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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Jack (Denham), un fotografo di guerra ora disoccupato, vive con Claire (Bobyleva), che per rimetterlo in carreggiata non solo gli compra a un'asta una vecchia fotocamera risalente alla Seconda Guerra Mondiale ma gli procura pure un lavoro: dovrà fotografare gli spazi e i dintorni che ospiteranno un'esposizione. Quando però Jack ritira i dieci rullini consegnati se ne vede restituire solo quattro, all'interno di ognuno dei quali trova, assieme ai suoi scatti, una foto in cui si vede un cadavere. Sono vittime di incidenti non ancora accaduti ma che accadranno. Capìta la cosa, Jack si chiede se possa evitare che quelle persone muoiano, ma finirà solo coll'entrare in un tunnel di follia in cui i suoi...Leggi tutto forti disturbi psichici (è in cura da una psicologa) lo porteranno ad agire dissennatamente; anche con Claire, come si può immaginare, con la quale i rapporti peggioreranno di giorno in giorno. La sensazione che si ha è che da una prima parte in cui si riesce - grazie all'espediente delle foto che mostrano le morti imminenti - a instaurare un buon clima di mistero e orrore, si prosegua senza sapere bene come mantenerne il fascino e si ricorra ad espedienti abusati (gli incubi sanguinari ad occhi aperti) per riportare il tutto nell'alveo dei facili orrori standard. Il cast è sufficientemente coinvolto e in parte, le musiche talvolta palesemente carpenteriane aiutano a far montare la giusta suspense, gli ingredienti per un thriller dalle venature terrifiche sembra non manchino, ma è proprio la storia che purtroppo si involve, generando colpi di scena fittizi che la regia non riesce a organizzare degnamente. La concatenazione tra le foto “anticipatrici” è confusa tranne forse nella testa del protagonista, al punto che che non si capisce quale logica seguano le sue azioni e quale le sue contromosse per salvarsi da ciò che esse indicano. Un paio di scene splatter sembrerebbero intraprendere la via dell'orrore, ma anche in questo caso sono in controtendenza rispetto a un film che invece segue piuttosto la strada dello psico-thriller con tracce soprannaturali. Si capisce che il budget non è di quelli così importanti, ma i parametri base per un B-movie di una certa qualità c'erano (compresa una detective, Catherine Curtin, che meritava più spazio). Peccato non averli saputi sfruttare fino in fondo lasciando andare il film alla deriva senza dargli una forma plausibile.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/09/17 DAL DAVINOTTI
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Myvincent 2/09/17 08:29 - 3741 commenti

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Un giovane ex fotografo di guerra è alle prese con le sue stesse allucinazioni impresse sui rullini di una vecchia macchina fotografica. Cosa c'è di vero nelle anticipazioni delle morti sotto ai suoi occhi? Il ritmo c'è, specie nella prima parte, poi l'ambiguità narrativa prende la mano, consegnando allo spettatore quella confusione interpretativa che da valore aggiunto si trasforma in una mezza delusione.

Schramm 4/01/19 17:37 - 3495 commenti

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Un masterclass di fotografia tenuto da Antonioni, Laura Mars e Johnny Smith: perché no? Si comporta stranamente, Koontz: sembra spaesato o finge di esserlo, girando quasi a vuoto per i primi 40’ in un isolato del deja-vu abbandonato da infamia e lode. Poi trova qualcosa per terra: la chiave di una smagliante cattiveria, e va deciso per la sua non temendo inciampi e smarrimenti e seminando lo spettatore finché gli riesce; e quando non gli riesce scrollandolo comunque vigorosamente fino a un finale che avrebbe richiesto più coraggio e ambiguità. Ma anche così i numeri mostrati non sono bassi.

Lupus73 24/07/22 16:51 - 1494 commenti

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Ex fotografo di guerra in psico-terapia cerca di trovare la normalità con la sua compagna, finché lei gli regala una strana fotocamera appartenuta a un assassino, e le foto sembrano anticipare degli omicidi: soprannaturale o frutto della psiche? Particolare il soggetto, ben reso dalla confezione semplice ma professionale che purtroppo trova la sua controparte nella poca armonia che viene a crearsi tra regia e sceneggiatura, con delle spigolosità/stonature che finiscono per rendere l'operazione troppo artificiosa e viscosa dal punto di vista delle dinamiche e degli eventi. Si vede.

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