Di madri surrogate psicotiche e assassine già ne trattava , solamente l'anno prima, il buon thriller all black
Quando l'amore si spezza. Baker riprende in mano la tematica e mette una "Cameron Diaz" rovinafamiglie, parecchio alienata, che cerca di portare scompiglio nella coppia middle class Cage/Gherson, entrando nella loro vita dapprima con modi timidi e gentili, instillando vittimismo e protezione, poi invade sempre più il territorio fino alle estreme conseguenze.
Parte bene Baker (non male l'incipit violento della fuga e con presunti abusi domestici), che tiene botta per quasi tutto il film, tra paranoie, sospetti, indagini casalinghe, dialoghi scritti con certa cura e almeno due delitti lievemente brutali per lo standar di questo tipo di film (manubrio da palestra sbattuto in faccia, affogata nuda nella vasca da bagno), con aggiunta dei crucci materni e della depressione ben resa da una Gina Gherson piuttosto credibile.
Così come è credibile la follia femminea della Whelan, che non disdegna amoretti saffici e regala un pezzo di inquietante disturbo mentale a mollo nell'acqua, in due pezzi, memore delle belle bionde fatali e pericolose (
La mano sulla culla insegna), con notevoli cambi di colore dell'iride.
Lussuoso psychothriller uterino, dove Baker tratteggia una buona psicologia dei personaggi e una discreta crescente tensione (anche subdolamente erotica, come quando il buon Cage "spia", dal balcone, di sera, la Whelan che si fa un tuffo in piscina in topless), con minacce in famiglia ben orchestrate e tangibili.
Purtroppo non si può dire lo stesso della dirittura d'arrivo, dove si sceglie un "colpo di scena" vilmente scorretto e parecchio disonesto (nei confronti dello spettatore), restando nel politicamente corretto, quando avrebbe potuto (e l'occasione c'era) sovvertire le classiche regole del genere e scegliere una risoluzione ben più azzardata e molto meno accomodante.
Magari del tipo:
SPOILERONEKatie/Tara prende il posto di Angela, raggiunge il suo turpe scopo di madre squilibrata e nella nuova famiglia vissero tutti felici e (s)contenti
Ovviamente sarebbe stato troppo per un tipico thriller da sabato sera (seppur ben diretto, scritto e interpretato), che preferisce adagiarsi sui soliti triti clichè buonisti e rassicuranti.
FINE SPOILERONENell'insieme, comunque non malaccio, sa intrattenere, non annoia, e può contare, oltre che su una discreta suspence, anche su un ottima Gherson, una sexy e subdola Whelan e un sempre grande Nick Cage (con le fette di salame sugli occhi), dove il meglio è dato dagli sbrocchi d'ira della Gherson (la classica vittima che non viene creduta da nessuno) sia con Cage che con la sua antagonista psicopatica (l'apice di tutto avviene alla festa che preparano, di nascosto, in suo onore)
Chi ama il (de)genere potrebbe anche apprezzare, e Baker (che interpreta pure un amico di famiglia che lavora in ospedale) non gira affatto male, lasciando campo libero alla guerra tra donne fino all'ultimo ovulo.
A.A.A. Ragazza squilibrata affitasi per fare un bambino, ma con riserve.