Suburbicon - Dove tutto è come sembra - Film (2017)

Suburbicon - Dove tutto è come sembra
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Suburbicon è la cittadina americana ideale, per tutti quelli che sognano il quartiere residenziale lindo e a misura d'uomo; siamo a fine Anni Cinquanta e le pubblicità sui titoli di testa lo disegnano al meglio tuffandoci nelle pagine d'un catalogo pubblicitario attraverso begli espedienti grafici. Finché non arriva una macchia, a intaccare lo smalto luccicante: una famiglia di neri. Gli amabili abitanti si trasformano lasciando esplodere l'intolleranza ma i vicini dei nuovi ospiti faranno nell'ombra persino di peggio, aprendo parallelamente un intreccio noir che più Coen non si può: Clooney lascia campo libero ai due fratelli sceneggiatori che estraggono dal cilindro un tipicissimo coniglio dei...Leggi tutto loro, tra sangue e paradossi. Il piccolo Nicholas (Jupe), che vive col padre (Damon), la madre invalida (Moore) e la zia (gemella di mamma e quindi ancora la Moore) riceve una sera la visita di due ladri dalle intenzioni particolarmente ostili (Hassell e Basaraba), che minacciano i presenti. Mamma verrà uccisa e da qui prenderanno il via sviluppi ai limiti del possibile in cui lo stile dei Coen si fa grottesco e spiazzante come ai vecchi tempi. Così, mentre nella casa a fianco monta l'odio razziale nei confronti della famiglia di nuovi arrivati, Nicholas, suo padre e la zia provano – dopo la grave perdita - a riprendere una vita normale senza immaginare quale sequela di beffe il destino stia loro riservando. Clooney fatica molto a legare le due anime del film; prova a individuare una lezione morale che le accomuni ma si capisce quanto sia una forzatura. Ciononostante, la qualità dell'intreccio noir è sufficiente a sostenere anche l'altra anima del film procedendo di pari passo (e prendendosi anzi molto più spazio, visto che le vicissitudini dei poveri neri non offrono grandi spunti, escluso quello da cui si parte). Matt Damon, ingrassato e con occhiale in tartaruga, è impeccabile nel ruolo, la Moore dolcissima nella sua candida, apparente ingenuità, i due criminali disorganizzati maschere coeniane tra le più classiche. Per cui tra sorprese, coincidenze, ribaltamenti di situazione e qualche frullato di sangue d.o.c. non c'è di che lamentarsi, con la regia pulita ed elegante di Clooney (talvolta un po' compassata) a infiocchettare un film piacevole da seguire e apprezzabile anche per qualche rimarchevole trovata nella messa in scena. La ricostruzione storica è impeccabile, le musiche richiamano vaghi temi d'epoca rimordernizzandoli, la fotografia è naturalmente di livello. La tradizionale cura dei caratteri secondari (eccellente l'investigatore delle assicurazioni tratteggiato al meglio da un Oscar Isaac laido come non mai) garantisce innesti che movimentano la trama in assenza di azione classica, il finale (per quanto un po' troppo diluito) non delude e la mano dei Coen lascia il segno molto più di un Clooney che si fa trascinare da qualche eccesso moralistico.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/12/17 DAL DAVINOTTI
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Josephtura 18/12/17 16:34 - 188 commenti

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Clooney, con la complicità dei fratelli Coen, prosegue nel racconto di un'America assurda e dominata dalla preoccupazione per il denaro. Un nuovo noir, con quieti parossismi che sembrano provenire da Fargo e che portano sicuramente - ma come? - a una condanna. Strepitoso nella descrizione dell'indifferenza morale e salace, senza divenire pulp, nelle descrizioni criminali. E' abbastanza imbarazzante uscire da un film così crudele con il sorriso sulle labbra. Colpo di genio il contrasto razziale.
MEMORABILE: Damon sulla biciclettina.

Hiphop 18/12/17 10:55 - 63 commenti

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Deludente e raffazzonato. Due storie misere, una banale sul razzismo nell'America degli Anni Cinquanta, l'altra un giallo "familiare-assicurativo" svelato sin dal principio. La bellezza di Julianne è mortificata da improbabili acconciature. Anche i personaggi di contorno sono poco significativi. Damon se la cava con il minimo sindacale. Qualche inquadratura e qualche personaggio stile Coen non riscattano un film debole debole. Sconsigliato.

