Volevo fare altro, poi quell'intro a base di Wolfestein 3D mi ha preso all'amo. Sandra Bullock nel ruolo del fu Mattia Pascal versione hacker è brava e anche sensuale quando mostra la pelle al chiaro di luna sul motoscafo. I dettagli informatici, se non realistici, sono abbastanza credibili (ma gli indirizzi IP non superano il 255). E il thriller ha decisamente i tempi giusti; non è un filmone, eh. Ma si lascia apprezzare.
Il furto d'identità, le terribili potenzialità di un mondo informatizzato (quindi sempre più virtuale e meno reale) ed altre interessanti considerazioni limitrofe all'ego dell'individuo ne fanno un film di certo interesse, che travalica il puro divertissement. Sandra Bullock, poi, è di un bello raro nei panni della vittima e recita, come sempre, con convinzione donando la giusta dose drammatica al suo personaggio. Il regista ha talento (ed una nutrita filmografia) ma a tratti l'eccessiva lentezza della sceneggiatura si manifesta... inattesa.
Tra i primi film ad esplorare il potenziale negativo della rete, The Net, pur non essendo un capolavoro, si lascia guardare piacevolmente. Ben diretto da I.Winkler, è infatti un thriller efficacemente strutturato con una (inquietante) credibilità di fondo della sceneggiatura, vede nei panni della protagonista una brava e bella Sandra Bullock, attrice sovente mal utilizzata dal cinema. Il limite del film è forse in qualche momento di pausa nel quale affiora la noia; nel complesso tuttavia un film godibile.
Una analista informatica scopre l'esistenza di un programma che non doveva scoprire, e in breve è braccata da criminali senza scrupoli. Classico film della serie un uomo solo (in questo caso una donna) al centro di un complotto senza via di scampo. Il ritmo e la sensazione claustrofobica sono resi bene, ma le premesse e i meccanismi del complotto sono basati su una tale inverosimiglianza da rendere la storia una pura favola, oltrretutto senza una particolare originalità da un punto di vista narrativo e cinematografico.
Io non lo considero particolarmente riuscito. Come thriller non è nulla di nuovo, e infatti questotipo di trama si è vista e rivista e la Bullock offre un'interpretazione appena sufficiente. La storia non offre gran suspence... Insomma, da evitare (almeno per me).
Sandra Bullock riesce a stupire in un buon thriller soprattutto grazie all'ottima regia di Winkler che riesce a mentenere una buona dose di suspance fino alla fine. Dallo scambio d'identità al rischio di essere uccisa, la trama è apprezzabile, impreziosita inoltre da un notevole cast di contorno. Piacevole, da vedere.
Di questo film si salva solo la lungimiranza nell'anticipare il controllo della informatizzazione sulla vita sociale. Per il resto Rapporto Pelikan docet, solo che qui la protagonista non ha un partner fisso a difenderla e quindi tende al "fuggitivo". Il ritmo c'è, innegabilmente, ma la reiteratezza delle dinamiche lo rende un copymovie.
Il contenuto vale molto più della forma. Il grido d'allarme riguardo all'inarrestabile quanto pericoloso progresso informatico capace di spersonalizzare e isolare l'individuo arriva forte e chiaro, con acuti e funesti vaticini in vantaggio sui tempi. L'opera è meritoria solo per questo. La rimanenza non offre niente di buono, con una sceneggiatura incongrua e piena di buchi, scene movimentate goffe e inefficaci oltre ad un cast insignificante, dove tra un manipolo di sconosciuti spicca solo un'acerba ma volenterosa e credibile Sandra Bullock.
Thriller non originalissimo nel soggetto ma che ha almeno il pregio di affrontare alcune problematiche legate al potenziale negativo della rete. Sandra Bullock, praticamente quasi unica attrice, si carica tutto il peso del film sulle spalle. E lo fa anche egregiamente. Peccato che a momenti di buona tensione si alternino lunghe pause inutili e noiose. Qualche ingenuità nel costrutto e in alcune soluzioni informatiche non inficiano la qualità del prodotto finito. Da segnalare l'intervento anti-virus sul famoso gioco di allora Wolfenstein 3D.
