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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Da un titolo simile (e da un regista come Brian Yuzna) ci si aspetterebbe nient'altro che un bello splatter con un cane assassino che fa a brandelli le proprie vittime. E invece no, perché Yuzna questa volta gioca a fare il David Lynch in economia: ricava da un romanzo una storia già di suo piuttosto confusa e la rende ulteriormente caotica farcendo il film di flashback e di frasi enigmatiche, con personaggi che compaiono e scompaiono (compreso il rottweiler del titolo, che muore e risorge nello spazio di cinque minuti) e chiarificazioni che non arrivano mai. Di sicuro c'è solo il protagonista, un ragazzotto dall'area bradpittiana che non perde occasione per mostrare...Leggi tutto il fondoschiena ben tornito a un pubblico che non si capisce bene da chi dovrebbe essere composto. Perché sia chiaro: il talento di Lynch non si inventa e il buon Yuzna (nonostante le esagerate lodi per il sopravvalutato SOCIETY) lascia trasparire in quasi tutti i suoi film una messa in scena povera che non aiuta proprio a rendere evocativa l’atmosfera. Il ragazzotto di ROTTWEILER evade da un carcere spagnolo (siamo nel futuro prossimo, 2018), elude la sorveglianza di chi quasi subito - grazie al fiuto del feroce cane - lo stana in un bosco, infine riprende la fuga sempre con l’animale alle costole. Nel frattempo dovrà anche ritrovare la sua ragazza, perduta durante uno dei tanti confusi flashback. Pochissimo sangue (giusto qualche attacco di rottweiler portato a compimento), recitazione scadente, una storia che vorrebbe intrigare rispolverando film alla THE GAME ma che invece non viene nemmeno voglia di seguire. Classica opera dalle alte ambizioni frustrate.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Sunchaser, Furetto60, Anthonyvm - Gravemente insufficiente!:
Marcel MJ Davinotti jr., Lercio, Supercruel
Questa volta Yuzna inciampa di brutto. Il film ha un soggetto semplice a cui è evidente sono stati forzatamente aggiunti dettagli che rendono il tutto confuso per non dire delirante. Manca il collante tipico di Yuzna di film come Beneath Still Waters. Lo splatter è presente ma con effetti di bassa qualità e per quanto riguarda quelli cgi del finale si cade nel ridicolo. Mal interpretato, mal scritto. Un passo falso da dimenticare.
Un pasticcio. Se il canovaccio si fosse mantenuto sul semplice spunto dell'inseguimento cane-uomo e se gli effetti fossero stati, nemmeno buoni, ma almeno sufficienti, forse un regista degno come Yuzna avrebbe tirato fuori un'opera almeno tesa e divertente. Invece ci troviamo al cospetto di una trama assurdamente incasinata (il gioco di ruolo non è nemmeno male, ma gettato dentro così è solo ridicolmente ridondante!), attori terribili e la peggior cgi che si possa immaginare. Brian ripigliati, dai.
Ennesimo deludente lavoro di un Brian Yuzna che ha ormai definitivamente perso la bussola e affoga il suo talento visionario in un mare di pessime e sgangherate sceneggiature. Si salva la scena dell'attacco del rottweiler alla casa dove il protagonista Dante (un richiamo letterario?) si è rifugiato, ma il resto fa acqua da tutte le parti (vedi il finale). Perchè il rottweiler robotizzato, colpito dal fulmine, debba tornare in vita non ci è dato sapere.
Una specie di cane alla Terminator (gli stessi occhi lucenti) tenta a più riprese di azzannare le chiappette del Miller che, in effetti, è un bel pezzo di manzo (infatti recita quasi sempre generosamente svestito). Atmosfera ossessiva e onirica stemperata da dosate scene splatter; personaggi pochi e quei pochi esagerati. Il giudizio non può essere positivo ma nel complesso ci si diverte, un po' come con certi B-movie anni '70.
MEMORABILE: Dante esce dalle acque di nulla vestito e si arrampica su per le balze agile come una capretta di montagna.
Ambientato nel 2018 (!), questo strambo e poco entusiasmante thriller sci-fi orrorifico segue un fuggitivo innocente alle prese con un rottweiler robotico che gli dà la caccia come un terminator a quattro zampe. Non si sa bene dove Yuzna volesse andare a parare, visto che il mélange di generi non è ben amalgamato e lascia adito a una seconda parte molto meno movimentata e noiosetta. La struttura a flashback dovrebbe dare spessore ma è abbastanza superflua. Fra alcune ridicolaggini, un po' di gore e attori scadenti, si arriva al finale tragico.
MEMORABILE: Il cane, rinchiuso in un deposito interrato, sbuca fuori all'improvviso spaventando una gallina lì vicino: primo piano sull'uccello trashissimo!
Brian Yuzna HA DIRETTO ANCHE...
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