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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/03/07 DAL BENEMERITO GIAPO
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Giapo 16/03/07 10:59 - 246 commenti

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In occasione del suo funerale, si ripercorre la vita di un uomo caratterizzata da una ossessione quasi patologica verso le donne. Il ritratto di questo grottesco e divertentissimo personaggio, innamorato più dell’idea dell’amore che delle donne, è quasi un pretesto per Truffaut per giocare con gli istinti e le piccole perversioni maschili e femminili. Fitto di dialoghi arguti e incisivi, di situazioni quasi surreali ma mai ridicole, il film fa sorridere e riflettere sui misteri della sessualità.

Il Gobbo 4/07/07 09:27 - 3015 commenti

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Divertente, bislacco, un po' frammentario, leggero ma non troppo e solidale con l'allucinato protagonista (il bravo Charles Denner, un "brutto" utilizzatissimo dal cinema francese). Finale da applausi. Tuttavia rimane a mio avviso un Truffaut minore, il che non gli ha impedito di fare breccia presso gli americani, che ne hanno realizzato un remake (di Blake Edwards) con Burt Reynolds.

Homesick 2/10/07 18:02 - 5737 commenti

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Con il consueto stile pulito, elegante e pacato, Truffaut decrive la vita di un uomo fondamentalmente solo, con una passione irrefrenabile per le donne, da lui corteggiate e sedotte con tecniche del tutto estranee a quelle del tipico "dongiovanni". I personaggi femminili si distinguono per diversi gradi di avvenenza e di sfumature psicologiche: la romantica, la complessata, l'umile, la scherzosa, etc. Truffaut è un passante che si vede ad inizio film.
MEMORABILE: Le gambe delle donne sono come «dei compassi che misurano il mondo».

B. Legnani 16/08/08 00:10 - 5532 commenti

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Molto, molto inferiore rispetto al consueto alto livello del grande regista. Non che io adori le analisi psicologiche, ma qui dopo poco tempo la vicenda si fa quasi piatta, ripetitiva. Non mi ha granché convinto l'interpretazione dell'attivo sessualmente, ma passivo attorialmente, Charles Denner. Le donne (ad esclusione di Leslie Caron) si dimenticano subito, il che, probabilmente, è voluto. Il gatto che lecca il latte, presente pure in Effetto notte, è ripreso da La calda amante!
MEMORABILE: L'inizio è la cosa migliore.

Matalo! 18/08/08 11:18 - 1378 commenti

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Penso al fatto che quando lo proiettai ad una rassegna sul seduttore in sala c'erano solo donne... La patologia del protagonista è l'incapacità di amare dovuta ad una disaffezione della madre. Esemplare la scena della baby sitter che trova un pupazzo e alla domanda "Dov'è il bambino" il protagonista risponde "Sono io". Le donne si innamorano di lui perché ne capiscono l'interesse ma solo una (Leslie Caron), con la quale ebbe una storia d'amore, lo mette di fronte alla sua patologia. Bello, di testa, sottovalutato. Rifatto da cani da Blake Edwards.

Daniela 11/01/09 16:22 - 12660 commenti

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In un lungo flashback a partire dal suo funerale, episodi della vita di Bertrand Morane, un ingegnere quarantenne dall'apparenza schiva, il cui maggior interesse consiste nel sedurre qualsiasi donna colpisca la sua fantasia - Charles Denner, bruttino e nervoso, non sembrerebbe adatto al ruolo, però finisce per conquistare anche le nostre simpatie oltre alle grazie femminili, tanto da apparire come il più romantico dei seduttori. Un film tenero e bizzarro, con una vena malinconica (l'indifferenza della madre nei ricordi in b/n). Mediocre il remake americano diretto da Edwards. 
MEMORABILE: "Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutti i sensi, dandogli il suo equilibrio e la sua armonia".

Pau 27/04/10 10:37 - 125 commenti

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Toni da commedia, ma il film ha un sottofondo cupo, legato alla incapacità del protagonista di vedere le donne nella loro complessità; si interessa a tante (e resta fondamentalmente solo) perché coglie soltanto "un pezzo" (del corpo o dell'indole) di ognuna di esse (la regia, per esemplificare la parzialità dello sguardo di Morane, indugia spesso su singole parti anatomiche). Truffaut sosteneva che con le donne si hanno le relazioni che si sono avute con la propria madre: Morane/Truffaut ricerca ovunque quell'affetto di cui non riuscì a godere.
MEMORABILE: La sequenza del sogno, in cui Bertrand Morane si vede come un manichino esposto in vetrina ed osservato da decine di penetranti sguardi femminili.

