Commedia anni 80 per ragazzi, condita dalle mode e tendenze dell'epoca (per non parlare delle musiche, che amo tantissimo). Micheal J.Fox è abbastanza in forma, quasi quanto in Ritorno al futuro (anche qui si chiama Martyn), e la prima parte del film è dedicata alle sue prime trasformazioni in lupo. Molto bello perchè il licantropo non è rappresentato secondo l'immaginario collettivo: è una semplice persona (con capelli e peli lunghi) ma in grado di far tutto e molto bene. Film particolare, semplice e genuino.
Voglia di vincere è una modesta commediola. La trama vede il solito ragazzo semi-nerds che riuscirà ad avere il suo momento di gloria agli occhi dei suoi coetanei. La trovata innovativa, se vogliamo, è quella dell'inserire l'argomento della licantropia (esclusiva dei film horror) a scopo prettamente comico. Le sequenze iniziali della trasformazione sono esilaranti, così come gasante è la sequenza della partita di basket. Poi però il secondo tempo scade decisamente nel già visto e nel buonismo. Peccato.
Cosa permette di ricordare questa commediola non è tanto l'idea di fare del protagonista un licantropo quanto quella di farlo interpretare da Michael J. Fox, attore che è sempre in grado di dare un buon apporto a qualunque prodotto. Per il resto il film è vedibile e concede anche qualche momento gradevole ma che presto ci fa ritrovare nel già visto. Ne fu girato anche un sequel (passato pressoché inosservato, senza la presenza di Fox). Così così.
Mediocre commediola a sfondo sportivo con inseriti nel prezzo anche elementi horror. Ma se l'idea all'inizio può apparire anche originale, la sua realizzazione finisce per risultare del tutto sprecata. Se al posto di blandi toni comici si fosse scelta una variante horror dura e pura, forse sarebbe risultata più convincente. Non ci si annoia ma non rimane nella mente a lungo. Discreto il cast, meno la regia.
Blanda commedia molto anni '80 le cui premesse (una sorta di teen horror ad ambientazione sportiva) sono decisamente migliori della realizzazione che si rivela piuttosto banale sia sul versante "mostruoso" che su quello brillante. Tuttavia è buona la prova di Michael J Fox all'apice della sua fama (e della forma fisica) all'epoca della realizzazione del film.
Insomma. Si respira un'aria 80's, ma neanche questo salva troppo il film, con Michael J. Fox che scopre una maledizione familiare che lo fa trasformare in licantropo. Se Fox è interprete accettabile, il resto del cast fa pena. Neanche il make-up da licantropo è troppo riuscito. Ad ogni modo una visione gliela si può anche concedere, in definitiva.
Sfigato diventa licantropo e la sua vita cambia: diventa la star della squadra di basket della scuola e tutti lo trovano superfico. Filmino omai datatissimo, con il sempre bravo MJ Fox che aveva appena sbancato il botteghino con Ritorno al futuro. L'unico motivo curioso è, come detto da molti altri, l'ibrido tra teenmovie e horror, per quanto all'acqua di rose. All'epoca mi era piaciuto, ma erano veramente altri tempi.
Michael J. Fox ci mette molto del suo per tenere in piedi Voglia di vincere: se dopo tanti anni il film non è finito nel dimenticatoio è merito suo. Ai tempi fu un successone anche perchè, oltre alla azzeccata scelta del protagonista, l'ambientazione nel college col giovanotto che cerca riscatto socio-scolastico-amoroso tanto piaceva (e in parte ancora piacciono, vedasi Spiderman di Raimi). Veramente un classico degli anni '80 invecchiato malino ma sempre interessante.
Un riuscitissimo mix tra teen-comedy, sport movie e fanta-horror: ribadisco la mia completa stima per Michael J. Fox, un attore che sapeva tenere in piedi da solo un film. Molto curata la parte musicale con pezzi memorabili di James House ("Flesh on Fire") e il love theme di Amy Holland ("Shootin' for the moon").
Commedia, spruzzata di fantastico, di rara cretineria che cela dietro un presunto e finto messaggio anticonformista, tutta la sua pochezza ed il suo politically correct (tutto è possibile contando sulle proprie forze). Non ci fosse stato J. Fox non se lo sarebbe filato nessuno e invece fu un grande successo tanto da portare ad un seguito obbligato che fu anche peggiore del primo capitolo.