Film non male, visto praticamente per caso e senza voglia (all'inizio). E il suo pregio è proprio questo: una volta iniziato risulta avvincente. Il punto forte è il personaggio interpretato dalla Bullock (brava) che nella sua solitudine trova la forza di lottare contro un "mostro" mille volte più grande di lei e che peraltro rimane nascosto dietro al video e al Pi Greco (i cattivi si vedono poco). Una buona rappresentazione, insomma, del pericolo che si cela nella rete. Senza picchi e senza noia si arriva soddisfatti fino alla fine.
Film avveniristico per l'epoca (1995) sulle insidie derivanti dalla diffusione della rete. La trama è sicuramente un po' forzata e, in alcuni casi, poco verosimile, ma raggiunge il suo scopo riuscendo a creare un senso di inquietudine nello spettatore. Sandra Bullock, molto bella, interpreta bene il ruolo di una tecnica informatica ingenua e un po' persa. Colonna sonora dell'ottimo Mark Isham.
Non un capolavoro ma un film avvincente, uscito nel periodo in cui i pc stavano arrivando in tutte le case (il 1995 fu un anno d'oro, per Microsoft) e contemporaneamente si diffondevano le prime paure relative a internet. Sandra Bullock è brava, c'è poco da dire e lo aveva appena dimostrato in Speed, la storia raccontata - seppur poco verosimile - ha la giusta tensione. Ne verrà girato un sequel nel 2006. Godibile.
Un buon thriller che da una parte può sembrare piuttosto ingenuo ed esagerato ma dall'altra si rivela in netto anticipo sui tempi. Girato nel 1995 quando Internet era agli albori e i social erano delle semplici chat, il film centra in modo molto preciso temi attualissimi anche nel 2018: la riservatezza e il controllo dei dati personali nel web. Abbastanza improbabile la protagonista (Sandra Bullock non ha nulla della nerd), ma il film rimane ugualmente godibile.
MEMORABILE: Il Macintosh infetto da un virus contestualizza l'epoca. Siamo negli anni 90, prima del ritorno di Jobs. La mela è ancora a strisce colorate.
Discreto thriller a tema virtuale, decisamente datato se visto al giorno d'oggi (all'epoca della produzione il mondo del web era materia piuttosto oscura ai più, le ingenuità in questo senso si sprecano), ma che garantisce quel sufficiente intrattenimento da seconda serata disimpegnata. Azzeccata la Bullock, non particolarmente incisivo il resto del cast. I colpi di scena non sorprendono più di tanto (qualche buono che si rivela villain), ma le scene di suspense sono ben gestite e, se non si hanno pretese, il risultato finale non delude.
Discreto, nonostante un inizio poco promettente e una trama tutto sommato prevedibile, il film si lascia seguire. Un po' perchè la regia di Winkler è buona e la seconda parte offre interessanti momenti di tensione, un po' perchè la Bullock è in parte (sempre più a suo agio in thriller come questo che nelle commedie che l'hanno resa famosa). Anche il villain è caratterizzato benino, così nonostante una sceneggiatura che non evita banalità si arriva alla fine senza problemi.
Winkler lo avevamo già visto all'opera nel sottostimato Indiziato di reato con De Niro; qui è alle prese con un tecno-cyber-thriller in cui troviamo Sandra Bullock contro tutti. "Larger than life" - eccessivamente - ma con dei momenti interessanti, soprattutto quelli ispirati alla vocazione on-the-road del prodotto. Comunque pellicola al passo coi tempi, visto che è uscita nell'estate in cui è stato commercializzato Windows 95.
Uno dei primi film a interessarsi al mondo complesso di Internet e al furto di identità, il suo "dovere" lo fa, intrattenendo cioè e facendoci mantenenre sempre un discreto interesse. Buone le scene d'azione, dirette da un regista, Irwin Winkler, che viene da tutt'altro genere. Sandra Bullock è apprezzabile più in versione originale che doppiata. Davvero mediocre la colonna sonora.
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