Tre storie proibite - Film (1952)

Tre vicende di amore e odio tra loro slegate per raccontare in definitiva dei disagi. Genina prende spunto da un fattaccio di cronaca di quegli anni per il primo episodio e lo riallaccia - in maniera non molto convincente - al terzultimo. Sul piano tecnico e delle caratterizzazioni nulla da eccepire, resta però il vizio dell'approssimazione di alcuni aspetti sociologici buttati via nel calderone di un cinema che punta più al sollazzo che all'impegno. Qualche frecciata a certi vezzi della borghesia non convincono appieno.

Una sorta di seguito morale di Roma ore 11, il film racconta di tre storie di altrettante donne, vicine di letto dopo la drammatica vicenda del crollo della famosa scala. Più sviluppato nel senso di commedia dolce/amara, a ben guardare tratta di argomenti scottanti (come la pedofilia e i cosiddetti “matrimoni bianchi”) a danno di povere donne, vittime di uomini del tutto privi di sensibilità. Un po’ superficiale qui e là in alcuni snodi, si accartoccia con un finale affrettato che appare un po’ posticcio. Comunque non da denigrare.

Le storie del cinema di solito lo classificano come la versione "di destra" dello stesso fatto che ha ispirato Roma ore 11 di de Santis. In realtà Augusto Genina propone un film forte, teso, che racconta storie importanti senza nascondere scabrosità e crudeltà varie. Messa in scena superba come in tutti i suoi film, un melodramma che ancora oggi lascia il segno.