Mimic 3 Sentinel - Film (2003)

Mimic 3 Sentinel
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Era difficile fare peggio di MIMIC 2. Ci si è riusciti. MIMIC 3 è un orripilante mix tra alcuni spunti comuni alla saga e… udite udite… LA FINESTRA SUL CORTILE! Già, perché il  protagonista, un ragazzo ipersensibile allergico un po' a tutto costretto dalla salute precaria a starsene chiuso in casa, ha l'hobby della fotografia e passa tutto il giorno a inquadrare i vicini dall'obiettivo (scattando di tanto in tanto). E’ così che, come nel classico hitchcockiano...Leggi tutto (e nei tanti film che ne hanno rubato l'idea durante gli anni), vedrà accadere qualcosa di strano. Aiutato dalla sorella e da un'amica di questa, proverà a indagare. Nascosti nel buio, i cari insettoni si muovono resi semi-invisibili dalle solite riprese concitate montate istericamente. Film di una lentezza sfibrante (e dire che non raggiunge nemmeno l’ora e venti!), ci fa trascorrere basiti quasi un'ora prima di farci vedere qualcosa di vagamente interessante. E così, dopo aver assistito a interminabili session voyeuristiche durante le quali non accade nulla, a dialoghi insulsi tra fratello e sorella piccola, alla relazione tra la madre del protagonista e il poliziotto chiamato dai figli per denunciare l’ovvia apparizione sospetta, qualcosa infine si muove. I soliti insettoni mutanti cominciano a far vedere le ali nel buio e la “guest star” Lance Henriksen (il vicino “misterioso”) si affaccia fugacemente sulla scena. Ancora qualche flash poco chiaro di attacchi nel buio e poi via al caotico finale; tra esplosioni, fuga e infiniti déjà vu. L’idea di mescolare Hitch e insetti era buona, ma necessitava di una sceneggiatura congegnata molto meglio.

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Undying 18/03/09 23:34 - 3807 commenti

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Incredibile pastrocchio, caratterizzato dal tentativo (interessante) di spezzettare la narrazione in due parti: una prima di tensione e preparazione, sulla falsariga del voyer con cannochiale (ispirato chiaramente dall'hitchcockiano La finestra sul cortile); ed una seconda in linea con la serie, quindi rappresentata dagli scarafaggi e dalla loro azione contro l'umana specie. Purtroppo la scarsità dei dialoghi e la lentezza della prima ora annichilisce tutta la seconda parte, oltremodo costituita da brutti effetti (poco) speciali, e da tanto chiasso fatto per nascondere l'entità del budget.

Puppigallo 27/07/12 23:55 - 5275 commenti

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Imbarazzante pellicola dove la pochezza di idee è la principale causa dell'inutilità di tale operazione filmica. In più, gli attori sono a dir poco inconsistenti; e il protagonista guardone stufa dopo circa quindici minuti. Se al tutto aggiungiamo il ritmo inesistente e attacchi buttati lì e tutti uguali (urla, buio, rumore di sciabolate), il risultato non può che essere solo deprimente. A dare poi il colpo di grazia (ma non ce n'era bisogno) ci pensa un finale che sembra fatto in quattro e quattr'otto, come se il regista si fosse reso conto che il nastro stava per finire.
MEMORABILE: L'inizio, con bambino, piccione e insetto formato gigante (l'unico momento vagamente studiato).

Buiomega71 1/11/16 00:35 - 2910 commenti

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Il concept non era male (coniugare il voyeurismo depalmiano e hollandiano con gli insettoni antropomorfi) e l'incipit (uccello agonizzante più bambino fatto a pezzi e vermi) faceva ben sperare. Purtroppo per quasi tutta la durata succede poco o nulla: problemi da sit-com, lo sfigato di turno, mamma un po' zoccola, sorella "bimbaminkia" (ma la Dziena è un bel bocconcino) e un fastidioso violino di fondo. Petty si scatena nel finale, con spruzzate splatter, insettoni inferociti e fucili spianati e risolleva il ritmo. Un po' poco però; mediocri anche gli SFX di Gary Tunnicliffe.
MEMORABILE: La carrellata nell'appartamento mattatoio sulle note di "You can't tell the difference after dark"; La Plummer "squarciata"; A riparo nel frigo.

Pinhead80 10/05/20 18:35 - 4760 commenti

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Terzo capitolo della saga delle blatte giganti killer ed ennesima conferma che la storia aveva già abbondantemente esaurito le sue cartucce migliori in precedenza. Protagonista è qui un "guardone" in stile La finestra sul cortile (ma la citazione non deve confondere, il film di Hitchcock è un capolavoro) che, a causa di una malattia, non può uscire di casa e che quindi spia i vicini. Le scene più cruente risultano confuse a causa dell'immensa oscurità in cui è ambientata la pellicola. Se non altro dura poco...

