Ormai specializzatosi in film sulla realtà virtuale, Brett Leonard (già regista del celebre IL TAGLIAERBE) semplicizza la teoria per concentrarsi sulla pratica. Un soggetto strminzito e povero, in poche parole, fa da base a un film d'azione in cui la trovata della realtà virtuale viene utilizzata più che altro per dar vita a un killer spietato e indistruttibile capace di autorigenerarsi. Un modo come un altro per sfoggiare qualche discreto effetto speciale e prendersi allegramente gioco dei limiti consentiti ai comuni mortali. Sid 6.7 (un Russell Crowe conciato quasi alla Max Headroom...Leggi tutto e doppiato da noi con voce da cartoon) se ne esce dal computer in cui vive e si proietta nella nostra realtà proseguendo a uccidere come faceva all'interno dei circuiti. A contrastarlo ci prova il solito poliziotto eroico (un Denzel Washington assolutamente sprecato), che capisce l'indole del suo avversario (il quale vive con lo scopo di farsi riprendere da quante più telecamere è possibile mentre uccide) e finirà col confondere il piano virtuale e reale in un finale scoppiettante ma deludente. Così come deludente è l'intero film, che pare scritto da un bambino e sa divertire solo con l'eccentricità di un Russell Crowe giovane ma già dotato. L'inconsistenza di fondo è evidente, l'azione carente nonostante i buoni mezzi a disposizione. Le postazioni attraverso le quali accedere al mondo virtuale ricordano - in peggio - IL TAGLIAERBE; la prima parte manca di grinta e di inventiva, la seconda è poco meglio. Epilogo fiacchissimo. Il cyber-universo meriterebbe rappresentanti più validi, a Hollywood. Sceneggiatura davvero patetica.
Così così. Un cast con due bravi attori (Washington e Crowe) in un film di fantascienza che non riserva molte sorprese. Uno dei pochi effetti grafici riusciti è quello in cui Crowe (criminale resuscitato attraverso un sistema di computer) si taglia un dito per provare la sua invincibilità.
Erano gli anni in cui imperversava la realtà virtuale e la filosofia cyberpunk e ovviamente il cyberspace. Film quindi figlio del suo tempo, per cui risulta oggi un po' datato. Se questo cyber-thriller non è finito nel dimenticatoio lo si deve al fatto che è il primo film americano di Crowe (qui gigione all'inverosimile). Tanta carne al fuoco (la RV, critica alla violenza tv) per uno spettacolone pasticciato pieno di buchi, illogicità e con un assunto già tendente di suo al demenziale. Confezione patinatissima e pochi sussulti. Non male il cast secondario.
Tanti difetti per questa pellicola e non solo in termini di sceneggiatura. Sicuramente è un film che a tratti diverticchia ed ogni tanto offre qualche spunto gradevole. Interessante la parte di Crowe, più sottotono invece Washington. Ci si può dare un'occhiata.
Credo che Crowe non ami ricordare questo suo esordio americano... basta pensare che nasce nudo (e fin qui niente di strano) uscendo da un carciofo. I baccelloni però non c'entrano, siano nel campo della realtà virtuale manipolata da scienziati tanto abili quanto pasticcioni e peurili. Pretesto artificioso assai per movimentare la solita caccia di un (ex)poliziotto con TRAUMA ad un serial killer non solo bastardissimo ma pure auto-rigenerante. Qualche bella faccia di contorno non basta a salvare il guazzabuglio. Bah!
Un pasticcio. Dopo un esordio curioso, si vede l'esterno di un carcere. Si pensa a 1997 di Carpenter e dopo due minuti c'è un duello tipo Madison Garden. Poi una creatura extraforte uccide il suo "paparino" e si assiste a un'incredibile riedizione ("in pejus", ovviamente) di Blade runner, culminante in una sfida sui tetti, con tanto di salti nel vuoto. Finale mediocrissimo, con mancata vittima iper-prevista. Washington sciupato, Crowe in un personaggio involontariamente ridicolo. Mia colpa grave: non m'ero accorto che c'è Traci Lords...
Secondo capitolo di Leonard, della sua personalissima trilogia sulla virtualità e sul cyberspazio (Il tagliaerbe e Feed) che però convince poco o nulla. Una sceneggiatura sciatta con molti plot-hole aggiunta ad una regia troppo leggera ed insicura ne fa sicuramente un film evitabile. Due stelle a confronto, di cui una già navigata (Washington) e l'altra semi esordiente (Crowe) usciranno entrambe sconfitte da una caratterizzazione forzatamente incollatagli addosso. E non per colpa loro, visto che si rifaranno dopo 12 anni con American gangster.
Non mi è dispiaciuta, questa commistione di fantascienza e action. La trama è abbastanza originale e il ritmo molto elevato, così che è quasi impossibile annoiarsi. Gli effetti speciali sono scadenti ma le scene ben orchestrate e il confronto Washington-Crowe è divertente, soprattutto grazie alla performance sopra le righe del secondo. Non male nemmeno il cast secondario. Convenzionale la regia.
Un software per esercitazioni virtuali unito alla nanotecnologia produce un criminale apparentemente inarrestabile. Le premesse sono buone ma lo sviluppo non azzarda mai una deviazione dalla solita storia del poliziotto caduto in disgrazia che cerca di redimersi (Washington fa quel che può in un ruolo così stretto), e anche gli effetti speciali lasciano a desiderare. Almeno Crowe, qui al suo esordio negli USA, sembra divertirsi come gigionissimo antagonista mangiatore di vetro.
Brett Leonard HA DIRETTO ANCHE...
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