Stay alive - Film (2006)

Sapevo che mi sarei pentito, ma ho voluto vederlo comunque. E invece avrei dovuto ascoltare la vocina che diceva “E’ una boiata”. Aveva ragione. Un film insulso, dove non so veramente cosa salvare. Gli attori sono pessimi, la trama... lasciamola perdere, non è neanche splatter, non fa paura, non fa ridere. Praticamente fa solo schifo. Scopiazza indegnamente a destra e a sinistra senza un minimo di originalità. Un consiglio: se volete vederlo fatevi prima lobotomizzare. Penso sia l’unico modo per apprezzarlo. Inguardabile.

Solita solfa a base di videogame assassini. Neanche malaccio a dire il vero se fossimo stati sulla luna per 40 anni, ma film come "Brainscan" hanno già detto tutto (e meglio) nel genere. Poco sangue, poche tette, molti attori carini e patinati, una noia insomma. Quà e là fa capolino qualche idea discreta, ma è davvero poca cosa. Da evitare con cura anche se circola una versione unrated più splatter in America. Ma ne vale la pena?

Interessante esperimento ma dal carattere poco deciso. La metamorfosi del gioco che da finzione diventa realtà attraverso le morti e l'utilizzo di oggetti reali è carino. Riprende all'ennesima potenza la chimera della realtà virtuale che per definizione è antitetica. Gli effetti speciali sono il punto debole del film: veramente miseri. Peccato perché con un pochino più di budget e una regia più attenta poteva essere un bel film.

"Stay Alive" mantiene ciò che il trailer promette. E non è un complimento, perché l'opera prima di Bell è stata preceduta da un promo che (caso raro) denuncia da subito la scarsa originalità della storia (un videogame assassino) e della sua rappresentazione (i soliti nippoghost stile The Ring, The Grudge et similia) con l'aggravante di un'ispirazione alta (la Contessa Bathory), ma erroneamente localizzata (la Contessa è ungherese. E gli Usa?). E dire che uno dei personaggi, a venti minuti dall'inizio, avverte pure "Basta cazzate!"

Se il DVD veniva "svenduto" assieme ad un biglietto valido per l'entrata al cinema (ad uso d'una prima visione) forse un motivo c'era. La banalità allarmante che sta dietro a Stay Alive è data dalla "paurosa" commistione tra sperpero di risorse (anche tecniche, come si evince dalla scenografia e dall'uso particolare della fotografia) e carenza di idee. Tentare di spacciare un videogioco per film non funziona, a differenza del contrario. Allora molto meglio passare qualche ora dietro il più recente FPS o survival horror per PC, almeno si potrà interagire senza dover, per forza, subire.

Miscuglio di animazione e realtà per un risultato ben al di sotto dello standard richiesto per questo genere di pellicole giovanili. Tra sciocchezze assortite e personaggi che si perdono per strada (il commissario che fine fa? Rimane tra le mura della casa dove crede di aver trovato i colpevoli?) può salvarsi solamente per la bellezza della Armstrong, già Anna nel serial tv di culto "The O. C.".

Già la presenza di Muniz nel cast è garanzia di pessimo prodotto, solitamente. Se poi si va ad analizzare la pellicola, che risulta essere noiosa, senza grandi colpi di scena (finale compreso), già vista mille volte, non si può fare altro che spegnere il televisore e fare qualcosa di più interessante.

Il soggetto è davvero interessante, anche se palesa la destinazione del film alla nuova generazione in quanto il tema sono "gli horrorgames per PlayStation". Ciò che è da mani nei capelli sono la realizzazione, causa SFX penosi (quelli in Computer Grafica in special modo, grossolani ai limiti del sopportabile) e la tensione ai minimi livelli, centrata tutta nelle scene iniziali. Limitatissimo pure il sangue (il massimo è un ragazzo investito da una carrozza). Attori mediocri e fotografia lasciata al caso chiudono un quadro ai limiti della decenza. *!

