Il partigiano Johnny - Film (2000)

Il partigiano Johnny

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Partendo dal celebrato ultimo romanzo di Beppe Fenoglio (incompleto e uscito postumo), il film di Aurelio Chiesa già sa di poter contare su di una fonte altamente rispettata e di qualità, da seguire quindi con attenzione e scrupolo. Selezionato un manipolo di attori giovani validi o comunque promettenti, racconta l'odissea di Johnny (Dionisi), studente di letteratura inglese (che talvolta sentiamo pensare o vediamo scrivere in quella lingua) nelle langhe, territorio del basso Piemonte compreso tra Asti e Cuneo dove il protagonista si unisce a gruppi partigiani descrivendo con buon realismo le giornate di guerriglia - prevalentemente del 1944 - suddivise nel film in stagioni. Utilizzando...Leggi tutto al meglio la freddissima fotografia di Gherardo Gossi, che spinge la desaturazione al limite colorando di un grigio azzurro plumbeo i paesaggi, Chiesa fa parlare poco i suoi personaggi, che sfilano nelle avventure di Johnny tornando di tanto in tanto e lasciando forse il solo Gifuni ad accompagnare il protagonista per buona parte della vicenda. Che viene raccontata in modo frammentario, con ellissi non sempre del tutto comprensibili e scene che spesso sembrano dire molto meno di quello che vorrebbero. L'azione si stempera in fulminei scontri a fuoco, improvvisi, spesso inattesi che fanno bene comprendere come sia stata vissuta (anche dalla popolazione locale) la lotta partigiana. Con le adunate in piccoli paesi, le indicazioni spesso sommarie da seguire, le fughe nei boschi, gli agguati, le solitarie camminate per strade e sentieri in un clima che si fa sempre più gelido col passare dei minuti. Johnny è solo uno dei tanti, dalle idee che non sembrano inizialmente molto chiare ma che lo diventano col tempo, a contatto con la dura realtà, con compagni per i quali non è comunque sempre facile coltivare rapporti di fraterna amicizia, senza donne (un solo personaggio femminile si ritaglia il suo piccolo spazio in una guerra combattuta in prima linea dagli uomini), tra incontri ambigui (il timido disertore impersonato da De Luigi, la spia di Insinna) e le frasi scambiate col comandante impersonato da Amendola. Il cast, ricco di volti noti, è diretto bene e spinto a dare il meglio, a cominciare da un Dionisi particolarmente intenso, dallo sguardo profondo che sa emozionare, ma il tutto sembra fin troppo slegato e poco coinvolgente: si fatica davvero a empatizzarecon i protagonisti. Il lungo peregrinare per lande semidesolate, le tappe nelle case fanno parte di un quadro in cui nulla succede di non sommariamente preventivabile; che questo sia nelle intenzioni originarie del progetto può essere vero, ma resta una freddezza che rischia di confondersi in un didascalismo di maniera, associato a una sceneggiatura in cui non sono certo i dialoghi a segnalarsi per creatività e forza penalizzata oltremodo da un pessimo sonoro che li rende talvolta incomprensibili. E così le due ore si sentono e il film - che pure ha più di una qualità evidente - si adagia nel seguire lo stile ricercato ma un po' piatto dei tanti girati sulla guerra vissuta in chiave di odissea.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/02/07 DAL BENEMERITO FLAZICH POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/03/21
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Flazich 12/02/07 12:08 - 669 commenti

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Film molto coinvolgente per le immagini, per la musica, ma soprattutto per la storia. Il regista, pur trattando un argomento delicato qual è la Resistenza in Italia nella Seconda Guerra Mondiale, non cade mai in banali stereotipi e dipinge i partigiani per quello che sono: persone con le loro paure e le loro debolezze. Johnny, alla fine, come tutti noi del resto, dovrà ricredersi sull'immagine romantica ed eroica che ci si era fatto del "Partigiano". Proprio un bel film.

