Il marchio dell'inganno - Film (2012)

Il marchio dell'inganno

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Thrillerino da poco che s'inserisce senza infamia né lode nel solco dei drammi domestici, con una coppia che si separa e lei (Ashley) che riprende il suo vecchio lavoro di agente immobiliare mantenendo la custodia del figlio. Il marito, mollato dopo aver intrattenuto la più classica delle relazioni extraconiugali per un anno, vorrebbe farsi perdonare, ma Christine ha altro per la testa e anzi, al parco conosce Nick (Sergei), il tipico bellimbusto, e non ci mette molto ad affittargli la dépendance della villa con piscina in cui vive col piccolo Oliver. Anche Nick esce da una storia simile e non vuol forzare i tempi, ma quando il marito di lei li vede insieme frigge e sale la tensione. Anche perché...Leggi tutto Oliver sembra andar pazzo per Nick, che sa aggiustare le auto, far massaggi, risolve problemi ed è pure un fantastico compagno di giochi! Tutto sembra insomma andare per il meglio nella vita di Christine, finché una sera Nick s'introduce nella camera da letto di lei in sua assenza e le piazza una telecamerina. Che intenzioni ha? Il film si gioca in parte su questo semplice quesito, perché per il resto ben poco interessante è il rapporto della madre col figlio o con la collega di lavoro. Il marito si rifà vivo sempre e solo sperando di ricucire, lei è inevitabilmente attratta dal giovane prestante che la segue con sguardo languido e innamorato. Purtroppo la Ashley - gran fisico e un viso dall'espressione molto particolare - non si può dire sia Meryl Streep e Ivan Sergei pare un Franco Citti in versione Hollywood ma senza la stessa profondità. Così, per questi motivi e non solo, il film finisce col riprodurre un flavour da tv movie mancato, costruito com'è senza fantasia alcuna e indirizzato verso un finale assai scontato. Ci son solo qualche curiosa variazione nel piano e un paio di discreti colpi di scena che movimentano parzialmente l'ultima parte, ma la confezione è da thriller di poco conto, di quelli girati in catena di montaggio senza stimoli che si affannano a rispettare il più possibile le regole del genere per non scontentare troppo gli appassionati. Che però qualcosa in più magari la vorrebbero, nonostante si debba ammettere che il soggetto sia ben studiato e che la regia riesca a incuriosire sufficientemente senza perdersi in inutili lungaggini. Un thriller potabile, in definitiva, e niente più.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/02/18 DAL DAVINOTTI
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