Mondo trasho - Film (1969)

Mondo trasho
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Mondo trasho
Anno: 1969
Genere: comico (bianco e nero)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il primo lungometraggio del profeta del trash americano John Waters è già sintomatico (fin dal titolo) dello spirito iconoclasta e anticonformista che pervarrà ogni sua opera futura. In aggiunta (a causa anche dell'assenza della presa diretta) MONDO TRASHO è un manifesto di cinema sperimentale, di fatto muto e commentato da un mix pazzo di musica classica e brani pop, suoni strani e frasi spezzate. Mary Vivian Pearce, che inizialmente pare la protagonista assoluta, se ne va per le strade di Baltimora incontrando, al parco, un feticista innamorato dei suoi piedi che portatala in un boschetto comincia a sollazzarla leccandole le estremità mentre lei, estasiata, sogna...Leggi tutto Cenerentola con la musica alternata ad ansimi d'amore. Riavutasi parzialmente, finirà sotto la Cadillac di Divine (il grasso travestito icona del cinema di Waters) che la sbatterà su una sedia a rotelle (lei è priva di conoscenza e così resterà fin quasi alla conclusione) portandosela dietro a visitare manicomi, ospedali popolati da medici folli e via dicendo. Un viaggio muto attraverso l'America underground, contrappuntato da un bianco e nero molto povero e da scene incredibili (vedere il maniaco che sgozza galline in apertura, per capire). Waters ha ancora poca consapevolezza dei propri mezzi e qualche lungaggine si potrebbe evitare (la matta che danza al manicomio va avanti per cinque minuti buoni!), ma nel complesso MONDO TRASHO si fa apprezzare per quello che è: un coraggioso documento (artefatto, è ovvio) di un'America che in pochi hanno visto ma che esiste, condito da bizzarrie assortite.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/06 DAL DAVINOTTI
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Giùan 24/10/12 18:41 - 4537 commenti

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Primo lungo diretto da Waters e programmatica dichiarazione d'intenti, fin dal titolo, di un modo di vedere-filmare la provincia americana. Eccoci così sul set po(st)p-apocalittico di Baltimora, marginale per scelta di luoghi (campi, parchi, porcilaie) e protagonisti (travestiti, trans, feticisti, mad doctors, manicomiali da camicia di forza), di fronte al totale azzeramento dei codici cinematografici, assimilabile più a una operazione pasoliniana (vedi anche la rappresentazion del sacro) che alla Russ Meyer. Brillante farneticamento con materiali di risulta.
MEMORABILE: Le musiche; La scena dell'amplesso feticista; La pazza che balla il frenetico tip tap; Le ultra fantozziane apparizioni della Madonna.

Matalo! 1/12/14 21:47 - 1378 commenti

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Accozzaglia di immagini ritagliate dal non regista Waters, grande Impertinente e grande Supponente. Autore con due idee in testa e tanto benessere da passare i pomeriggi a provocare la gente. Mondo trasho è il primo camp dell'autore e vede Divine e la Pearce muoversi tra fotogrammi scalcinati e ritmi da "I'm a juvenile delinquent". Tolta la provocazione resta il peggio. Il traghettare a Hollywood del regista denuncerà tutti i suoi limiti e la vacuità degli strumenti trasgressivi. Come sempre grande la Divine/Jayne Mansfield.
MEMORABILE: L'intervento chirurgico del "dottor" Lockary in una casa ammobiliata girato con tecniche che Ed Wood avrebbe giudicato preistoriche...

Schramm 8/01/17 17:34 - 3490 commenti

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Dal primo frame, patti ambigui e inimicizia lunga: caro spettatore, la gallina che decapito, la monnezza colmante il bidone, gli scarafaggi raccatta-briciole, sono tuoi sosia. Franco tiratore sottozero in condotta e più deflattivo ancora in profitto e fierissimo d’esserlo, Waters si lancia alla garibaldina contro ogni aula magna, come un gremlin tutto cut-up comportamentali. Ipomaniaco, forastico, fa cadere a scappellotti sulla nuca corone d’alloro di laureati. Mare aperto senza boe né fari, scapocciato come un sonniloquio, ma come questo non privo d'una sua pur evanescente logica interna.

Anthonyvm 27/04/22 16:07 - 5637 commenti

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Poco "mondo" ma parecchio "trasho" il primo vero lungometraggio di John Waters, forse la sua opera più sguaiata e sovversiva in termini di filmmaking: inquadrature sgradevoli, bianco e nero poveristico, audio rimpiazzato alla rinfusa da stralci di canzoni e occasionali doppiaggi fuori sincrono, nessun appiglio narrativo cui aggrapparsi e frequenti tuffi nel cattivo gusto (ma ai successivi appuntamenti si farà di peggio). Trip visionario e anarcoide, che riesce a mutare la sregolatezza tecnica e l'acerbità artistica in tocchi di stile. Forse un po' annacquato, ma istintivo e sincero.
MEMORABILE: Foot fetish all'aria aperta; Autostoppista nudo; Divine e la bionda investita; Vergine Maria; Trapianto di piedi; Teletrasporto tipo Il mago di Oz.

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  • Discussione Undying • 23/04/10 20:04
    Risorse umane - 7574 interventi
    Dopo lavori circolati in zone limitate (Baltimora), tipo Eat Your Make-Up (1968), Mondo Trasho figura come prima pellicola, firmata da John Waters, ad avere avuto distribuzione capillare sul territorio americano: esce prima a Provincetown, quindi a New York e poi a Los Angeles.

    Mondo Trasho viene realizzato a budget contenutissimo, solo duemila dollari, e sancisce il sodalizio "artistico" tra Glenn Milstead (ribattezzato, dallo stesso Waters, come Divine in omaggio al travestito protagonista di Nostra signora dei fiori di Genet) e l'iconoclasta regista, autoproclamatosi "cineasta dello schifo in trentacinque millimetri".

    Sull'importanza del titolo, basterà ricordare che recensendo Fellini Satyricon, una critica americana - Pauline Kael - arriva a definire il film come Mondo Trasho di Fellini.
    Ultima modifica: 23/04/10 20:06 da Undying
  • Discussione Schramm • 7/01/17 16:27
    Scrivano - 7694 interventi
    zendy quanto riportato nelle note non è propriamente vero. per quanto in misura nettamente inferiore alla norma, alcuni dialoghi fanno qua e là capolino. diciamo che è a tratti una pantomima, anche ben riuscita, del muto. in ogni caso credo sia il waters che più di tutti mi ha tolto la sedia da sotto il culetto. non ha una struttura, eppure ce l'ha, astutamente criptata, nascosta, decodificabile a piacimento. non sembra avere una forma, eppure prende forma. va dalla a alla z come la linea di un elettrocardiogramma impazzito, eppure va dalla a alla z. il senso di quanto si percepisce è intermittente come un neon. riesce davvero a restituire la grana e la portata del linguaggio onirico. peccato che il suo cinema, dopo, non sia mai più stato così scelleratamente scapocciato.
    Ultima modifica: 7/01/17 16:29 da Schramm
  • Discussione Zender • 7/01/17 17:39
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Ok, probbailmente lo scrissi all'epoca dell'inserimento. Quell' "in pratica" in effetti non è molto chiaro :) Cancellate le note.