Divertente teen movie mescolato ad elementi fantastici ed altri di film sportivo. La trasformazione in lupo è pessima, ma gli elementi portanti sono altri: il ritmo è buono e Michael J. Fox dimostra di essere l'interprete più simpatico e adatto per questo genere di film. Apprezzabili la scena della finale di basket, i personaggi di contorno e i dialoghi tra il protagonista e suo padre. Un piccolo cult anni ottanta, utile per passare una serata disimpegnata.
Cultone personale, visto e rivisto centinaia di volte durante la mia infanzia. Il film è leggero e frizzante, il buon ritmo non fa scadere mai l'interesse dello spettatore. Sufficienti le scene sportive, oltremodo buffa la trasformazione di MIchael J. Fox. Resa molto bene l'amosfera Eighties per merito soprattutto dell'ottima colonna sonora.
MEMORABILE: Fox trasformato da licantropo riesce a trovare un pezzo di fumo all'amico Stiles grazie al superfiuto!
L'adolescente Marty scopre di appartenere geneticamente a una famiglia di licantropi; uno status, questo, che tutto sommato gli procura molti vantaggi. Spensierata commedia anni '80 che mette in luce il dinamismo del buon Michael J. Fox, attore, tra l'altro, che recitando sempre in maniera asciutta riesce a coinvolgere lo spettatore. Non male gli altri attori, a partire da Jay Tarses nel ruolo del coach Finstock.
MEMORABILE: "...quello grasso è lento, ma lancia bene!" (sarcastico commento per il pessimo assist di Chubby).
Un J. Fox intento a preparare il terreno per il grande successo di Ritorno al futuro interpreta, da unico protagonista, una commedia per teenager piuttosto blanda, ravvivata da quel gusto per il "bestiale" motivo per cui anche oggi il filone vampiri ha così tanto successo tra i giovani. Non riuscendo a godere di queste peculiarità non ho trovato nulla di interessante nel film in oggetto, trovandolo anzi piuttosto noioso.
Film che nelle intenzioni sembra voler unire due dei generi più in voga a metà anni 80: il fantasy per ragazzi e la commedia "scolastica" dalle venature sentimentali stile brat-pack. I risultati non sono malvagi, ma nel genere si è visto davvero di molto meglio. La trama scorre bene ma è fin troppo semplice e prevedibile (con probabile finale intuibile già dalle prime scene). Michael J. Fox è un interprete comunque azzeccato per il ruolo. Buoni anche i momenti musicali.
Sorta di "romanzo di formazione" per teenager che si basa sul semplice concetto del raggiungere risultati con le proprie forze ed essere sempre sé stessi. Il tutto viene affrontato in salsa commedia-fantastica e l'idea del licantropo che diventa popolare a scuola è effettivamente spassosa; ma di certo è un'idea sola, quindi ha un po' il fiato corto. La buona OST, la bella prova di Fox (al culmine della popolarità) e l'atmosfera sbarazzina da college, tipica degli '80s americani lo rendono comunque un lavoro godibile e piuttosto peculiare.
MEMORABILE: La preparazione per la festa da ballo, con completo bianco stile John Travolta.
La licantropia è una chiara metafora del rampantismo anni '80, la via facile e scorretta che il protagonista si diverte a percorrere per un po', solo per rendersi conto che per vincere davvero deve tornare a essere se stesso. Morale facile per una commedia piuttosto sconclusionata, che si regge in piedi soprattutto grazie al protagonista Fox e alla buona colonna sonora. Il resto è fiaccato da un ritmo diseguale, anche se non mancano alcuni momenti di trash più o meno voluto, come il make up da licantropo-Chewbacca.
MEMORABILE: Dopo la trasformazione, il protagonista apre la porta del bagno... e trova il padre trasformato a sua volta.
Chi da adolescente non avrebbe voluto avere superpoteri per poter far colpo sulla gente e uscire così dall'anonimato? Questo accade nel film, anche se poi le conseguenze collaterali saranno imprevedibili. Il film è tarato per un pubblico adolescente che vuole divertirsi senza troppe pretese. Oltre alla parodia dei vari lupi mannari c'è anche una sorta di messaggio che passa sottotraccia sulla diversità come valore da accettare. Michael J. Fox allora superstar convince tutti. Divertente.
