In the cut - Film (2003)

In the cut
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: In the cut
Anno: 2003
Genere: thriller (colore)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Se si usa l'intreccio thriller per banalizzarlo in questo modo era meglio cambiar genere. IN THE CUT non è un thriller (se non tanto superficialmente da farcelo dimenticare quasi subito), è piuttosto un noir sentimentale/erotico visto dalla parte delle donne. Perché donna è la regista Jane Campion e donne sono l'autrice del romanzo (nonché sceneggiatrice) Susanna Moore e la protagonista Meg Ryan. Quindi è diverso l'approccio al sesso. Non perché sia vista più castamente, anzi, quanto perché diventa un mezzo attraverso cui vivere un rapporto nella sua completezza. Il sesso assorbe la visione che ha Frannie/Ryan del mondo, ne diventa il suo filtro principale. Ed è brava Meg Ryan a dimostrarcelo...Leggi tutto mettendosi in gioco senza trucco né veli che ne nascondano l'età non più verdissima. La sua Frannie appare inizialmente decisa e convinta dei propri mezzi, ma minuto dopo minuto tenderà a perderne la consapevolezza, trascinata in un mondo “strano” dall'ispettore Malloy (Mark Ruffalo), che finisce per soggiogarla. Il buon lavoro psicologico della Campion tuttavia si scontra con una regia troppo arrendevole, subordinata ai drammi interiori della protagonista che conquistano quasi subito uno spazio eccessivo. E così il film rallenta sempre più tra le parole di conforto della sorellastra (Jennifer Jason Leigh) e i giochi da bel tenebroso del poliziotto. Si tenta inutilmente di tener viva l'attenzione con la macchina a mano, con qualche inquadratura d'effetto, ma IN THE CUT si rivela valido come sincero ritratto psicologico, non come film in se stesso. Chi si aspetta torridi amplessi lasci perdere: la Ryan si mostra, è vero, ma tutto sfuma nell’arte presunta.

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Caesars 8/06/07 10:30 - 3773 commenti

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Non bruttissimo ma come thriller non vale granchè. Molto rumore intorno a questa pellicola ma come sempre succede solo per pubblicità e senza nessun altro motivo sotto. Il personaggio interpretato da Meg Ryan, finalmente assai distante dalla ragazza acqua e sapone, mi ha ricordato assai quello di Diane Keaton ne In cerca di Mr. Goodbar. Più indagine psicologica sui personaggi che indagine poliziesca sugli omicidi, poteva essere sviluppato meglio. Jane Champion è sicuramente sopravvalutata.

Galbo 22/12/07 07:30 - 12372 commenti

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Film mediocre, rappresenta un'occasione mancata per la regista dell'ottimo Lezioni di Piano. L'aspettativa era quella di un thriller dalle atmosfere malate, interpretato da un'attrice (la Ryan) finora impegnata nelle commedie sentimentali. Il risultato è un'opera confusa, con una sceneggiatura pasticciata (della trama si capisce ben poco), e personaggi assolutamente improbabili e mal scritti. Anche i pretesi aspetti erotici sono francamente alquanto deludenti. La regia infine è priva di qualunque guizzo di personalità.

Homesick 5/01/08 17:42 - 5737 commenti

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Sgradevole e inconludente, si serve di una ridicola trama thrilling (il colpevole lo identificherebbe subito anche un cieco) per mettere in piedi il solito castello di carte con scempiaggini psicanalitiche e nauseante sentimentalismo femminile, nonché un campionario di pratiche sessuali da Kamasutra dei bassifondi. La Ryan, gracile e artefatta, era meglio come fidanzatina ideale delle commedie rosa e Ruffalo si esibisce come detective e stacanovista del cunnilungus... Raus!

Cotola 14/05/08 23:53 - 8998 commenti

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C'era una volta Jane Campion, grande regista che girava film colti, intelligenti e raffinati. Poi è venuto Holy Smoke (deludente) ed infine questo mediocre thriller (per ora il suo ultimo lavoro) che fu spacciato per roba autoriale ma che è come una qualsiasi altra pellicola di genere, anzi peggio. In primis perché girata da una filmaker di indubbio valore, secondo perché venne furbescamente spacciata come scandalosa ma in realtà così non è: la scena incriminata, infatti, è quella di una fellatio appena accennata che quasi non si vede.

