Arca russa - Film (2001)

Arca russa
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Russkij kovcheg
Anno: 2001
Genere: fantastico (colore)
Note: Aka "Russian Ark", "The Hermitage".

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'Ermitage di San Pietroburgo come un'arca, museo sfarzoso e gigantesco depositario della storia russa (ma non solo) custodita in decine e decine di stanze dove osservare sì le opere d'arte ma anche gli arredamenti, le decorazioni, il lusso di un luogo meta di migliaia di visitatori ogni giorno. Ed è sfruttando l'indubbio fascino dell'Ermitage che Sokurov gira un film per molti versi vicino a un documentario, nel quale una guida uscita non si sa bene da dove accompagna colui che tiene la cinepresa (e che riprende in soggettiva) attraverso le sale, mentre questi si domanda dove e soprattutto in quale epoca, sia finito. Perché il tempo si confonde, in un film in...Leggi tutto cui gli zar si alternano ai turisti di oggi come se cambiando sala potesse cambiare anche l'ambientazione storica. Ma è chiaro che buona parte delle riflessioni saranno in questo caso sempre secondarie alla grande impresa di aver girato l'intero film in un unico piano-sequenza, meravigliando per la capacità di organizzare un numero immenso di comparse e di sapersi muovere superando le difficoltà tecniche (anche se ci vollero tre tentativi falliti prima di arrivare in fondo con il quarto). Un tour de force destinato a mietere consensi ma che lascia l'amaro in bocca per le troppe affinità con ciò che davvero appare come una visita guidata dal non facile coinvolgimento. La descrizione dei quadri, le lunghe lezioni di storia russa sono solo a tratti interrotte da dialoghi di cui peraltro sfugge talvolta il senso, come fossero un corredo superfluo alle immagini, vaghe improvvisazioni in cui spesso guida e “operatore” continuano a ripetersi dove siamo capitati, come ci siamo capitati, chi sono questi e chi sono quelli. Chi si muove tra le sale non vede i due protagonisti tranne rare eccezioni: sono personaggi capaci evidentemente di superare la soglia del visibile senza che però a tale facoltà venga associata una motivazione. Fondamentale è proseguire, non fermarsi mai e non sbagliare, come se l'unica cosa veramente importante fosse quella. E allora ci si chiede se il gioco valga la candela, soprattutto di fronte alla meravigliosa ripresa finale sul mare coperto da fumi bianchi che chiude lasciandoci riflettere sulle potenzialità inespresse del film. Perché va bene lasciarsi rapire dalla bellezza degli ambienti, va bene l'importanza della storia, va bene anche cogliere metafore sulla lenta uscita dal museo tra la folla (che in realtà ricorda tanto le snervanti code di chi all'Ermitage c'è andato da turista e conosce bene), va bene le suggestive danze in costume, ma ciò che resta dopo la visione non va molto oltre quello che un buon documentario potrebbe offrire. Senza piano-sequenza, d'accordo, ma davvero una soluzione tecnica di cui non si può avvertire sempre la forza può condizionare a tal punto un giudizio? Siamo sicuri che se non fosse per quello a molti rimarrebbe nella memoria il film?

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/02/07 DAL BENEMERITO MAGNETTI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/01/16
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Magnetti 21/02/07 17:24 - 1103 commenti

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La storia si svolge fra le sale dell'Hermitage di San Pietroburgo. Immersa nelle bellezze di questo museo, la telecamera si trova proiettata nel 1700 ripercorrendo gli episodi più significativi della storia russa. Fin qui il film potrebbe interessare solo ad un appassionato di storia. La cosa che lo rende unico è che è stato girato con un unico piano sequenza! Per 96 minuti la telecamera non stacca mai! Progetto tanto curato quanto pazzoide, di rara perizia tecnica.

