Psycho cop II - Film (1993)

Zuzzurelloni, tette, natiche, budget scarno ed effettacci di conseguenza; questo è quanto, anche perché la trama è ridotta come lo slip di Julie Strain e Bobby Ray Shafer esagera sia con la pistola che con la battuta, con il risultato sia di inaridire i principi da taglio dello slasher sia di infastidire chi pensa che una battuta sia poco ma due siano troppe. Se lo sguardo allupato decide di soprassedere sule starlette di Penthouse o su qualche pornodiva prestata, si può farne a meno senza batter ciglio. Sovrappiù.

Va preso per quello che è, un film dell'orrore demenziale, a basso costo, tipica serie Z americana. Location ridotte all'osso (praticamente vediamo il palazzone e i dintorni, nient'altro), cast mediocre, tipico di film di questo tipo, eppure nonostante tali ovvi difetti (evitiamo volutamente di citare gli "effetti speciali") il film riesce a divertire. Ci si scordino ovviamente tensione o paura.. Ci sono solo risate, in particolare quando il poliziotto killer colpisce e per ogni vittima ha una battuta pronta.

Ritorna il poliziotto psicopatico in questo sequel che a sorpresa si dimostra più brillante del prototipo; l'ambientazione in un grattacielo alla Dèmoni 2 fa da sfondo agli attacchi del maniaco, sempre più gigioneggiante, nella tradizione dei villain slasher di quegli anni. Si allunga un po' troppo il minutaggio con esibizioni di strippers (parecchi i nudi nell'arco del film) e riempitivi vari, ma le scene splatter sono perlomeno di discreta fattura; i toni farseschi però sono forse esagerati e insieme alla location ricordano il coevo Hard to die, pur senza scendere così in basso.