MEMORABILE: Il protagonista che si rivela al padre trasformato da lupo mannaro.
Tra i film più brutti, ridicoli, insopportabili mai visti. L'idea della licantropia (tralascio la "motivazione" della trasformazione) che porta al "successo" un giovane è francamente inaccettabile. Ai suoi tempi ebbe un certo successo e portò a un orripilante seguito senza neppure il protagonista originale. Cast mediocre come la regia, film davvero scadente.
Uscito appena un mese dopo Ritorno al futuro (addirittura Michael J. Fox si chiama "Marty" anche qui) si scopre essere una versione alleggerita e aggiornata di un horror da drive-in degli anni '50: la componente orrorifica è chiaramente solo un blando pretesto per una teen-comedy dalla morale educativa, in cui lo sfigato protagonista prima trova il suo riscatto diventando licantropo poi la sua maturazione tornando sé stesso e imparando che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Nostalgico, con troppi sequel (perfino a cartoni animati).
MEMORABILE: L'amico di Marty "surf" sul tetto del furgone in corsa (abbiamo provato a rifarlo tutti, credo).
Michael J. Fox è ricordato ovviamente per altro, eppure mancano oggi questi film leggeri che lo vedevano protagonista. Le storie sono semplici, per non dire banali, con la classica morale dei reietti che alla fine usciranno vincitori grazie alla forza di volontà: quanto di più classico e smielato, qui velato con un tocco fantastico per via della licantropia. Eppure uno svolgimento bello dinamico e un Fox adorabile in qualunque occasione ne fanno un film che ancora oggi, a distanza di anni, ha un suo perché e si lascia vedere col sorriso.
Commediola fantastica di buon successo (anche oltre i propri meriti). L'assunto di base è anche simpatico e nei primi venti minuti funziona bene (il confronto padre/figlio in bagno è davvero spassoso), ma poi è difficile arrivare alla fine, malgrado una discreta interpretazione di Fox e della bellona di turno Griffin nonché di buone scene in palestra. Vedibile come reperto degli anni 80.
MEMORABILE: "Credo proprio di doverti una spiegazione, figliolo".
La vita di un ragazzo prende una svolta quando scopre di essere un licantropo. Commedia cult anni Ottanta con sfumature fantasy. Al netto dei difetti è una pellicola tutto sommato divertente e coinvolgente. Michael J. Fox convincente, come sempre in certi ruoli che sembrano scritti apposta per lui. Discreta la colonna sonora. Meglio, infine, il titolo originale di quello italiano.
Se andiamo a stringere non resta molto in mano perché la sostanza è veramente poca. La trama quasi non esiste e più di qualcosa viene lasciato alle situazioni che si creano attorno al protagonista principale. L’impronta è quella di una commedia adolescenziale, molto legata agli anni Ottanta, sia nell’estetica che nel modo di raccontarla. Ci sono innamoramenti e cambiamenti che portano a una maturazione personale. Tuttavia, non è possibile paragonarlo a un romanzo di formazione, data la semplicità eccessiva che lo caratterizza.
Dopo aver scoperto di aver ereditato dal padre la licantropia, uno studente complessato impara a sfruttare la forza fisica del suo alter ego peloso, diventando così il ragazzo più popolare della scuola grazie alla sua abilità nel basket. Variazione sul tema del vampiro adolescente già proposto da Fowler Jr. nel 1957 declinandolo in forma di commedia sportiva. Il risultato è molto modesto, a tratti imbarazzante per la pochezza della sceneggiatura, e se il film ha acquisito nel tempo una certa fama lo deve alla presenza di Fox, diventato un divo quello stesso anno grazie a Zemeckis.
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Proprio verso la fine del film, sugli spalti c'è una persona (non visibile in volto), in piedi, con maglione rosso che festeggia la vittoria ed ha la cerniera dei pantaloni completamente abbassata. In un primo momento è intenta ad esultare ma subito si accorge della gaffe e rapidamente s'appresta a chiuderla.
Opportuno il nome Chubby (o soprannome, non viene chiarita la cosa nel film) dato a Mark Holton (il compagno di squadra di Marty): nella lingua inglese ha il significato di grassottello, paffuto.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Fantastica avventura", giovedi 19 aprile 1990) di Voglia di vincere: