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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/02/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 22/02/07 13:51 - 5532 commenti

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Leggendaria pellicola, il cui vero valore è indirettamente proporzionale all'entità del suo mito. All'epoca la cosa era meno rilevabile, vista la forza (almeno per i tempi) di alcune situazioni sessuali. Dialoghi improponibili o pretestuosi, ma è un film importante per il lancio del personaggio Emanuelle (con una sola M e per di più pronunciato "Emànuelle", per evitare grane legali) e di Laure Gemser. Bella la musica di Fidenco. Il mito del film ha avuto un rinnovo, nel 2006, quando è emersa in Polonia una versione con scene hard, peraltro brutte e con controfigure.

Deepred89 12/10/07 13:44 - 3706 commenti

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Pur con una storiella risicata e pretestuosa alla base, Albertini mostra una concezione della seduzione e della sensualità piuttosto distante dal meccanico susseguirsi di scene erotiche dei capitoli successivi, forse tecnicamente superiori ma decisamente meno ammalianti. Erotismo basato sui climax in crescendo, sulle attese e sui piccoli dettagli sensuali, il tutto accarezzato dall’efficace commento sonoro di Nico Fidenco. Dialoghi discutibili almeno come i personaggi che li recitano, ridicola scena finale, ma anche questo fa parte del gioco.

Undying 2/01/08 20:15 - 3807 commenti

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Uno dei rari casi in cui la Gemser ri(s)veste i panni di Emanuelle senza essere diretta da Massaccesi. Anzi, a dire il vero, fu proprio Albertini a lanciare la figura della spericolata (e spegiudicata) filiforme bellezza mulatta nei panni di giornalista. Primo capitolo, ben inferiore (per messa in scena e per contenuti) rispetto ai seguiti diretti dal più eccessivo D'Amato, ma interessante da un punto di vista filologico e riuscito, grazie al buon contributo musicale del grande Fidenco.

Homesick 28/12/08 17:34 - 5737 commenti

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Inizio della fortunata serie di Emanuelle Nera, vestale dell’amore facile e libero, senza inibizioni. Albertini si ferma al piano prettamente sessuale (con qualche breve volo romantico), mentre nei successivi capitoli diretti dal più eclettico ed esperto D’Amato la fotoreporter sarà invischiata in avventure e missioni intriganti e pericolose, sconfinanti nel thriller. Splendido score di Fidenco, in cui spicca il brano “Black Emanuelle” eseguito dai Bulldog.
MEMORABILE: La session fotografica nel deserto.

M.lupetti 3/11/09 14:24 - 58 commenti

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Il film che lancia Laura Gemser e la fortunata serie di Emanuelle (con una M sola). Rispetto ai successivi sequel di Massaccesi il film è privo di mordente e divertimento e non fa altro che trasportare in Kenya e mettere sulle spalle di una pseudo-fotoreporter i temi dell'erotico-esotico alla Scattini molto in voga in quel periodo, senza grande fantasia e qualità. La Gemser in questo capitolo è poco più che una copia di Zeudi Araya, ma resta il valore storico che rende la pellicola un classico assolutamente da vedere.

John trent 27/05/10 20:04 - 326 commenti

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La nascita del personaggio di Emànuelle (con una sola "m" e vagamente ispirata al film di Just Jaeckin) è frutto della geniale intuizione di Bitto Albertini, che dirige un filmetto erotico senza pretese e lancia nel cinema di genere italiano la bellissima indonesiana Laura Gemser. Emanuelle è una fotoreporter di colore che predica l'amore libero ed è sempre a caccia di scoop sensazionali in giro per il mondo. Il buon successo del film genererà ben 5 sequel diretti da Joe D'Amato. Bellissime musiche di Fidenco e splendida, al solito, la Schubert.
MEMORABILE: La scena hard di Karin Schubert con il benzinaio di colore.

Nando 10/08/10 15:43 - 3814 commenti

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L'inizio della serie che vede la fotoreporter spregiudicata e libera sessualmente concedersi ad libitum. Spalleggiata dalla futura diva dell'hard Karin Schubert, la Gemser si mostra splendidamente. Tuttavia il film è poca cosa, con dialoghi risibili ed inutili riprese della savana africana.

