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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
SPARTAN è uno di quei film nei quali il regista (qui anche sceneggiatore, visto che parliamo del contorto David Mamet) sembra divertirsi un mondo a far procedere la storia confondendo le acque il più possibile: ci mostra personaggi ambigui impegnati a fare cose di cui fatichiamo a comprendere il significato, militari o agenti segreti che si scambiano frasi per noi spesso oscure. Per farci capire che in fondo stiamo semplicemente seguendo le imprese di un agente (Val Kilmer, cui il soprannome di "lceman" affibbiatogli in TOP GUN calza ancora a pennello) deciso a recuperare anche da solo la figlia di un importantissimo uomo politico...Leggi tutto rapita da loschi arabi usi alla tratta delle bianche, Mamet ci mette una vita, sovrastrutturando la storia con mille particolari fuorvianti. Se quindi siete tra coloro che amano le sceneggiature lineari, o magari complesse ma ben spiegate, lasciate perdere. Se invece amate lasciarvi trascinare nel caos turbinante dello spy-thriller complicato da sottotrame fantapolitiche SPARTAN è il film che fa per voi, perché in fondo è ben recitato, sa a modo suo coinvolgere, è teso quanto basta e non indulge in propaggini romantico commerciali di sorta regalando pure qualche bel colpo di scena. Oltretutto è ottimamente musicato da Mark Isham e sa interpretare al meglio lo stile sincopato, virtuosisticamente montato del cinema di questi anni. Può bastare? Forse sì, se non chiedete niente di originale e vi accontentate di quello che passa il convento. Di certo limitare troppo compiaciuto ermetismo non avrebbe guastato. Il titolo fa riferimento all'epoca di Leonida solo a causa di una similitudine citata estemporaneamente nel film.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Rambo90 - Quello che si dice un buon film:
Furetto60 - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Pol, Supercruel, Galbo, Tarabas - Mediocre, ma con un suo perché:
Daniela
Non mi ha pienamente convinto questo "Spartan". Non posso dire che sia un brutto film, certo, ma neanche il contrario. Nonostante la trama faccia pensare ad un film d'azione, di spettacolare c'è poco o nulla a causa di una messa in scena secca, essenziale, quasi realista. Da una parte questo è bene perché non è il solito film botti e sparatorie, dall'altra un po' di pepe in più avrebbe aumentato il coinvolgimento, dato che a volte l'intreccio si segue per inerzia. Un po' troppo "freddo", insomma.
Il film, nel complesso, è un discreto thriller. Il problema è che (il pur bravissimo) David Mamet ha voluto giocare un po' troppo con lo spettatore, disseminando elementi fuorvianti praticamente in ogni scena. Se dal punto di vista strettamente linguistico ci troviamo davanti a uno script davvero notevole, la fruizione è minata da un'alta dose di autocompiacimento e da una freddezza di fondo che toglie qualcosa alla profondità dei personaggi e della vicenda.
Lette alcune recensioni discordanti, non non mi aspettavo molto da questo Spartan, il solito intrigo incasinatissimo con agenti, spie e doppiogiochisti, con una dose di fantapolitica ed pizzico di critica ai poteri assoluti invece velatamente credibile. Principali aspettive: ben scritto e ben recitato. Invece la sceneggiatura è inutilmente intrigata, alle soglie della scorretezza nei confronti dello spettarore, e anche la recitazione pare di routine, non solo da parte di Kilmer (anche se meno bolso che in altri film recenti) ma anche da parte dell'altrove bravissimo Macy.
Thriller anticonvenzionale di argomento fantapolitico (ma non poi tanto fantasioso), in cui più che all'azione molto spazio è dato alla caratterizzazione psicologica dei personaggi. Sceneggiatura molto complessa (la vicenda si segue con difficoltà) e buone interpretazioni del cast, specie di William Macy.
Buon thriller di Mamet, dalla trama abbastanza semplice ma efficace ai fini dello spettacolo. Il punto di forza è sicuramente Val Kilmer, in una delle sue ultime (finora) interpretazioni convincenti; sprecato Macy in un ruolo abbastanza marginale. Dopo un inizio convenzionale, nella seconda parte il film si sposta in territori meno banali fino a raggiungere un finale d'azione molto buono. Da vedere sicuramente.
La Sicurezza Nazionale USA dà la caccia a una ragazza scomparsa, ma non tutti hanno lo stesso scopo. Un agente si mette in proprio e scopre che qualcosa non quadra. Girato con una cura formale non comune per un film di genere (Kilmer inquadrato sempre al margine dello schermo, mai in centro, a suggerire l'eccentricità del suo personaggio o la sua marginalità), si risolve però nel solito rompicapo mametiano che a me suona sempre fine a se stesso e troppo compiaciuto. Se c'erano ambizioni autoriali, temo non siano state raggiunte.
Thriller che si rivela, col passare dei minuti, migliore di quel che si è portati a pensare dopo un inizio testosteronico, in pieno stile marines. Pur non privando lo spettatore di fasi action, l'attenzione si concentra sullo studio dei personaggi e su una trama che devia presto sulla strada delle cospirazioni politiche, della tratta delle bianche e dei servizi deviati. La vicenda complessa, ma ben spiegata, avvince e convince.
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