoroso noir di José Giovanni: la filosofia pessimista dell'autore anticipa gli aspetti più tormentati della maschera dell'ispettore Callaghan (lutto personale alle spalle, isolamento sul lavoro per aver pestato i piedi alla persona sbagliata), ma senza nemmeno riscattarla con tratti eroici, umanizzata dal volto dubbioso di Lino Ventura, poliziotto che accusa dolorosamente ogni colpo ma senza mai soccombere. Film fatto tutto di atmosfere, imprescindibile.
MEMORABILE: "Come mai non porta la Legion d'onore?" "Te la danno per un motivo e poi ti puniscono per la stessa cosa".

Saintgifts 20/04/17 01:02 - 4098 commenti

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Perfetta l'accoppiata Lino Ventura/Marlène Jobert, componente essenziale per l'ottima riuscita di questo poliziesco francese. L'entusiasmo della Jobert (giovane ausiliaria) e la completa disillusione di Ventura (commissario che conosce i retroscena della polizia, ma ancora compie il suo dovere fino in fondo) in una ricerca porta a porta, che mostra una variegata galleria di personaggi, visti con umanità dall'ausiliaria e con freddo distacco dal più che esperto commissario. Ottima la sceneggiatura di Giovanni e sicura la sua direzione.

Fauno 11/05/17 00:45 - 2208 commenti

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Bravi sia Ventura che la Jobert (gradevole quest'ultima come investigatrice), ma il sentirmi sbattere sul muso con un sadico accanimento una sequela infinita di ingiustizie, prevaricazioni e rammollimenti mentali delle istituzioni da far quasi invidia al pessimo status quo attuale mi ha annichilito e schifato. Non c'è niente di peggio che vedere tanti sforzi vanificati dai soliti ordini dall'alto e per di più facendo pagare questo pressapochismo a un essere indifeso che soffre già di una grave malattia. Odiosità gratuita, becera e fine a se stessa.
MEMORABILE: Quasi meglio leggersi la frase finale sullo schermo che vedere il film: anche se è in francese la si capisce bene.

Magi94 4/09/18 16:48 - 944 commenti

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Ottima regia, che sembra anticipare Il braccio violento della legge nel modo di seguire le indagini e in certi ritmi fintamente rallentati, ma che invece dipingono una freddezza poliziesca che ci porta nel vivo dell'azione. La trama è complicata ed è facile perdere qualche pezzo per strada se non si segue con la massima attenzione. Un po' strambo il finale, quasi ai limiti del non credibile. Belle invece le musiche.

Myvincent 31/01/19 08:07 - 3726 commenti

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Il ritrovamento di un testimone-chiave apre una lunga serie di ricerche che come un puzzle dovrà essere ricostruito pazientemente. Ottimo polar francese, si fregia di una coppia ben congegnata nei suoi opposti: un legnoso Lino Ventura e una eterea Marlene Jobert. Decisamente più dei soliti e macchinosi polizieschi, tutti pistolettate e cadaveri, dove la polizia non ci fa per niente una bella figura.

Berto88fi 9/11/19 17:47 - 216 commenti

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Leonetti è un ombroso sbirro hard-boiled tutto d'un pezzo che si ritrova a dare la caccia a un importante testimone insieme alla volenterosa recluta Jeanne. Polar drammatico e crepuscolare, con una trama che incede lentamente, pur mantenendo l'interesse dello spettatore, accompagnata dalle superbe musiche di De Roubaix. Giovanni dirige e sceneggia il suo film più riuscito, dai toni amari e disillusi, sfruttando al meglio i suggestivi scorci parigini dell'epoca.
MEMORABILE: La Jobert, dal passo incerto, che fatica a seguire Ventura.

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Daniela 29/01/20 00:11 - 12622 commenti

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Messo in panchina per aver arrestato il figlio di un pezzo grosso, un commissario di polizia riceve l'incarico di rintracciare il testimone-chiave di un processo che ha fatto sparire da anni le proprie tracce. Lo assiste in questa ricerca una giovane ausiliaria piena di buone intenzioni... Il film si regge per buona parte sul confronto caratteriale tra il disilluso Ventura e l'ingenua Jobert, per poi diventare più stringente e culminare in un epilogo nel segno dell'amarezza che si riverbera sull'intera pellicola. Puntuale la sceneggiatura, asciutta la regia, valide le prove del cast.
MEMORABILE: La lunga sequenza del pestaggio in strada

Rufus68 5/03/20 23:22 - 3825 commenti

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Noir francese classico: sembra che non accada nulla e, invece, accade tutto. Il cinismo e la corruzione regnano sovrani e gli unici che li combattono divengono gli involontari strumenti del Male. Notevoli alcuni caratteri secondari (l'amico della bambina), l'accenno kafkiano (l'udienza fulminea di Martin in cui vengon celati giudici e tribunale) ed eccellenti i protagonisti, dalla Jobert a un grande Ventura che riesce a rendere originale un ritratto di poliziotto altrimenti usurato. Epico lo scontro con Constantin: queste facce dove sono più?