Il Gobbo 29/07/10 11:05 - 3015 commenti

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E così cominciò la saga della generosa e volenterosa fotografa in cerca di reportages e - più - d'altro. Che trova in quantità sempre maggiori fino all'esagerazione conclusiva. Il film in realtà non ha motivi di particolare pregio rispetto ad altri del filone "giro (il mondo), vedo gente e la trombo", si segnalano tuttavia la colonna sonora, le grazie dela Schubert e la performance assolutamente sopra le righe di Venantini.

Stefania 14/08/10 00:01 - 1599 commenti

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Soft-core semplice e divertente, in pratica una serie di amplessi di vario genere e specie alle falde del Kilimangiaro. Non c'è una vera trama, forse perché l'intento è quello di presentare il carattere della protagonista, impensierita da un dilemma: "come faccio ad amare un solo uomo e contemporaneamente soddisfare il mio desiderio di fare sesso con (molta) altra gente?" Nei capitoli successivi, mi pare che tali scrupoli verranno definitivamente abbandonati! Un po' statico, qualche dialogo sentenzioso, ma resta un dignitoso film di genere.
MEMORABILE: La minacciata escursione sul Kilimangiaro. "Fai una sfacchinata, poi quando arrivi in cima ti sembra di stare in Svizzera!"

Il Dandi 18/11/10 13:57 - 1917 commenti

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Una sequela dichiarata di luoghi comuni in cui l'immaginario chic sfocia subito nel kitch: in Kenya si tengono feste a bordo piscina in cui si incontrano personaggi impagabili come il Salvador Dalì de noantri (Venantini); laggiù non si fa altro che ubriacarsi e riprodursi come ricci, ma non per questo i bianchi dimenticano il valore della gelosia. La Gesmer e la Schubert nella savana, vestite solo della macchina fotografica, rappresentano il clou. Brutti gli inserti hard, visibilmente controfigurati. Scarso, ma di conclamato interesse storico.
MEMORABILE: Le varie "penetrazioni" (la pistola della benzina nel serbatoio, gli stantuffi sulle rotaie del treno) in montaggio alternato con le scene di sesso.

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Luchi78 14/04/11 19:02 - 1521 commenti

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Il film non ha particolari pretese se non quella di mostrare la Gemser in più articolate situazioni sessuali possibili (etero-lesbo-orgia e chi più ne ha più ne metta); in alcuni passaggi trascende nel ridicolo più totale suscitando ilarità. Rimanendo prettamente sull'erotico, credo che il successo della Gemser sia in quella sua aria da distinta signora che poi si trasforma in ninfomane (e qui Albertini non sbaglia).

Coyote 14/07/13 22:17 - 185 commenti

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Mitico soft-porn degli anni Settanta (con inserti hard brutti e fuori luogo), è apprezzabile non tanto per il valore in sé (piuttosto scarso), ma perché ha un che di rilassante nella sua inconsistenza. L'Africa è uno sfondo lontano, la trama è praticamente inesistente, Emanuelle è simpatica prima che sensuale. Non c'è spazio per nessuna implicazione, non c'è nulla di più di ciò che si vede. Una distrazione d'antan.

Markus 21/05/14 09:33 - 3687 commenti

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Apocrifo italiano del successo francese di Emmanuelle. Albertini s’inventa la fotoreporter Emanuelle (con una sola emme), sorta di ninfomane nera (la filiforme modella indonesiana Laura Gemser) che grazie al suo lavoro gira il mondo, soprattutto i paesi esotici. La pellicola è una carrellata di scenette un po' tediose il cui solo scopo è mostrare la sessualità libertina della protagonista, il tutto legato da dialoghi un po' pretenziosi. Film decisamente inchiodato al periodo di uscita e oggi un po' melenso.

Herrkinski 12/04/15 05:18 - 8112 commenti

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Spin-off del classico erotico francese Emmanuelle, ha il merito di lanciare definitivamente la bella Gemser come star del cinema softcore italiano. La trama è poca cosa e si rifà principalmente alla classica cinematografia esotico/erotica italiana tipica dei '70s, nello stile dei film con Zeudi Araya; non si segnalano scene particolarmente spinte (a parte nella versione insertata) e la vicenda in sé è abbastanza noiosa e datata. Si salva la simpatica interpretazione di Tinti ubriacone; nella serie, farà di meglio il più temerario D'Amato.