Undying 3/01/09 03:52 - 3807 commenti

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Eh sì, il titolo è sbagliato. Più appropriato, dato il porno platonico che lo pervade, sarebbe stato un appellativo in perfetto stile brassiano, che i conoscitori dell'inglese comprenderanno: In the Cu(n)t. Sovviene, anzi, il dubbio che trovandoci innanzi ad un prodotto tutto al femminile (dalla regia alla sceneggiatura, passando per la produzione per cui si sono mosse Laurie Parker e Nicole Kidman!) un lapsus freudiano abbia suggerito un titolo facilmente dileggiabile. L'erotismo è glaciale, freddo, distaccato e fan quasi più paura le psicologie dei protagonisti di quella del serial killer.
MEMORABILE: "Ti fideresti di un uomo che si fa fare pompini in un bar?"

Capannelle 19/03/09 16:55 - 4394 commenti

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Meg Ryan e la Campion riescono a proporci dei bei passaggi ottimamente fotografati. Sul versante thriller, complici la sceneggiatura zoppicante e la durata, si assiste invece ad un flop: ritmo blando, personaggi di contorno senza senso, finale telefonato. In fondo l'unica cosa che interessa alla regista neozelandese pare essere il rapporto tra la scrittrice e l'ispettore, o meglio l'evoluzione interiore di lei, sempre più calamitata da un uomo e un ambiente misogini, dove anche un semplice dialogo rivela poco rispetto per le donne.

Ciavazzaro 6/10/09 09:47 - 4768 commenti

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Abbastanza deludente. Thriller erotico-morboso. Kevin Bacon funziona in modo discreto, Meg Ryan non convince più di tanto, ma a non convincere troppo è soprattutto la trama. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Pazienza; un'occasione sprecata, a mio avviso.

Stefania 10/01/10 23:21 - 1599 commenti

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Sono confusa sul significato di questo film. Che cosa vuole dirci? Che gli uomini sono violenti e le donne sono vittime? Che uomini e donne non hanno un linguaggio comune, che la loro unica intesa può esistere sul piano sessuale? Che il modo più giusto di trattare gli uomini è ammanettarli al letto (recitando, invero, un copione che rientra nelle più banali fantasie maschili)? O forse che se una donna vuole togliersi dai guai (tipo, ammazzando un serial killer), può farlo da sola? Ok, brava, ma d'ora in poi non faccia più la vittima. Mediocre.

Mdmaster 15/10/10 12:28 - 802 commenti

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Thriller davvero insulso, guidato da una Meg Ryan che mi sembra palesemente fuori posto, che tenta di tenere sveglia l'attenzione, o forse di distrarre lo spettatore da una trama davvero confusa e con un messaggio ancora meno chiaro. Una visione basta e avanza per comprendere in fondo che dietro a In The Cut c'è proprio poco d'interessante. Dalla Campion era lecito aspettarsi di più, direi. Inutile.

Buiomega71 29/07/11 19:58 - 2899 commenti

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Sporco, perverso, intriso di un'atmosfera zozza e sudicia che resta nella pelle. La straordinaria regista di Ritratto di signora ritrae un thriller come non se ne vedevano da tempo e ricorda i primi Ferrara, Schrader e Lustig e Gli occhi dello sconosciuto, quel noir metropolitano grondante sesso e perversioni, squallore e realismo. Uno dei migliori thriller degli ultimi anni. L mente va allo Squartatore di New York: come nel capolavoro di Fulci anche qui i personaggi hanno tutti il loro lato oscuro e perverso. Peccato la scena cut iniziale.
MEMORABILE: Il sesso tra Ruffalo e la Ryan, bello tosto; l'incubo onirico sulla pista da patinaggio, con gore annesso; "Que sera sera" sui titoli.

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Nando 29/03/12 01:37 - 3806 commenti

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Thriller pretestuoso denso di morboso erotismo da cartolina in cui lo sviluppo narrativo si mostra più confuso del previsto. La Ryan interpreta una detective poco credibile che si dedicherà ad infime pratiche erotiche. Tonfo registico della Campion.