Keyser3 3/05/21 23:16 - 444 commenti

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Buona regia di José Giovanni, che dopo un avvio un po' convulso e dai toni macchiettistici, nel rappresentare il "purgatorio" a cui è stato condannato il commissario Léonetti, entra nel vivo dell'indagine, coi suoi infiniti rivoli e personaggi (memorabile quello di Crauchet); ed è lì che il film cresce col passare dei minuti. Impeccabile come sempre Lino Ventura, col doppiaggio fondamentale di Glauco Onorato, che forma con la Jobert una strana ma efficace coppia. La critica al sistema giudiziario, tradotta in un finale amarissimo, tornerà con Giovanni in Due contro la città.
MEMORABILE: L'orecchio deformato di Michel Constantin.

Bullseye2 21/01/23 01:18 - 393 commenti

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Doloroso polar esistenziale in cui le illusioni della giovinezza (rappresentate da una spettacolare e adorabile Jobert) lasciano il posto alle amarezze della maturità (del solito magnifico Ventura) e all'ingiustizia della "Giustizia" ufficiale portata avanti da personaggi vili e squallidi. Tra i classici del noir (ma non troppo: ci si muove tra giallo e dramma) transalpino spicca per l'umanità, la sobrietà, la profondità e l'efficacia dei ritratti psicologici, oltre che per una colonna sonora memorabile.

Paulaster 9/03/23 19:05 - 4389 commenti

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Coppia di poliziotti va alla ricerca di un testimone per un importante processo. Ambienti polizieschi in cui la condotta non è proprio encomiabile danno importanza a chi invece è tutto di un pezzo. Ventura è sempre adatto al ruolo di onesto tutore della legge e, in questa circostanza, la presenza della Jobert alleggerisce i contenuti. Ritmo costante e conclusione abbastanza scontata, in cui viene ribadito il concetto della giustizia senza morale nel difendere i propri cittadini. Ben scelto il personaggio di Constantin.
MEMORABILE: Il verbale che scagiona il figlio dell’avvocato; Sotto la doccia vestito; Il tirapugni in tasca; Il registro del portiere.
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  • Curiosità Fauno • 7/05/17 00:08
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film:

  • Discussione Il Dandi • 30/12/17 13:39
    Segretario - 1488 interventi
    Nel mio commento ho messo il protagonista a confronto con l'ispettore Callaghan di Eastwood, oggi mi rendo conto meglio del perché mi è venuto spontaneo farlo:

    la strana coppia formata dal retrocesso ispettore Leonetti e l'agente ausiliaria Dumas anticipa quella formata da Eastwood e Tyne Daly in Cielo di piombo ispettore Callaghan.

    Ma riportare la poetica di José Giovanni al confronto col poliziesco americano sarebbe riduttivo: ad esempio durante la loro indagine, Ventura e la Jobert scoprono dai vicini di casa che l'uomo che stanno cercando ha una figlia di circa 8 anni e intuiscono che la bambina potrebbe essere stata vittima delle attenzioni di un pedofilo che vive nel condominio: interrogando il vicino in questione in presenza della moglie, capiscono di doverlo riincontrare da solo per sapere ciò che gli interessa: se fossimo in un film di Callaghan, appunto, sarebbe Clint ad affrontare l'uomo, estromettendo la collega e piantando il piede sul collo del malcapitato, guardandolo senza nessuna pietà.

    In Ultimo domicilio conosciuto invece accade esattamente il contrario: è Ventura a farsi da parte sornione, ed è la Jobert a prendere l'iniziativa e a indurre il vicino a fornirle le informazioni che vuole, estorcendogliele non con la forza del ricatto, ma con la strategia psicologica di una finta comprensione nei suoi riguardi. Alla fine l'accenno alla pedofilia resta una parentesi marginale (non lo ricordavo prima di rivederlo) e impunita, una delle tante storture del mondo in mezzo alle quali la rettitudine dei protagonisti è costretta a districarsi senza poter fare alcunché.
    Ultima modifica: 30/12/17 13:41 da Il Dandi