Una contessa ungherese del 1600 decide di andarsene, probabilmente in carrozza, a New Orleans per creare, forse dopo un corso accellerato, un videogioco per continuare a nutrire la sua sete di sangue: ecco, detto questo già si potrebbe chiudere con una bella monopalla. Non contenti i creatori del film decidono di mettere insieme un bel cast di monoespressivi, di dimenticarsi della dimensione spazio-temporale della realtà e di affidare gli effetti speciali ad un tecnico ibernato negli anni '80 e risvegliato per l'occasione.

Horror di rara scontatezza che, non pago di banalizzare la storia della sanguinaria contessa Báthory, la unisce alle avventure videoludiche di un gruppo di anonimi collegiali. Non vi è nulla di davvero spaventoso e quel poco che c'è è impoverito dagli effetti speciali scarsi e dalla regia piatta. Se volete divertirvi affrontando orde di non-morti in versione trash, è meglio puntare su The house of the dead (il videogioco, non il film!)

Guazzabuglio horror pietoso ed irritante, che induce costantemente nello sventurato spettatore il sospetto di essere preso per i fondelli. Situazioni con livello di tensione zero, dialoghi da comica (che però non fanno ridere), e trovate demenziali come quella di coinvolgere nello scempio la mitica e famigerata contessa Bathory, che però non si capisce come possa avere qualcosa a che fare col contesto. Un'esperienza che invoglia al suicidio: evitatela.

Teen horror per niente spaventoso che cerca di attirare il pubblico con la trovata del videogioco. Oltre alla trama stupida, si mischiano elementi reali come la storia della contessa che torna a vendicarsi tramite un videogioco (!?). Oltre ad esserci pochi nomi famosi, il cast è impacciato e alcuni di loro non sono per niente convincenti. Gli effetti visivi sono pessimi e anche la grafica del videogioco è di bassa qualità. Se volete guardare un buon film sui videogiochi, evitate Stay Alive.

Prendendo spunto dai videogame survival horror, questo film utilizza nella maniera più sbagliata gli spunti che il genere videoludico ha regalato. Alti livelli di banalità, insensatezze, comportamenti assurdi e personaggi sterili. Il videogioco non ha un senso logico e neppure tecnico e lascia solamente troppe domande senza risposta. Di base c'è una bella fotografia, ma tutto il resto è da buttare. Anzi, da disinstallare.

Incredibile davvero che vengano prodotti film simili! Forse si doveva far uscire qualcosa in fretta per promuovere un gioco per console, non c'è altra spiegazione; però si poteva far meglio... il soggetto e la sceneggiatura sono talmente elementari da potersi raccontare in due righe. Descrizione dei personaggi chiaramente nulla, ma nonostante ciò verso la fine del film si tenta la carta del sentimentalismo fra due dei protagonisti! La cosa provoca risate isteriche. Da evitare.

Mah! A distanza di qualche annetto dal Ring telefonico da vhs perché non propinarci un videogioco maledetto? I nostri spilluzzicano da evocazioni, da sparatutto al gusto di fantasmi e perché non gettarci dentro anche la Bathory che male non fa mai? Nel cast il buon Ventimiglia, seppur di sfuggita, e un giovane Simpson, male e poco usato, il resto teen smanettoni imberbi. Veramente si fa fatica ad appassionarsi e ancor più non si riesce a provare una parvenza di tensione orrorifica. Deprecabile.

Slasher che ha come protagonista un videogame in cui se un personaggio muore, muore anche il giocatore che lo controlla. L'idea di mescolare horror e videogame era abbastanza interessante, peccato che il tutto sia gestito malissimo rovinando completamente il film. Come se non bastasse pure il sangue latita: le varie uccisioni, infatti, non sono per nulla violente e questo va a scapito del divertimento. Da dimenticare.

Pellicola il cui unico pregio è la confezione curata. Il soggetto ruota attorno a un videogame di sopravvivenza in cui si muore davvero anche nella realtà e in cui viene tirata in ballo addirittura la sanguinaria contessa di Bathory (decontestualizzata ad hoc). Sceneggiatura ingenua, soggetto risolto con soluzioni di una banalità disarmante, finale scontato. Insomma, un prodotto noioso e del tutto evitabile. Riguardo al videogame "attivo" c'è un film decisamente più vecchio che pur non essendo un capolavoro è anni luce più avanti: Brainscan.