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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/02/07 DAL BENEMERITO STUBBY
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Stubby 24/02/07 23:05 - 1147 commenti

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Jean Claude Van Damme porta sullo schermo un kolossal epico in costume riciclando la sceneggiatura de I tre dell'operazione drago. Purtroppo per lui canna completamente l'obiettivo finendo per raccontare più una specie di caccia al tesoro che un film d'azione incentrato su di un torneo. Il film pare sia stato scritto di suo pugno con la collaborazione di Frank Dux, personaggio già interpretato da Van Damme in Senza esclusione di colpi. Nel cast anche uno stanco Roger Moore.

Redeyes 19/01/08 15:24 - 2443 commenti

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Si fa fatica a vederlo. Non è il classico film sui tornei d'arti marziali, per quanto ne sia intriso, ma cerca di esser incastonato in una sorta di caccia al tesoro. Ovviamente delude. In particolar modo non ho apprezzato Roger Moore, svogliato e senza talento, qui. Se cercate arti marziali evitatelo; se cercate un film, pure.

Puppigallo 7/04/08 09:42 - 5258 commenti

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Van Damme si costruisce un film su misura per lui, mettendoci di tutto (orfani, pirati, schiavisti, addestramenti, un drago d'oro e l'immancabile torneo di arti marziali). Il risultato è un fumettone dai dialoghi elementari, che rasenta il cartone animato. C'è persino Roger Moore (un educato bucaniere), che se non altro, dà un tocco di ironia alla pellicola, con la sua allegra interpretazione. Nel complesso il film è mediocre, ma un'occhiata glie la si può dare, consapevoli però che si tratti di un'allegra cazzatella.
MEMORABILE: Ovviamente, gli incontri del torneo, dove sfilano una serie di individui a dir poco singolari.

Deepred89 26/07/08 13:26 - 3704 commenti

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Tra i vari film interpretati da Van Damme sicuramente uno dei più potabili. Lineare ed infantile, ma in fondo scorrevole e piacevole. La regia dello stesso Van Damme è semplice ma azzeccata e anche come attore quì riesce in qualche modo a funzionare. Il trash è dietro l'angolo ma il divertimento è assicurato. Nel cast anche Roger Moore.

Rambo90 24/11/09 17:47 - 7675 commenti

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Con un'idea di partenza molto simile a quella di Senza esclusione di colpi, il primo (e finora unico) film diretto da Van Damme è sicuramente uno dei suoi più riusciti: combattimenti che nulla hanno a che fare con le vere arti marziali ma spettacolari, inserti humor e avventurosi molto divertenti e il ripescaggio di Roger Moore come coprotagonista ne fanno un film molto godibile per gli appassionati del genere.
MEMORABILE: l'incontro con il lottatore di sumo.

Galbo 26/01/11 16:17 - 12380 commenti

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Per il suo esordio dietro la macchina da presa, l'attore belga-americano Jean Claude Van Damme scegli una storia ambientata tra i caraibi e New York in cui inserisce un pò di tutto (forse troppo); il risultato è un film ambizioso ma pasticciato che se non altro rappresenta una variazione rispetto alle sue tradizionali pellicole di arti marziali. Tra le cose migliori, l'ironica interpretazione di Roger Moore.

Siregon 9/05/11 23:15 - 352 commenti

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Impossibile odiare Van Damme. Lui è uno che crede in quello che fa anche quando, alla sua prima e unica regia, sforna un film concepito dalla mente di un bambinone disorientato. Zeppo di ogni stereotipo necessario al genere, questo polpettone insipido strizza l'occhio a così tanti film d'avventura che non trova un'identità propria. Preferisco le sue pellicole più action, meno didascaliche e anche più rozze.

Nando 4/06/11 23:20 - 3810 commenti

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Fumettone che vede l'attore belga anche in cabina di regia. Dopo una prima parte con il compito di premessa storica si assiste ad una lunga sequenza di combattimenti tra colpi proibiti e rallenti. Molto stereotipato e prevedibile con la sofferenza, i soprusi e la redenzione finale. Per una visione spensierata priva di qualsiasi ragionamento.

