Ultimo film girato da Pete Walker, regista che pur tra alti e bassi ha regalato qualche chicca al genere horror. Questa non è tra le sue opere migliori ma ha il grande merito di riunire quattro mostri sacri: Vincent Price, Christopher Lee, Peter Cushing e John Carradine; basterebbe la loro presenza per giustificare la visione della pellicola ma oltre a ciò la trama è interessante e ben sviluppata, non priva di una certa ironia tipicamente britannica. Consigliato.
Anacronistico tentativo di riportare in auge un genere di horror in voga nel decennio precedente, facendo leva su di un cast significativo (e chiarificatore dei contenuti).
Ma il tutto viene svolto superficialmente, meccanicamente, quasi - viene da pensare - come fosse sviluppato a mo' di "tema dettato" (e privo quindi di personalità).
Cosa peraltro strana, dato il nome del regista, che si era, in passato, distinto per tematiche e sviluppi cinematografici iconoclasti (La casa del peccato mortale). Vecchie icone del genere, qua incartapecorite.
Visto in omaggio alla presenza dei quattro mostri sacri: l'elegante Vincent Price, l'affilato Christopher Lee, il pensante Peter Cushing e il sacrale John Carradine. Non è, a dirla tutta, gran cosa, se si esclude una soluzione di una certa finezza. Guardabile, ma non si pensi che i quattro, messi insieme, conferiscano un pallino a testa: diciamo mezzo...
Divertente horror con colpo di scena finale che spiazza del tutto. Ben diretto dal bravo
Walker, con un ottimo ritmo e scene horror ben realizzate, si ricorda sopratutto per la
riunione di quattro indimenticabili grandi protagonisti del genere horror. Christopher Lee è sempre eccellente, Cushing recita di sottrazione ed è sempre immenso, Price è il solito misterioso sofisticato gentiluomo e Carrandine impeccabile. Discreti gli altri.
Divertente horror d'atmosfera in cui Walker cerca di rispolverare un genere ormai del tutto scomparso e lo fa narrando una storia vecchio stile, con poco sangue e violenza e qualche idea (a dire la verità ben poche). Il tutto con la collaborazione di attori mitici che hanno fatto la storia di quel tipo di cinema. Il colpo di scena finale è abbastanza riuscito ma anche un po' disonesto e tutto sommato tipico dei film horror di una volta. Tuttavia il film risulta assolutamente godibile e piacerà soprattutto agli amanti di quel tipo di horror.
Non male se lo si prende per quello che è, cioè un simpatico omaggio al bel cinema che fu (quello horror inglese anni '60/'70). La vicenda è poco più di un pretesto per permettere ai quattro mostri sacri (Price, Lee, Cushing, Carradine) di dare ancora sfoggio del loro mestiere. Per inciso: diecimila volte meglio loro a 80 anni che le pseudostar del panorama cinematografico attuale!
Con quei quattro nel cast lo spettacolo ha già una sua giustificazione: il guaio è che il regista ne abusa, astenendosi prudentemente da qualsiasi altro sforzo che non sia quello di una certa pulizia. Il film scorre così liscio e senza guizzi, ma in effetti ogni inquadratura dei gallonati babbioni suscita un sorriso... Vedibile, senza aspettarsi niente di che.
A parte il finale un po' deboluccio, sicuramente un buon film. Radunare in unica pellicola Cushing, Lee, Price, Carradine, non è cosa da poco (segnalo anche Richard Todd). L'ambientazione nella villa funziona benissimo, i delitti son ben realizzati (cito quello splatter della governante); peccato però per il colpo di scena finale che a mio avviso rovina il film. Tre pallini, ma poteva essere molto di più.
Debutto (e unica testimonianza) di Pete Walker negli sfavillanti anni '80 e lo fa nel modo meno anni '80 di sempre: riportare tutti insieme Christoper Lee, Peter Cushing, Carradide e Mr. Vincent Price sulla scena. Un film che è un tributo al passato, un gioco sottile, un personale tributo al passato del proprio cinema nazionale. Ci si aggiunge un po'di mainstream dovuto al periodo. Puro divertissment.
MEMORABILE: Il protagonista maschile: una via di mezzo tra Jimi Jamison dei Survivor e AlBano.
Tutto sommato un film piacevole che fonde l'horror con l'ironia. Grande cast e battute brillanti per una pellicola a tratti divertente e comunque che non annoia. Alla base della sceneggiatura una scommessa nera, per la quale numerosi colpi di scena attireranno l'attenzione dello spettatore.
Divertente horror brillante che omaggia i grandi classici degli anni 60/70 mettendo in scena un protagonista abbastanza anonimo affiancato dai 4 mostri sacri di quel periodo: Lee, Cushing, Price e Carradine. Il gioco funziona bene, i colpi di scena sono incastrati uno dentro l'altro con un ritmo godibile e senza prendersi mai troppo sul serio. In definitiva il canto del cigno di una gloriosa produzione di horror ormai conclusa. Producono (stranamente non essendo un action) Golan e Globus.
