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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il maestro e l'apprendista: storia di un rapporto tra i più comuni anche in ambito lavorativo, dove il giovane praticante viene spesso biecamente sfruttato dal principale che fa leva sul proprio carisma e potere per vessare (magari anche innocentemente) chi sta sotto di lui. Il mondo degli avvocati si presta molto, a una facile applicazione del concetto: i posti, anche per chi vince un concorso, son pochi; vanno avanti i raccomandati e la meritocrazia è notoriamente una chimera. Così Toti Bellastella (Castellitto), professore universitario e penalista di successo, assume a 300 euro al mese il giovane Antonio Bonocore (Poggi), che se all'inizio si piega ad ogni volere (arrivando...Leggi tutto al punto di cucinare da gourmet per il suo principale), quando si trova a dover addirittura sposare un'amichetta argentina di questi solo per permetterle di ottenere regolare permesso di soggiorno, comincia a farsi due calcoli; ma siccome diecimila euro mensili non sono noccioline... E' solo il primo passo verso il caos, che il regista Valerio Attanasio porta in breve all'ammasso volgendo il tutto in farsa caciarona, appoggiandosi a un Castellitto in vena di gigionismi che accresce la sensazione di aver a che fare con un film che guarda talvolta alla commedia dagli accenti più comici; i quali però non sembrano sposarsi granché al contesto in cui sono calati generando uno strano ibrido che può infastidire, vicino al gusto americano che sfiora il paradosso e che, rivisto in chiave italiana, porta con sé non pochi difetti. Anche perché il giovane protagonista gioca da spalla: si trova al centro dell'attenzione ma non sembra avere la personalità necessaria per farlo. La regia vuol essere fin troppo svelta, tratta la mafia alla stregua di una una barzelletta e il risultato appare inevitabilmente di rara superficialità, a dispetto dell'approccio professionale di Castellitto, costretto a giocare da guitto pur mantenendo l'aplomb dell'avvocato impettito. Scontate le gag sui raccomandati di ferro (fino all'esagerazione di richiamare in aula, dopo averlo cacciato con ignominia, il figlio del presidente della Corte Istituzionale per dargli un 30), stereotipatissimi tutti i personaggi e in particolare i pochi femminili (la moglie e l'amante dell'avvocato), un ricorso costante alla facile battuta che indica con chiarezza la strada intrapresa consapevolmente dal film. La fase centrale, in cui gli ovvi abusi sul praticante si esauriscono per lasciare spazio a qualcosa di più strutturato, è la più accettabile, mentre l'ultima con la deriva mafiosa legata al processo del condannato che deve cambiar sesso per farsi assolvere (!) la meno sopportabile, condita pure da un'interminabile sparatoria. Qua e là, sparse, sorprendenti tracce di una sceneggiatura che avrebbe potuto anche produrre un'opera piacevole e divertente (notevole la scena del matrimonio davanti al sindaco). L'improvvisa malattia in pieno processo riporta alla mente il Sordi avvocato di TROPPO FORTE.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/04/18 DAL BENEMERITO GABRIUS79 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/10/18
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Gabrius79 25/04/18 01:19 - 1420 commenti

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Piacevole opera prima di Valerio Attanasio che racconta con una punta di cinismo come al giorno d'oggi si campi a suon di raccomandazioni e favoritismi. Sergio Castellitto è davvero istrionico e irresistibilmente cialtrone ed è spalleggiato da un bravo Guglielmo Poggi e da una spiritosa Elena Sofia Ricci (che avrebbe forse meritato più spazio). Una commedia a tratti spumeggiante e a tratti amara. Nel secondo tempo, quando Castellitto si fa da parte, si sente un po' di stanchezza nel racconto, ma tutto sommato assistiamo a una pellicola gustosa.

Medicinema 22/08/18 00:46 - 122 commenti

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L'opera prima di Attanasio, seppur non eccelsa, è tuttavia come una commedia all'italiana dovrebbe a grandi linee essere: vivace, ritmata, arguta, critica nei confronti della società ma con la giusta leggerezza. Se poi si aggiunge la certezza Castellitto (qui neppure al massimo dello sforzo) e la piccola sorpresa Poggi (forse un po' influenzato dal SolitoIdiotismo, ma non troppo), il risultato finale è una pellicola gradevole, divertente, mai noiosa, godibile sino alla fine. Poco spazio per i comprimari, compresa la Ricci, ma poco male.
MEMORABILE: La geniale idea per vincere il processo Malaspina.

