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MMJ Davinotti jr
Anno: 2002
Genere: comico (colore)
Note: Aka "La leggenda di Al John & Jack".
APPROFONDIMENTI: Ring ad Alessandria con Giovanni & Giacomo
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Inutile negare che molti si aspettavano il capolavoro definitivo, da questo lungamente atteso ritorno del trio sbancabotteghini. Vuoi per l'idea di ampliare lo splendido “corto” in tema utilizzato come incipit di TRE UOMINI E UNA GAMBA (e in parte ripreso in COSI’ E’ LA VITA nell'episodio dei lavori forzati), vuoi per il grande dispendio di mezzi che ha portato Aldo, Giovanni & Giacomo in una New York d'epoca ricreata benissimo. Invece tanta cura nella messa in scena, nelle scenografie, risulta in ultima analisi eccessiva,...Leggi tutto per una parodia comica di non troppe pretese come questa. Cambia lo scenario, insomma, ma il film girato dai tre è ancora una volta lo stesso, con gli stessi personaggi di sempre. Di nuovo la regia (loro con l'aggiunta dell'immancabile Massimo Venier) è piuttosto approssimativa, di nuovo il finale lascia a desiderare (con l'aggravante che, con il suo colpo di scena molto in voga nei thriller correnti, appare inadeguato all'impianto parodistico dando una svolta da poliziesco autentico di cui proprio non si sentiva il bisogno); pregi e difetti rimangono quindi immutati rispetto al passato e ancora gli spunti comici sono moltissimi e in gran parte destinati ad andare a segno (con alcuni soprannomi già da citazione: Frankie “Culo di gomma”, Sam “Schiena di legno”...). Eppure, pur restando un prodotto commerciale godibilissimo e “intelligente”, LA LEGGENDA DI AL, JOHN & JACK pare non sfruttare appieno le enormi potenzialità. Il ritmo è meno indiavolato del consueto e l’aver puntato così in alto fa sembrare i tre un po' montati. Aldo Maccione (Sam “Coscia di pollo” Genovese) si vede troppo poco, ma è parte della eccellente gag coi dadi. Da non perdere i titoli di coda, nei quali è interpolato lo sketch di Aldo pugile “incassatore”.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Marcel MJ Davinotti jr., Fabbiu, Rambo90 - Quello che si dice un buon film:
Caesars, Lovejoy, Modo, Ultimo, Gordon - Non male, dopotutto:
Galbo, Don Masino, Hackett, Disorder, Daniela, Il ferrini, Minitina80, Paulaster, Nicola81, Claudius, Anthonyvm, Nick franc, Panza - Mediocre, ma con un suo perché:
Ciavazzaro, Redeyes, Mco, Gabrius79, Pinhead80, Pessoa, Enzus79 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Cangaceiro, Nando, Furetto60, B. Legnani
A mio parere divertentissimo, molto curato nei dettagli e anche piuttosto intelligente. Penso che non sia stato molto capito o che non abbia accontentato chi voleva Aldo Giovanni e Giacomo nella solita commediola d'amore. Qui invece c'è qualcosa di innovativo: riprende in pieno lo stile del primo e bellissimo corto iniziale di Tre uomini e una gamba per sviluppare un bellissimo lungometraggio ambientato nell'America dei gangster. Semplice ma interessante, con il trio in gran forma e con la voglia di stupire.
A torto snobbato dalla critica e parzialmente anche dal pubblico, è una buona commedia che vede il famoso trio comico cercare di svincolarsi un poco dai suo soliti clichè. Bella l'ambientazione in una New York di epoca gangsteristica e ottima la scelta di rispolverare Aldo Maccione, attore troppo spesso impiegato in film senza troppe qualità. Il potenziale comico di Aldo, Giovanni e Giacomo è sempre altissimo e qui riesce a colpire efficacemente.