Buiomega71 23/07/11 16:17 - 2901 commenti

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Parte stile C'era una volta in America, prosegue sulle orme di King kong, diventa un film di pirati e alla fine si cita Mortal kombat e L'uomo che volle farsi re. Gradevole e simpatico debutto alla regia di Van Damme, che cita il cinema d'avventura classico e si impreziosisce con i meravigliosi combattimenti nella fortezza, con stili di lotta diversi tra loro (dal lottatore di sumo all'agile atleta brasiliano, al boxeur francese, allo spagnolo maestro di full contact, al cinese che combatte come un serpente). Uno dei migliori, nel suo genere.
MEMORABILE: L'allenamento sulla spiaggia dei Tai, con Van Damme a sgobbo; tutti i combattimenti del torneo, ottimamente coreografati; il lottatore tedesco.

Rigoletto 14/08/12 18:38 - 1785 commenti

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Decisamente un buon film, in cui il protagonista (e regista) riesce a far scorrere la storia senza annoiare lo spettatore avvalendosi dell'aiuto di due vecchi marpioni come Moore e McGee, simpaticissimi nel loro modo di concepire la vita. Curioso il fatto che Van Damme, da sempre icona delle arti marziali al cinema, abbia scritto una storia che manca però di forza proprio là dove serve: negli allenamenti e nel torneo vero e proprio, sbrigato un po' rapidamente e, di conseguenza, nettamente inferiore a quello di Senza esclusione di colpi. ***
MEMORABILE: Dobbs e Smythe alle prese col Drago d'Oro.

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Jcvd 16/08/12 18:24 - 258 commenti

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Un buon film, ben recitato e con un bel cast. Van Damme non sfigura come regista e soprattutto come attore, grazie ad una storia cucitagli addosso. Per gli amanti dei film d'azione è consigliatissimo, soprattutto per l'ultima mezz'ora, ricca di combattimenti all'interno di uno spettacolare torneo.

Il Gobbo 27/04/13 19:03 - 3015 commenti

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Vandammata abbastanza canonica, con all'attivo qualche numero coreografico (il canovaccio del torneo lo consente) e la presenza di Roger Moore, al passivo alcune tamarraggini imperdonabili (il lottatore spagnolo in guida di ballerino di flamenco vince di gran lunga) e uno scioglimento piuttosto sbrigativo. Appena passabile.

Herrkinski 7/03/14 03:53 - 8072 commenti

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Van Damme dirige questo lavoro con una certa ambizione, rifacendosi a quel mix di avventura e arti marziali tipico di certo cinema orientale degli anni '70, ma con un respiro maggiormente conforme alle produzioni americane. Il risultato è discreto, risultando piuttosto pleonastico sia nella parte avventurosa-esotica del primo tempo che nei combattimenti del secondo, mutuati (di nuovo!) da Senza esclusione di colpi, Kickboxer e relativi spin-off. Ci si diverte comunque abbastanza e Moore alza il livello attoriale di parecchio. Potabile.
MEMORABILE: Il torneo.

Mco 8/07/14 18:55 - 2324 commenti

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Un film che riassume le dinamiche al fulmicotone del cinema per ragazzi, anime compresi: scontri all'ultimo respiro (e con ogni colpo immaginabile), figure catalizzanti l'attenzione (guardatevi il rappresentante del Giappone) e morale di sottofondo sempre avvertibile. Van Damme al suo meglio in una storia semplice quanto riuscita. Ci si diverte non poco a tifare per le varie tipologie di personaggi coinvolti. Moore impersona l'elemento da redimere...
MEMORABILE: Il gigantesco combattente nipponico.

