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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo due progetti ambiziosi quanto fallimentari come NIRVANA e DENTI, Gabriele Salvatores torna “in vacanza” riprendendo il tema degli italiani all'estero. Ma questa volta è solo il contorno, perché dietro si cela ancora l'intenzione di rompere in qualche modo gli schemi narrativi tradizionali riprendendo in pieno le decostruzioni temporali di Tarantino e gli spunti del Kubrick di RAPINA A MANO ARMATA: il ritrovamento casuale, da parte del balordo Sergio Rubini, di una valigia contenente quattro chili di...Leggi tutto cocaina, innesca una serie di situazioni che Salvatores (con il co-autore Andrea Garella) divide sostanzialmente in due tronconi: nel primo si muovono Abatantuono, Rubini, Martina Stella, Alessandra Martines, Bebo Storti ed è quello più ironico, nel secondo (che a metà film ci fa tornare indietro di tre giorni per prendere una strada diversa e “sdoppiare” così la storia) è quello drammatico, in cui un padre poliziotto, mentre si occupa del caso della valigia scomparsa, deve vedersela con un figlio scapestrato e irriverente. Saltuariamente le vicende si incrociano (proprio come accadeva nei vari AMERICA OGGI e MAGNOLIA) ma restano ben distinte. Salvatores fa come sempre un uso intelligente delle musiche, sfruttando lo split screen in modo non banale, dimostra insomma di “credere” in un film che, seppur originale solo in apparenza, tende in ogni caso ad allontanarsi dalla “trilogia della fuga” per mirare in alto. Purtroppo non mancano i difetti: da personaggi superflui di nessun interesse (Alessandra Martines) ad altri sovreccitati o sopra le righe (Rubini e la Stella). L'ironia latita nella prima parte (la più scontata), nella seconda proprio non esiste.

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Caesars 13/07/07 13:09 - 3794 commenti

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Questo film di Salvatores riesce, almeno in parte, a sorprendere con la sua separazione in due parti distinte. Nella prima assistiamo a vari eventi visti sotto una certa angolazione e raccontati con piglio da commedia, nella seconda si cambia totalmente punto di vista e i toni si fanno decisamente più cupi e drammatici. Non male ma neppure completamente riuscita, questa pellicola di uno dei pochi registi italiani che provi ancora a cercare di essere personale.

Pizzetta 18/02/08 13:00 - 11 commenti

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Isola di Ibiza. Un funerale. E’ il preambolo di Amnesia. Salvatores ci racconta tre storie parallele che si sfiorano fuggevolmente. Ci troviamo di fronte a una commedia e a un dramma, tra cattedrali disperse nel deserto, feste mattutine sulla spiaggia e discoteche alla moda. Il film è un incontro di sogni, speranze e vicissitudini sciolte dal caso e dagli imprevisti, elementi combinati in modo sublime dal montaggio ritmato e incalzante che, con l'uso dello split screen, rende la visione appassionante aiutando lo spettatore a riordinare l'intreccio.

Galbo 6/04/08 19:54 - 12399 commenti

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Film non molto riuscito che non aggiunge nulla di nuovo ai temi narrativi del cinema di Gabriele Salvatores; anzi quest'opera ne sottolinea in qualche modo una regressione con un film popolato da personaggi solo apparentemente complessi (vedi il regista) che in realtà appaiono come figure bidimensionali ai quali gli autori del film non riescono ad attribuire molto interesse. Non aiuta la recitazione (volutamente involuta ?) di gran parte del cast. Poco interessante.

Redeyes 5/06/08 13:48 - 2449 commenti

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"Amnesia" non è un capolavoro quanto piuttosto un orgiastico mosaico di svariati tasselli che, vuoi il caso, s'incastrano. "Amnesia" è Ibiza, con i suoi ma, i suoi se, i suoi però, è perdizione, spensieratezza e pure furbizia. È la realizzazione dei nostri sogni o la distruzione delle proiezioni che facciamo sulle esistenze degli altri. Il cast non gira appieno, per quanto Rubini, pur gigioneggiando, piaccia molto. La regia così come la fotografia non dispiacciono, ma la storia, proprio per i motivi di cui sopra, è a tratti confusa e al limite dell'assurdo.

B. Legnani 17/06/08 12:14 - 5535 commenti

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Tremendo film di Salvatores, che affonda nella retorica, nella retorica dell'antiretorica (il che è quasi peggio) e nell'accumulo del romanzesco (il che, per una "tranche de vie", è la cosa più distonica). Aggiungiàmoci una Stella imbarazzante, un Rubini fuori ruolo, un flashback che dura quasi mezzo film e la caduta nel grottesco. La parte migliore è quella iniziale, con Abatantuono bravo, benché ripetitivo. Insufficiente. Da Ibiza, Marrakech e l'Egeo sono tragicamente lontani, non solo geograficamente.

