Casalinga annoiata s'invaghisce di una giovane incontrata a scuola d'arte: marito dell'una e fidanzato impotente dell'altra complicheran l'amicizia particolare. Dal romanzo di Tanizaki, un dramma ben più ossessivo che pruriginoso, in cui Masumura satura i rapporti tra i protagonisti fino all'implosione masochistica e distruttiva. Minato da una ridondanza ormai attempata e da una messa in scena pelosamente claustrofobica, mantiene però un intensa coerenza. La Wakao dona a Mitsuko un irritante sensualità, la Kishida disturba con i suoi fremiti estatici.
Il successo del nascente filone saffico indusse i distributori italiani a raschiare il fondo del barile e a riesumare anche questo drammone giapponese di vari anni prima, scritto da Tanizaki e sceneggiato da Kaneto Shindo, presentandolo in sala dopo averlo dotato di un adeguato titolo acchiappagonzi. Praticamente tutto girato in interni, quasi una sorta di teatro filmato, il lavoro non offre allo spettatore alcuna sollecitazione erotica ma lo immerge invece in un'atmosfera cupa e opprimente ben resa dall'intensa interpretazione delle due protagoniste: Kyoko KIshida e Ayako Wakao.
MEMORABILE: Il suicidio finale a tre davanti all'immagine della Dea della Misericordia.
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