Mascherato 10/09/08 08:09 - 583 commenti

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Johnny è combattutto tra il suo essere uomo di lettere (il che lo indirezzerebbe a ruoli di comando) ed il suo desiderio di azione. Stilisticamente, allo stesso modo, si passa dal lirismo di alcune sequenze (il bagno del protagonista in un fiume; il suo soffermarsi su di un insetto, poco prima di sparare ad un fascista) al ritmo concitato, fatto di macchina a mano e frequenti tagli di montaggio, che contraddistingue le battaglie. Come se un soldato de La sottile linea rossa piombasse in pieno Salvate il soldato Ryan.

Cangaceiro 26/11/08 20:20 - 982 commenti

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Buon riadattamento cinematografico di un romanzo (incompiuto) di Beppe Fenoglio, ambientato nelle piovose e infangate langhe piemontesi durante la Resistenza. I reiterati tormenti e pensieri del protagonista, sottolineati dalla sua voce fuori campo alla lunga non possono non stancare. Per fortuna a riaccendere l'attenzione ci sono vari combattimenti e rappresaglie ben proposti. Fuori luogo la presenza del coatto Claudio Amendola in un film del genere. Mi piace ricordarla più che altro perché è la prima pellicola sia prodotta che distribuita da Fandango.

Galbo 5/05/10 16:50 - 12399 commenti

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Un commento musicale quantomeno insolito accompagna questa trasposizione cinematografica del romanzo incompiuto di Fenoglio ambientato nei luoghi della guerra partigiana dopo l'8 settembre 1943. Film convincente nella caratterizzazione ambientale e scenografica, meno in quella dei personaggi peraltro interpretati da un cast poco adatto a partire dallo spaesato protagonista.

Disorder 6/12/09 13:41 - 1416 commenti

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Una buona trasposizione, ma non del tutto convincente. Si respira in pieno l'altmosfera da guerra civile di quei confusi anni, lo sbando generale della popolazione e le rivalità fra fazioni dei Partigiani (qui tratteggiati come guerriglieri moderni, cosa che in effetti erano). Qualche dubbio invece sui personaggi: a parte il romanissimo Amendola nel ruolo del generale Nord, non c'è spessore alcuno nei personaggi di contorno. Convincente a metà.

Cotola 27/01/10 23:37 - 9052 commenti

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Impresa improba quella di tradurre in immagini il capolavoro di Fenoglio. Il risultato però è buono e superiore alle aspettative. Certo la peculiarità dell’opera scritta (il plurilinguismo) si perde, ma il regista ha fatto un ottimo lavoro nonostante la sua pellicola, che nell’insieme regge, perda qualche colpo qua e là. Buona la prova di Dionisi.

Vanadio 2/05/10 14:09 - 105 commenti

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Tempo perso guardarlo. Lento, noioso, dai personaggi "piatti" ma soprattutto con un protagonista deludente come Stefano Dionisi, che parla con forte accento romanesco e quando legge in inglese (!) è del tutto incomprensibile. Musiche nevrotiche, con un violino particolarmente fastidioso. Di film sulla guerra e sulla Resistenza ne sono stati fatti tanti, pochi però malriusciti come questo. Per fortuna nel finale c'è la consolazione tanto attesa dallo spettatore.

Enzus79 17/09/10 16:48 - 2902 commenti

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Purtroppo credo che Chiesa abbia parzialmente raggiunto l'obiettivo che si prefissavano i fan di Beppe Fenoglio. Non che il film sia brutto, anzi, ma mi ha poco coinvolto e la storia sembra più intricata di quel che è. Scontato dirlo, ma di tutto il cast salvo solo Dionisi.

Nando 21/09/10 01:24 - 3816 commenti

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Una storia tratta da un romanzo incompiuto di Fenoglio, che mostra la lotta partigiana in maniera cruda, si vede la fame, la miseria e la lotta per ottenere uno spiraglio di vita. Un valido Dionisi interpreta una parte convincente, d'altronde la storia partigiana è fatta di racconti e questo merita tutta la cognizione.

