N-Capace - Documentario (2014)

Esordio alla regia cinematografica per Eleonora Danco, che sceglie la via del film-inchiesta a interviste dal sapore neorealista. Il lavoro alterna storie di vita (quasi sempre di bassa estrazione socio/culturale) al linguaggio teatrale della regista, che interviene con una messinscena che completa l'opera. Una lavoro d'indubbio interesse e persuasivo più nelle storie che nella forma, in quanto paga un po' lo scotto della scarsa originalità (intrinsecamente i riferimenti sono a Silvano Agosti e Pier Paolo Pasolini).

Film d'esordio per la Danco, solitamente abituata ai palchi teatrali e si vede, tanto da essere questo il valore aggiunto del film: una protagonista "anima in pena" che intervista ma dà anche indicazioni, interviene, usa e fa usare il corpo come strumento di liberazione ed espressione. Con una fotografia bellissima e scene sospese, oniriche, poetiche senza dubbio, passa da un registro comico (alcuni passaggi di interviste al padre o ai ragazzini) alla drammaticità di alcune riflessioni sulla vita e sulla morte. Completo e complesso.

Antropologia spicciola in forma di interviste sulla famiglia e sull’amore ad anziani e adolescenti di Terracina e dintorni, con un’impostazione post Ciprì-Maresco, ammantata di venature para-sperimentali (che in realtà sanno più di “famolo strano” o anni 70) e narcisisticamente metacinematografiche. Alcune belle inquadrature random e la potente verità di alcune testimonianze non sollevano il film dal sospetto di una ostentazione intellettuale che non sa andare a fondo dei temi forti sollevati tra sociologia e memoria. Inutile.