Ghostship 23/06/10 11:37 - 394 commenti

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L'uomo che amava le donne è una sorta di Doinel adulto, uno che prima delle donne ama la vita in tutte le sue multiformi manifestazioni. Truffaut crea un personaggio cui piace stare solo, ma che non riesce a non correre dietro le donne, cui piacciono tutte, chi per l'istinto materno, chi per il modo di camminare, chi per il proprio sguardo... con una certezza amara: Non si può essere felici senza far soffrire qualcun altro. Contraddittorio, ma sinceramente consapevole di esserlo, come del resto si sente anche il regista. Personale.

Mrmanuz 5/08/10 12:24 - 9 commenti

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Avvertenze e Istruzioni per maschi per la visione di questo film: guardatelo, ora come non mai, immergendovi nel cervello del protagonista e confrontandolo con quello che fareste voi nella sua situazione. Mai come qui Truffaut ha saputo catturare quello che le nostre celluline grigie talvolta pensano/sognano, ma come spesso accade tutto rimane lì, dentro la scatola cranica. Qui invece si libera e rende il nostro ingegnere protagonista di piacevoli avventure. Più drammatico nella seconda parte.

Gestarsh99 28/03/11 22:25 - 1395 commenti

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Col suo inconfondibile tocco pudico e delicato Truffaut dedica una sua trasparente panoramica allo sterminato universo femminile, filtrandolo attraverso gli occhi e il vissuto di una figura all'apparenza grigia e inespressiva ma in realtà ricca di sfaccettature e pulsioni contraddittorie. Denner riesce ad infondere, con placida umiltà, una mirabile naturalezza realistica al suo personaggio, suggerendo agganci più che evidenti a quel Doinel, cine-alter-ego del regista. La leggerezza e la velata ironia che il film trasmette suonano ad oggi cose più che sorprendenti.
MEMORABILE: "Pappagallo senza averne l'aspetto, gatta morta con l'aria tormentata" (dice una delle amanti rivolta a Bertrand).

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Giacomovie 31/07/11 18:09 - 1398 commenti

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Gioiello di eleganza tipico del cinema francese, con un Truffaut che rifinisce il film con la cura di chi gira con occhio artistico. A dispetto del titolo è tutt'altro che maschilista ed evidenzia un dongiovanni atipico, del tutto dalla parte delle donne, il cui atteggiamento discreto e rispettoso verso di loro assume rilievo sentimentale. Allo stesso tempo è un diario sulla seduzione che funge quasi da guida per orientarsi nel multiforme universo delle donne, fornendo uno spaccato della psiche femminile nel rapporto con gli uomini.
MEMORABILE: “Quando si vede qualcuno desiderare la persona su cui si sono fatti dei progetti, ciò aumenta la smania che se ne ha”.

Giùan 1/12/11 11:53 - 4559 commenti

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Il mio favorito tra i film di Truffaut. La grazia estatica e incantevole tipica del suo cinema si sposa con una intensità che raramente ha toccato altre volte. Particolarissima e originale riflessione su eros-thanatos, ha la capacità di declinare una serie innumere di discorsi sui rapporti tra i sessi, come sulla natura misteriosa eppure razionale del Fascino. C'è di più però: la qualità "letteraria" connaturata all'opera di Truffaut dona alla pellicola un indole immaginifica tale da costituirsi come universo proprio e concluso. Denner è inimitabile.
MEMORABILE: Lo straordinario incipit delle gambe-compasso; I flashback materni; Nel gineceo: la maschera del cinema, la Fossey, la cinese del luna park, la baby sitter.

Deepred89 4/10/14 01:18 - 3706 commenti

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Secondo chi scrive, un'arguta, stimolante e a suo modo memorabile dichiarazione d'amore verso l'universo femminile, universo splendido e inafferrabile, da venerare ogni singolo istante fino al martirio finale. Lunghetto e un po' ripetitivo, ma anche intelligente e spassoso, specie se si entra in sintonia con il personaggio. Cosa non impossibile, vista la ricchezza di sfumature nel suo tratteggio e l'altissimo numero di donne splendide, peraltro dotate di voci splendide (da godere assolutamente in lingua originale). E bravo François!