Giacomovie 5/01/14 14:39 - 1397 commenti

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Il film presenta un duplice coraggio: coraggiosa è la Campion nel voler scavare nei lati più intimi e oscuri dell’universo femminile; coraggiosa è la Ryan nel mettersi in discussione a 42 anni come donna e come attrice. Questo però non basta a dare pieno valore al film. È un thriller più denso di quanto all'apparenza possa sembrare, ma la ricerca dell’aria di mistero è superficiale e diventa aria di noia (anche in buona parte dei dialoghi), dando la chiara sensazione che si sia voluta privilegiare solo la parte erotica. **!

Furetto60 23/01/14 09:02 - 1192 commenti

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Per essere un giallo ha poco del genere; la trama “gialla” è infatti in subordine rispetto alla costruzione di un situazione torbida e cupa. Contribuiscono l’impostazione della fotografia, i dialoghi, le esplicite e prolungate scene di sesso, la messa a fuoco di particolari di secondo piano e per lo più squallidi. Queste scelte producono un prodotto sui generis, ma nello stesso tempo non riescono a evitare l’arrivo, già a metà visione, di una nutrita serie di sbadigli; e quello che dovrebbe essere il colpo di scena appare più che telefonato.

Saintgifts 29/07/14 01:36 - 4098 commenti

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La Campion sembra quasi essersi messa d'accordo con Meg Ryan (la fidanzatina d'America) per dimostrare come sia possibile per donne artiste cambiare completamente registro, affrontando temi e personaggi distanti da quelli usuali. Per la verità la Campion aveva già dato prova di saper giocare con il sesso; anzi a ben vedere tutti i suoi lavori ne contengono, più o meno esplicitamente, una buona dose. C'è anche una terza donna, l'autrice del romanzo. Film al femminile quindi, dove il maschio viene castrato per bene, magari dopo essere stato usato.

Rebis 11/07/17 18:36 - 2331 commenti

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Il pubblico ricusò Meg Ryan (bravissima) e la critica un espediente di sceneggiatura (il tatuaggio) tanto pretestuoso da entrare negli annali: il proverbiale dito che punta la luna - che invece è piena, turgida, carnale, elevata sul paesaggio umbratile della sessualità femminea. Dentro la rigogliosa fotografia di Dion Beebe, nelle sfocature screziate di rosso, nei ralenti che confluiscono in un tempo uterino, il film dirama le sue cime copiose tra i fantasmi di Jennie (la pista di pattinaggio, il faro) e il cupio dissolvi di Mr. Goodbar. Una Jane Campion ritrovata.

Fedeerra 18/11/17 06:52 - 770 commenti

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La necessità resta sempre quella: trovare un senso d'identificazione in se stessi. La New York splendidamente fotografata da Dion Beebe è sporca (dentro e fuori), fisicamente sfocata, priva di vita(litá) e colma di paure. Il parallelismo fra thriller e psicodramma è irresistibile e Jane Campion, regista che sa davvero raccontare le (sue) donne, è riuscita nell'arduo compito di trasformare la zuccherosa Meg Ryan in una figura torbida, disillusa e affetta da misantropia. Splendida la soundtrack.

Daniela 14/01/22 23:16 - 12606 commenti

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Insegnante alla ricerca di nuove esperienze intreccia una relazione con un bel poliziotto che sta indagando su una serie di omicidi... Al tempo dell'uscita, cocente delusione per chi si aspettava un thriller d'autore ad alta temperatura erotica: la trama relativa al serial killer è banale, l'erotismo più parlato che mostrato, a meno di non voler considerare erotica una fellatio intravista in una toilette semibuia. Ryan si impegna nel tentativo di sporcare l'immagine consueta di ingenua ma il suo personaggio risulta fasullo ed irritante. Sprecate le preziosità della fotografia.

