Note: Secondo i contenuti speciali del dvd all'interno del film sono stati aggiunti piccoli elementi che nel libro non c'erano; J.K. Rowling (che ha collaborato) ha voluto anticipare qualche personaggio prima ancora di metterlo nei libri che doveva scrivere (ad esempio la testa parlante sul nottetempo)
Chris Columbus lascia il posto ad Alfonso Cuarón, il quale ha delle ottime idee per la realizzazione del terzo capitolo: in particolare gli scenari sono un bel po' cambiati e buona parte del set è stata trasferita in Scozia dove le montagne e i colli auitano molto a rendere quell'effetto mistico e magico. Fotografia eccellente come anche gli effetti speciali molto belli. Purtroppo però, come è accaduto con i precedenti sul soggetto originale, sono stati fatti molti tagli. Anzi, questa volta troppi.
Cambio di registro per il terzo capitolo della saga. Il male diventa più reale e tocca direttamente i protagonisti, portando nella tranquilla realtà della scuola un potenziale cattivo che, in un'altra vita, era stato uno degli eroi della lotta contro il cattivo Lord Voldemort. Ambientazione più cupa, molti cambi di scenografia e un senso di catastrofe incombente che viene sdrammatizzato nei momenti giusti. Anche qui, come nei precedenti, molte cose sono state tolte, ma chi non ha letto i libri riesce comunque ancora a ritrovarsi.
Cambio di regia e bisogna dire che la cura ha avuto i suoi effetti. Rispetto ai primi due capitoli il terzo appare infatti meno "bambinesco" e più cupo; forse adirittura un po' troppo se si pensa ad un pubblico infantile. Purtroppo Richard Harris è venuto a mancare e così il ruo posto, nel ruolo di Albus silente, è stato preso da Michael Gambon, bravo ma non certo come il suo predecessore. Lo sviluppo della saga incomincia a farsi più interessante.
Diretta dal messicano Cuaron, questa terza avventura di Harry Potter è una delle più riuscite. Si assiste al progressivo distacco da atmosfere infantili (complice una maggiore età del personaggio principale) e un avvicinamento a temi più adulti come il male (che spesso è molto vicino a noi), il razzismo, la mancanza di valori e guide morali, l'ambiguità dell'individuo (si pensi al personaggio intepretato magnificamente da Gary Oldman). Filmato con perizia tecnica assoluta, il film offre come al solito belle prove interpretative.
Sono passati due anni dall'ultimo episodio e Harry Potter ha finalmente lasciato la fanciullezza per entrare nell'adolescenza. Qui tutto si fa più cupo e dark, quasi si volesse descrivere la linea d'ombra che porta all'età adulta. Grazie anche alla scelta registica di un autore come Cuaron, il film si fa appetibile e ricco di trovate (non male la riscopetrta della chiusura ad iride). Aleggia per tutto il film una certa ambiguità, tale da non lascirci discernere dove stiano il bene e il male. Ottimi Oldman e Thewlis. Probabilmente rimarrà il migliore della serie.
Un Harry Potter ai limiti del dark (atmosfera piuttosto cupa accentuata dalla scelta di colori freddi e dal quasi abuso di buio e penombre), dove i personaggi (tolto forse i suoi amici) sembrano possedere un lato oscuro, nascosto. Il giochetto è comunque lo stesso dei precedenti: non farsi ingannare dalle apparenze. Si assiste alla maturazione dei tre inseparabili, che dovranno affrontare prove difficili (niente male Fierobecco, il viaggio nel tempo e i dissennatori). Il protagonista, come involontario prescelto, risulta sempre meno simpatico. Bravo Gary Oldman. Non male.
MEMORABILE: Il pullman per maghi (la corsa è piuttosto spassosa, con la testa rinsecchita che parla e l'anziano autista); Gli incontri coi dissennatori; L'albero.
Capitolo dark della serie, affidata al talentuoso Cuaròn. Predominano le riprese cupe e notturne, poco spazio alle battute e all'ironia. Si perde il lato più fanciullesco e il tono diventa decisamente ambiguo ed inquietante, a tratti spaventoso. Non a caso è il meno apprezzato dai miei figli.
Alfonso Cuarón si impossessa dell'ottimo materiale di partenza per far sfoggio del suo innato talento, tra virtuosismi e intrighi vari. Da qui non si tornerà più indietro: l'incombenza del male è tangibile. Seppur si noti un certo sguardo "autoriale" in contrasto con il fan-pensiero (drastiche le decisioni del look hippie del sostituto Silente Michael Gambon e di tagliuzzamenti vari), questo rimarrà probabilmente il miglior episodio della saga (perlomeno registicamente). Fondamentali le new entry Oldman, Thewlis, Spall. Ottima la soundtrack.