Originale (e poco capita da pubblico e critica) escursione di Aldo, Giovanni e Giacomo nel cinema di ispirazione americana (genere gangster) ovviamente in salsa brillante. Il film è molto curato, dalle scenografie ai costumi e si avvale di una recitazione meno macchiettistica e più curata rispetto ai film precedenti da parte del trio. Il film può contare inoltre come valore aggiunto anche su buoni caratteristi come Maccione. Il vero limite è forse la sceneggiatura, non sviluppata come avrebbe dovuto.
Dei film del trio, insieme a Cosi è la vita, uno dei meno capiti. Colpa di uno script che mette troppa carne al fuoco, con personaggi e situazioni che a tratti arrivano a darsi spallate sulla scena. Ma la regia valorizza al massimo i vari elementi e sopratutto il cast è perfetto. Aldo, Giovanni e Giacomo a parte, è da segnalare la bella prova di un ritrovato Aldo Maccione. Da riscoprire.
Parodiare il gangster-movie americano è risultata un'operazione pretenziosa, per non dire presuntuosa, quasi un atto di lesa maestà da parte dei tre ex Bulgari. Finchè si tratta di interpretare una commediola in stile Tre uomini e una gamba il loro cabarettismo può tenere botta, ma in un film del genere si squaglia come neve al sole. Peccato perché le scenografie e i costumi erano così ben curati che di più non si può.
Poteva essere il trampolino di lancio verso l'affermazione definitiva del trio, è stato invece il primo vero segno di cedimento dopo tre film notevolissimi (almeno dal punto di vista comico). Soffocati da scenografie imponenti, da un progetto forse più grande di loro, Aldo Giovanni e Giacomo non sono riusciti a proporre una sceneggiatura all'altezza delle precedenti. Mancano i grandi momenti corali, si fanno sentire le troppe pause dovute a una regia come sempre non troppo all'altezza (in precedenza mascherata dalla verve dei tre). Solo 2 e 1/2.
MEMORABILE: L'esecuzione "sbagliata" di Frankie "Culo di gomma".
Un altro buco nell'acqua per il trio comico. I tre continuano a sfornare film che dovrebbero essere divertenti ma che risultano essere solo lunghi sketch, senza il brio che gli stessi portano in televisione e in teatro. L'unico film discreto della coppia finora è Tre Uomini E Una Gamba. Da evitare (purtroppo).
Carina e divertente l'ambientazione retrò, ben realizzata e che costituisce una sfida per il celebre terzetto comico, troppo spesso ancorato alla solita trama da triangolo sentimentale. Il film non andò benissimo. Aldo, Giovanni e Giacomo dimostrano ancora una volta di perdersi un po' quando si va oltrre la gag teatrale. La nazrrazione ha cedimenti notevoli e non è scorrevole, pur con momenti molto divertenti.
Da uno spunto che faceva già di per sè stesso ridere di gusto, pensando, ovviamente, ai precedenti sketches malavitosi del Trio, esce fuori un film incompleto e un po' tediosetto. Non è per niente disdicevole l'ambientazione, ne la caratterizzazione dei personaggi; manca, tuttavia, una amalgama tale da far fare il salto di qualità alla pellicola. Ridere non si ride, a tratti si sorride, a momenti si rimane un po' interdetti. A mio giudizio il film più scadente dei Tre.
Alla base ci sono alcuni brevi ma strepitosi sketch storici del trio, quegli improbabili gangsters già visti nell'ottimo Tre uomini e una gamba e Così è la vita: l'idea è quella di sfruttarne i personaggi per un intero film. Operazione in parte riuscita e in parte no: la trama manca di consistenza (i soliti equivoci e sorprese a catena) ma alla fine si ride abbastanza grazie alla buona performance dei protagonisti. Certo siamo un gradino sotto a tutti i lavori precedenti e purtroppo quella del trio si conferma una parabola discendente. Guardabile.
MEMORABILE: Il fratello effeminato di Aldo.
Massimo Venier HA DIRETTO ANCHE...