Rebis 23/12/17 14:17 - 2337 commenti

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I neri capro espiatorio della decadenza morale dei bianchi, mentre i bambini fanno oh... film spaccato in due come il manicheismo che lo anima, cerca coesione in un disegno etico irricevibile dalla complessità del reale, sdogana un innocentismo afro tanto gratuito da sconfinare nella ruffianeria. I Coen reiterano la solita iperbole grottesca, mentre Clooney prepara la campagna politica per le prossime presidenziali (?). Cast ok, ma il double feature della Moore fa pensare solo al risparmio.

Puppigallo 3/02/18 12:42 - 5275 commenti

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Arrancante e poco convincente quest’opera di Clooney, con blando condimento razziale. Gli attori fanno il compito, ma non sono particolarmente incisivi; e in pellicole dove la sceneggiatura non è certo eccelsa, il loro contributo dev’essere massimo. Evidentemente, i personaggi stessi non sono stati disegnati in maniera sufficientemente accurata (meglio lo zio, che per quanto un po’ fuori le righe, risulta più credibile). Detto ciò, lo si può vedere, ma non bisogna certo aspettarsi chissà che.
MEMORABILE: "Ha un cognome che sa di ebreo"; "Tu sei un bambino, al momento...e al momento sei un bambino molto stupido".

Daniela 3/02/18 21:57 - 12662 commenti

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In una cittadina color pastello, gli onesti benpensanti si indignano per l'arrivo di una famiglia di innocenti calimeri e non si accorgono delle iene e degli sciacalli stanziali... I fratelli Coen con il loro stile inconfondibile firmano la sceneggiatura di questa commedia grottesca, lasciando la regia al sodale Clooney che impagina brillantemente, aiutato da attori in parte a cominciare da Damon ingrassato e occhialuto. Punto debole la giustapposizione fra le due vicende vicinali, troppo meccanica per risultare convincente, ma l'humor nero non manca, il divertimento c'è.

Beffardo57 6/02/18 22:11 - 262 commenti

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Operazione a freddo: umorismo nero, protagonisti criminali variamente efferati ma grottescamente inetti (come in Fargo e infatti la sceneggiatura è dei Coen), una ipermanieristica ricostruzione di ambienti, abiti, acconciature, modernariato Anni Sessanta; una spruzzata di politically correctness (la satira dei pregiudizi razziali). Peccato che non funzioni: Clooney manca il bersaglio, spreca risorse e talenti attoriali, confeziona un filmetto che vorrebbe sembrare intelligente, caustico, progressista, ma è solo stucchevolmente velleitario.

Capannelle 11/02/18 00:42 - 4411 commenti

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Forse un tentativo maldestro di incanalare l'ennesima denuncia sociale sul razzismo anni 60 su binari grottescamente coeniani. Fatto sta che la storia non carbura bene dall'inizio alla fine e alterna momenti riusciti di humour nero (l'ispettore assicurativo, la biciclettina) con altri dove prevalgono strane giravolte ed eccessi di pulp anche fuori luogo. Prove attoriali senza infamia e senza lode, rimangono in mente Isaac e la Westbrook.

Kinodrop 25/02/18 18:09 - 2950 commenti

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Un tentativo modesto e maldestro di inserire una vicenda di ordinaria delinquenza in un contesto pseudo razziale a cui non sono sufficienti né l'ambientazione color pastello old style né le auto d'epoca. Una commedia sin troppo truce ed esageratamente "tragica", con una storia piatta e risaputa, scollegata da quel contesto sociale che avrebbe dovuto esserne il focus. Il sodalizio Coen/Clooney purtroppo rivela sin da subito la sua debolezza e la mancanza di prospettiva; sprecatissimi gli attori, impossibilitati a far propria una storia che non c'è.

Paulaster 4/04/18 10:39 - 4419 commenti

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Nella cittadina perfetta del titolo la tranquillità viene interrotta dall’arrivo di una famiglia nera e da un crimine. Ambientazione alla Truman show (curata anche nella fotografia) in cui Clooney non riesce a saldare la componente razziale coi vari assassinii. Discreto nei primi sviluppi che aggrovigliano la storia, perde mordente proprio verso la fine (pasticciato il ruolo del bambino che assiste in pratica a tutto). Damon fa il minimo e la Moore ricalca il ruolo di The hours. Il momento migliore è con l’investigatore dell’assicurazione.
MEMORABILE: Il confronto all’americana alla polizia; Gli spari attraverso il materasso; L’incidente della macchina contro il camion.