Incarcerato per tradimento e omicidio, fugge dal carcere per uccidere Harry Potter. Nella terza tappa della saga, la storia del maghetto prende una direzione inconsueta: meno sfarfallamenti e più inquietudini profonde; meno trucchi e più ambiguità. Si riducono le trovatine che trasformano situazioni della vita quotidiana in bizzarre magie: gli incantesimi sono ora più complessi, come il riavvolgimento del tempo. Forte il tema dell'assenza del padre e della sua ricerca, che trasforma l'anno scolastico in un viaggio di crescita interiore.
Si nota un calo in questo terzo film della saga, ma bisogna anche ricordare che si tratta di un capitolo di transizione, in cui vengono introdotti molti elementi nuovi e non è facile gestirli. Ben realizzato sotto il profilo estetico, con ottimi effetti speciali e scenografie azzeccate, il tutto immerso in atmosfere cupe e notturne. La trama risulta appesantita, ma è un segno del passaggio al lato "adulto" della serie. Eccellente Oldman.
Cuaròn firma, a mio parere, l'episodio migliore di tutta la serie. Altra marcia rispetto al cinema per ragazzini di Columbus, o rispetto agli ultimi fiacchi capitoli di Newell e Yates. Il regista messicano possiede una notevole immaginazione visiva e soprattutto la spende per imprimere alle vicende del maghetto un'impronta "dark" che resta il suo peculiare contributo alla saga. Il suo "Harry Potter" è il più affascinante, ed è un peccato che non abbia portato avanti il discorso, lasciando la fiaccola a colleghi molto meno dotati.
Uno dei migliori film della saga. Calato in un'atmosfera che inizia a farsi davvero oscura, il terzo capitolo mette in campo nientemeno che il grande Gary Oldman nei panni di Sirius Black, tragica figura che sarà molto importante per Harry. Un lungo e riuscito videoclip dark dove si iniziano finalmente a delineare gli schieramenti dei buoni e dei cattivi e la psicologia di alcuni personaggi chiave, Severus Snape in primis, viene approfondita. Fedele trasposizione del libro con qualche necessario taglio.
Riuscitissimo questo terzo episodio che vede Harry alle prese con Sirius Black, prigioniero di Azkaban sfuggito dalle grinfie dei Dissennatori. S'infoltisce il numero di personaggi e di storie parallele che richiamano il passato. Man mano che la storia va avanti, i legami tra i personaggi diventano sempre più interessanti. Lo stile fantasy/dark è sempre più accentuato e si accosta benissimo all'atmosfera delle vicende. Ottimo lo spunto spazio-temporale sul finale, chiave di volta del tutto. Eccellente Oldman.
Il cambio di regia giova alla serie, che perde i toni più fiabeschi per assumere quelli più cupi del thriller. Effetti speciali migliori, decisamente più integrati con i personaggi e con la fotografia. Pur non essendo nulla di originale l'espediente del salto temporale offre l'occasione di migliorare ulteriormente la trama. Il protagonista finalmente perde il senso di spaesamento che l'aveva caratterizzato nei due episodi precedenti, pur non brillando. Apprezzabile anche se decontestualizzato dalla serie. Interessante.
Favoloso! Con il cambio di regista i toni di questo terzo capitolo della fortunata saga si fanno più cupi e la trama leggermente più adulta. Vengono inseriti elementi horror e svelati alcuni preziosi retroscena del passato dei genitori di Harry. La scelta delle location è come sempre una scelta azzeccata. Il magnifico cast viene confermato e Ian Mckellen nella parte di Silente non fa rimpiangere il compianto Richard Harris.
MEMORABILE: Dal momento in cui Hermione usa il giratempo in poi...
La pellicola risulta una delle migliori dell'intera saga, merito anche dei colpi di scena a ripetizione. Gambon sostituisce il compianto Harris e con l'occasione viene data a Silente un'immagine molto diversa (io preferivo la prima versione, ma Gambon è comunque bravissimo), entra nel cast Oldman e si mostra ancora una volta un grande attore. Simpatico anche il ruolo della Thompson. Il cambio di regia rende bene il nuovo sviluppo della trama, più adulta, cupa, quasi venata di horror. Peccato non aver mantenuto Cuaron anche per gli altri episodi.
MEMORABILE: I dissennatori; Il salvataggio di Fierobecco; Lo scontro verbale con la zia Marge.