Tarabas 21/09/10 11:37 - 1878 commenti

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Studente di letteratura, ufficiale sbandato dopo l'8 settembre, Johnny si unisce alla resistenza, ma i suoi ideali un po' ingenui vengono messi a dura prova dalla quotidianità della guerra. Chiesa sceglie un registro fotografico crudamente realistico, contrappuntato da inquadrature e musiche stranianti, a sottolineare l'isolamento del protagonista da una realtà a cui cerca di appartenere senza riuscirvi del tutto. Cast di contorno notevole ma non troppo sfruttato. Interessante.

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Pigro 7/12/10 10:07 - 9672 commenti

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La terra, il suo odore, il fango, la neve: è la fisicità delle Langhe a prendere qui il sopravvento accogliendo il disagio prima esistenziale che politico del giovane partigiano, finito in una lotta antifascista che è prima di tutto ricerca di sé. Il connubio tra introspezione personale e natura ostile-amica è ben accompagnato da una scelta espressiva antinaturalista che ha punte d'eccellenza nella fotografia livida (quasi proiezione della visione soggettiva di Johnny) e nella musica di Balanescu (quasi proiezione del nostro sguardo straniato).

Gaussiana 25/04/12 17:02 - 121 commenti

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Pioggia, fango, nebbia e neve segnano la vita dei partigiani che si rifugiarono sulle Langhe contro quella che all'epoca sembrava l'invincibile potenza nazi-fascista, a combattere una guerra senza speranza, a fuggire per aver salva la vita tra le colline. Trasposizione del romanzo di Fenoglio, è un buon film sul coraggio e la disperazione dei partigiani, senza eroismi se non quelli di chi si è trovato costretto a prender parte ad una guerra che non voleva e a viverne gli orrori.

Vitgar 22/04/15 12:32 - 586 commenti

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Decisamente meglio il libro. Il film soffre di una certa lentezza narrativa e dell'inconsistenza emozionale delle interpretazioni. Il Johnny del romanzo ha uno spessore ben diverso da quello del film. Le ambientazioni sono comunque buone e anche l'uso dei colori, a volte a rasentare il bianco e nero, contribuisce a conferire una certa drammaticità. Particolare la colonna sonora di Balanescu, ricca di spunti minimalisti.

Anthonyvm 20/07/23 18:43 - 5705 commenti

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Dall'incompiuto romanzo di Fenoglio, Chiesa trae un dramma storico ben ricostruito e interpretato, perfettamente incorniciato dagli splendidi paesaggi langaroli attraverso le quattro stagioni che precedettero la fine della guerra. Il regista adotta un buon equilibrio fra introspezione psicologica e rappresentazione dell'attività combattiva, ma non riesce a incanalarle entro gli argini di un valido crescendo tensivo, diluendo così il pathos in una narrazione ripetitiva e complessivamente statica. Probabilmente non si poteva fare di meglio, ma al di là del pregevole look rimane poco.
MEMORABILE: E Johnny prese il fucile; Sparando sulla caserma dei carabinieri; L'incontro con il venditore di pelli; Il finale con triste didascalia conclusiva.

Reeves 20/09/23 08:05 - 2226 commenti

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Modesta trascrizione cinematografica di un romanzo che Fenoglio non ha mai terminato ma che è comunque considerato uno dei suoi migliori. Purtroppo questa Resistenza un po' olegrafica (vedi la scena iniziale, non credo che i partigiani marciassero cantando) appare piuttosto irritante e molti interpreti non sono all'altezza; così come la regia, lenta e scolastica.
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  • Discussione Kaciaro • 8/02/10 19:56
    Galoppino - 506 interventi
    bel film ben girato, mette in luce tutte le sfaccettature di una storia che e' troppo importante per dimenticarla, bravo Dionisi
  • Musiche Caesars • 9/02/10 08:34
    Scrivano - 16812 interventi
    Colonna sonora del grande Alexander Balanescu.