Rassegna estiva: Notti d'estate buie(sche) e senza stelle
Stanley R.Jaffe ha nel suo carnet come produttore film di rilievo (
Taps, Sotto accusa, Black Rain, Gente comune,
Attrazione fatale solo per citarne alcuni) e di grande spessore
Nella sua unica prova da regista , però, manca totalmente il bersaglio (pur avendo una certa sensibilità come narratore), con la storia di una madre che vede il suo figlioletto scomparire nel nulla, sprofondando in un angoscia e in uno stato d'animo che non vede luci in fondo al tunnel
Polizia, giornalisti, medium, ricerche vane, sospetti, appelli, a nulla servono e il bambino sembra proprio svanito, scomparso, forse ucciso da un pedofilo...
La madre non si rassegna, e passano mesi, con squilli telefonici di mitomani e false piste, dove anche il detective della polizia si prende a cuore il caso, finchè...
Il film ha alcuni momenti di angoscia e disperazione, dove il dramma diventa tangibile (la scomparsa, le telefonate, la macchina della verità, il sospetto di un giro pedopornografico, l'accusa al ragazzo omosessuale, i nervi della donna che cominciano a cedere-emblematica la scena del pianoforte-, la sua rabbia che si sfoga sull'ex marito e sulla sua amica) e il cast e davvero in palla (bravissima la Nelligan), coadiuvato da una buona regia e da un cast tecnico di prim'ordine (John Bailey alla fotografia , Jack Nitzsche alle musiche-assai bruttine, però) e il suo appartamento diventa meta di giornalisti e poliziotti, un pò come la casa dei Freeling di
Poltergeist o di Carla Moran in
Entity
Peccato che tutto questo venga vanificato da una noia che diventa quasi insostenibile ('114 minuti sono troppi per una storia del genere) e da un andamento paratelevisivo, che ha la consistenza di un film tv del ciclo "Donne al bivio"
In mezzo a tanta prolissità rimane la curiosità su che fine abbia fatto il bambino (unica nota che tiene desto un pò l'interesse-se non si e abbioccati prima-)
Curiosità che viene "tradita" da un happy end inutile, brutto e fastidiossisimo (imperdonabile la "fanfara" delle auto della polizia sull'autostrada) che getta alle ortiche quel poco che rimaneva di buono
Una chiusa da telefilm strappalacrime francamente insulsa e inappagante, che manda all'aria il lato misterioso e inquietante del film, per una scelta buonista e politicamente corretta da latte alle ginocchia
Luoghi comuni (se uno è gay e per forza un depravato stupratore di ragazzini, la vecchia pazza che non viene creduta) tipici di questo tipo di film
Alla fine non rimane nulla, se non una raffica di sbadigli e il cruccio di un'occasione buttata alle ortiche
Nelle camerette dei bimbi troneggiano i manifesti di
Star Wars, non e un caso che produca la 20th Century Fox
Il film (o meglio il libro scritto da Beth Gutcheon, dove poi e stata tratta la pellicola) si ispira alla scomparsa del piccolo Etan Patz, avvenuta nella primavera del 1978, caso che sconvolse l'america. A differenza della chiusa buonista e consolatoria che ne dà Jaffe, nella realtà il piccolo Etan non fù più ritrovato , dichiarandone la morte presunta solo nel 2001, dove si autoaccusò del delitto un pedofilo
Per saperne di più
https://it.wikipedia.org/wiki/Scomparsa_di_Etan_Patz