Tentativo appena riuscito di omaggiare il buon cinema horror di un tempo e, allo stesso tempo, mostrarne i limiti e l'importanza centrale degli attori sulla trama. Su tutti i grandi vecchi troneggia Peter Cushing, con tanto di difetto di pronuncia per indebolire ulteriormente il personaggio fifone. La coppia protagonista è abbastanza insopportabile, ma anche questo tutto sommato fa gioco. Oltre al cast stellare, si fa vedere una regia competente e un finale che lascia un po' spiazzati (ma non troppo).
MEMORABILE: Ogni arrivo alla magione dei grandi del passato è da sottolineare.
Il commiato di Pete Walker è un film abbastanza diversa dai suoi standard; se l'atmosfera, tipicamente british e un po' gotica, è mutuata da alcuni dei suoi film precedenti, il regista sembra voler scherzare con le regole dell'horror classico di una volta, rinverdendone i fasti ma al tempo stesso prendendosene anche un po' gioco. Ne esce un film strano, dall'aspetto molto vintage, in antitesi col nascente fenomeno slasher. I quattro mostri sacri che lo interpretano sono ovviamente il punto di forza della pellicola, che soffre di qualche lentezza.
Riunendo un cast stellare del cinema horror con quattro icone quali Peter Cushing, Cristopher Lee, John Carradine e Vincent Price, il regista ha il compito di dirigere negli anni 80 un film in tipico stile Hammer. Non facile. Diverte e si fa apprezzare per i quattro mostri sacri del cinema horror che recitano insieme, ha effetti gore piacevoli... A un certo punto appare scontato il finale, ma poi... attenzione al colpo di scena. Simpaticissimo.
MEMORABILE: La ragazza che si lava la faccia con il vetriolo.
Gradevole thriller ambientato in una tipica "casa da giallo", che si rivela gradualmente essere un'intelligente parodia del genere, con finale a sorpresa e lievemente moraleggiante, come usava all'epoca. Il soggetto è piuttosto interessante e ben trattato, gli attori (fra cui spiccano quattro assi del cinema horror inglese) sono eccezionali, la tecnica è buona. Tra l'altro non manca qualche buon momento di tensione. Dimenticato nel turbinio degli anni Ottanta, merita senz'altro di essere riscoperto.
Alla sua ultima fatica Walker abbandona il sadismo e l’angosciante claustrofobia che lo hanno reso celebre per scherzare con gli stilemi del gotico in un gioco a scatole cinesi a cui partecipano quattro assi del cinema dell’orrore (Price, Lee, Cushig, John Carradine) e l’attrice feticcio Sheila Keith. Un divertissement che alla prima visione riserva qualche bella sorpresa e alle successive, quando tutto è ormai noto, vive delle sole prestazioni degli attori e dell’attesa per la loro entrata in scena.
MEMORABILE: Il soliloquio di Price; i quadri con i ritratti di famiglia.
E’ cocente la delusione per il sottoscritto, il quale è sempre stato attratto da questo horror d’antan che riuniva alcuni mostri sacri del cinema dello spavento. A partire da uno spunto non certo originale (lo scrittore che per farsi venire l’ispirazione viene fatto soggiornare in una spettrale magione), il film dell’altrove ottimo Walker arranca a più riprese, tediando e non elargendo la benché minima suspense. Il colpo di scena finale, poi, più che spiazzare irrita. Goliardicamente lo si potrebbe definire La casa dallo sbadiglio lungo.
Un insolito miscuglio di orrore gotico vecchio stile e comicità: belle mansioni, ottimi attori, buona produzione e ottimo regista: gli ingredienti per un buon film ci sono tutti. Sicuramente non piacerà troppo ai puristi del genere, ma è un buon film con un finale originale e interessante. Da vedere.
MEMORABILE: "L'organizzazione segreta per la diffusione del terrorismo nel mondo (sic!)".
Poker d'assi straordinario in questa produzione che è un nostalgico tuffo nel passato con tanto di maniero maledetto, cieli squarciati da lampi rumorosi e morti a eliminazione. La trama, assurda all'inizio, si ricompone con sviluppi successivi e un finale nel finale. Dialoghi come colpi d'accetta dalle superstar senza tempo, in cui nessuno ruba la scena a nessuno.
Senile resipiscenza di un maestro dell'horror torbido, sporco e cattivo, il quale al suo ultimo film ci serve un dessert gotico convenzionalmente strutturato e formalmente fin troppo politically correct. Tutto è al di sotto delle aspettative: la regia mondata e detersa di Walker, il carisma appannato dei quattro vetusti cavalieri dell'Apocalisse (il migliore è Carradine), la faccia da bamboccio yankee di "Automan" Arnaz Jr; eppure la recita ha il suo gustoso effetto e si attende trepidanti che il tiepido spavento si annunci telefonato, candido e fuori tempo.
Curioso horror di Walker, che lascia le atmosfere malate e scabrose alle quali ci ha abituato e prende una strada più elegante e pacata. La storia è molto intrigante e non un semplice pretesto per riunire un cast così sontuoso, ma la qualità del film è altalenante. Verboso e non sempre efficace sul versante orrorifico, si mantiene comunque affascinante. C'è un filo di humour nero che percorre l'intera pellicola, soprattutto nel finale, in cui si assiste a una sequela improbabile e infinita di colpi di scena. Nel complesso è un buon film.
