Il cast e la premessa erano valide, l'atmosfera disegnata con bravura come nel precedente successo di Niccol Gattaca ma lo svolgimento delude, attraversa momenti soporiferi e non riesce a dare né un'adeguata impronta thriller agli eventi né ad affrontare una riflessione strutturata in chiave sci-fi o di controllo sociale. Insomma, più forma che sostanza e diversi elementi che non prendono sufficiente forza o chiarezza.
Una vita in streaming con impiantati nel cervello un paio di google glass che ci inondano di informazioni quasi tutte inutili/moleste ed inoltre un hard disk accessibile a chiunque che registra tutto quello che facciano, volenti o nolenti: niente male come distopia, oltretutto impaginata con una eleganza ed una freddezza di toni che ricorda il bel Gattaca. Peccato che i pregi siano tutti di forma e che la storia, narrata con ritmo narcolettico, sia un banale noir con personaggi stereotipati (il detective con trauma pregresso, la dark lady, il doppiogiochista) appena adeguati al contesto.
Siamo in un futuro distopico in cui un impianto nel cervello umano registra qualsiasi esperienza e qualsiasi ricordo rendendolo condivisibile con chiunque, trasformando quindi l'umanità in un gigantesco Grande Fratello; ma c'è chi è in grado di manipolare questi ricordi. Storia molto affascinante che purtroppo non viene sfruttata al meglio da Andrew Niccol, che mette in piedi un film dai ritmi molto lenti, a tratti estenuanti, col solito colpetto di scena finale. Film non pessimo, ma poco interessante e che si fa dimenticare subito.
Molto particolare l'atmosfera fantascientifica e in chiave distopica di questo film dove i personaggi si muovono in un mondo in cui non esiste la privacy. Tecnologia in eccesso a parte - elemento che sembra preso in prestito da un episodio di Black mirror simile - è proprio l'assenza di totale riservatezza degli uomini, registrati e interconnessi tra loro con i ricordi e le visioni, il fattore senz'altro più interessante. Oltre ciò, però, poco e nulla. Le indagini del thriller si incartano in uno sviluppo poco incisivo e poco appassionante.
Come già in una delle sue opere più famose, Gattaca, Andrew Niccol immagina una futuro dispotico, dominato dallo streaming dei ricordi, nel quale è ambientato un noir. Confezione elegante e buono spunto. Manca tuttavia la sostanza, una storia che sia veramente efficace e nella quale si muovano personaggi credibili. Va tuttavia elogia la performance credibile dei due attori principali, Clive Owen e Amanda Seyfried. Nel complesso non male ma non memorabile.
Anche noi come Anon vorremmo cancellare i ricordi e tornare allo straordinario esordio di Niccol, ma non potendo tocca continuare a non restarne soddisfatto. Anche questa pellicola ha buoni spunti ma poco più, per quanto Owen non dispiaccia e neppure la Seyfried, tutto sommato. Il limite maggiore sta in una sceneggiatura che si gongola troppo sul fascino dell'idea alla base senza supportarla a sufficienza, e una messa in scena che con i continui link cerebrali affatica la visione, appesantendola oltremodo.
Thriller noir di fantascienza distopica dalle ingerenze evidenti di capisaldi del genere (Minority Report a The final cut su tutti, passando per Blade runner). La figura del detective solitario e donnaiolo è uno dei tanti topoi presenti nel film, che gioca su una struttura ballerina e disorientante alternando mdp fissa su quadri intriganti a una marea di soggettive, fino ad addentrarsi in un caleidoscopio di matriosche visive; forti le connotazioni politico-sociali; debolissima e banale la risoluzione narrativa finale; corretta la morale.
MEMORABILE: "Non ho nessun segreto, semplicemente non voglio che tu sappia".
Pellicola di fantascienza molto ben confezionata da Niccol, che si conferma regista di talento. Ottima l'ambientazione e soprattutto la cura in una location grigia e spettrale, con grandi spazi vuoti all'interno degli edifici, pochissime persone in giro nonostante la scena si svolga in una metropoli. La trama non è originalissima, e tanto meno il finale, ma Owen ci mette del suo per risultare efficace ben coadiuvato dalla Seyfried, donna dai mille misteri. D'effetto tutta la parte cyber e tecnologica, peccato per qualche tempo morto evitabile.
MEMORABILE: Il cane che non sfugge alla lettura ottica, con nome e razza: privacy inesistente, tempi duri per chi volesse avere amanti o attività poco pulite.
Spunto distopico alla base di rilevante interesse, messa in scena piuttosto elegante ma contenuto e ritmo assolutamente assenti. L'idea di partenza resta in potenza e la trama vira su un thriller anonimo che viene sviluppato in modo confuso. L'andamento soporifero e le due, forse tre, locations, affondano la pellicola. Il colpetto di scena finale giunge più come una liberazione perché si capisce che la visione é quasi terminata. La presenza di una scialba Amanda Seyfried non aiuta.
In un mondo futuristico nel quale la privacy è morta e sepolta, un detective instaura un rapporto con una donna priva di impronte digitali. Film di fantascienza discretamente ingegnoso, con atmosfere suggestive e buoni momenti di azione. Ritmi bassi ma paradossalmente non si cade nella noia. Regia di Niccol e fotografia molto apprezzabili. Discreta la colonna sonora.
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DiscussioneDaniela • 15/06/18 01:50 Gran Burattinaio - 5930 interventi
x Capannelle
ero indecisa sulla visione. I pro: è un film di fantascienza. I contro: Niccol non azzecca più un film da un bel pezzo.
Posto che non ti è piaciuto, secondo te merita comunque un'occhiata oppure è proprio tempo perso?
Daniela ebbe a dire: x Capannelle
ero indecisa sulla visione. I pro: è un film di fantascienza. I contro: Niccol non azzecca più un film da un bel pezzo.
Posto che non ti è piaciuto, secondo te merita comunque un'occhiata oppure è proprio tempo perso? No non è tempo perso. ti confermo che Gattaca rimane l'inizio di una discesa per Niccol (e non solo perchè là c'era un certo Nyman a comporre) ma in teoria i due pallini, due e mezzo può anche raggiungerli.