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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/05/18 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 5/05/18 00:57 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Tensione e angoscia a piene mani per uno dei pochi film italiani dal respiro internazionale. Dall'incipit fulminate (situazione incubotica stile Open grave) al cecchino droide che spara a tutto ciò che si muove, al fango, ai cadaveri, all'angoscia sotto il sole rovente di una nuova guerra mondiale (o attacco alieno?). Un grande fratello della morte, tra gli onirismi di una bambina (emblematico il finale alla Gli invasori spaziali) e gli stati caratteriali dei personaggi (con derive nella follia). Abile regia "americana" del talentuoso Maccafferri. Ansiogeno.
MEMORABILE: L'attacco iniziale (e improvviso) a casa della bambina; La mamma di Clara che dà i numeri; Il costante ronzio mortifero del D.A.D; Il tunnel.

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  • Discussione Buiomega71 • 5/05/18 09:57
    Consigliere - 25998 interventi
    Sorprendente opera prima tutta italiana dal respiro internazionale, che potrebbe rivaleggiare con pellicole americane ben più blasonate

    Un vero peccato che l'esordio di Maccaferri sia passato inosservato e sottosilenzio (ci si lamenta spesso e sovente del cinema italiano, capace solo di propinare commedie o drammi esistenziali di quarantenni in crisi, o se va bene horror pseudoamatoriali, ma quando arrivano film di questo calibro nessuno se li fila...), perchè il regista sà il fatto suo, perchè adotta una regia "americana" mozzafiato, perchè già dispensa angoscia e rara tensione fin dall'incipit (l'inaspettato e fulminate attacco improvviso nella casa della bambina) e pare proprio che il (de)genere in italia non sia effettivamente morto, ma arda sotto la cenere.

    21 persone di caratteri diversi si trovano intrappolate in uno scavo che sembra una fossa comune, devono vivere strisciando a terra o carponi, perchè appena alzano la testa un D.A.D. (un androide da guerra progettato a sparare a raffica su tutto quello che si muove) li fredda all'istante

    C'è in atto una guerra (Maccafferi non spiega l'origine e lascia nell'angosciante dubbio: la terza guerra mondiale? Un attacco terroristico? Una guerra civile? Un invasione aliena?) e il regista bolognese fa passare la sua MDP in mezzo al fango, ai cadaveri, alle gambe in cancrena, alla disperazione, ai proiettili che implacabili non mancano il bersaglio, sotto un sole battente, in mezzo a varia umanità che cerca di sostenersi l'uno con l'altro, scavando tunnel per tentare una via di fuga, mentre qualcuno accusa segni di pazzia (la madre di Clara nel momento più cattivo del film) o fa la fine del topo infognandosi in un lercio acquitrinio senza via di scampo, oppure nuovi arrivi, come la misteriosa e sfuggente Isnaba. Tutti costretti nel "buco", con la benna di uno scavatore che troneggia sulle loro teste.

    Survivor movie misto a trapped movie, tra il catastrofico settantiano con persone intrappolate dopo l'ecatombe, un pò The Divide, qualcosa di Open grave, grande fratello della morte dove Maccaferri lascia ben poco scampo ai suoi personaggi, con il ronzio robotico e mortifero del D.A.D. a ricordarci che il pericolo silente e invisibile è sempre là fuori, basta solo alzarsi in piedi per essere spacciati

    L'infermiere che desidera essere ucciso perchè la sua gamba ormai è in cancrena dal ginocchio in giù, il trio di sposini cheselafannotradiloro dal fanatismo religioso, il cinico imprenditore dal polso ferreo, l'ingegnere, i militari, il dottore, donne ora risolute e combattive, ora civettuole, ora isteriche, ora sull'orlo della follia.

    Eppoi la bambina, Sara (vero nucleo nevralgico del film), che traghetta l'opera nei meandri della fiaba nera, nell'onirismo, fino all'emblematico finale (dove la parola D.A.D. acquista più di un significato) sulla falsariga degli Invasori spaziali

    Da antologia la sequenza finale della fuga di Daniel (Francesca Cassottana), in mezzo ai prati, chiamata dalla bambina, una falsa speranza di intensa bellezza visiva

    Stesso stato ansiogeno e di panico che si respirava nel bellissimo Come vivo ora con l'atmosfera, quasi postatomica, dell'apocalisse.

    Ottima e intensa la prova di tutto il cast (eppoi dicono ancora che in italia non c'è una vera scuola di recitazione), grande professionalità tecnica , dalle musiche alla fotografia, al montaggio e curioso di come un regista che venga dalla fiction televisiva eviti tutto ciò che è fiction televisiva, adottando una regia puramente e limpidamente cinematografica, che sembra proprio (come si suol dire in questi casi) un film americano o inglese.

    D.A.D dimostra che il nuovo cinema italiano ha ancora parecchie carte da giocare e che non tutto è perduto

    Unico appunto è che manca un pò di vera ferocia e cinismo, ma e solo un peccato veniale perdonabilissimo, visto il talento e il coraggio di Maccaferri di fare qualcosa di nuovo nel panorama del nostro cinema che si dice morente (se non sono i Sorrentino o i Garrone) dando flebile linfa vitale alla scomparsa SF tricolore.

    Assolutamente da ripescare dall'ingiusto calderone dei film "invisibili", e salutando Maccaferri come una nuova speranza.

    E quando avremmo finito i viveri ci mangeremmo tra di noi...scherzavo.
    Ultima modifica: 6/05/18 21:36 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 5/05/18 10:00
    Consigliere - 25998 interventi
    Ottimo il dvd targato Cecchi Gori

    Formato: 2.35:1

    Audio: italiano (5.1)

    Sottotitoli: italiano per non udenti

    Come extra il trailer e il documentario I mestieri del cinema (che nulla c'entra con il film)

    Durata effettiva: 1h, 33m e 49s