Didda23 12/01/22 14:19 - 2426 commenti

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Il debutto dietro la macchina da presa di Van Damme è un'opera che mischia sapientemente ambientazioni diverse (straordinaria tutta la prima parte) e generi diversi, senza snaturare la parte più importante (Il torneo, ovviamente). Ci si diverte sia per la buone coreografie che compongono i combattimenti, sia per la caratterizzazione molto caricaturale dei personaggi (lo spagnolo, il mongolo e il tedesco). Un'atmosfera sempre fra il serio e il faceto, con un Roger Moore molto ironico che si sposa perfettamente con l'atmosfera generale. Intrattenimento garantito per fan e non del belga.
MEMORABILE: L'arzillo vecchietto che sgomina una banda di attaccabrighe; Gli allenamenti sull'isola; Lo scontro finale.

Pessoa 16/08/22 09:19 - 2476 commenti

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Van Damme, oltre a interpretare, scrive e dirige una storia in forma di favola per tutti concepita come una specie di summa della lotta nei suoi stili più famosi. Ogni tanto la plausibilità deve cedere alle esigenze del botteghino, ma si tratta in ogni caso di un racconto avvolgente e lineare, facile da seguire e con i punti cruciali messi nei posti giusti. Il carico da undici è naturalmente la presenza di Moore, che nobilita il film, ma i combattimenti sono ben girati e ci si diverte senza noia dall'inizio alla fine. A un film di questo tipo non si può chiedere di più. Molto buono!
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  • Discussione Brainiac • 1/01/19 20:21
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Dicesi che se devi penetrare l’opera di un artista fai bene a sorprenderla nel punto in cui è libera di srotolarsi senza ormai più imbarazzi. Quando tutto è perduto o ancora non è nato. Come direbbe Gramsci, alla vera essenza della sua Crisi. Approcciarlo, l'opus, se viene prodotto quando tutti puntano su di lui (quell’artista) o nessuno lo fa già più. Quando ha firmato un contratto plurimilionario con la major oppure è al verde più malinconico. L’ autore quando è fuori dalla sua confort-zone: tipo un pianista classico che ha appena aquistato il suo primo minimoog. Oppure nella fase "Album solista del leader di un gruppo storico", nella fase "Quadro minore di pittore maledetto venduto dall’artista per pagare il meccanico" o infine alla voce "Uno dei tre film diretti da un attore di successo in netto calo di autostima".

    E allora per conoscere Van Damme è forse opportuno partire dalla sua Quest *: la ricerca, la prova, la missione. Ricerca della libertà (nel plot Van Damme è prigioniero di loschi contrabbandieri di lottatori) e Missione come missione per impossessarsi del drago d’oro, ninnolo scintillante per sudatissimi vincitori del torneo underground di calci volanti. Prova come quasi ci provo, a fare il regista. Fossimo in una libreria The quest sarebbe riposto senza indugi alla A di Avventura, fossimo in un sito di Cinema pure, ma fossimo in un blog avrebbe pure le tag action e fantasy incollate sotto. Viene dopo il successo di Timecop, la toppa micidiale Steet Fighter e prima di un periodo della sua carriera (i film con l’ipercinetico Tsui Hark) di cui si parla pochissimo e che magari è frangente tutto da recuperare. In un periodo di discreta Crisi gramsciana, insomma.

    Con in mano la prima macchina da presa della sua carriera l’atletico Van Damme cerca sostanzialmente di fare una cosa e una only: dare ritmo alla storia. Questa ricerca (di nuovo) è quasi una missione (aridaje!), tanta è la foga nel velocizzare ogni snodo narrativo e sfrondare ogni descrizione superflua da ogni cosa filmabile. Una fregola così forsennata che anche l’attracco di una nave sull’Isola Muai Thai è fast-forward 4x, con un esilerante effetto Benny Hill e le ondine che palesemente vanno più veloce del normale. I personaggi sono caratterizzati con “aiutami tu a dire” afasia, giusto il tempo di farci capire che JC è un cuor d’oro che accudisce trovatelli e via che ti penzola da un bilico per sfuggire alla polizia, alla mala e all’industria del… fucile a baionetta. Nota mentale: è uno dei film con più cadute “sul morbido” della storia del cinematografo. Su sacchi di biancheria, grano o paglia il buon Van Damme è impossibilitato a lussarsi anche solo una clavicola. Beato lui, come cado da un marciapiede io mi faccio un menisco.