Dopo i due film di Chris Columbus, la palla passa ad Alfonso Cuaron, che trasforma il tutto in un film stile Tim Burton. Professori che mutano in lupi mannari, spettrali cacciatori di maghi e ratti che si trasformano in uomini. C'è anche un evaso che minaccia la vita di Harry Potter, ma non è tutto come sembra. Qualcuno dice che è il migliore della serie; io, invece, lo vedo come un film interessante con un finale lasciato in sospeso per preparare i prossimi capitoli. Si cambia l'attore di Silente, ottimo il Syrius Black di Gary Oldman. Buono.
Terzo film per il mago Harry Potter. E si sa, squadra vincente non si cambia. Quindi, oltre alla solita Hogwarts, ritroviamo l'eccelso cast di sempre (tranne che per il compianto Harris, sostituito egregiamente da Gambon). Cuaron, alla sua prima regia di un fantasy, non sembra trovarsi molto a suo agio con il genere: è proprio lui a lasciarsi andare a qualche faciloneria di troppo, laddove Columbus, strano a dirsi, risultava molto più misurato. Oldman più che convincente nei panni di Sirius Black. E anche stavolta il bersaglio è centrato!
MEMORABILE: Lo scontro finale coi dissennatori; Il molliccio; Hermione e Harry indietro nel passato, il che ricorda un certo film di Zemeckis...
Spartiacque nella saga potteriana, il terzo e probabilmente miglior capitolo della serie passa nelle mani dell'ottimo Cuaròn (bizzarro il suo "Y tu mama tambien") e ingrana la quarta trasformandosi in fiaba dark con venature horror. Con meno spazio al taglio fanciullesco di Columbus, la trama si fa più adulta e con lei i suoi protagonisti. Al solito eccezionale il cast con in testa il Sirius Black di Oldman. I terribili Dissennatori sono il vero piatto forte di questo capitolo, summa di terrore e simbolismi proto adolescenziali.
MEMORABILE: Harry e il "Libro dei Mostri" in una divertente gag che ricorda l'Ash dell'Armata delle tenebre alle prese con il Necronomicon.
Cambio di regia e cambio di registro per la saga di Harry Potter. Ora si comincia veramente a fare sul serio e le magie cominciano a dover essere decisamente più concrete. La crescita dei personaggi principali non è solo fisica ma anche caratteriale. Harry Potter e soci cominciano a essere consapevoli del grande pericolo che li circonda. Atmosfere cupe e dense di malvagità. Per il momento il miglior capitolo della serie.
MEMORABILE: I dissennatori; Il mitico platano picchiatore.
Visto più volte, eppure non mi lascia nulla... Certo, la cura del prodotto è pregevole come al solito, la trama si lascia seguire, gli interpreti adulti sono bravi e i ragazzi attori meritano la sufficienza ma, allora, cosa non va? Non ho letto il romanzo relativo ma, a mio avviso, il percorso del protagonista che inizia a crescere rimane troppo superficiale, non c'è uno slancio verso la crescita favorita dal contatto con Voldemort, ovvero il lato oscuro che c'è in ognuno di noi. In tal senso molto meglio il personaggio del prof. licantropo.
MEMORABILE: La "foto" segnaletica di Sirius Black che urla su "La gazzetta del Profeta" girando continuamente la testa; I dissennatori.
Secondo me l'episodio più debole della saga. Non attribuisco colpe al regista, ma sinceramente il prigioniero di Azkaban è un film più improntato sulle spiegazioni che non su una prosecuzione del racconto di Harry e della sua lotta contro Voldemort. Meno coinvolgente rispetto ai primi due capitoli e meno affascinante rispetto a quelli che seguiranno.
Terzo film della saga del maghetto. Cuarón introduce toni dark finora inediti, non solo nelle atmosfere; anche ni personaggi e le loro vicende personali sono più cupi e adulti. Perfetto il terzetto di giovani protagonisti e ottima anche la new entry Gary Oldman. Spaventosi i dissennatori e il lupo mannaro, molto riuscita la parte del viaggio nel tempo. Il miglior capitolo della serie, per il sottoscritto.
Il terzo episodio della serie di Harry Potter è decisamente un fantasy adulto, nel quale, oltre a inspessirsi la componente dark (con i dissennatori, un' ambientazione più buia), acquistano nuovo valore i personaggi semi-secondari (Piton e Hagrid su tutti). Ottime prove di Thewlis, di Oldman e della Thompson, mentre pare meno azzeccata la scelta di Gambon per rimpiazzare il compianto Harris/Silente. Il risultato finale è comunque piacevole, quindi merita un'ampia promozione.
