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Titolo originale: Taeksi Woonjunsa
Anno: 2017
Genere: drammatico (colore)
Regia: Hun Jang
Note: Presentato al XXXV Torino film festival nella sezione "Festa mobile".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/11/17 DAL BENEMERITO COTOLA
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- Un film straordinario, quasi perfetto!:
Il ferrini - Grande esempio di cinema:
Taxius - Davvero notevole!:
Kinodrop - Quello che si dice un buon film:
Hackett - Mediocre, ma con un suo perché:
Cotola
Ispirato a fatti reali (la drammatica repressione, nel 1980, del dissenso da parte della dittatura sudcoreana), il film all'inizio sa mescolare abilmente il registro comico e quello drammatico. I primi problemi nascono nella parte centrale in cui si concede un po' troppo spazio al melodrammatico: ma viste le vicende, ci può stare. La situazione si fa ferale negli ultimi quaranta minuti che sono in pieno american style: c'è pure un inseguimento fracassone (che non ci si crede se non lo si vede) che fa raggiungere al film l'apice del ridicolo e dell'insopportabilità. Occasione sprecata.
Grandioso affresco sulla rivolta di Gwangju e della sua violentissima repressione filtrata dagli occhi di un uomo comune, qui interpretato dal sempre ottimo Song Kang-ho (Parasite). La prima parte del film è una commedia brillante e questo fa sì che lo shock del protagonista nel trovarsi di fronte al massacro sia perfettamente traslato sullo spettatore, che ne viene letteralmente travolto. Diretto e interpretato in modo magistrale è un film emozionante, che consegna alcune scene di incredibile realismo. Straordinario.
Seoul, il tassista Kim si offre di accompagnare un reporter tedesco a Gwangju, ignaro della drammatica situazione cui andrà incontro, dovuta alla sanguinosa repressione antidemocratica contro i dissidenti. Un'opera basata su fatti reali, che ha il merito di conciliare senza forzature più stili narrativi, "leggero" nella prima parte e via via più teso e drammatico di fronte ai sanguinosi eventi, con un epilogo di apertura e di amicizia. Una regia dinamica e vivace che rifugge dal sensazionalistico lasciando intatto un senso di umano nonostante tutto.
MEMORABILE: La panoramica sugli scontri; Le sparatorie e lo scudo dei taxi per recuperare i feriti; L'inseguimento fuori Gwangju; Alla ricerca di Kim.
Drammatica storia vera incentrata sulla violenta repressione della rivolta di Gwanju da parte della dittatura sudcoreana nei primi anni 80. Protagonisti un reporter tedesco e il suo autista coreano, la cui missione è mostrare al mondo intero i crimini che avvengono nella regione. L'opera inizia come una divertente commedia salvo poi trasformarsi in un crudo e violento film di repressione zeppo di sangue e morte. La storia è toccante e impreziosita da interpretazioni molto intense da parte di tutto il cast. Più che notevole.
Coinvolgente e ben girata storia di un'amicizia, improbabile quanto vera, tra un reporter tedesco e un tassista sud coreano che si incontrano per caso nei tumulti repressivi che il paese asiatico visse nel 1980. Quegli anni vengono fatti rivivere con un'esplosione di colori tra i quali dominano il giallo e il verde, che è il colore del taxi del protagonista ma soprattutto della sconfinata vegetazione collinare locale. Buona regia e due attori che ben si contrappongono nonostante la barriera linguistica non permetta loro di interagire mai direttamente.
Kang-ho Song HA RECITATO ANCHE IN...
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- A Taxi Driver è il primo film sudcoreano direttamente incentrato sui fatti noti come "il massacro di Gwangju", di cui avevano finora parlato trasversalmente solo pochi altri film come Peppermind Candy o A Petal.
La rievocazione del massacro di Gwangju fa da sfondo al romanzo della scrittrice sudcoreana Han Kang pubblicato recentemente da Adelphi col titolo "Atti umani".
Durante le ricerche per documentarsi sugli eventi, la scrittrice riuscì a rintracciare il tassista che aveva accompagnato il reporter tedesco Jurgen Hinzpeter, a cui si devono le poche immagini ed i filmati che documentano il massacro.
In precedenza, l'uomo aveva sempre tenuto nascosto il suo ruolo per timore di ritorsioni, anche quando questo timore non aveva più ragione di sussistere.
Una reticenza personale che rispecchia un atteggiamento diffuso nella popolazione.
Il massacro avvenuto nel 1980 durante la dittatura militare di Chun Doo-hwan, pur riconosciuto come tale dopo il ritorno alla democrazia, continua infatti ad essere una ferita aperta nella storia del paese con cui è stato sempre difficile confrontarsi. A questo riguardo, basti pensare all'incertezza che permane sul numero delle vittime, oscillante tra 1000 e 2000 morti, in gran parte studenti o al fatto che i responsabili del massacro, pur riconosciuti tali e condannati in giudizio, furono tutti in seguito graziati.
Un bell'articolo su come il cinema sudcoreano si è rapportato con questo tema si può leggere qui:
http://www.quadernidaltritempi.eu/rivolta-e-massacro-cronache-di-gwangju/
Sull'identificazione del tassista (lingua inglese):
http://koreajoongangdaily.joins.com/news/article/article.aspx?aid=3038058
http://english.hani.co.kr/arti/english_edition/e_national/844517.html
Sulla figura del reporter tedesco (lingua inglese):
https://en.wikipedia.org/wiki/Jürgen_HinzpeterUltima modifica: 4/01/20 07:41 da Daniela - Scusate, una domanda, magari sono io che non sono molto fisionomista. Ma Kang-ho Song (come viene accreditato in questa scheda) non è lo stesso attore che nella scheda di Parasite è scritto Song Kang-Ho, e addirittura in quella di The Host come Song Gang-ho?
- Sui coreani purtroppo i nomi non saranno mai uniformi sul davinotti.
Cotola lo ha scritto come è scritto su IMDB, Daniela nell'inserire Parasite non ha usato la metodologia di IMDB
IMDB lo riporta sempre Kang-ho SongUltima modifica: 7/04/20 01:17 da Didda23
