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MMJ Davinotti jr
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Ormai Steve Martin pare non riuscire più ad affrancarsi dal cliché che il cinema americano gli ha imposto: i suoi ultimi film sono esclusivamente commedie per famiglie, traboccano di buoni sentimenti e imbrigliano la verve di quello che potenzialmente potrebbe ancora essere un grande attore comico: Martin è anche qui il borghese americano per eccellenza, tutto lavoro, casa e famiglia (la moglie però ha finito per mollarlo, per l'eccessivo attaccamento al mestiere di avvocato fiscale). Il solito tran tran viene comunque sconvolto dall'arrivo di Charlene (una straripante Queen Latifah), che non è esattamente la ragazza anemica con la quale Martin aveva scambiato...Leggi tutto dolci messaggi in una chat giuridica e aveva sognato di flirtare. Il suo irrompere deciso nella vita del protagonista dovrebbe provocare i prevedibili battibecchi tra i due. Cosa che puntualmente avviene, sviluppandosi secondo una logica ampiamente abusata in questo tipo di commedie, arrivando ovviamente a insegnarci che anche chi è stato in prigione non è detto sia necessariamente un farabutto. Tutto già visto e già sentito. Non c'è un solo gesto nel film le cui conseguenze non possano essere facilmente intuibili da chiunque, compreso un balletto scatenato di Martin con la sua mal sopportata partner destinato a ricordarci che i bianchi non sanno ballare. A dire il vero poi vedere Martin vestito da rapper è una delle poche cose buone che UN CICLONE IN CASA coii riserva, assieme alla ragazza che se la spassa coi vecchi per denaro.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Mediocre, ma con un suo perché:
Lovejoy, Ciavazzaro, Pigro, Domino86, Rambo90 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Lercio, Galbo - Gravemente insufficiente!:
Marcel MJ Davinotti jr., Il Gobbo, Puppigallo, Didda23
Solita commedia da vedere col sorriso stampato. Un buonismo che diventa quasi razzista nel mostrare una certo punto di vista sulla popolazione nera, appunto buonista. Steve Martin fa le solite mossette, balla un po', fa il padre premuroso e ci insegnerà che anche se abbiamo un lavoro di responsabilità in cui l'apparenza conta, dobbiamo comunque viverci la vita se no faremo del male a chi ci sta attorno. Una morale da terza elementare. L'attrice di colore è il meglio del film. Troppo poco.
Commediola col pilota automatico, e ogni clichè al suo posto. Minimo sforzo per un minimo risultato, anche se sono innegabili la bravura di Steve Martin (comunque esilarante nella pur sforzata scena in cui sia bbiglia da pseudo-rapper scemo) e la rotonda simpatia di Dana Elaine Owens in arte Queen Latifah. Per una serata in famiglia (ma quale famiglia?)
MEMORABILE: "Hai pippato odiocaina?"
Commedia piuttosto scontata diretta dal regista Shankman (autore del più pregevole Hairspray). Il film è centrato sul tema della coppia improbabile, in questo caso costituita da un rigido e serio avvocato e da una simpatica ex galeotta. Se la simpatia e bravura degli intepreti (specie il grande e sottovalutato Martin) strappa allo spettatore qualche risata, bisogna ammettere che il film procede su binari piuttosto scontati e con una sceneggiatura che presenta parecchie lacune.
Commediola che si affida totalmente al consumato mestiere di due giganti del genere come Martin e Levy, poiché la sceneggiatura è totalmente inesistente. La storia ormai è stata sfruttata al massimo in decine di altri film e cavarne fuori qualcosa di nuovo era impresa disperata. Le battute e le situazioni sanno di stantio. Gli attori cercano di cavarsela come possono e qualche sorriso lo strappano ma non basta. Alla lunga anche loro spariscono nell'immenso calderone di mediocrità che avvolge la pellicola.
A me in certi frangenti non è dispiaciuta. Martin e la Latifah sono una coppia affiatata e nel cast ci sono alcuni attori che apprezzo: la Plowright (doppiata da Alina Moradei) e la Smart (conosciuta dai fan della serie di 24 come first lady nella quinta stagione). Non è un capolavoro di certo, ma diverte in modo più che sufficiente.
L'apoteosi della banalità, con uno Steve Martin in balia di una bombolona che dovrebbe risultare simpatica, ma che verrebbe voglia di far saltare in aria con la dinamite dopo 15 minuti circa di pellicola. Non parliamo poi dell'amico del protagonista (un idiota che, più che far ridere, fa riflettere sul senso della vita, o più specificatamente, sul senso che possa avere il dare dei soldi a uno sceneggiatore che inserisce tali personaggi in un copione). Per il resto, gag di bassissima lega, moraluccia e scopiazzamenti da Io e zio Buck (là c'era un grande Candy, qui una trichecona). Fate voi...
MEMORABILE: Il match di boxe e arti marziali tra la protagonista e una bionda secca e snob.
Evasa si installa in casa di un avvocato, agganciato su una chat, per cercare di dimostrare la sua innocenza. Classico film basato sul rapporto fra due personalità agli antipodi, e in particolare sulla svitata che sconvolge il tran tran del perfettino facendogli scoprire un gusto diverso della vita. La mediocrità del soggetto è riscattata dalla simpatia dei due protagonisti che mettono a segno alcuni momenti piacevoli e divertenti, slalomando tra luoghi comuni e pacchianate. Si può vedere, perfino con gusto, in assenza di meglio.
Quest'opera è inaccettabile pure per lo spettatore che cerca leggerezza e disimpegno. Molte sono le componenti che risultano patetiche: la prova di Steve Martin, le gag orrende ai limiti del trash, la pessima sceneggiatura, la prevedibilità del racconto. Senza dubbio una delle peggiori commedie del decennio. Da evitare.
MEMORABILE: Steve Martin vestito da rapper.
Tipica commedia americana: ogni cosa è al suo posto e ovviamente non mancano i punti fermi del genere. Situazioni sull’inverosimile andante fanno da perno al film. Ci possono essere due giudizi diversi: chi ama e cerca questo genere di conseguenza non ne resta deluso; chi, pur avendo idea di cosa sceglie di vedere, cerca quel qualcosa in più, qui non lo trova.
Molto prevedibile. Sin dall'arrivo di Charlene nella vita del protagonista capiamo dove la sceneggiatura andrà a parare ad ogni svincolo: il ciclone che scombussola ma raddrizza anche le cose, l'uomo medio che finalmente prende in mano la propria vita, il trionfo della famiglia e dell'amicizia. Se il tutto comunque si lascia guardare è per la verve dello strano duo Latifah/Martin, con il secondo che pur avanti con gli anni dimostra di avere ancora parecchie cartucce da sparare se messo in condizioni felici dallo script (quando si traveste da rapper è fantastico).
Queen Latifah HA RECITATO ANCHE IN...
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- Quando lo sceneggiatore scrisse il primo script per il ruolo dei protagonisti aveva in mente
Adam Sandler e Angelina Jolie.
Fonte:Imdb