Piero68 7/01/19 09:29 - 2957 commenti

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Nonostante la scrittura a otto mani la storia stenta a decollare e ben presto finisce sui binari dell noia. Maldestro tentativo di unire black comedy a una specie di denuncia sociale sul razzismo made in USA degli anni 50/60. In realtà alla fine risulterà un film slegato, con molti contesti completamente avulsi alla narrazione e una regia che non sempre riesce a tenere il passo. Il sodalizio tra il gruppo Clooney e i Coen, che in passato aveva dato buoni risultati, questa volta non riesce a esprimere tutte le proprie potenzialità.

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Nando 22/01/19 15:22 - 3814 commenti

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Una pellicola scorretta che parte da un notevole fondo razzista, tipico di certi ambienti statunitensi della fine degli anni 50 per approdare a una torbida vicenda familiare che alla fine regala momenti splatter. Lo sviluppo narrativo non è malvagio e offre sorprendenti colpi di scena nonostante una regia non proprio memorabile e ambientazioni cartonate. Intrigante la Moore nelle sue due interpretazioni, Damon imbolsito.

Buiomega71 13/04/19 00:50 - 2910 commenti

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Scoppiettante e sagace noir grottesco (che in dirittura di arrivo sfiora l'horror: mazzate sulla capoccia, intrusioni casalinghe, il ragazzino sotto al letto, lo zio col coltello piantato nella schiena) che pare un Pleasantville filtrato da Quentin Tarantino, dove avidità, ferocia e amoralità impregnano l'idilliaco sogno americano. Clooney regala momenti altissimi (il latte e il tramezzino avvelenato, l'ispettore delle polizze, l'iniziale home invasion, i cori xenofobi) e i Coen citano l'improvviso incidente (il camion) di Non è un paese per vecchi. Beffardamente delizioso.
MEMORABILE: Papà e zietta, nello scantinato, a fare le sporcacciate con racchetta da ping pong; Sloan tra le fiamme; Gli effetti della soda caustica nel caffè.

Enzus79 29/03/20 23:21 - 2896 commenti

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Un episodio criminale e l'arrivo in zona di una famiglia composta da persone di colore innestano una catena di eventi nella tranquilla (e xenofoba) Suburbicon. Commedia nera (scritta anche dai fratelli Coen) divertente e convincente, in cui le critiche politiche sono ben evidenti. Julianne Moore da applausi. Forse il miglior film diretto da George Clooney.

Lou 30/03/20 00:24 - 1121 commenti

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Si riconosce chiaramente lo stile dei fratelli Coen, qui sceneggiatori, dal tono grottesco e dalla crudezza della vicenda narrata. Il tema dell'intolleranza razziale rimane sullo sfondo, al centro c'è l'ottusa prepotenza del mostro (bianco, apparentemente irreprensibile) che pensa di poter fare piazza pulita di ciò che ostacola i propri demenziali progetti di felicità e usa l'arrivo dei vicini neri per coprire le proprie indicibili nefandezze. Il messaggio di denuncia appare però troppo annacquato in un mare di eventi estremi e clamorosi.

Taxius 30/03/20 12:27 - 1656 commenti

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Frizzante commedia nera diretta da Clooney ma scritta dai fratelli Coen, ambientata in un nuovissimo sobborgo americano degli anni 50 costruito per bianchi borghesi ma in cui si trasferisce una famiglia di colore. C'è tanta cattiveria in questo film ma è raccontata in modo grottesco, al punto che è impossibile non sorridere ogni volta che qualcuno viene fatto fuori. Buona la regia e ottima la sceneggiatura dei due fratelli.
MEMORABILE: Latte e burro d'arachidi...

Gordon 6/05/20 13:24 - 261 commenti

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Buona commedia grottesca che si avvale della regia di Clooney (da cui era lecito aspettarsi un po' di più in quanto ad armonia narrativa) e della valida sceneggiatura dei fratelli Coen, che tratteggiano un'ambientazione fiabesca per una vicenda tragicomica. Si può dire che questo sia il punto forte del film, ossia le risate provocate da alcune scene esilaranti, che comunque non oscurano la critica al conformismo. Peccato per le interpretazioni poco convinte; buona invece la fotografia.