Ammiraglio 30/06/08 13:02 - 150 commenti

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Per davvero apprezzare e capire questo film bisognerebbe conoscere un minimo della storia russa. Il fatto che il film sia un'unica sequenza è davvero notevole (quasi incredibile) data la mole di attori coinvolti. La scena finale del ballo è incredibilmente significativa: rappresenta l'ultimo ballo che realmente si svolse nel palazzo d'inverno, prima della presa del potere da parte dei bolscevichi. A quel punto il nostro protagonista chiede al suo compagno di viaggio di venire via con lui e ottiene come risposta: "io resto qui, addio Europa".

Rebis 8/04/09 17:59 - 2337 commenti

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Incursione a Palazzo dell’Ermitage di San Pietroburgo con un piano sequenza ininterrotto di quasi un’ora e mezza, tra fantasmi del passato e del presente, momenti topici della storia russa, disquisizione d’arte e nazionalismo: stream of consciousness cinematografico che, navigando per libere associazioni tra personaggi singolari e scorci di straordinaria bellezza, riesce a dissuadere il pubblico nel rintracciare un fine ultimo a tutta la pomposa operazione. Parimenti ammaliante o sfibrante (la seconda, per chi scrive) ha un andamento discontinuo e un finale che mira all'allegoria fantastica.

Daniela 9/04/09 14:52 - 12662 commenti

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Particolare esperienza filmica, che prescinde da qualsiasi catalogazione: si resta smarriti di fronte all'abbondanza di particolari ed allusioni storiche (molte delle quali andranno perdute a meno di non avere una certa conoscenza della storia russa), al tour de force tecnico necessario per racchiudere tutto in un'unico fluido piano sequenza, alla meravigliosa bellezza delle sale dell'Ermitage, luoghi incantati la cui immanenza rende ancor più illusori i personaggi che in essi si aggirano come fantasmi. Visione impegnativa ma gratificante.
MEMORABILE: Il gran ballo verso la parte finale

Pigro 19/10/09 08:54 - 9666 commenti

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Attraverso gli ambienti dell'Ermitage (è questa l'arca che preserva il passato russo attraverso il mare del tempo) si incrociano diverse epoche. Il film è una suggestiva sfida tecnica (kolossal con 1000 attori in un unico piano sequenza), ma se si prescinde dal virtuosismo la sostanza è una sfarzosa e superficiale carrellata nella storia attraverso i costumi e i quadri del museo illustrati come in un documentario. Il tentativo di far calare lo spettatore nella storia è frustrato dall'ammirazione per la poderosa prova dell'operatore steadycam.

Belfagor 12/11/10 16:02 - 2690 commenti

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La voce narrante esprime lo smarrimento del singolo di fronte a quell'intreccio di farsa e tragedia che è la storia, uno smarrimento simile a quello dello spettatore davanti a quest'opera ambiziosissima, girata con una tecnica impressionante e dalla visione sicuramente non facile. Per le sale dell'Ermitage si susseguono illusioni e ricordi, imperi e rivoluzioni, tutto cristallizzato nel freddo e nella neve, eppure fluido come lo scorrere ininterrotto della telecamera. Come regista, Sokurov si lancia in un'impresa titanica degna di un folle.
MEMORABILE: Con la maestosa sequenza del ballo si chiude non solo il film, ma un'intera epoca storica: "Addio, Europa".

Cotola 15/08/10 20:23 - 9044 commenti

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Prodigiosa e sublime fantasmagoria registica attraverso la quale Sokurov ci porta, grazie ad un unico piano di sequenza di 90 minuti, all'interno dell'Ermitage facendo conoscere allo spettatore alcune stanze di questo magnifico museo e ripercorrendo alcuni eventi della storia russa. Certo gli intenti non sono chiari (una riflessione su un mondo che non c'è più?), possono anche sembrare fini a se stessi, ma per un volta è bene lasciarsi andare alle meraviglie della tecnica sokuroviana e godersi questo viaggio senza porsi troppo domande.
MEMORABILE: Il ballo e l'uscita della folla (1000 comparse in scena!) dall'Ermitage. Applausi a scena aperta.

