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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Horror patinatissimo dalla factory spagnola di Brian Yuzna. E proprio in Spagna (più precisamente nella Galizia di metà Ottocento) il film è ambientato; siamo nei pressi della foresta, in un paese in cui d'improvviso si moltiplicano i decessi altribuibili sempre alla stessa mano: alle vittime viene tolto il grasso (forse per farne dei saponi, ipotizza chi si occupa delle indagini) e ciò che resta non è certo un bello spettacolo. Si tratta di una storia realmente accaduta (come specificano i cartelli finali) e il primo indiziato è tale Manuel Blanco Romasanta (un luciferino Julian Sands), viandante dall'aria ambigua e di ignota provenienza. Lo accoglie...Leggi tutto in casa una bella giovane (Elsa Pataki) ma le spariscono le sorelle. Bella riconoscenza! D'altra parte il regista Paco Plaza sembra molto più interessato all'immagine che alla coerenza della sceneggiatura; tanto che l'affascinante trasformazione da lupo a uomo del protagonista è solo un’evidente concessione al pubblico horror e mal si sposa alle pretese di realismo e di indagine sulla schizofrenia. La luna piena del titolo italiano (l'originale è un più chiaro ROMASANTA, LA CAZA DE LA BESTIA) c'entra comunque poco, perché dei tanti luoghi comuni riconducibili ai licantropi è il meno presente in assoluto. Una buona confezione, una fotografia eccellente, ma un'inconsistenza di fondo che penalizza l'insieme trasformando il tutto in un vuoto esercizio di stile o poco più. Peccato, perché l'ambientazione era suggestiva e alcuni personaggi sembrano avere la profondità necessaria. Potenzialità inespresse.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/06 DAL DAVINOTTI
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Undying 14/06/07 17:16 - 3807 commenti

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Salto nel vuoto della Fantastic Factory che confeziona, per la regia di Plaza, un insipido film ispirato ad un fatto (reale) di licantropia, avvenuto nella galizia del 1700. Ciò che più nuoce al film è la conduzione di tipo televisivo e l'indecidibile strada che intende percorrere lo sceneggiatore: uomo lupo o malato mentale? Julian Sands nei panni del licantropo ricorda Il Fantasma dell'Opera di argentiana lettura, e questo non è un complimento... Malaticcio.

Herrkinski 15/07/08 21:28 - 8112 commenti

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Buona confezione, regia appassionata, un Sands (seppur parecchio invecchiato) magnetico e ben calato nella parte, per questo horror psicologico a sfondo licantropico. Ispirato a una storia vera, che viene ben sviluppata e riesce a non annoiare, nonostante la fotografia patinata sia prettamente televisiva. Bisogna comunque lodare la professionalità dell'operazione e il coraggio della Pataky, che si mostra in una scena decisamente "hot" con Sands e si conferma nuova star del cinema di serie B.

Mascherato 22/07/08 10:48 - 583 commenti

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La confezione è elegante (come il primo lavoro di Plaza, Second Name, e non come quelle cialtronate realizzate, in casa Filmax, da Yuzna -Faust- Stuart Gordon -Dagon- e Jack Sholder -Arachnid-), ma sotto c'è ben poco se non l'incredibile curiosità che la vicenda narrata si ispira a fatti realmente accaduti in Galizia a metà XIX secolo ed un clamoroso blooper storico con uno scienziato algerino che disserta di teorie lombrosiane (senza citarlo mai, ad onor del vero) in materia di antropologia criminale, ben 25 anni prima della pubblicazione di L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia...

Daniela 24/02/09 14:09 - 12662 commenti

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Ispirato ad una vicenda di cronaca avvenuta in Galizia a metà dell'Ottocento, racconta la vita di Manuel Romasanta, colpevole di una serie di brutali delitti, spiegati dalla scienza come conseguenza della particolare forma di malattia mentale di cui era affetto, la licantropia. Horror di una certa eleganza figurativa, ma piatto e senza molto interesse, a parte la curiosità storica del fatto. Elsa Pataky ha la grazia sinuosa di una modella preraffaellita mentre Sands si impegna ma resta attore modesto. Meglio di lui il massiccio John Sharian.
MEMORABILE: La corsa della carrozza il fiamme.

Ciavazzaro 22/03/09 11:56 - 4770 commenti

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Nulla di incredibile, ma più che discreto. Tralasciata la trasformazione da licantropo a uomo inutile ai fini della storia (visto che si legge tratto da una storia vera, la trasformazione centra come i cavoli a merenda). Julian Sands offre una buona interpretazione, la parte giudiziaria è un pochino frettolosa. Di intrattenimento sicuramente, ma nulla di più.
MEMORABILE: Le scene nel bosco, il ritrovamento dell'orecchino.

Myvincent 28/05/11 11:26 - 3741 commenti

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Ispirato ad una storia vera (o presunta tale), il film narra di una vicenda di licantropia nella Galizia di due secoli fa. Per la prima volta assistiamo ad una trasformazione di un lupo in un essere umano. Il racconto procede con una vena melodrammatica, quasi romantica, ma qualcosa, negli intenti del regista s'inceppa e non fa in modo di farlo sviluppare appieno. Julian Sands al solito a suo agio nei panni dell'uomo lupo, Elsa Pataky dalla fiera bellezza.

Rigoletto 30/12/18 13:59 - 1786 commenti

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Misteriosi omicidi scuotono una località della Galicia, le autorità si mobilitano ma sui corpi ci sono dei segni particolari. La storia, basata su un fatto realmente accaduto nella Spagna del XIX secolo, è di quelle che dovrebbero far sussultare il pubblico, forte della sua matrice autentica, ma l'unica cosa che riesce a partorire è qualche sbadiglio e diverse occhiate verso il liberatorio "The End". Anche reclutando il grandissimo Julian Sands (che pure, in storie come questa, da il meglio di sé) non se ne è tratto alcun giovamento.

Lupus73 8/03/20 17:38 - 1494 commenti

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Tra gothic horror e dramma, il film è ispirato alla storia vera di tal Romasanta della Galizia, processato per delitti commessi per "presunta" licantropia. La confezione è buona, la fotografia ottima, gli SFX anche (una riuscita trasformazione analogico/digitale da lupo a uomo); quello che non convince è la prima metà, con sceneggiatura piuttosto nebulosa e alcune scelte della regia che indirizzano fiaccamente il film verso il dramma sentimentale proprio quando sarebbe stato necessario un dinamismo più vigoroso. Anche il risultato finale rimane in un limbo di incertezza.

Minitina80 28/11/23 21:15 - 2984 commenti

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Nonostante le buone premesse e alcune scelte indovinate, non si riesce a trovare il picco vincente di questa pellicola su Romasanta. Le ragioni si possono trovare nei mancati approfondimenti, psicologico dei personaggi e della licantropia, intesa come malattia mentale. Procedendo a rilento, inevitabilmente il film finisce con perdere il ritmo e annoiare. La trasformazione da lupo a uomo è ben riuscita, ma appare una concessione a chi ama questo genere di cose. Non è da buttare via, ma si attesta nel più tipico anonimato, la cui principale conseguenza è l’oblio.

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