Note: Primo cartone animato realizzato in CGI utilizzando la tecnica della performance capture (personaggi digitali ottenuti "captando" i movimenti degli attori in carne e ossa).
Prodotto anomalo d'ambientazione natalizia che sperimenta l'innovativa formula chiamata performance capture, grazie alla quale veri attori vengono digitalizzati e trasportati in tridimensione per essere inglobati nell'animazione. Il più riconoscibile è Tom Hanks, che nella parte del capotreno coi baffi è l'unico facilmente associabile al suo personaggio (assieme al leader degli Aerosmith Steven Tyler, che si vede brevemente cantare sul palco degli elfi nel finale). Hanks "interpreta" anche altri ruoli, a dire il vero (il vagabondo che vive sul tetto del treno, lo stesso Babbo Natale...), ma lo si riconosce prima dalla voce, doppiata in Italia nei diversi casi sempre dal bravo Pannofino. La prima...Leggi tutto cosa che però colpisce in negativo è la sproporzione nella resa tra il disegno dei bambini e quello degli oggetti o degli sfondi: i secondi sono di una ricchezza che a volte sbalordisce, i primi non riescono minimamente ad avvicinare la plasticità naturale degli attori e nemmeno la delicatezza dell'animazione classica, dando l'impressione di una serie di freak che ogni tanto, al cambio d'inquadratura, rivelano particolari fastidiosamente artificiali che ne falsano la gradevolezza dell'aspetto. Il bimbo protagonista in particolare davvero non convince, col suo sguardo spesso assonnato, ma è solo uno dei tanti personaggi che - escluso il capotreno - marcano nettamente la differenza rispetto alla magnificenza grafica e i notevoli contrasti cromatici che risaltano in alcune scene. L'arrivo nella notte sotto la neve, avvolto nel fumo, del Polar Express - il convoglio che porterà i bambini fino al Polo Nord a visitare la città di Babbo Natale - è ricco di fascino, che però tende a perdersi quando vi si sale; il meglio lo si può vedere nel momento in cui il treno raggiunge il lago ghiacciato: qui il grande senso dello spettacolo di Zemeckis lascia il segno dando l'idea delle potenzialità del film; in gran parte inespresse tuttavia, perché la storia offre poco di interessante e i personaggi pure. Il target è chiaramente di minori, l'azione più tendente allo show da cinema 3D dei primordi (si vedano le corse sui binari in stile montagne russe per le quali si ricorre al facile effetto da luna park o le discese sugli scivoli della città), mentre le riprese dall'alto danno ampio respiro alle scene sottolineandone la grandiosità. Non c'è costanza però, e a momenti di ottima fascinazione visiva se ne alternano altri in cui, mancando qualcosa di sfizioso da osservare, la povertà della sceneggiatura si fa evidente. E tutta l'ultima parte, tra gli elfi festanti e la slitta che sfreccia nel cielo, ricicla la solita paccottiglia natalizia sciorinandola banalmente. Ci si attendeva di meglio...
Da un film costato 1 milione di dollari al minuto, una regia di Robert Zemeckis e da una simile incredibile manovra pubblicitaria, sinceramente mi aspettavo molto di più. La grafica è decisamente spettacolare (ripropone le vecchie illustrazioni natalizie ad olio), le atmosfere sono stupende come le musiche e la cura per i dettagli visivi. Ciò che manca è la sostanza. Il prodotto è un risultato estremamente infantile privo di un briciolo di originalità e interesse. Ci si annoia parecchio, a guardarlo.
Sulla carta interessante per l'introduzione dell'innovativa tecnica del motion capture, Polar express è però un esperimento fallito. La caratterizzazione grafica degli interpreti è poco riuscita (si nota chiaramente la loro staticità) e sopratutto si vede bene che il film è realizzato a tavolino senza la minima partecipazione emotiva che avrebbe dovuto essere centrale in un film che ha come tema il Natale. Così si finisce per guardare troppo spesso l'orologio... Si salvano alcune belle e spettacolari sequenze.