Capannelle 8/11/10 11:46 - 4411 commenti

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Un film unico e speriamo rimanga tale. Perché aver licenziato l'addetto al montaggio per realizzare un interminabile piano sequenza non è una gran scelta. Elegante e coraggioso quanto si vuole ma appesantisce un film già difficile per chi non è pratico di storia russa e rischia di perdersi nei mille conciliaboli di puro stampo teatrale. Da segnalare comunque l'impegno nei costumi e nelle scene finali di massa.

Ilmonco 9/11/10 18:55 - 41 commenti

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Solo una parola: imponente. 4500 persone coinvolte, 22 aiuto regista. L'unico film della storia in un unico piano sequenza. È bello anche solo perché è stato concepito, un progetto simile. Ed è maledettamente affascinante. Potrei quasi dire che io all'Hermitage ci sono stato grazie a questa immensa visita guidata tra le epoche dello stato più grande d'europa. E Sokurov finisce con una seuqenza difficilissima (il ballo) che solo un pazzo avrebbe messo in fondo a una piano sequenza di 90 minuti.
MEMORABILE: Come potete giudicare le persone senza aver letto le sacre scritture!

Saintgifts 17/05/12 00:14 - 4098 commenti

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Nel pallinaggio c'è una definizione perfetta per questa opera: "grande esempio di cinema"; questo è il film di Sokurov. Non solo per l'impresa dell'unico piano sequenza, ma per averlo pensato e realizzato non come una mera acrobazia tecnica ma con un senso e in modo da farci leggere un momento di storia in modo diverso e farci capire un'epoca e un ambiente. Oltre alla magnificenza della scenografia e dei costumi, mi ha impressionato l'uscita finale, eleganti fantasmi che se ne vanno ordinati e inespressivi, nell'oblio del tempo e della storia.

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Deepred89 1/08/12 19:28 - 3706 commenti

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Uno delle operazioni tecnicamente più sbalorditive mai viste, che sintetizza in un solo colpo e con grande abilità figurativa (ma i mezzi sono quelli moderni) le intuizioni di Hitchcock e Robert Montgomery: un'ora e mezza di film in soggettiva e senza stacchi di montaggio. La trama (una specie di Midnight in Paris ante-litteram) vede due individui disquisire su arte e società visitando l'Ermitage di San Pietroburgo, attraverso continui balzi temporali (dal 1700 a oggi più o meno). Imperdibile, nonostante qualche intellettualismo di troppo.

Tarabas 30/01/16 14:58 - 1878 commenti

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Come l'astronauta Bowman, anche il narratore si trova fuori dal (suo) tempo, in una passeggiata spaziotemporale dentro due secoli di storia russa (ed europea, suggerisce Sokurov, forse rimpiangendo il fallito tentativo occidentalizzante di Pietro II). Nel fluire del piano sequenza, la magia delle immagini è ammaliante al di là di qualsiasi giudizio sul loro significato, immediato o meno. Paradossalmente, infatti, i momenti didascalici più che spiegare interrompono il misterioso filo del film. Fino al commiato danzante finale. Un addio o un arrivederci?

Rufus68 30/08/18 23:55 - 3842 commenti

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A cosa mira Sokurov? Intende raffigurare la dialettica fra Russia e Europa? È un nazionalista? Un nostalgico reazionario? Oppure un esteta che vuol racchiudere in un preciso spazio (un'arca salvifica) tutto ciò che di bello produssero la Patria e l'Europa per salvaguardarlo dal nichilismo attuale? In tal caso il film, d'eccezionale omogeneità stilistica (il piano sequenza), diviene il testamento d'una civiltà lanciato nel mare dell'Eterno. "È finito, è tutto finito" dice il protagonista, ultimo testimone assieme al regista. Grande Dreiden.