Il ferrini 6/09/20 13:19 - 2358 commenti

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Black comedy  scritta dai maestri del genere (i Coen) e diretta da Clooney che sceglie alcune soluzioni visive di stampo hitchcockiano - specie per gli omicidi - e colori pastello. Il risultato è una narrazione moderna con un'estetica vintage, alla quale ben s'adatta un Damon occhialuto e taglia XL ma anche la doppia Moore in outfit anni '50. Da segnalare anche l'ottima prova di Isaac, astuto investigatore assicurativo che dà il via al rocambolesco e sanguinoso finale. Divertente.

Pigro 14/09/20 09:33 - 9666 commenti

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Nella città ideale degli anni 50 il razzismo dei bianchi va di pari passo con i loro segreti, perlomeno quelli del brav’uomo che uccide la moglie per soldi. Plot e sceneggiatura potenti e implacabili, non senza gusto grottesco (i Coen da autori non si smentiscono) e 'sano' manicheismo, in un crescendo di azione, sangue (tanto) e sbigottimento (ben orchestrato da Clooney con il supporto di ottimi attori), spalancano lo sguardo sullo squallore della società americana dei benpensanti wasp, in un inquietante rispecchiamento dell’attualità.

Galbo 2/06/21 15:22 - 12393 commenti

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Una cittadina idilliaca per soli bianchi fa da sfondo a una commedia grottesca nerissima diretta da George Clooney e scritta dal regista insieme ai fratelli Coen e che reca tutte le "stimmate" del cinema dei due autori americani. Le due vicende narrate non sempre si intersecano con la necessaria fluidità ma indubbiamente lo spettacolo è garantito da un ritmo elevato, che cresce progressivamente insieme ai paradossi ben descritti dalla sceneggiatura. Regia elegante e interpreti di classe, dai protagonisti a tutti i caratteristi. 

Giùan 19/12/21 14:22 - 4559 commenti

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Si colgono palpabili lo sguardo lieve ma profondamente contestualizzato dei Coen in scrittura (Suburbicon sembra una versione in cartolina patinata di Fargo) e la regia scorrevolmente "democratica" di Clooney. Altrettanto evidente però è che il climax grottesco monti solo parzialmente e che nel film, pur perfettamente godibile nella sua narrazione quanto nelle sue metafore, scorra una vena "meccanica", che ci sia un vuoto d'anima. Damon e Moore gigioneggiano disinvolti ma i personaggi più esilaranti sono lo sgherro di Fleshler e l'assicuratore di Isaac. Manca di sentita crudeltà.
MEMORABILE: Nicky "pesca" papà e zia in cantina intenti a "sadomaseggiare".

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Herrkinski 10/08/22 15:10 - 8112 commenti

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Clooney si rifà a tutto il noir classico americano, con un occhio di riguardo a certi Coen, per raccontare questa vicenda d'ambientazione fine anni '50 che, dopo un inizio piuttosto confusionario, si rivela poi un classicissimo intrigo familiare con uxoricidio, amanti e imprevisti che portano a un'escalation di violenza e morte. Tutto già visto, ma si fanno apprezzare la ricostruzione ambientale, la fotografia e le prove attoriali, su tutti un Damon appesantito e convincente; ben girate anche le scene più sanguinose, per un film non entusiasmante ma di una certa eleganza formale.
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  • Discussione Buiomega71 • 13/04/19 10:05
    Consigliere - 25999 interventi
    Deliziosamente perfido e beffardo questo Suburbicon, divertente e sagace al punto giusto, cinico, cattivo e grottesco al punto giusto.

    Non ho mai amato granchè Clooney (sia come attore e, soprattutto, come regista-i temi da lui trattati come narratore non entrano nei miei interessi principali-), ma quì, sorprendentemente, fà il botto.

    Regista sopraffino (in questo caso), che non bada a spese quando deve portare alla luce l'amoralità e l'avidità di chi popola il sogno americano del bel paesello radioso da commedia anni '50 (e che dietro le staccionate, i bei giardinetti e i cieli dipinti di blu si nascondeva il marcio, forse, non è propiamente una novità, Lynch docet), come se Pleasantville fosse stato filtrato attraverso la lente sanguigna di Quentin Tarantino o di un Oliver Stone.