Strombazzato come film dalla rivoluzionaria animazione e con un controllore del treno dalle fattezze di Tom Hanks, questo prodotto natalizio è forse uno dei meno riusciti e coinvolgenti della storia dei cinepanettoni animati. La stessa grafica è di un insopportabile gommoso, con ste facce piene, che non si capisce se virino più verso il reale, o il cartone (come se gli stessi ideatori non avessero le idee chiare, o più che altro, volessero tenere il piede in due scarpe). La storia poi è banalotta, il protagonista, piuttosto insignificante e l'Hanks animato si dimentica subito.
MEMORABILE: Il barbone sul tetto del treno (l'unica figura di un certo interesse).
Deludentissimo film d'animazione che non convince né dal punto di vista tecnico né soprattutto da quello del puro intrattenimento e divertimento: non a caso, non scalda mai né il cuore né l'anima. La storia, infatti, è puerile e poco interessante e alla fine a farla da padrona è la noia. Evitabile senza correre il pericolo di perdersi qualcosa di importante.
Fantasiosa favola natalizia in pieno american-style, tecnicamente impressionante e ben raccontata fino all'ovvio finale. Molto bello il mix architettonico della città di Babbo Natale al Polo Nord, sebbene i pezzi forti della pellicola siano da ricercare perlopiù nel viaggio in treno. Tra le perplessità: l'idiotesco doppiaggio italiano che fa parlare in sardo o siciliano gli Elfi, e l'assurda comparsata di Steven Tyler degli Aerosmith, del tutto fuori dal contesto.
Film decisamente inutile: questa grafica in 3d ammazza l'anima del film che diventa un coacervo di atmosfere e momenti inutilmente emozionanti; è davvero dannoso che i bambini d'oggidì formino la loro coscienza natalizia con film come questi: degrado e desolazione.
Non mi è piaciuto per niente. Zemeckis autore interessante in questa occasione offre però molto poco a mio avviso, ed è un peccato. L'animazione è buona, ma il seguente film risulta inconsistente, davvero evitabile e ribadisco è un vero peccato. Pazienza.
Doveva essere un film per Natale, ma di Natale ha ben poco. Strano perché Zemeckis ci ha abituati a prodotti di ottimo livello, ma The polar express manca di originalità, non ha una vera trama. Notevole se si considerano gli effetti speciali (infatti la grafica è straordinaria, purtroppo pecca quasi in tutto il resto.
L'innovazione tecnica (il motion capture domina la grafica in modo coinvolgente) non basta a risollevare le sorti di questo film, noioso, pedante e per nulla originale. La trama è pressoché inconsistente e degna di poco interesse, in una sequela di stucchevoli americanismi e trovate puerili. E dire che l'idea era buona. Non sarebbe stato meglio realizzare delle cartoline di auguri animate?
Ciò che mi ha portato alla visione di questo film, che avevo sempre evitato, è stato l'averlo trovato in regalo in 3D nella confezione della tv. L'esperienza visiva del 3D non è stata eccezionale, meglio vederlo in 2D e il blu-ray offre una qualità d'immagine davvero ottima. A parte la realizzazione tecnica, il film non offre grandi note di merito. Ci sono solo isolati momenti gradevoli ed altri sporadici momenti spettacolari. Utile comunque per fornire ai più piccoli elementi di confronto col mondo degli adulti.
La tecnica della motion capture sarà innovativa (visto l’esito dell'animazione, però, tanto valeva procedere in modo tradizionale), ma il risultato è una sciocchezza sesquipedale: è pur vero che a Zemeckis interessa soprattutto stipare lo schermo di immagini a effetto per il 3D e per meravigliare. L’idea del Natale lunaparkesca e religiosa (la parola d’ordine è “credere” e Babbo Natale è un Dio) si impianta in una narrazione senza storia (il bambino “ateo” sul treno verso il Polo Nord) che non emoziona ma riempie solo occhi e orecchie di effetti speciali.