Bubobubo 25/10/18 11:38 - 1847 commenti

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Un film straordinario, quasi metafisico nel suo demolire tempo e spazio in un unico sfarzoso piano sequenza, nel far comunicare tra loro secoli di storia russa in un affresco non consequenziale in cui convivono diplomatici e zar, turisti della contemporaneità e osservatori nostalgici di un'epoca affogata nel suo stesso sangue, sulle note di un ultimo ballo fuori contesto (diretto nientemeno che dal maestro Gergiev). Metterà a durissima prova chi non ama la storia, chi non la conosce e chi non ha la necessaria pazienza di farsi sedurre.
MEMORABILE: Caterina nei giardini; L'ultimo ballo; Il mare dell'oblio su cui è sorretto il Palazzo d'Inverno, prima della presa dei bolscevichi.

Aco 8/11/20 10:32 - 215 commenti

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Immensa opera visuale e visionaria, un affascinante viaggio lungo tre secoli tra le sale dell’Ermitage in compagnia di personaggi storicamente esistiti. Molte le caratteristiche che ne fanno un capolavoro: girato in un solo giorno, in piano sequenza, con ripresa in soggettiva, un numero impressionante di attori e tecnici. Un film che rappresenta una guida al Museo e un testo di storia del Paese, forse pienamente apprezzabile da chi conosce il passato della Russia, ma che non lascia indifferenti.
MEMORABILE: Il gran ballo del 1913 e il dialogo finale tra l’io narrante e il Marchese Astolphe de Custine.

B. Legnani 26/03/24 11:34 - 5532 commenti

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Può un piano sequenza sposarsi in maniera indissolubile alla noia? Sì, se è pretestuoso, costituendo solo un'interminabile, sfiancante, egocentrica sfida realizzativa, per di più persa, visto l'alto numero di attori che, dall'ora di film in poi, guardano vistosamente in macchina, rovinando l'effetto generale. Ovviamente la noia viene anche dalla narrazione, dall'irrisolto dialogo fra narratore e protagonista, dalle non conquistanti parentesi storiche (l'ultimo Zar con la famiglia pare, più che una rappresentazione, una parodia). Molto sforzo, molto sfarzo, risultato molto scarso.
MEMORABILE: L'attrice che fa Anastasia guarda vistosamente in macchina, poi va dallo Zar e gli chiede scusa: fosse stato fatto apposta sarebbe pure divertente.
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  • Discussione Pigro • 10/11/10 23:19
    Consigliere - 1661 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Fotografi perfettamente la situazione ma preferirei che Sokurov mettesse le sue abilità al servizio del racconto. Se il suo ego glielo permette.

    Concordo.
  • Discussione Belfagor • 12/11/10 16:06
    Formatore stagisti - 145 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Capannelle ebbe a dire:
    Fotografi perfettamente la situazione ma preferirei che Sokurov mettesse le sue abilità al servizio del racconto. Se il suo ego glielo permette.

    Concordo.


    Quello di Sokurov è probabilmente ego puro impressionato su pellicola. A modo suo, è uno stile.
  • Discussione Tarabas • 30/01/16 15:05
    Segretario - 2069 interventi
    E' curioso intervenire in una discussione di cinque anni fa. Del resto, il narratore del film discute con un uomo di inizio ottocento, quindi perchè stupirsi.

    Io ho visto il film solo ora e devo dire che, pur privilegiando di norma l'aspetto narrativo dei film, credo che la grandezza di Arca Russa stia nel non averne alcuno.
    Anzi, come ho scritto nel commento, i pochi momenti didascalici, nei quali si tentano delle spiegazioni, in realtà a me pare che non spieghino nulla, facciano solo danno.
    Interrompono un flusso che altrimenti scorre ammaliante. A me è venuto spontaneo il paragone con la fine di 2001. Bowman non è più in nessun luogo e in nessun tempo, mostrarlo in modo razionale e convenzionalmente narrativo sarebbe stato impossibile. Lo stesso credo valga per Sokurov.