Ianrufus 19/08/08 00:24 - 139 commenti

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Dopo aver visto questo film e appurato che Salvatores non sempre si muove con le idee chiare (non è per forza un difetto) e che Martina Stella non è in grado di recitare (è solo un difetto!), rimane il rimpianto di non avere una macchina del tempo e non poter catapultare Sergio Rubini nei favolosi anni della commedia italiana; gente come Germi, Risi, Monicelli o Petri avrebbero trovato un attore e tanti volti per il loro cinema. Fellini non perse l'occasione di dargli un'occasione.
MEMORABILE: Rubini cerca di vendere la coca ad Abatantuono ("non sono mica Scarface!!!").

Herrkinski 21/08/08 23:20 - 8122 commenti

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Discreto film di Salvatores, sempre a suo agio nell'ambientare le sue storie in posti esotici e/o turistici (stavolta siamo a Ibiza). La storia non offre spunti particolarmente originali, se non i vari salti temporali già visti in pellicole estere di ben altra fattura, anche se bisogna ammettere che il regista se non altro cerca sempre di offrire un tipo di cinema che in Italia è ancora abbastanza inedito. Abatantuono e Rubini ce la mettono tutta, come sempre, la Stella è incompetente come sempre, Ugo Conti non manca neanche stavolta... Deja vu?

Homesick 15/10/08 18:24 - 5737 commenti

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Discesa in picchiata. L’inizio non è male, con lo spontaneo Abatantuono che cerca di nascondere la sua vera professione alla figlia (una pessima Stella); poi la storia annega nel patetismo, optando per gli argomenti oggi più trendy (minorenni incinte che non vogliono abortire, gay, droga-party, buonismo) degni del peggior Almodovar. Si salva solo il mestiere del regista, che decostruisce tarantinianamente il tempo drammatico con flashback, rewind, parallelismi e split-screen, garentendo un ritmo quasi sempre scorrevole.

Luchi78 26/04/10 23:06 - 1521 commenti

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Non mi dispiace affatto: dopo averlo visto diverse volte mi risulta sempre interessante. La prima parte è davvero divertente, con un Abatantuono perfettamente calato nella parte del papà mascalzone. La seconda un po' più cupa, con un finale assolutamente ironico. Trama banale? Forse, ma ricca di sfaccettature interessanti. Molto positiva la prova di regia di Salvatores che sperimenta intrecci temporali e inquadrature a doppio o triplo schermo.
MEMORABILE: Abatantuono che nel finale gesticola con il peluche di pecora.

Furetto60 11/11/13 07:51 - 1196 commenti

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Il film non è privo di qualità: dall'impostazione narrativa (per quanto già adottata da altri) ai virtuosismi di montaggio all'interpretazione del cast, tra cui spiccano il figlio del capo della polizia e Rubini. Nonostante ciò, alla fine resta una sensazione di qualcosa di non del tutto riuscito, di compito ben svolto ma poco memorabile. Per arrivare all'eccellenza, non dico il capolavoro, occorre un elemento, la semplicità, che qui manca.

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Stelio 29/12/14 23:28 - 384 commenti

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Soggetto potenzialmente interessante completamente rovinato da una raffazzonatissima sceneggiatura; un pastrocchio senza capo né progettualità di cui Salvatores, purtroppo, è coautore. Peccato, perchè la regia è tutto tranne che scadente, le idee visive non mancano. Decisamente uno dei fiaschi del regista napo-milanese.

Daniela 6/12/15 09:36 - 12672 commenti

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Una valigia piena di cocaina fa da collante alle vicende di vari personaggi che vivono ad Ibiza: un regista di porno che cerca di nascondere la professione alla figlia, uno squattrinato gestore di bar, un commissario gay con un rapporto difficile col figlio... S. tenta la carta della tarantinata mediterranea ma non azzecca la mistura fra brillantezza e drammaticità, ironia bonaria e sarcasmo. Nel cast, molto meglio la parte spagnola che quella italiana: Abatantuono e Rubini ripropongono se stessi, Martina Stella è una tinta. Qualche momento buono c'è, ma non salva il film dalla mediocrità.
MEMORABILE: Il commissario (interpretato dal bravo Juanjo Puigcorbé) prende atto del suo fallimento come padre; la fuga nella salina
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  • Discussione Raremirko • 31/10/21 22:17
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Tra questo e i film più blasonati di Salvatores c'è davvero un abisso; 10 minuti confusi, che non sanno bene cosa raccontare, talvolta discutibili anche a mero livello tenico.

    Si salvano solo le sequenze della discoteca, ben fatte, ed il cast, che ce la metta tutta.

    Un Salvatores molto volgare, anche a livello di dialoghi oltre che di temi, dove, più che sostanza, c'è più che altro eccesso.

    Più o meno d'accordo con Legnani, quindi.