Il film racconta della terribile tragedia svoltasi, sotto il silenzio totale del resto del mondo, in Cambogia negli anni '70 dove i Khmer rossi comandati dal famigerato Pol Pot compirono lo sterminio di buona parte della popolazione. Il film racconta tutto questo attraverso gli occhi di un reporter americano e di un cambogiano suo amico (Dith Prand, personaggio realmente esistito) con una messa in scena che rende bene l'orrore e l'assurdità di una terribile pagina della nostra storia.
Bell'esempio di cinema di impegno civile sulla tragedia di un popolo che è stata troppo disinvoltamente prima trascurata e poi dimenticata. Roland Joffè dirige un film rigoroso dove tutto è seriamente documentato e che nulla concede agli effetti facili ma che fa parlare i fatti avvalendosi di una bella sceneggiatura che non si nasconde di fronte alle responsabilità (quantomeno morali) che il governo delle altre nazioni ebbe (gli Stati Uniti e la Cina in primis). Belle le interpretazioni di Waterson e di Ngor, commosse e partecipi.
Film di forte impegno che, a fronte di un inizio prevedibile e appesantito dall'incapacità recitativa di Waterston e compositiva di Oldfield (che c'azzeccano le sue note in questo film?) trova vigore dopo l'arrivo dei khmer rossi (tesa la sequenza della cattura dei fotografi e la fuga dall'ambasciata) e sfocia nella bellissima parte nei campi di prigionia (i bambini indottrinati, l'acquitrino pieno di teschi..). Meritati premi per il montaggio e per Ngor che rende il personaggio del giornalista cambogiano come meglio non si potrebbe fare.
MEMORABILE: Ngor in fuga che attraversa un cimitero a cielo aperto.
Tratta da un libro di un reporter americano (che vinse il Pulitzer) è una notevole pellicola in cui viene mostrato il terribile volto della dittatura di Pol Pot in Cambogia. Duro e crudo (alcune scene non si dimenticano facilmente), emozionante ed avvincente, a volte un pò troppo "spettacolarmente" sopra le righe, ha il merito di essere uno dei pochissimi film, almeno secondo la mia memoria, sull'argomento. Per questo motivo e per la sua qualità artistica merita sicuramente di essere visto.
Probabilmente peccherò di facile entusiasmo, ma questo film mi è piaciuto veramente tanto. Ha una fotografia splendida che accentua il contrasto tra la pace naturale e il travagliato e folle animo dell’uomo, si avvale del commento sonoro di Mike Oldfield e poi Ngor, nel ruolo di Pran, è di una bravura commovente, mentre Waterston è troppo rigido. Profondamente drammatico, diviso tra l'"ansia da prestazione" giornalistica e quello della successiva prigionia, si segue tutto d’un fiato.
MEMORABILE: I tagli alle vene del collo delle mucche; L'ospedale rimediato; L'indottrinamento dei Kmer rossi ai prigionieri.
Interessante pellicola del britannico Joffè. Il film, va detto, parte male, con una buona mezz'ora di confusione e scarso coinvolgimento. Successivamente la storia si fa via via più fluida fino al toccante finale. Ottime (e davvero crude) alcune sequenze. Apprezzabile la prova degli attori, in particolare del premiato Ngor. In definitiva un film apprezzabile, dalla durata importante, che racconta un momento e un popolo troppo spesso snobbato.
Ancora un film sulla guerra in Vietnam, ma incentrato sul periodo finale e le conseguenze politico-sociali. Attraverso la storia di un'amicizia fra un corrispondente americano e la sua guida cambogiana – interpretata da un bravissimo Ngor –, Joffé narra l'avvento degli Khmer Rossi e i sorprusi subiti dalla popolazione indigena, non tralasciando aspre critiche alla politica statunitense di Nixon. Al ritmo sostenuto della prima parte si oppongono le sequenze più tranquille della seconda, mentre cruente immagini caratterizzano l'intera pellicola.
Ecco un film fatto bene. Bisogna precisare che alle ricostruzioni giornalistiche e storiche è lasciato ben poco visto che sia l'attore, sia il personaggio che interpreta (il giornalista cambogiano) sono realmente esistiti e hanno vissuto le esperienze tragiche narrate nel film, come esiste realmente (al 2016 è l'unico in vita dei tre) il collega americano. Di allegro è lasciata una sola scena: quella sul Mercedes n°1, il resto è toccante e ben fatto. Da vedere.
MEMORABILE: Quando si reincontrano i giornalisti, dopo l'illusione di una pace e l'arrivo della dittatura.