    Momenti assurdi e cattivissimi, fino ad una dirittura di arrivo che lambisce i territori horror (il ragazzino sotto il letto mentre infuria una colluttazione, i proiettili sparati come in Echi mortali, lo zio con il coltello piantato nella schiena e imbrattato di sangue, Damon che tira mazzate sulla capoccia in mezzo alla strada deserta, il corpo occultato, il latte e il tramezzino avvelenati, l'atmosfera "familiare" poco rassicurante e il bambino che , a suo malgrado, vive in un clima per nulla protettivo, ma pieno di dubbi e paranoie che sembra, a volte, di vedere Parents), in una girandola di follia e cupidigia da rasentare il sublime, per i meccanismi che si mettono in moto.

    Lo zampino dei Coen nello script si nota (i due killer tra il tragicomico e l'efferato vengono da Arizona Junior e Fargo, e l'inaspettato e fulmineo frontale con il camion è preso di peso da Non è un paese per vecchi) e Clooney (da buon democratico) ci infila il tema del razzismo, con una rivolta xenofoba cittadina che rimanda a certo cinema di Arthur Penn (i cori razzistici, tra starnazzar di trombe e di canti religiosi e il continuo presidio fuori dalla casa della famiglia di colore , con auto incendiate e bandiere sudiste, mettono i brividi e non possono non rammentare un caso di cronaca analogo successo proprio in questi giorni quì da noi)

    Le due vicende non si incrociano mai (e forse, questo, è l'amalgama meno indovinata, per poi ricongiungersi nella chiusa finale), ma mentre i cittadini di Suburbicon sono presi dalle loro manifestazioni nazistoidi , Damon vede il suo "piano perfetto" andare a rotoli, in un coacervo di situazioni tumultose e paradossali, che sfociano nel sangue e nella belluina stoltezza

    SPOILER

    Con una disumanità raccapricciante che non risparmia nemmeno il suo figlioletto, visto come un'intralcio

    FINE SPOILER



    Notevoli omaggi al noir e a certo cinema hitchcockiano (lo strangolamento della Moore proiettato sul muro, il bicchiere con il latte avvelenato, la Moore in double/version-che riecheggia la sua casalinga perfettina di Lontano dal paradiso- e che si fa bionda come Kim Novak in Vertigo), un incipit da home invasion che non ti aspetti dal regista di Le idi di Marzo, Damon a fare lo sporcaccione nello scantinato con la Moore e racchetta da ping pong per sculacciarla, la viscidità e l'untuosità del detective delle polizze assicurative, gli effetti della soda caustica nel caffè, la riprovevole mossa razzista del direttore del supermercato verso la donna di colore (tutto, per lei, costa venti dollari), il delirante discorso finale (al tavolo) di Damon al figlio che mette i brividi.

    C'è una piacevole malia da SF anni 50 quando, i due ragazzini, nelle loro camerette, ascoltano il radiodramma "thriller" che fa tanto Invasori spaziali

    Cinema sanguigno Suburbicon, che avvolge nella sua girandola di nerissima ingordigia, dove gli scrupoli diventano un'optional e, la famiglia, diventa il posto meno sicuro del mondo.

    Bellissima la OST composta da Alexandre Desplat e , come sempre, meravigliosa la fotografia dell'immenso Robert Elswit.

    Tutto è proprio come sembra, dove l'essere umano mostra il suo lato peggiore

    Con mia somma meraviglia ecco apparire il logo della Dark Castle (tra gli altri) di Joel Silver.

    Se io avessi ucciso mia moglie, cosa le fa supporre che non ucciderei anche lei
    Ultima modifica: 13/04/19 14:59 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 13/04/19 10:24
    Consigliere - 25999 interventi
    Ottimo il dvd della 01

    Formato: 2.40:1

    Audio: italiano (5.1) e inglese (5.1)

    Sottotitoli: italiano per non udenti

    Come extra: backstage di 8 minuti, presentazione dei personaggi del film (12 minuti), benvenuti a Suburbicon (dietro le quinte del film, 28 minuti), intervista a Alexandre Desplat (7 minuti), interviste a George Clooney, Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac (per un totale di 18 minuti)

    Durata effettiva: 1h, 40m e 44s

    Immagine al minuto 1:25: 54. Papà Gardner (Matt Damon) , dopo la mattanza, fa un discorso raggelante al figlioletto

    Ultima modifica: 13/04/19 13:02 da Zender