MEMORABILE: Uno dei pochi momenti davvero inquietanti è quando viene aperta la porta della stanza "proibita": ottimo esercizio di paura cinematografica.
Scrittore passa per scommessa un weekend in un antico maniero disabitato che si rivela invece fin troppo affollato. Giallo démodé il cui maggior merito è quello di riunire per la prima volta (avevano interagito, ma non si erano mai visti tutti insieme) le tre maggiori icone del genere. Non è poco, perché si ha l'impressione che si inneschi una sana competizione che spinge ciascuno dei grandi vecchi (altrove svogliati) a impegnarsi al meglio. Peccato che il contorno giovanile non sia all'altezza. Da aspettative alte, una parziale delusione.
Reunion horror per la triade che, particolarmente tra gli anni Cinquanta e Settanta, imperversava nel brivido, con un dominio incontrastato per un ventennio. Riunione che Cushing, Lee e Price non fanno odorare di naftalina offrendo con la consueta signorilità e garbo indiscusso un'eccellente interpretazione (Cushing su tutti). Ovviamente è un commiato ricco di affetti (i tre non si ritroveranno più fianco a fianco), ma che non indulge nel lacrimoso: il film merita in tutti i sensi e si riveste di valore e dignità anche nell'addio.
Patto tra editore e giovane scrittore di thriller: elaborare un racconto in ventiquattro ore, presso un antico e funesto maniero. Operazione-nostalgia, quasi a mo' di celebrazione dell'horror britannico, per l'ultima fatica di Pete Walker: un millenario assemblement di "mostri sacri" del cinema orrorifico inglese in un film che omaggia il genere. Purtroppo la regia non riesce a dar giustizia a cotanta abbondanza di celebrità; ci si limita quindi a creare delle situazioni per una passerella di ciascuno di loro. Secondo tempo migliore del primo.
Pellicola che nell'82 risultava nostalgica, in cui vengono riunite quattro vecchie icone horror in un maniero del Galles: insieme a John Carradine, Peter Cushing, Christopher Lee e Vincent Price c'è Sheila Keith, attrice che ha interpretato altri film con il registe Pete Walker. La trama è buona e rispetta le tematiche gotiche; forse si dilunga nel presentare i quattro attori con i loro ingressi nel castello ma ben presto la situazione incalza con ottime trovate, fino ai due colpi di scena finali: il primo evitabile, il secondo poteva funzionare.
Una specie di gran ballo d'addio di tutti i grandi nomi dell'horror del dopoguerra, che paiono in vacanza premio da quanto sono bravi anche a gigioneggiare. Pete Walker, anche lui al suo ultimo film, fa una specie di operazione revival non annunciata e costruisce molto bene le varie situazioni. Poi, con attori così, il gioco è davvero molto semplice. Divertente.
Interessante commistione di giallo old style (manieri, passaggi segreti, segreti familiari, ragnatele) e commedia (alcune battute a metà film) impreziosita da un grandissimo cast (Price e la Keith i migliori) e che riesce a procurare qualche brivido (l'ispezione nella cripta e il ritratto mancante). Non è il miglior film di Walker ma il mix è riuscito e il finale inatteso (anche se l'ultima scena lascia qualche dubbio.
MEMORABILE: I ritratti e il delitto al vetriolo.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
La colonna sonora originale è composta da Richard Harvey.
Richard Harvey, oltre che compositore di colonne sonore, è noto anche per essere stato il leader del gruppo folk/rock "Gryphon" attivo negli anni '70 ( e poi rifondatosi, senza Harvey, negli anni 2000).
Ok, cercate fotogrammi chiari però, o così si fatica a capire bene la qualità o a fare eventuali confronti.
Hai ragione Zender, la colpa però è la mia che, a suo tempo, avevo postato quel fotogramma preso dal vecchio dvd italiano (e da un'edizione tedesca). Giustamente Von Leppe ha riportato lo stesso fotogramma, preso da ed. Sinister, per poter fare confronto (operazione però resa difficile dalla mia scelta iniziale).
Ok, cercate fotogrammi chiari però, o così si fatica a capire bene la qualità o a fare eventuali confronti.
In realtà dal fotogramma pubblicato, seppur semibuio, si ricava un'informazione interessante sulla fotografia (che non sempre rimane univoca in quei film che hanno avuto più edizioni) fredda, rispetto a quella calda (e virante sul giallo) del dvd tedesco. A parer mio è sempre utile pubblicare più fotogrammi, uno dei quali inerente scene buie, così da poter avere un quadro più completo.
Nell'intervista a Pete Walker vengono rivelate interessanti informazioni sulla genesi di questa pellicola.
Ho dato una rapida occhiata al DVD Sinister e la qualità video l'ho trovata di alto livello (come negli standard delle recenti uscite), l'audio italiano mi è sembrato un pó basso.