    Ammantato da una colonna sonora a tratti pedante a tratti Lawrence d’Arabia e a tratti La casa stregata, con tastieroni tronfi che imitano le big-band che sgobbavano per il cinema mainstream dei 50’s, il film del ’96 funziona simpaticamente quando è Temple of the doom (il viaggio picaresco) e molto meno quando è Tempio dell’ Operazione Drago. Il contest d’arti marziali che vede ogni nazione presentare un suo peculiarissimo esponente è effettivamente simpatico, ma trovate come il cinesetto che imita gli animali o lo spagnolo che accenna passi da torero prima di rutilare pedate sono invecchiate male. Ciccato discretamente anche il villain. L’imponente mongolo non esibisce mosse riconoscibili nel curricola tali da fissarsi nella top-ten dei Bruti del Cinema d’arti marziali e la sua discesa in campo riporta il clima generale alle farse allegrotte della coppia Hill-Spencer, citate probabilmente nella scena in cui JCVD viene pestato dentro un capanno con il solo sonoro dei cazzotti a far visualizzare allo spettatore la royal-rumble in corso.

    Il tutto è voluto, l’approccio soft pure, quindi al fin della fiera respect per la scelta dell’Autore e high-five per il suo target di 10-14enni. Jean Claude si filma senza svarioni da prime-mover sbarbato, nessun scavalcamento di campo irritante o particolari svarioni di montaggio, ma anche con indubbia difficoltà a valorizzare le migliori location a sua disposizione. Il finale open-air è mille volte meno fascinoso del set interno, e i campi lunghi non riescono nemmeno a far godere della grandiosità di un dirigibile che si staglia sul palazzo reale. Abuso di rallenty e qualche strambo momento in cui è difficile interpretare lo sguardo degli attori non fanno cestinare l’intero ambaradam. La certosina rimozione di passaggi ridondanti finisce per togliere enfasi ai combattimenti, questo si nota. Quando l’amico del Siam ci lascia le penne, infatti, ce ne frega poco. Il personaggio si è intravisto un paio di volte -a quel punto- e la sua dipartita è indolore, né tantomeno può rappresentare benzina per la giusta rabbia che uno script dovrebbe fomentare contro il bad-guy di turno.

    La pellicola scorre liscia fra lussureggianti location, plastici calci volanti (che non sblilanciano troppo l'economia generale) e soprattutto non si “rimpone” mai, come invece è probabile possa capitarci con il cotechino mangiato giusto poche ore fa. Gradevole ma svampito Roger Moore. Imbarazzante Aki Aleong, non si sai mai quale sia l’oggetto o persona verso cui stia sfoggiando il suo incerto sorriso (regia: 1, vandamme: 0, in quei bislacchi frangenti). Deliziosa Janet Gunn, attrice la cui carriera non ha mai preso davvero il volo (fra i suoi credits la partecipazione a Carnosaur 3 più pacchi e contropacchi di tv).

    Scombiccherato e ultra-light, energico pur se non privo di grazia e delicatezza The Quest si rende adatto ad un pomeriggio ozioso in compagnia di figli o nipotini. Gran figata veder sudare la gente mentre ci si barcamena fra gli snack.

    *soprattutto per chi come me è un neofita incuriosito dal cinema d’arti marziali.

    Voto: **1/2
    Ultima modifica: 1/01/19 20:33 da Brainiac
  • Discussione Buiomega71 • 1/01/19 21:53
    Consigliere - 25933 interventi
    Mi fa piacere che hai comunque apprezzato Brain

    La Prova stà a Jean Claude come Game of death (quello originario e incompiuto però) sta a Bruce Lee (là la torre pagoda con i lottatori più implacabili, quì il torneo di arti marziali con atleti di ogni risma e abilità)

    In mezzo spizzichi hustoniani (mi veniva alla mente L'uomo che volle farsi Re), leoniani (l'incipit alla C'era una volta in America) e addirittura citazioni dal sommo King Kong

