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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il titolo già mette in chiaro la strettissima relazione tra i giovani protagonisti (ma la cosa va estesa a un'intera generazione) e il telefono cellulare. Al tema, già ampiamente scandagliato dal nostro cinema, Moccia si accosta senza ambizioni particolari se non quella di sfruttare l'idea per accomunare iperbolicamente i suoi personaggi dando un senso unitario al film e condirlo con ovvie tirate moralisticheggianti. I nostri sono una classe liceale in gita pre-maturità accompagnati da Laura (Incontrada), la loro insegnante, e da una sua collega (Potenza) più interessata alla propria ricerca da spedire all'università di Boston. La meta è Scorrano, un paesino della Puglia dove si dovrà incontrare...Leggi tutto un artista (Fortuna) con cui condividere un laboratorio. Tutto bene durante il viaggio in autobus, ma quando una volta lì ci si accorge che i cellulari non prendono, il panico generalizzato s'impossessa della classe, con reazioni isteriche che sottolineano l'assoluta dipendenza dei ragazzi dalla loro vita "social" vissuta attraverso il telefonino. Solo sull'alta terrazza di un edificio le tacche si rimaterializzano (un po' come succedeva in LA PASSIONE): verrà presa subito d'assalto dal gruppo per riattivare i contatti col mondo. E' evidente infatti - ed è questo che Moccia vuol sottolineare - quanto i protagonisti preferiscano trascorrere il loro tempo "virtualmente", poco interessati come sono ad assaporare i veri valori della vita. Proveranno a riportarli sulla “Terra” non solo l'artista con cui collaboreranno ma anche altri abitanti di Scorrano per i quali la rivoluzione tecnologica è ancora lontana. Nel frattempo, in città, il marito (Tognazzi) di Laura se la spassa con un'amante che d'improvviso non ne può più di vivacchiare nell'ombra e decide di reagire, con le conseguenze del caso. Moccia passa in poche parole in rassegna tutte le situazioni più tipiche del melodramma moderno coinvolgendo due diverse generazioni: da una parte i giovani con le loro scontatissime love story consumate tra tradimenti, ripicche, insulti e minacce, dall'altra la coppia in età sul punto di scoppiare. Trarre insegnamenti e morali che non siano già da tempo sotto gli occhi di tutti messe in risalto da film d'ogni tipo e caratura appare ridicolo: Moccia non fa che riunire storielle banali mettendo le mani in un mondo che ha preso di mira da tempo navigando in superficie e scadendo in ovvietà che suonano terribilmente fasulle (l'improvvisata partita a calcio con barattolo), con interpretazioni che vanno dal decente allo scadente al punto che la coppia Incontrada/Tognazzi svetta imperiosa (piace soprattutto il secondo). Corrado Fortuna nel ruolo dell'artista gigioneggia coi sorrisi, si fa voce di una maturità interiore scarsamente riflessa in ciò che dice e che fa (altro momento “basso” la mosca cieca rieducativa) mentre i ragazzi vengon presentati come un coacervo informe da cui saltuariamente emergono figure stereotipate terribili (il nerd blogger, il casanova pentito, la migliore amica che tradisce, lo stornellatore dall'animo poetico). Se non fosse per un certo ritmo garantito da una tecnica non peregrina, per il folklore strapaesano e per alcune caratterizzazioni talmente goffe da muovere al sorriso, ci sarebbe da morire di noia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/11/17 DAL DAVINOTTI
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Markus 6/11/17 10:39 - 3687 commenti

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Dopo il disastroso flop di Universitari di quattro anni fa pareva che il Moccia pensiero avesse chiuso baracca per sempre; invece ecco servito il gran ritorno del giovanilistico nella fascia d'età più consona ai canoni "mocciani". Il titolo già evoca il "dramma" dei ragazzi (e non solo) di oggi attraverso un maldestro spaccato di una gita di quinta liceo in Puglia, dove emergono - in una forma ampiamente prevedibile e spesso involontariamente ridanciana - sentimenti, tiritere amorose e caratteri a dir poco stereotipati. Si ride molto.

Zardoz35 14/11/19 10:14 - 290 commenti

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Quasi inguardabile, se non fosse per la splendida location di Scorrano nel Salento. Una classe di ragazzini in gita scolastica impossibilitati a usare lo smartphone: disperazione totale. E sai che problema, nemmeno fosse scoppiata la guerra nucleare. Gli adulti non fanno certo di meglio. Una Incontrada irriconoscibile e ingrassata, Fortuna che sembra perennemente fumato. Si salva parzialmente solo Tognazzi che incarna il perfetto maschio italiano, fedifrago e attaccato alla gonna di mammà. Da evitare accuratamente.
MEMORABILE: Durante l'immancabile serata di taranta, la Incontrada furiosa e Martelli si chiudono in casa di lui. Incompiuta dice lui, ma non ci crede nessuno.

Gabrius79 26/11/19 21:27 - 1427 commenti

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Federico Moccia confeziona una commediola giovanilistica infarcita di moralette e stereotipi che portano lo spettatore allo sbadiglio. Recitazione pressappochista dei ragazzi; va meglio con Tognazzi, la Incontrada e Fortuna (che comunque sono sprecati, per questa pellicola). Bei luoghi pugliesi e un po' di ritmo non bastano a risollevare le sorti del film.

Galbo 10/01/21 08:08 - 12392 commenti

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La gita scolastica in un’amena località nella quale i telefoni non prendono (da cui il grido d’allarme del titolo), dà la stura ad una serie di accadimenti che rappresentano una piccola sintesi del ”Moccia style”, qui riassumibile in una piatta e amorfa raccolta di momenti totalmente prevedibili, come lo sono i personaggi che le animano (peraltro interpretati in modo pessimo) e una resa tecnica terribile, a partire da un’agghiacciante fotografia.

Siska80 22/04/21 07:36 - 3789 commenti

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Moccia dimostra di saperci fare con lo slang giovanile e sceglie un cast di ragazzi talmente azzeccato da rendere molto bene l'idea di una classe compatta. Il primo tempo è abbastanza piacevole da seguire tra battutacce, visite agli stupendi luoghi e disavventure varie; il secondo si sgretola in un mare di ovvietà coinvolgendo inopportunamente anche gli adulti in storie di tradimenti sbrigativamente (e poco verosimilmente) perdonati. Incontrada, Tognazzi e Ubaldi in definitiva sprecati per un film mediocre per il quale è più che sufficiente una visione.
MEMORABILE: Il panico sul bus; Il commento finale di uno degli studenti.

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