Gugly 23/09/18 11:44 - 1185 commenti

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Al di là delle solite facilonerie sull'esame (per diventare avvocato tra scritto e orale possono passare anni), il film è una grottesca ma tutto sommato accettabile rappresentazione di quello che può capitare in uno studio legale di qualsiasi dimensione con capi esauriti e intrallazzoni come Castellitto; un misto tra Sordi, Tognazzi, Gassman degli anni d'oro virati alla sguaiatezza attuale; certo tutto quello che capita al povero "giovane di bottega" in una volta sola è eccessivo, ma gli spunti sono reali, parola di ex praticante.
MEMORABILE: Il collaboratore che cucina nello studio e deve sollecitare il misero compenso...

Lupus73 9/05/20 23:27 - 1487 commenti

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Brillante commedia che gioca in maniera caricaturale (ma neanche troppo...) e sarcastica sul guazzabuglio del praticantato "servile" dei giovani professionisti (in questo caso avvocati) e su tante situazioni di nepotismo "all'italiana". A reggere il tutto è la bravura interpretativa di Castellitto nei panni di un avvocato "filibustiere", ma anche il giovane protagonista fa la sua buona parte. La botta di Alzheimer ricorda il Sordi con crisi di identità che difende Verdone in Troppo forte. Alcuni colpi di scena tra sorrisi in agrodolce.

Piero68 28/09/20 15:07 - 2955 commenti

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Buona commedia con molti spunti su cui riflettere, soprattutto su un certo malcostume tutto italiano. Ancora una volta cinismo, furbizia e libertinaggio assumono valori positivi soprattutto per un certo ceto sociale. Castellitto è davvero bravo e a suo agio nel tratteggiare il suo avvocato (anche se non è proprio una novità per lui questo genere di personaggio) e Poggi riesce comunque ad essere una buona spalla. Se la sceneggiatura avesse soltanto curato meglio la seconda parte sarebbe stata davvero una commedia esplosiva. Resta comunque un film assolutamente godibile.

Daniela 17/10/20 14:42 - 12621 commenti

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Qui non c'è traccia del minimalismo sentimental-ombelicale che tanto affligge il cinema degli esordienti nel nostro cinema: il primo lungometraggio di Attanasio, già sceneggiatore, è il ritratto di un avvocato intrallazzatore e trombone che brandisce la lettera della legge per meglio aggirarla, interpretato da Castellitto con una verve cialtronesca che ricorda quella dei Mostri degli anni Sessanta. Se il suo rapporto con il praticante-schiavo risulta grottesco non è perché avulso dalla realtà ma perché la riflette come uno specchio, sia pur deformato dalle iperboli della satira.

Galbo 15/01/21 11:59 - 12380 commenti

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Giovane praticante legale finisce tra le “grinfie” di un principe del foro che lo strumentalizza a suo piacere. Una commedia che dileggia ampiamente il costume italico grazie ad un Castellitto in gran forma nel ruolo di un simpatico cialtrone. Il suo giovane comprimario tuttavia non regge la scena e non giova al film la deriva ampiamente farsesca della seconda parte che perde l’intento finemente satirico della prima. Qualche buon momenti brillante e la prova del protagonista rendono comunque il film meritevole di visone.

Graf 5/01/21 04:18 - 708 commenti

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Una commedia italiana firmata dall’esordiente Valerio Attanasio fuori dagli schemi del film minimalista del debutto, tutto timidezze, impacci e carinerie. Il segno di questa pellicola è un’impronta profonda e dolorosa nel terreno della trama che rimanda a certe commedie aspre e gelide di Billy Wilder ed è, al contempo, un calco fedele delle atmosfere mordaci e grottesche delle migliori commedie all’italiana. Ritmo impetuoso, temperatura satirica accesa ma sorvegliata, interpretazione “mostruosa” di Sergio Castellitto nel ruolo dell’avvocato trombone e truffaldino. Finale sbrigativo.