Per il terzo atto Chris Columbus passa il testimone a Alfonso Cuarón, ed è evidente sin dai primi entusiasmanti minuti che questo sia un capitolo di un altro livello. Non c'è un solo momento di noia; merito dello stile inconfondibile del regista che conferisce al film un equilibrio perfetto tra dissacrante e tetro (il colore predominante è il nero) e della trama, che si fa seguire con estremo interesse, carica di sorprese, nuovi fantastici personaggi e in cui alla fine tutti i conti tornano. Come film a sé stante è un capolavoro.
MEMORABILE: La zia palloncino; Fierobecco; Riddiculus; Tutti riuniti in una stanza; La trasformazione di Lupin; Expelliermus.
Cambia il regista ma la qualità del prodotto finale non viene intaccata; infatti questo terzo capitolo della saga dedicata al maghetto più celebre del mondo mantiene uno standard elevato. Anche qui non mancano elementi dark, come già successo precedentemente. Nel cast, già ricco in partenza di nomi blasonati, da segnalare l'innesto di Gary Oldman.
Finalmente la saga raggiunge un livello di coinvolgimento accettabile, mettendo da parte gli aspetti infantili a favore di una narrazione più sensata e significativa. Vengono rivelati, inoltre, particolari sul passato di Harry e inseriti personaggi con il giusto criterio. Tuttavia, è sul cambio di regia che trae maggiore giovamento e non solo su un piano puramente tecnico. Sirius Black, per esempio, è gestito in maniera esemplare, mentre lo spazio per i battibecchi tra maghetti è ridotto al minimo sindacale. L’impronta oscura si conferma adeguata a esaltare il racconto.
Pochi anni di distanza ma la terza pellicola mostra una CGI ben più rifinita e una confezione più curata, con atmosfera più dark e gotica anche per via di tematiche più oscure. Fa da contrappeso un regia piuttosto piatta che non rende giustizia alla sceneggiatura le cui sfaccettature finiscono per rimanere tutte sullo stesso piano creando un effetto confusionario, affatto favorito da un montaggio a mo' di minestrone. Il problema di queste pellicole fantasy è il ridursi a giocattoloni che rincorrono la pedissequa trasposizione del romanzo; ma il cinema non è la letteratura.
Tre le parole chiave per descrivere Il prigioniero di Azkaban: ambiguità, oscurità e viaggio nel tempo. Come già anticipato dal secondo capitolo, i toni si oscurano ulteriormente, ma le idee e le varianti introdotte dalla Rowling a stuzzicare la fantasia non mancano: il Nottetempo, la mappa del Malandrino, l'Expecto Patronum, mentre i Dissennatori portano terrore. Daniel Radcliffe migliora ma il suo volto in diverse occasioni non esprime esattamente il dolore che dovrebbe. In ogni caso rimane un ottimo capitolo con un momento di emozione del tutto particolare.
Voldemort quest'anno non c'è, ma non per questo Potter sarà al sicuro, anzi... I protagonisti crescono e il film si fa meno bambinesco e più oscuro (giova, in tal senso, il cambio di regia, che propone una fotografia più tenebrosa e sequenze riuscite che non avrebbero sfigurato in qualche horror), sebbene non manchi qualche momento umoristico (il piacevole viaggio sul Nottetempo con la divertente testa mummificata). La CGI migliora e con essa gli effetti speciali, il nuovo innesto Oldman è un buon Sirius, Gambon (sostituto del compianto Harris) rende Silente più energico. Buon film.
MEMORABILE: L'incontro di Harry con il cane nel parco; "Se c'è la zuppa di piselli mangiala, prima che lei mangi te!"; La mano del Dissennatore fa capolino.
Cuarón opera un netto cambio di passo nella serie acuendo i toni foschi che vanno di pari passo con l'uscita dall'età dell'innocenza dei protagonisti. La storia parallelamente ha contorni più interessanti e, vuoi anche per lo spessore di Oldman, si espande verso un pubblico più adulto senza per questo voltare le spalle agli aficionados young adult. Probabilmente il miglior episodio dell'intera serie.
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CuriositàFabbiu • 31/12/08 14:32 Archivista in seconda - 652 interventi
COPIE VENDUTE (romanzo): 61 milioni
LANCIO AL CINEMA: 93.687.367 dollari
INCASSI CINEMA: 789.458.727 dollari
fonte: Guinnes World Record 2009
CuriositàRaremirko • 26/12/13 00:21 Call center Davinotti - 3862 interventi
Fierobecco, gioiello di effetti animatronici e digitali, protagonista di una delle sequenze più riuscite del film (il volo), richiese circa 4 mesi e mezzo di lavoro. Questo perchè venne deciso di applicare una per volta tutte le varie piume di cui la creatura è composta.
Fonte: extra del secondo dvd dell'edizione speciale del film.