    Un'ultima cosa.
    Come quasi sempre, Roger Ebert dice meglio di me quello che avevo provato io.
    Sapendo come è stato realizzato, il film ha un effetto "thrilling" implicito, quando si osservano i complicatissimi movimenti degli attori non si può non partecipare alla tensione e all'ansia della realizzazione "senza rete" delle sequenza (la sequenza, meglio).
  • Discussione Zender • 30/01/16 17:03
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Io trovo invece abbastanza triste che per girare tutto in piano sequenza Sokurov abbia dovuto venire a patti con una semplicizzazione della messa in scena e nelle riprese che a parer mio emergono tutte (non a caso già al quarto tentativo è andato tutto a posto e chiusa lì). Non si contano le sequenze che potrebbero benissimo appartenere a un documentario qualsiasi. C'è gente che guarda in macchina, luci strane sui quadri che sono certo avrebbe potuto girare molto meglio se non si fosse ostinato a girare tutto in ps. Allora capisco di più un Inarritu che in Birdman ricorre al trucco digitale quando serve: per me la tecnica deve essere al servizio del risultato e non il secondo piegarsi alle esigenze eccessive della prima.

    Sono con te che i momenti didascalici facciano solo danno (per quell'effetto doocumentaristico che mi pare stucchevole), ma per il resto il film mi ha ammaliato solo a brevissimi tratti, per qualche buona intuizione nel soggetto e poco altro.
  • Discussione Capannelle • 30/01/16 19:35
    Scrivano - 3514 interventi
    Tarabas ebbe a dire:
    ..effetto "thrilling" implicito, quando si osservano i complicatissimi movimenti degli attori non si può non partecipare alla tensione e all'ansia della realizzazione "senza rete" delle sequenza (la sequenza, meglio).
    Quando avrò vinto la lotteria e non saprò veramente cosa fare nella vita proverò a rivederlo con questo spirito.
  • Discussione Tarabas • 3/02/16 10:03
    Segretario - 2069 interventi
    Capisco entrambi. In effetti, teoricamente mi sarebbe "dovuto" piacere meno, però mi ha fatto una notevole impressione. Purtroppo il master di SkyArte era chiaramente un hd taroccatissimo, sicuramente un sd convertito via software.

    Sulla messa in scena, è vero che la scelta di fondo ha imposto delle semplificazioni, ma va detto che la troupe aveva un solo giorno (con circa mille persone da sistemare), perchè questo aveva concesso la direzione dell'Ermitage.

    Tutto parte dalla decisione "tecnica" (che però a me pare anche fortemente stilistica e teorica). Le conseguenze sono, penso, inevitabili.

    Però capisco perfettamente le tue obiezioni, Zender. Per certi versi le condivido, ma nel giudizio mio finale il fascino prevale.
  • Discussione Zender • 3/02/16 17:11
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Il fatto che avesse un solo giorno mi fa ancor di più pensare alla scarsa lungimiranza del progetto :) Dover girare tutto in pianosequenza pure coll'obbligo di doverlo completare per forza entro un tot di volte mi pare un suicidio artistico non da poco. Davvero non capisco la scelta de pianosequenza. Ad ogni modo è un film che qualcosa ti lascia, indubbiamente.
  • Homevideo Taxius • 23/10/18 15:01
    Addetto riparazione hardware - 181 interventi
    Oggi la CG ha rilasciato un indizio per la nuova Startup che partirà il 25 ottobre e tutti gli indizi portano ad Arca Russa.
  • Homevideo Taxius • 24/10/18 16:53
    Addetto riparazione hardware - 181 interventi
    Annunciata ufficialmente la nuova startup per il film Arca Russa!
  • Discussione B. Legnani • 26/03/24 11:35
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    96 minuti di piano sequenza: un'esperienza terribile!


    Totalmente d'accordo.