La scuola dei dritti - Film (1960)

L'umanità, a quanto pare, non si divide in uomini e donne ma, come dice il gran professore della “scuola per dritti” S. Potter (Sim), in vincenti e perdenti. Non a caso è a lui che si rivolge il timido Henry Palfrey (Carmichael), proprietario d'azienda (ereditata) che non vede riconosciuta da nessuno la propria posizione e che ovunque viene schivato o trattato esattamente come i perdenti che Potter ha l'obiettivo di “educare”. Ricevuto nella sala della scuola, Palfrey spiega la sua vita grama attraverso un lungo flashback che, occupando la prima parte del film, ci mostra come, attratto da una bella ragazza (Scott) incontrata per strada, il poveretto se la veda progressivamente sottrarre da...Leggi tutto un ricco conoscente (Terry-Thomas) molto più sicuro di lui. Esemplare la lunga sequenza al ristorante, con quest'ultimo che, incontrati i due per caso, li invita a cenare con lui catalizzando l'interesse di lei, blandendola e contemporaneamente mettendo in ombra il povero Palfrey. L'umiliazione continuerà sul campo da tennis. Ce n'è abbastanza per decidere di rivolgersi alla “school for scoundrels” sottoponendosi alle cure “riabilitative” del dottor Potter. Prevedibilmente, e tagliando per fortuna un po' di inutili passaggi intermedi, ci viene mostrato come il carattere di Palfrey cambi radicalmente trasformandolo in un vincente pronto a riprendersi ciò che era suo. Diviso quindi nettamente in due parti che hanno il compito di farci conoscere le due diverse facce del protagonista, il film di Robert Hamer prende spunto dai libri di successo di Stephen Potter (nel film traslato nel mr S. Potter che fa da insegnante di “lifemanship”) per imbastire una storia di rivalsa facile facile, sceneggiata piuttosto ingenuamente e imbevuta di british humour molto dozzinale (rappresentato dal solito Terry-Thomas, macchietta tutta smorfie e gesti). Ogni situazione si sviluppa nel modo meno fantasioso possibile e si può solo apprezzare la buona caratura delle interpretazioni, comunque lontane da quella malizia che un film così potrebbe invece suggerire (a questo penserà il remake del 2006, SCUOLA PER CANAGLIE). Diviso in macroepisodi spesso diluiti oltremisura (i due match a tennis a ruoli invertiti tra i due contendenti durano troppo, l'acquisto incauto dell'auto scassata prosegue per minuti interi senza un perché), il film è sostanzialmente una lunga battaglia per l'amore della solita giovane raggirabile, condotta con movenze da commedia d'altri tempi e un Carmichael francamente ben più simpatico da sfigato che da altezzoso vincente. Intorno ai quattro personaggi principali pressoché il nulla, a conferma che le lezioni impartite da mr. Potter poco contano, nell'economia della storia. Peccato, l'idea era buona. Happy ending metacinematografico con Alastair Sim che guarda in macchina e si rivolge al pubblico chiedendo di fermare la musica.

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