Spiace dirlo ma qui i tre bravissimi ed affiatati comici fanno un buco nell'acqua, non a loro agio, nemmeno per un quarto d'ora, nei panni di mafiosi dal marcato accento. La storia è sciocchina ma si tenta ugualmente la strada della gag per far ridere il pubblico; purtroppo non vi si riesce praticamente mai. Il meno peggio resta comunque un capelluto Al(do)... Evitabile come le partenze nei bollini neri.
Ambientazione da gangster per il trio che tra situazioni grottesche e qualche sketch non troppo brillante realizza questa pellicola slegata e che, soprattutto, non genera risate. Si evidenzia qualche momento simpatico, ma nel complesso il film è lento ed improbabile.
I tre attori si cimentano in un gangster movie, dove naturalmente la farsa la fa da padrona. Il film, è inutile negarlo, si guarda sempre col sorriso, però manca un po' di quella verve che ci ha fatto amare i primi film. Ottimi l'ambientazione e i costumi.
La delusione che deriva dalla visione di questo film, che già aleggia dopo appena un quarto d’ora, deriva solo in parte dalle alte aspettative dovute alle ottime prove precedenti. In realtà mancano proprio gli spunti comici, originali o meno; inoltre i tre insistono a chiamarsi per nome in modo stancante, come a dover riempire di parole un canovaccio narrativo altrimenti privo di contenuti. E poi si avverte l’assenza della Massironi, che ritengo non sia mai più stata efficacemente rimpiazzata.
In questo omaggio al cinema gangster, il trio perde colpi e ci regala rari momenti comici. Nonostante l'originalità, si è smarrita la freschezza che caratterizzava i precedenti film. Fa comunque piacere sottolineare la presenza di un bravo Aldo Maccione.
Nel mondo della mala italo-americana, tre killers pasticcioni si mettono nei guai con il loro boss... Riprendendo personaggi apparsi nel prologo nel film d'esordio, Baglio e Soci propongono una commedia più curata nella confezione del solito, a tratti perfino raffinata, ma che presenta lo stesso difetto di fondo a livello di scrittura, ossia assomiglia più ad un insieme di sketch più a meno riusciti che non ad un film compiuto. A tratti muove al sorriso, ma si resta anche perplessi, con l'ennesima sensazione di incompiutezza e superficialità.
MEMORABILE: Durante i titoli di coda, carino l'inserto stile Toro scatenato
Un film originale, ove tutta la trama gira intorno alla figura dei tre "gangsters". Bella e ben strutturata la vicenda (con colpo di scena finale) e, nonostante manchi qualcosa, il film appare notevole e si vede volentieri più di una volta. Da notare che, nel trio, il più in forma è Giacomo (Jack), bravissimo nella parte del malavitoso imbranato.
MEMORABILE: Al (Baglio) crede di essere un esorcista.
Il film più originale del trio e anche uno dei più divertenti. Un ritorno alla comicità americana splastick con una seconda parte particolarmente scoppiettante e ritmata, ben congegnata anche dal punto di vista della sceneggiatura (e con un colpo di scena inaspettato). Ottima fotografia, regia molto attenta e una simpaticissima interpretazione dei tre protagonisti, ben supportati dal ritrovato Maccione e da vari caratteristi (su tutti Catania). Ben scelta la colonna sonora. Notevole.
Film che non funziona per molti (troppi) motivi. I tre cambiano i propri "tòpoi", compresi quello linguistico e quello recitativo (rallentano molto il ritmo con l'incredibile risultato di non azzeccare i tempi comici), mettendo in scena una sceneggiatura sfilacciata, senza vere trovate umoristiche, ricca di lentezze fastidiose e tediose ripetizioni. Sfruttato poco e male il grande Aldo Maccione. Forse il peggior film del trio.
Probabilmente il film del trio più curato dal punto di vista estetico ma ahimé non si può dire la stessa cosa della sceneggiatura, che ancor più del solito vive di sketch forzosamente assemblati fra loro. Peccato perché dopo Chiedimi se sono felice le aspettative erano alte; sarà che i personaggi sono spogliati dei tratti distintivi che da sempre li contraddistinguono, sarà che manca - e molto - la Massironi, o sarà forse semplicemente che i tempi migliori sono andati. Attenzione: non è un brutto film, ed è anche un'operazione coraggiosa. Però si ride poco.