Uno di quei rari film davanti ai quali è impossibile restare indifferenti. Si racconta in modo assolutamente realistico la tragedia vissuta dal popolo cambogiano a metà degli Anni Settanta, quando passa dalle bombe americane al regime sanguinario di Pol Pot. Il tutto attraverso l'esperienza diretta vissuta dai protagonisti, un giornalista americano corrispondente di guerra e il suo amico traduttore cambogiano. Sequenze feroci e momenti di altissima tensione. Da vedere assolutamente.
Debutto dell'inglese Joffè che rievoca l'odissea di Dith Pran, interprete cambogiano del giornalista del New York Times Sidney Schenberg. Come spesso accade con i film tratti da fatti reali è un prodotto confezionato per andare a caccia di Oscar. Impegnato, ben diretto e recitato, ma troppo retorico e mai veramente problematico. In ogni caso Ngor, attore per caso, è molto bravo ed è stato realmente internato in un campo di rieducazione dei Khmer Rossi dal 1975 al 1979. Su temi analoghi preferibili però Sotto tiro e Un anno vissuto pericolosamente.
MEMORABILE: L'attentato con i giornalisti tranquillamente seduti al bar; Ngor in mezzo ai resti centinaia di cadaveri; La fabbricazione del passaporto falso.
Giornalista americano è sul campo di battaglia in Cambogia accompagnato da una guida. Attraverso l'amicizia di guerra si narra in modo definito dell'atteggiamento contradditorio Usa, del conflitto civile e del predominio dei khmer rossi. Immagini cruente per dare importanza a concetti legati al Vietnam e per fare luce su un angolo di mondo poco raccontato. Ottimi i due interpreti e le ambientazioni realistiche (bombe e feriti compresi).
MEMORABILE: I feriti all'ospedale; L'abbraccio del bambino; L'esecuzione con lo sparo in volto; Gli scheletri a terra.
Con irrilevante scarto temporale rispetto ai tragici avvenimenti da cui muove il film, Joffè narra, prima ancora che la tragedia di un popolo e uno degli inganni più sanguinari del secolo passato, uno scacchiere politico in cui ogni attore è ben consapevole di cosa stia succedendo, ma preferisce volgere altrove lo sguardo (o addirittura manovrare le pedine a proprio piacimento) per esigenze superiori di realpolitik. Denuncia non banale, con il solo difetto di essere invecchiata precocemente sotto il profilo estetico.
Dopo varie regie TV, il passaggio al grande schermo di Joffé sembrò annunciare l'esordio di un nuovo grande autore. Anche se la promessa non è stata mantenuta, questo non toglie valore a un'opera che, oltre ad affrontare un tema poco frequentato, raggiunge picchi di impressionante drammaticità quando, dopo aver raccontato dal punto di vista dei giornalisti occidentali le vicende convulse che precedettero la presa del potere dei khmer rossi, mostra le atrocità dei campi di sterminio viste con gli occhi del vero protagonista, interpretato con grande intensità dal cambogiano Ngor.
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HomevideoZender • 30/01/18 15:02 Capo scrivano - 47726 interventi
Già fuori per la collana Indimenticabili della Eagle il bluray del film:
HomevideoRocchiola • 12/04/18 10:57 Call center Davinotti - 1238 interventi
Edizione discreta migliorabile a livello di immagine che per un prodotto in HD appare poco definita. In America è uscita una versione digibook della Warner recensita molto bene
http://www.blu-ray.com/movies/The-Killing-Fields-Blu-ray/43498/. Altre edizioni Europee StudioCanal e Movinside non riportano gli stessi giudizi positivi.
La nostra edizione Eagle come al solito non riporta alcun riferimento al master utilizzato, pertanto ci si puo' basare solo sulle impressioni personali. In ogni caso ripeto un BD discreto ma migliorabile, forse più vicino ad un DVD.
MusicheRocchiola • 12/04/18 11:06 Call center Davinotti - 1238 interventi
Dopo essere stato reso famoso dall'inserimento del tema di "Tubular Bells" nella colonna sonora dell'Esorcista e dopo aver composto numerose suite come Hergest Ridge, Ommadawn e Incantations dall'andamento molto cinamtografico, l'inglese Mike Oldfield è finalmente riuscito a comporre una colonna sonora tutta sua discreta ma non particolarmente memorabile.
La miglior versione reperibile della suddetta è quella giapponese in SHMCD rimasterizzato del 2106 acquistabile on-line a questo indirizzo: https://www.discogs.com/it/Mike-Oldfield-The-Killing-Fields-Original-Film-Soundtrack/release/8043010