Lost in space - Serie TV (2018)

In viaggio verso una nuova colonia, la famiglia Robinson precipita su un pianeta sconosciuto. Remake di una vecchia serie di fantascienza, Lost in space è stato attualizzato adeguando i personaggi principali ai canoni delle famiglie moderne. Sul versante spettacolare si tratta di prodotto adatto ad un pubblico di ragazzi, all’insegna del puro divertimento con qualche buco logico e narrativo di troppo ma con un numero sufficiente di “ingredienti” tale da non risultare noioso. Il finale aperto è il possibile preludio ad una stagione successiva.

La rotta punta a Alpha Centauri ma la Jupiter 2 subisce un sabotaggio che costringe l'intero equipaggio ad atterrare su un altro pianeta. Questa serie si segnala per la coraggiosa modernizzazione di un successo (americano) ma anche per la difficoltà a ingranare dal punto di vista del coinvolgimento. Le situazioni (spesso trite), tra analessi e prolessi, tendono ad appesantire un impianto narrativo che avrebbe potuto essere più dinamico. Qualche episodio ha spunti discreti ma complessivamente solo gli amanti estremi del genere apprezzeranno.

Torna la nuova serie tv che ebbe i suoi inizi alla fine degli anni '60, intervallata poi negli anni '90 da un mediocre film. La famiglia Robinson si ritrova sperduta in un pianeta pieno di insidie. Adatta a un pubblico giovane, la storia non è particolarmente originale ma nel complesso abbastanza coinvolgente. Buoni gli effetti speciali e protagonisti che col tempo sapranno farsi apprezzare dopo un inizio tentennante. Sci-fi senza pretese ma con alcuni momenti meritevoli.

Basata sull'estetica, si rivela una serie visivamente quasi impeccabile; una giostra e null'altro, dove i colpi di scena sono sempre gli stessi; i Robinson sono odiosi, una famiglia di "sotuttoio": impeccabili dal punto di vista teorico e pratico; esperti aviatori, chimici, fisici, con solide basi di ingegneria aerospaziale a dieci anni e laureati in medicina a diciannove... fastidiosissimi, come la dottoressa Smith che riesce a farla franca sempre; rapporti fra i personaggi mielosi o insopportabili, primo fra tutti quello fra il piccolo tuttologo e il robot.