Giovanni Storti HA RECITATO ANCHE IN...
Raramente in un film comico si è visto un investimento di buone proporzioni che garantisse una produzione di livello, normalmente riservata a generi differenti. Del comico mantiene i tempi e la struttura narrativa, fatta di un canovaccio che lascia il tempo di proporre battute e gag il cui valore si bilancia in un’onesta sufficienza. La trasferta americana, tuttavia, permette al trio di immedesimarsi meglio nei ruoli di tre maldestri scagnozzi alle dipendenze di un gangster italoamericano e di intrattenere senza grosse sbavature.
MEMORABILE: Johnny, a te te lo devono dare il premio Nobel per la mafia e se non te lo danno è perché è tutto un magna magna!
Qualche risata in meno del solito per un film che mette maggiormente in luce l'aspetto drammatico dell'interpretazione del trio, piuttosto che esaltarne la loro verve comica. La trama è buona, anche se i personaggi non riescono a reggere alla distanza di un lungometraggio. Le gag sono sempre le stesse e pare che alla fine si vadano a recuperare gli schiaffoni tipici della commedia all'italiana dei vari Vitali, Banfi e Bombolo.
Tre affiliati alla mafia uccideranno accidentalmente la zia del boss. Trama a flashback non molto elaborata che si risveglia nell'ultima parte. La confezione della parte newyorchese è discreta (richiama alla lontana Sergio Leone) e dà una dinamicità superiore alla comicità dei tre (che vivono anche di ripetizioni); forse una presenza femminile avrebbe fornito qualche soluzione in più. Anche i comprimari hanno poco spazio e Maccione serve più per la fisiognomica che per le battute.
MEMORABILE: "Che bella la mafia"; Il regalo della pistola e il libro su Carabaggio; La capitale della Birmania.
Pellicola senza infamia e senza lode da parte del trio, che stavolta si cimenta in una parodia del genere gangster movie che, a sorpresa, funziona benissimo proprio nella ricostruzione ambientale della New York d'epoca. Funziona meno bene la storia, che alterna momenti genuinamente divertenti ad altri del tutto superflui, risultando più lenta del previsto. Decisamente inatteso il colpo di scena conclusivo, degno di una pellicola dai contenuti più seri. Comprimari come Maccione e Marescotti avrebbero meritato uno spazio maggiore.
Al quarto film il trio comico inizia a mostrare la corda. Le intenzioni sono buone (riprendere lo sketch del primo film) e alcune finezze cinematografiche (il drive in cui si proietta un film di Hitchcock) sono da lodare, così come alcune scene spassose (i colpi di Jack, Aldo che vuole esorcicciare... pardon esorcizzare Giovanni) ma si resta a livello di sketch troppo allungati. Occasione sprecata ed è un peccato. Comunque una visione la vale
MEMORABILE: Tutte le volte che Jack usa la pistola (povero gatto) e Aldo in versione "Esor... ciccio".
Fra i film del trio è probabilmente quello girato con maggior cura, con attenzione ei dettagli e ricco di citazioni colte che ne elevano sicuramente il livello. Peccato però che una confezione tanto buona non sia supportata da una sceneggiatura adeguata, con gag che, se pur spesso riuscite, risultano piuttosto sfilacciate e non in grado di sviluppare una trama che possa definirsi interessante. Ad alzare il pallinaggio contribuiscono una ost originale e intrigante, la presenza di Aldo "la classe" Maccione e qualche bella location, anche se l'opera resta poco più che mediocre.
Non si capisce il motivo del generale disinteresse attorno a questo film, guardato spesso con sospetto. Forse per le aspettative generate dal primo trittico del trio, dal gusto abbastanza diverso da quello di questa pellicola; che invece va rivalutata, non foss'altro per il coraggio di svincolarsi dai classici stilemi originari, a partire dal road movie e dall'intreccio amoroso. Certo, non c'è la poesia dei film precedenti, ma si ride di gusto, complice un buon cast. Azzeccate anche le musiche.