Alexpi94 18/07/18 19:53 - 186 commenti

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Primo capitolo della celebre saga di Emanuelle nera, una splendida e (soprattutto) disinibita fotoreporter di colore in giro per l'Africa. Nel film l'erotismo (ben girato oltretutto) è l'elemento predominante e il tutto ruota intorno a esso, le recitazioni sono passabili e i punti di forza della pellicola sono appunto le scene di sesso, le meravigliose location africane e la OST di Fidenco, che fa davvero centro. Tra i meno disprezzabili della serie!

Lucius 4/05/20 11:53 - 3015 commenti

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Rimarchevole per il pathos degli attori, per i contatti corporali di un cast che sembra fare sul serio, quanto a trama è nella norma: un effimero pretesto per inanellare nudità a profusione, maschili e femminili e accoppiamenti per tutti i gusti (che sono l'unica cosa a funzionare del film). Un viaggio di lavoro all'estero sarà per Emanuelle fonte di piacere e nuove esperienze corporali.

Reeves 3/11/20 10:15 - 2216 commenti

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A modo suo un film che segna una svolta, sia perché consacra Laura Gemser sia perché è stato evidentemente girato predisponendo le scene agli inserti hard (come ad esempio quando la Schubert si apparta con il benzinaio). Visto oggi è piuttosto noioso e l'erotismo libertino raccontato appare risibile, però allora fu una rivoluzione di costume. Tremendi i dialoghi, molto sensuale la Gemser che sembra volare sopra la pochezza dell'ambiente e dei personaggi.
MEMORABILE: "Cosa dovevo fare uno scandalo?" (la Gemser parla dello stupro subito).

Victorvega 17/11/20 20:40 - 502 commenti

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Il merito principale sta nell'aver lanciato un personaggio e aver dato l'inizio a una serie. Qui si può vedere quanto un certo genere soft core sia invecchiato molto male, superato da una morale che ha camminato ben più veloce; e così ci si accorge di quanto certi film alla fine, sotto la cappa della trasgressione, a livello di storia raccontino ben poco. In questo, oltre alla testimonianza del genere e dell'epoca, non c'è altro: si salvano le belle donne e soprattutto la buona colonna sonora. Poco credibile il soft romanticismo finale. Mezzo punto in più per aver iniziato la serie.

Paulaster 1/06/21 10:27 - 4419 commenti

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Donna fotoreporter va in Africa per un reportage. La sceneggiatura, pretestuosa, associa il clima esotico africano alle voglie dissolute dei pochi attori. Ogni combinazione amorosa viene considerata con la libertà che alla fine vince sul rapporto stabile. La Gemser è affascinante (con controfigura nelle scene spinte) e, sebbene faccia solo poche foto, il suo ruolo si mescola bene alla cultura del luogo e alle ambientazioni selvagge. La conclusione stona col clima vacanziero e risulta ben poco elegante, dato il folto gruppo che ci prova sul treno.
MEMORABILE: Gli scatti con le immagini al ralenti; Il brano eseguito al piano con ovvia eccitazione; I balli africani.

Buiomega71 5/08/21 01:29 - 2910 commenti

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Albertini rimane ancorato alla tradizione dell'Arsan pensiero prima che Massaccesi ne sviluppi la visceralità orrorifica. Quintessenza dell'esotico/erotico, che tra tre dee affamate di lussuria (che sia interraziale o lesbo), passa a straordinari momenti inaspettati (la Gemser che spia Infanti e la Schubert fare l'amore, masturbandosi, per, poi, vedere lei stessa, il pre finale sul treno con la squadra sportiva che sembra la versione erotica dell'incubo in Una lucertola con la pelle di donna e la possessione carnale multipla tribale). Grandi scene di sesso e sprazzi di surrealismo.
MEMORABILE: "Non sarai mica gelosa di una cannibala", "Fottimi, cannibale, fottimi!"; La Schubert si tocca estasiata sentendo Don Powell suonare il pianoforte.

