Grave robbers - Film (1989)

Come in Cemetery of terror, anche questa volta il film del regista messicano ricorda da vicino certo horror italico degli '80s (somiglianze con lavori di Fulci, Avallone, Lenzi, Bava); voluta o meno, la cosa non può che far piacere e sono quindi assicurate atmosfere cimiteriali e arcane, con un gusto dello splatter pronunciato, un mostro dal make-up decoroso, slanci verso il filone satanico e un ritmo sostenuto. Un altro centro per un regista che aveva indubbie qualità nel cinema di genere.

Certamente non si distingue per originalità, poiché sembra la long version del film cui assistono (all'interno del cinema fantasma) i protagonisti di Dèmoni di Lamberto Bava: un gruppo di giovani scapestrati profana la tomba sbagliata appropriandosi di un oggetto malefico e si scatena una strage. Discreti il ritmo e le scene splatter, modesto il cast giovanile (a parte il convincente Laguardia), mentre il finale risulta illogico. Ha comunque il tipico fascino di certe pellicole di poche pretese tanto di moda negli anni Ottanta.

Dopo prove non esaltanti, Galindo jr. prende in prestito dal più celebre Cardona jr. lo sceneggiatore Carlos Valdemar per plasmare il proprio horror più maturo, ed è tutto dire: dopo un prologo virato seppia simile in tutto a quello di L'aldilà (e incrociato col finale del coevo La chiesa) si assiste a una tomba profanata come nel film nel film visto in Demoni; peccato che l'ingenuità della maledizione a seguire ricordi ciò che metterà in scena il compianto Salerno nel no-budget Notte profonda. Lo script delirante almeno giova, perché dona la sensazione di vivere un incubo.