Ryo 8/06/16 13:26 - 2169 commenti

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Attenta e profonda analisi di un personaggio attratto in maniera morbosa dalle donne. Ne colleziona talmente tante da immergersi in un'autoesplorazione, redigendo una lista di tutte le donne con cui ha avuto una relazione. Affronta un tema delicato senza scadere mai nella maniacalità ma solo in una pura passione, gestita con rispetto e lealtà. Interessante lo studio psicologico.
MEMORABILE: "Le gambe delle donne sono compassi con cui misurare il mondo".

Lou 13/01/17 18:37 - 1121 commenti

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La storia di un seduttore seriale raccontata con il tocco delicato e attento di Truffaut. Non c'è esibizionismo, né volgarità, semmai la descrizione di un'ossessione ostinata e sincera. Il tenebroso donnaiolo protagonista è spinto da un bisogno spasmodico di possedere le donne, da cui rimane affascinato in modo puerile. Il protagonista è trattato con indulgenza, l'accento è posto sull'autenticità dei comportamenti e sulle inevitabili conseguenze tragiche. Una provocazione leggera ma non banale sulle debolezze umane.

Il Dandi 18/09/17 19:40 - 1917 commenti

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Un Truffaut "minore" ma divertente e poetico per un film alla fine - a dispetto dell'iperattività erotica del protagonista - più sentimentale che fisico. Denner (orecchie a sventola, naso aquilino, sigaretta perenne) incarna magnificamente il prototipo dell'eroe solitario e gainsbourghiano, che non ha nulla del narcisismo del Casanova né della misoginia del Don Giovanni, ma riesce insospettabilmente a trasformarsi in seduttore pur "senza mai far nulla per cercare di apparire virile": comme la (nouvelle) vague irrésolue.
MEMORABILE: Il funerale a cornice; L'aforisma sulle gambe delle donne.

Paulaster 14/11/18 10:26 - 4417 commenti

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Seduttore seriale si racconta (e autoanalizza) in un libro. Sfilata di conquiste per chi dà soprattutto amore fisico, ma che non desidera trattenere le donne oltre un breve periodo. Truffaut parla di sensazioni riuscendo a evitare il chiaro lato patologico e non facendo passare le esponenti del gentilsesso come prede senza scampo. Protagonista con charme ma senza l'estetica adatta a un donnaiolo. Qualche buon dialogo, qualche ideuzza registica e un finale sincero che appaga.
MEMORABILE: La sfilata di gambe al cimitero; I visi delle donne davanti alla bara; Aurora la telefonista.

Kinodrop 2/01/20 18:34 - 2948 commenti

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La psicologia pulsionale e morbosa di Bertrand lo porta a riprodurre la sessualità "seriale" della madre distante e fredda mettendo insieme un catalogo di donne, quasi un moderno Dongiovanni attratto dai particolari e dalle singolarità di ogni conquista, mischiando la dolcezza degli approcci all'eros propriamente maschile. Truffaut riesce a sfuggire al "semplice elenco" attraverso l'escamotage letterario del romanzo-memoria e un montaggio che alterna con eleganza le ragioni del protagonista e i punti di vista delle sue affascinanti "prede".
MEMORABILE: Il funerale e la carrellata di donne; Aurora; L'investimento e la "fatale" caduta in clinica.

Il ferrini 13/09/23 00:12 - 2357 commenti

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Bellissimo film di Truffaut che già dai primi minuti inizia a costruire una personalità affascinante e complessa. Denner è un maniaco? Uno stalker? Forse, ma non usa mai la sua virilità come arma, non oltrepassa mai nessun limite; anzi, in realtà sono le donne (tante) a cercarlo, sperando in un amore che probabilmente non ha neanche per sé stesso. L'aspetto metafilmico, marchio di fabbrica del regista, è rappresentato dal libro, che in realtà è il film che stai guardando. Accusato all'epoca di misoginia è invece un film estremamente progressista, anche per l'emancipazione femminile.
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