    Grande respiro avventuroso di una Van Damme sorprendentemente a suo agio dietro la MDP (notevole la fotografia di David Gribble) , che pare un vero peccato non abbia continuato la carriera registica

    Notevoli, poi, le varie tecniche di lotta degli avversari, l'arena della morte che assumeva spesso i tratti di quei goduriosi b-movie cormaniani e menzione speciale per un Roger Moore che non si prende troppo sul serio, facendo il verso al suo avventuriero di Ci rivedremo all'inferno

    Uno degli action movie novantiani più emozionanti e genuinamente dal sapore retrò, se paragonato a certe tamarrate motalkombatiane

    Molto meno cafone di quanto ci si aspetterebbe.
    Ultima modifica: 1/01/19 22:06 da Buiomega71
  • Discussione Brainiac • 1/01/19 22:32
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Grazie, dici benissimo, il film è tutt'altro che cafonal. Da neofita l'ho visto fra i primi proprio perchè è il suo esordio alla regia, quindi magari è simulacro di ciò che ai postumi il buon Jean voleva lasciare come testamento della propria "visione". Quindi sprazzi slapstick a la Charlot (i "monelli" che accudisce), di Bruce Lee -ovviamente-, ma anche della Hollywood degli Anni Cinquanta e Sessanta. Mi è piaciuto questo approccio citazionista e la libertà nel creare un proprio mix con un tocco d'anarchia. Come ho detto spesso non sono un fan delle botte tout-court, quindi il frangente "torneo" è quello che ho gradito di meno, pur riconoscendo che la location è fascinosa (perchè abbandonarla per il finale!?!). Grazie ancora per i consigli, ho iniziato Accerchiato e mi trovo sempre in sintonia su quello che scrivi. Probabilmente proprio per la mia scarsa attitudine verso un certo cinema forzuto i film "strani" di Van Damme sono quelli che mi piaceranno di più. Te lo saprò dire.
    Ps: non so perchè a Van Damme non sia stata data una seconda chance mainstream (ascritti a regia su imdb ci sono un paio di titoli che mi sembrano minori a dir poco), La prova non è assolutamente girato male.
    Ultima modifica: 1/01/19 22:33 da Brainiac
  • Discussione 124c • 1/01/19 22:40
    Gestione sicurezza - 5190 interventi
    Jean Claude Van Damme definì Sir Roger Moore il suo James Bond preferito, per questo lo inserì nel cast de La prova. Dopo taanti attori e registi che stavano in adorazione ai piedi di Sean Connery, eccone uno che adorava lo 007 Sir Roger, quando era in vita, affermandolo senza peli sulla lingua. Bravo "Giovanni Claudio"!!!
  • Discussione Raremirko • 2/01/19 01:16
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buio, quoto tutto, unica nota stonata: davvero detesti il MK di Anderson?

    Come scrissi tempo fa, l'ho rivalutato, anche tecnicamente...
  • Discussione Raremirko • 2/01/19 01:17
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    124c ebbe a dire:
    Jean Claude Van Damme definì Sir Roger Moore il suo James Bond preferito, per questo lo inserì nel cast de La prova. Dopo taanti attori e registi che stavano in adorazione ai piedi di Sean Connery, eccone uno che adorava lo 007 Sir Roger, quando era in vita, affermandolo senza peli sulla lingua. Bravo "Giovanni Claudio"!!!


    E il mio è Brosnan, tiè!
  • Discussione Raremirko • 2/01/19 01:18
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Van Damme l'ho sempre stimato e questo La prova è un validissimo esordio registico; poteva fare altri film dietro la mdp, ja.
  • Discussione Buiomega71 • 2/01/19 09:52
    Consigliere - 25933 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Buio, quoto tutto, unica nota stonata: davvero detesti il MK di Anderson?

    Come scrissi tempo fa, l'ho rivalutato, anche tecnicamente...


    Semplicemente lo trovo una tamarrata, invecchiata malissimo tra l'altro.
    Ultima modifica: 2/01/19 10:36 da Buiomega71