Teddy 18/02/22 23:08 - 808 commenti

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Il sesto film di Jane Campion è un febbrile e misantropo melodramma travestito da thriller. Libido e repulsione sono una sorta di status symbol e New York luogo e mezzo di esasperazione per antonomasia. Prodigiosa la metamorfosi di Meg Ryan, letteralmente posseduta da storia e personaggio. Opaca e lussureggiante la fotografia di Dion Beebe, struggete lo score di Hilmarsson. Sottovalutatissimo.

Occhiandre 7/04/22 14:35 - 153 commenti

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Molti attori tentano la carta del personaggio brutto e cattivo. L'allora giovane produttrice Nicole Kidman presta la propria esperienza in pellicole controverse, a due figure di spicco come Campion e Ryan, che qui rinuncia alle sue splendide chiome e all'autoironia in favore di un progetto che poco le giova. Ma il copione decolla lentamente per chi ha l'ardire di attendere che l'insegnante gattara acquisisca qualche sfumatura. Campion tenta un'indagine che segue l'evolvere dello sguardo maschile sul fenomeno "donna". Bello il finale ma con qualche sbavatura sul piano logico.
MEMORABILE: I rapidi scorci urbani; Lo sguardo di Ruffalo segue Ryan che sfugge; La canzone dei titoli di coda.

Ira72 7/06/22 17:57 - 1305 commenti

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Molta fuffa autoriale e poca sostanza in questo thriller “mappazzone” in cui convivono più generi, nessuno dei quali risulta davvero incisivo. Non va la parte erotica (già vista, rivista e stravista e talmente patinata da reprimere qualunque impulso “hard”). Non funziona neanche la parte dedicata al serial killer, in cui si intravede ben poco di sconvolgente senza che si crei alcuna suspense. Nemmeno il lato romantico/amoroso trova una sua collocazione, anche a causa di personaggi stereotipati e, francamente, noiosi. Ryan, poi, non convince affatto nell'interpretazione.

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Enzus79 4/08/22 22:40 - 2864 commenti

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Tratto da un romanzo di Susanna Moore (qui anche sceneggatrice). Insegnante di New York ha un rapporto alquanto torbido con un detective, che sta indagando su alcuni efferati omicidi. Thriller che sfiora la piattezza e con una trama che convince davvero poco: troppi gli stereotipi e i cliché. I momenti cosiddetti caldi risultano "vuoti". Meg Ryan come non la si è mai vista.

Bubobubo 15/01/23 16:03 - 1847 commenti

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Difficile da inquadrare e valutare nel suo complesso. Per quanto giri su meccanismi vicini al thriller erotico del decennio precedente, la fumosa indeterminatezza della vicenda (velata di un astratto onirismo che solo il twist finale, invero non indispensabile, prova a dissipare) e il tentativo non convenzionale di ibridare pulp, dramma di genere e dark comedy testimoniano della ricerca di una via del tutto personale al linguaggio registico. Definirlo riuscito è forse un azzardo (i protagonisti vanno a corrente alternata), ma una visione la merita, anche per il virtuosismo formale.
MEMORABILE: La scoperta del corpo di Pauline (Leigh); Tensioni nel rapporto con Cornelius (Pugh).
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  • Homevideo Undying • 3/01/09 03:58
    Risorse umane - 7574 interventi
    La Mondo Home, in associazione con la Nexo ne ha rimesso in circolazione (da tempo) un'eccellente edizione DVD, caratterizzata dall'audio proposto in un coinvolgente dolby 5.1 DTS.

    Il formato video resta quello anamorfico 1.85:1 già avanzato nella precedente edizione, mentre per la serie "e li chiamano EXTRA" il reparto sezione speciale contiene miseri trailer (delle uscite in sala ed in DVD).

    Il film è, parere opinabile e personalissimo, d'una volgarità (tutta al femminile) agghiacciante...
  • Homevideo Rebis • 3/01/09 15:00
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Sarebbe stato interessante almeno vedere in dvd la versione integrale del film, che fu alleggerita per le sale di tutto il mondo...
  • Homevideo Undying • 4/01/09 12:11
    Risorse umane - 7574 interventi
    La versione proposta nel DVD è quella canadese, già presentata al Toronto International Film Festival e della durata totale di 113 minuti, compresi i lunghi titoli di coda.