Anthonyvm 14/04/24 18:55 - 5689 commenti

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L'ultimo capitolo prende una deviazione hitchcockiana mixando al consueto canovaccio entomofobo una rivisitazione giovanilistica de La finestra sul cortile. Idea interessante sulla carta e furba in termini produttivi (poiché si gira quasi completamente in interni, le atmosfere paranoico-claustrofobiche che la materia richiede si adattano alle limitazioni pecuniarie), ma trasposta sullo schermo con una certa indolenza. Colpa di personaggi noiosi (come di conseguenza le loro tribolazioni); per fortuna l'atto finale viene rinvigorito dall'intervento di Henriksen. Mediocre, ma passabile.
MEMORABILE: Il bambino massacrato nell'incipit; La ragazza che non sembra inquietata dalla collezione di foto dello strambo voyeur; Rifugiandosi nel frigorifero.

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  • Discussione Buiomega71 • 1/11/16 10:35
    Consigliere - 25999 interventi
    L'idea non era nemmeno malaccio, coniugare i voyeurismi depalmiani, con problemi di vicinato sulla falsariga di Ammazzavampiri/Disturbia, con gli insettoni antropomorfi della saga

    Anche l'incipit faceva ben sperare, ben girato e con una dose di sana cattiveria (Strano figuro di spalle, in un lercio appartamento, armeggia qualcosa, schizzo di sangue che imbratta la parete, stacco. Uccello agonizzante tra i rifiuti + bambino curioso + bambino fatto a pezzi dall'insettone + primo piano sugli occhiali insanguinati contorniati da vermiciattoli)

    E Petty sà muovere bene la MDP tra gli spazi angusti di uno squallidissimo palazzone nella periferia del Bronx (in realtà Bucarest) e l'atmosfera di degrado e grigiume e anche ben resa

    Poi, però, Petty, dà spazio allo sfigato asmatico voyeur chiuso nella sua stanzetta a spiare i vicini e per quasi tutto il film non succede un fico secco

    E così il terzo Mimic assume i tratti di una sitcom (nemmeno troppo divertente) con: il guardone ippocondriaco (allergico al fumo e al profumo della bella vicina dirimpettaia, che quasi sembra sia allergico alla f..a) che c'ha la madre un pò zoccola (Amanda Plummer, no dico, la Plummer che fà la mangiauomini e gode in camera da letto, come rovinarmi un mito!) che se la fà con un poliziotto che non e propiamente un falco (i loro gemiti nella camera da letto, ma perchè?), una sorellina rompicoglioni e parecchio bimbominkia (però la Dziena è un gran bel bocconcino) che se la fà con lo spacciatore di colore (ma perchè?) e una vicina di casa un pò svampita (Rebecca Mader) che si innamora di lui (si, vabbè) e smette di fumare perchè lui ha un forte ascendente su di lei (ma perchè?) e c'è pure Lance Henriksen che fà Lance Henriksen quando deve pagare le bollette. Poi c'è un fastidiosissimo strider di violino di sottofondo che non la smette più.

    Insomma, il filmetto e tutto quì, e a parte qualche intuizione (il piano sequenza nell'appartamento mattatoio sulle note di "You can't tell the difference after dark" cantata da Alberta Hunter) non c'è molto da segnalare (anche se i dialoghi sono almeno sopra la media di questo genere di film)

    Poi, proprio in dirittura di arrivo, il regista di The Burrowers si scatena e sguinzaglia i suoi insettoni antropomorfi con tanto di spruzzate splatter , fucili spianati, i judas incazzosi, la Plummer "squarciata", il ragazzo chiuso nel frigo, la sorella nel bagagliaio dell'auto, lotte furibonde , esplosioni (anche di testacce d'insetto) e Henriksen fatto a tocchetti.

    Nonostante ciò, però, il filmetto non si risolleva dalla mediocrità e il coincitato finale (girato nemmeno malaccio) arriva troppo tardi

    Brutta chiusa finale all'ospedale e modesti gli SFX dell'eccellente (altrove) Gary Tunnicliffe (nulla a che vedere con quelli gustosi del secondo Mimic, che per il sottoscritto rimane il migliore della striminzita trilogia)

    Un pò di originalità Petty c'è l'ha messa, ma ahimè non basta.

    Però la Dziena varrebbe da sola la visione, almeno per gli ormoni maschili

    Ho la registrazione da Sky Max (in double-bill con il secondo) della misera durata di 1h, 13m e 21s (anche se , in questo caso, la breve durata può essere solo valore aggiunto).
    Ultima modifica: 1/11/16 18:44 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 1/11/16 21:46
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Questo lo vidi ma ricordo poco; si rifà ad Hitchcock, La finestra sul cortile...