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Completist 11/06/23 15:48 - 1 commenti

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Film storicamente importante, ma a conti fatti meno che mediocre, senza una vera e propria trama, nonché invecchiato abbastanza male. Gli inserti hard non fanno guadagnare punti al film (quasi tutti palesemente controfigurati). Il film ha comunque il merito di presentare il personaggio prima che venga poi ripreso in pellicole di maggiore interesse dal buon d'Amato, di mostrare sequenze erotiche apprezzabili e notevoli scorci paesaggistici. Simpatici infine i simbolismi sessuali presenti in due scene.
MEMORABILE: Nella parte finale, il movimento del pistone che allude in maniera inequivocabile ma divertente a ciò che sta accadendo sul treno.
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  • Homevideo Xtron • 1/03/12 17:19
    Servizio caffè - 2149 interventi
    La durata esatta del dvd Stormovie (con scene hard) è di 1h33m54s

    Immagine a 37m44s

    Ultima modifica: 17/11/17 18:07 da Zender
  • Curiosità Zender • 28/12/13 17:28
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Discussione Franz • 6/03/16 20:48
    Galoppino - 222 interventi


    scusate se le dimensioni dell'immagine non sono appropriate, almeno credo. Ad ogni modo non riesco a fare meglio. Questa è Laura Gemser oggi! E' un'immagine molto recente (novembre 2015).
    Fonte: pagina facebook di Giostra film (una casa di produzione bolognese che realizza film, documentari ecc. Tra breve dovrebbe uscire appunto un film-documentario sulla vita di Gabriele Tinti)
    Ultima modifica: 8/03/16 08:33 da Zender
  • Discussione Zender • 7/03/16 08:32
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Sì, ma a parte che la foto non si vede sono cose da inserire su davibook, non qui.
    Ultima modifica: 7/03/16 08:32 da Zender
  • Discussione Franz • 7/03/16 15:27
    Galoppino - 222 interventi
    eh lo so, si vede poco, è venuta fuori una foto piccolina. Però cliccandoci sopra, ho visto che la foto è visibile in dimensioni maggiori. Purtroppo sono negato per queste cose, non sono bravo a ritagliare o modificare le immagini in dimensioni, colori ecc. Sorry!
    Non so cosa sia il davibook. Ho inserito qui la foto perché ho considerato questo film come quello più celebre o rappresentativo dell'attrice.
  • Discussione Zender • 7/03/16 19:07
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Sì, ma qui si parla del film appunto. Per quel che non riguarda il film in particolare c'è il davibook. Basta cliccare il pulsante verde in alto ed entrare con gli stessi nome e password tuoi.
  • Discussione Franz • 7/03/16 23:02
    Galoppino - 222 interventi
    ok grazie! Scusami, non lo avevo proprio visto :) Là in alto m'era sfuggito. Grazie ancora Zender.
  • Curiosità Fauno • 29/01/20 23:11
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un flano del film:

  • Homevideo Zender • 4/05/20 14:35
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Evitiamo notizie sull'hard.
    Ultima modifica: 4/05/20 14:46 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 5/08/21 10:28
    Consigliere - 25999 interventi
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Albertini rimane ancorato all'Arsan pensiero (dall'Emmanuelle originaria riprende, anche se in maniera differente, la scena dell'aereo-il film si apre su una rivista pornografica, letta dalla Gemser in volo, la partita di tennis a quattro), prima che Massaccesi ne prenda le redini per le derive visceral/orrorifiche.

    Da massaccesiano devo ammettere che Albertini ha fatto un ottimo lavoro (a volte ci mette una cura formale notevole e alcune scelte registiche degne di nota, quasi più raffinate di quelle dello zio Joe), curando i dialoghi (per nulla intellettualoidi o ridicoli), la psicologia dei personaggi e la convincente prova attoriale del cast (su tutti Infanti, grandissimo), per me quasi inatteso, dopo la terrificante esperienza personale di Nudo e crudele.

    Se poi la OST di Fidenco e la canzone dei Buldog sono pezzi straordinari, non di meno lo sono le situazioni erotiche e le grandiose scene di sesso (che anche, sapientemente, controfigurate con l'hard fanno il loro effetto e danno una marcia in più, tra tutte quella con la Schubert e il nero-che se la sbranava con gli occhi ogni volta che si fermava a fare benzina- nel bugigattolo della stazione di servizio, con la Gemser che la va a spiare dalla finestrella dove Albertini la filma deliziosamente da dietro, in un gustoso piano sequenza, in short e zoccoloni con il tacco, gran pezzo di protohard interraziale, tra le migliori e più eccitanti copule mai girate in un esotico/erotico).