Silvestro 16/01/21 12:36 - 358 commenti

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Spigliata commedia nella quale emerge il talento recitativo di Castellitto in tutta la sua forza. Mutuando in parte lo schema di Smetto quando voglio (da notare che l'attore protagonista di questa pellicola  ha una piccola parte nel film di Sibilla), Attanasio porta in scena una commedia gradevole e a tratti frizzante, in cui non mancano le denunce sociali soprattutto verso l'endemico nepotismo del sistema italiano. Un ritmo che nel complesso si mantiene sempre buono e un finale che evita la trappola del buonismo e rimane  in linea con il resto del film.

Cotola 22/07/21 19:43 - 9009 commenti

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Simpatica commedia italica che cavalca il registro grottesco, andando sempre più sopra le righe col passare dei minuti. Chiaramente non si richiede verosimiglianza ad una pellicola del genere. Risate e momenti divertenti non mancano, ma senza esagerare. Castellitto, ottima la sua prova, è una perfetta maschera della commedia all'italiana di un tempo ed il suo personaggio è sicuramente il più riuscito del film. Peccato che gli altri personaggi, ed attori, non gli tengano testa a parte Tonino Taiuti. In ogni caso, non male.

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Puppigallo 21/08/22 11:59 - 5258 commenti

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Parte abbastanza bene questa commedia con protagonista un sacco da botte umano scendiletto di un avvocato disonesto e senza un minimo di coscienza. Poi però, dopo i primi trenta minuti, il tutto sbraca, i personaggi diventano macchiette umane e quello che, trattato in maniera più equilibrata, poteva anche risultare divertente, vira più verso il puerile e l'umorismo facile facile piuttosto trito. Anche Castellitto, così sopra le righe, risulta più irritante che simpatico, esagerando nella recitazione spinta. Mediocre.
MEMORABILE: I due boss. "Mio figlio cosa?". "Ma sì che è diventato, come si dice...retrosessuale".

Pigro 6/09/22 09:34 - 9634 commenti

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Avventure di un giovane avvocato in un crescendo di pericoli per colpa di un mentore opportunista. Partendo dalla satira sullo sfruttamento degli apprendisti si plana presto verso il grottesco e l’iperbole sfrenata, con tanto di agguati mafiosi, in una sorta di rutilante giostra di personaggi e situazioni caricaturali, alla Smetto quando voglio (di cui Attanasio era sceneggiatore). Commedia brillante, piacevole, dal buon ritmo narrativo e con il sostegno di un efficace cast guidato da un divertito Castellitto.

Fabbiu 5/01/23 09:35 - 2136 commenti

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Il rapporto praticante-dominus dell'esperienza forense ben si presta ad essere rappresentato comicamente con la dinamica maestro-apprendista tanto cara alla commedia. Il contesto è infatti già pronto: malcostume, raccomandazioni, sacrifici non ripagati. La coppia Castellitto-Poggi funziona: imbroglione e manipolatore il primo, remissivo ma intraprendente il secondo. Peccato che nello sviluppo ci siano fretta e confusione: si vogliono raccontare troppe cose (con una storia di mafia per nulla interessante) e le si perde per strada. Il finale pessimista è tra le cose meglio riuscite.
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  • Discussione Gugly • 23/09/18 11:46
    Portaborse - 4710 interventi
    Il collaboratore che cucina per il dominus nello studio vi sembra eccessivo ? C'è gente che viene mandata a comprare lo yogurt al supermercato sotto lo studio, adibita a baby sitter dei pupi e magari chiamata dalla stanza accanto per spostare una borsa del capo da una sedia all'altra....:P
  • Discussione Galbo • 14/01/21 18:31
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Nel commento del maestro la parola barzelletta è scritta con una sola L 
  • Discussione Zender • 14/01/21 18:34
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Lo faccio solo una volta ogni tanto per non intasare il forum, ma sempre grazie a chi segnala le sviste (o gli eventuali marchiani errori) nei papiri!