MEMORABILE: I sicari alle prese con Frankie Culo di Gomma; "4 e 3 = 8. Che botta di culo!".
Dopo un paio di simpatici camei nei film precedenti, il trio di mafiosi italoamericani si aggiudica un lungometraggio intero. Meta finale dell'operazione è la commedia pura, senza concessioni a subplot romantici o leggere sventagliate filosofiche, tuttavia le gag suonano meno brillanti del solito e lo script tende a sfilacciarsi lungo il tragitto (la parentesi del fratello gay di Al si apre nel momento meno opportuno, spezzando il pathos comico sul nascere). La confezione curata, i divertenti rimandi hitchcockiani e il buon colpo di scena finale risollevano il giudizio complessivo.
MEMORABILE: Il libro sul Caravaggio; Il cerbiatto a New York; Il lancio dei dadi fortunato; Incidente con la zia del boss; Al l'esorcista; Sottofinale sul ring.
Alla quarta prova il trio realizza il suo film più curato: citazioni hitchcockiane, ambientazione americana, fotografia ricercata (ottimo il lavoro di Catinari con reminescenze "coppoliane" e "scorsesiane". La calligrafia non corrisponde del tutto al divertimento atteso: affiorano i primi segni di stanchezza, a tratti il motore gira a vuoto (le parti con il fratello "raffinato") e la trama è troppo contorta. Restano comunque dei momenti realmente esilaranti, l'ottimo recupero del veterano Aldo Maccione (il migliore), il coraggio e la voglia di andare oltre il solito cinema-cabaret.
MEMORABILE: Aldo si risveglia Esorcista; Il lancio dei dadi; Smarties vs Anfetamine; La zia del boss; L'incontro di pugilato.
Forte dei successi al botteghino di Aldo, Giovanni e Giacomo, Medusa imbastisce una produzione di alto livello con un notevole dispendio di forze nella messinscena, ben valorizzata dalla fotografia di Catinari. L'investimento profuso viene ripagato dagli incassi, anche se le gag hanno spesso poca originalità, specie nello slapstick, e vengono valorizzate dalla chimica del trio, priva di veri e propri comprimari. L'unico momento stonato è quello del fratello gay (con il trito espediente del doppio ruolo), per il resto è una buona commedia del periodo più fruttuoso per i tre attori.
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Film che racconta le gesta dei tre gangster italo-americani Al, John e Jack. Non è brutto, dato che tutto sommato riesce ad intrattenere, ma fiacco negli sketch, che risultano piuttosto prevedibili o tiepidi. La durata, poi, sembra un po' eccessiva. Di solito Aldo Baglio è dei tre il più simpatico, qui invece no, sembra che si limiti. Consigliabile per almeno una visione.
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- Qualcuno sa dove è stato girato?Perchè dopo avergli dato un'altra occhiata ieri confermo che la confezione è buonissima,peccato che tutto il resto faccia cadere le braccia...
- Gli esterni sono stati girati a New York, gli interni, mi pare, siano stati ricostruiti a Bruzzano, alle porte di Milano.
- In numerosi film di Aldo, Giovanni e Giacomo recita in piccole parti Giorgio Centamore. Lo schema è sempre lo stesso (e discende da quello che Centamore ricopriva nei corti sugli Svizzeri, in cui veniva sempre colpito da uno sparo di Aldo, quest'ultimo nei panni del poliziotto ticinese): fa piccole apparizioni prima di cadere per mano di uno dei componenti del trio. In questo film va incontro ad un omicidio solo virtuale: è infatti il cameriere che John e Jack (Giovanni e Giacomo) 'progettano' di fare uccidere ad Al (Aldo) per fare bella figura col boss Genovese (gli eventi andranno poi in tutt'altro modo):
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