    Parte subito in quarta l'Emanuelle albertiniana , che spesso riesce a dare polvere a quella futura dello zio Aristide, con la meravigliosa porchaggine delle tre dee protagoniste (difficile scegliere tra la Schubert con i capelli corti, una Marchall che è una meraviglia irresistibile, fino alla Gemser al massimo dello splendore e forse nel suo ruolo migliore), tra festini e safari, set fotografici e voglia di sensazioni carnali nere.

    La lussuria possiede le tre femmine vogliose (che sia sete di nero o vibranti passioni lesbo-da segnalare la Gemser e la Schubert che si fotografano, in statuari nudi integralissimi, a vicenda nella meraviglia della savana ben poco violenta, le carezze e i baci languidi a bordo piscina tra la Gemser e la Marchall che fanno eccitare la servitù, e quella bollente-con dettagli hard sulle delizie della pussy-tra la Gemser e la Schubert una volta uscite dalla camera oscura, spiate da Infanti dalla finestra aperta) e il gioco di seduzione monta spasmodico senza mai annoiare.

    E se il paradiso terrestre non è Nairobi ma la Schubert e la Gemser in tacconi sempre pronte alla bisogna che non se ne fanno scappare una, Albertini ci infila nel mezzo pezzi di regia che stanno tra il surreale e l'onirico, con almeno una sequenza mozzafiato, il momento in cui la Gemser spia, masturbandosi, Infanti e la Schubert fare all'amore in camera loro, vedendo, poi, al posto della Schubert, sè stessa.

    Ma non è l'unica, perchè Albertini rincara la dose con il sogno/incubo masturbatorio della Gemser con il capo tribù, la possessione tribale/carnale della Gemser che ha tutti i crismi di uno stupro di gruppo voodoo, fino all'allucinato sesso orgiastico in treno, tra la Gemser che cerca di difendersi agli attacchi infoiati della squadra sportiva con le tutte gialle simil L'ultimo combattimento di Chen, facendola ubriacare dalla coppa con la birra che le scivola su tutto il corpo, con mani che la ravanano dappertutto e occhi che la mangiano viva, che assume i tratti di un incubo stupratorio e che sembra la versione erotico/pornografica dell'onirismo zombesco ferroviario di Una lucertola con la pelle di donna.

    Il resto sono meravigliose location e un tripudio dei sensi che raggiunge il suo obiettivo di libertà sessuale, con battute cultissime (La Gemser intercetta la telefonata tra Infanti e la gelosissima Marchall, lui "Ma mica sarai gelosa di una cannibala!") la Gemser che si vendica dell'offesa razzista facendosi montare da un indigeno a cui ha chiesto un passaggio con la stracultissima affermazione "Fottimi, cannibale, fottimi!", sotto gli occhi di Infanti.

    Altra stoccata è la Schubert che, in estasi, ascolta Don Powell suonare il pianoforte, non potendo fare a meno di toccarsi eccitata, mentre Infanti si sta facendo la barba in bagno e la Gemser controlla, distratta, l'obiettivo della sua Nikormat.

    Unica nota stonata il personaggio pagliaccesco di Venantini, sorta di Salvador Dalì dei poveri, inutile, farneticante e irritante, lontano anni luce dal satanico e folle pseudo Paganini di Free Love

    Già di per sè meriterebbe la visione solo per la tripletta Schubert/Gemser/Marchall (quest'ultima chi la ama la segua, pezzo di femmina di cui si farebbero follie), ma Emanuelle nera è di più, molto di più, che regala, tra l'altro, quella chiusa poetico/surrealista con i ballerini e la dichiarazione di libertà sessuale della Gemser che guarda in macchina, che non sfigurerebbe in un b-movie stregonesco stile La macchia della morte.

    Notevole il dvd della StormMovie, che ripesca la versione hard per l'estero e contiene un corposo booklet di 16 pagine sulla genesi del film, gli anedotti e le curiosità.

    E Albertini non solo può tranquillamente rivaleggiare, almeno quì, con zio Aristide, ma ha i numeri per non essere troppo inferiore all'Emmanuelle di papà Just.

    Curiosamente, in Inghilterra, fu editato in vhs dalla Warner Home Video.
    Ultima modifica: 5/08/21 13:18 da Buiomega71