Una giostra sulla quale si sale con la stessa forza emozionale di quando si era bambini, perdendosi tra carrozze sospese sul nulla, acqua che reclama il suo spazio da sotto le distese ghiacciate ed elfi rossi impazienti di consegnare doni natalizi. Il disincanto permette di goderne come se si stesse ascoltando una favola dalla rassicurante voce di un nonno, in maniera spensierata, soprassedendo altresì su qualche accenno di retorica. Un tour bellissimo!
MEMORABILE: Il treno sul ghiaccio; La "zuppa saporita" del fantasma.
Nei suoi primi dieci minuti il film è una meraviglia. L'eccellente lavoro del reparto animazione ottiene una grandissima quantità di dettagli. I personaggi sembrano sia rotoscopati che animati al computer e tutti gli elementi inanimati o inorganici (paesaggi, case, alberi, lo stesso Polar Express) sono favolosi. Se fosse stato un corto sarebbe diventato un classico natilizio, purtroppo è stato allungato, inutilmente, con scene ripetitive ed eterne che spesso non aggiungono nulla.
Un mezzo disastro. Tanto per iniziare, il design dei personaggi ricade pienamente nella uncanny valley. Si prosegue con una trama pressoché inesistente, con peripezie estenuanti e protagonisti in costante pericolo (ma ovviamente sappiamo che ne usciranno incolumi). Per non parlare dei siparietti musicali inutili (i cuochi acrobati e la band degli elfi). I paesaggi sono visivamente sbalorditivi, non a caso il terzo atto al polo Nord è la parte più riuscita. Infantile, troppo vacuo, poco magico. Semplicemente improponibile come lungometraggio.
MEMORABILE: Il volo avventuroso del biglietto perduto; L'arrivo al polo, con luci e colori davvero natalizi ed evocativi; Il monologo finale sulla campanella.
Difficile imbarcarsi con buon esito in un progetto natalizio se non si hanno idee valide per uscire dal seminato, anche un minimo. Zemeckis non riesce nell’impresa di unire i tradizionali buoni sentimenti all’intrattenimento puro e semplice, realizzando un’opera disomogenea nella resa e solo a sprazzi in grado di coinvolgere emotivamente. Gli intermezzi musicali sono di rara bruttezza, mentre la tecnica di animazione restituisce qualcosa di particolare, abbastanza freddo, ma non responsabile da sola del giudizio complessivo.
La storia è quella di un bambino che non crede in Babbo Natale ma avrà modo di ricredersi dopo un viaggio a bordo di un treno volante: banale e per giunta noiosa, certo, ma non più di molte altre pellicole natalizie. E' il modo in cui Zemeckisha scelto di raccontarla che fa cadere le braccia: la tecnica della performance capture, qui utilizzata per la prima volta, si traduce in una sgradevole fissità gommosa dei volti dei personaggi provocando un effetto "uncanny valley" che impedisce di apprezzare il contesto, ossia la notevole bellezza di sfondi ed oggetti. Imperdonabile.
MEMORABILE: In negativo: l'espressione del bimbo protagonista, perennemente mezzo addormentato.
Noiosetto, forse anche per un pubblico di bambini, vista la mancanza di veri avvenimenti emozionanti. Tutta la prima parte sul treno è molto poco interessante, e a ravvivare il tutto è solo la curiosità dell'animazione e della tecnica di ripresa (la prima nel suo genere). Ma anche dal punto di vista tecnico i personaggi sembrano troppo plastici, faticando a ricreare le espressioni degli attori (quasi sempre Hanks) che li animano. A Zemeckis riuscirà molto meglio il Canto con Carrey, mentre qui a restare impressa è soprattutto la colonna sonora.
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HomevideoGestarsh99 • 28/12/11 00:06 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Spagnolo Olandese Danese Finlandese Francese Tedesco Norvegese Svedese
* Sottotitoli Italiano Inglese Spagnolo Olandese Danese Finlandese Francese Tedesco Norvegese Svedese
* Extra Trailer cinematografico
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