Un rubinetto che perde, un fornello a gas, una casalinga che fa le pulizie armata di piumino: siamo all'interno di una astronave e lei è un'androide-postina che consegna pacchi misteriosi ai pochi umani superstiti sparsi nell'universo. Fantascienza filosofica non per tutti i gusti: bisogna armarsi di pazienza per affrontare la visione di un film che fa sembrare Stalker un action con Bruce Willis, ma sa ripagare con sequenze ed immagini di grande suggestione. In effetti, più che un film, sembra un'opera di poesia audiovisiva, bizzarra e fragile come un messaggio dentro una bottiglia.
MEMORABILE: Sulla spiaggia, rare presenze fra i bunker; Il corridoio con le pareti opaline attraverso cui si vedono le sagome delle persone
Film dai risultati discontinui e dai ritmi molto dilatati che proprio per questo richiede una gran pazienza, ripagata solo in parte dai risultati: l'inizio può incuriosire anche se ben presto le cose si ripetono; la seconda parte sa volare anche alto, raggiungendo dei picchi estetici, a tratti lirici, notevoli e dei momenti narrativi riusciti. A tratti criptico ed ermetico, a volte ripetitivo e noioso a volte intrigante e stimolante. Pellicola divisiva che conferma la particolarità di un regista che non manca di idee e di talento seppure a corrente alternata, anche nella stessa pellicola.
La storia è quella di una postina droide intergalattica che consegna la posta ai destinatari sparsi nello spazio. I ritmi sono molto dilatati e il bianco e nero acuisce ancora di più la lentezza della pellicola, che sembra più che altro un'opera da proiettare alla Biennale di Venezia. Sicuramente è uno di quei film da vedere psicologicamente preparati e con la voglia di vedere qualcosa di molto particolare, pena il rischio di cadere in uno stato comatoso.
La sensualità delle macchine, della filososfia d'androide sul finis hominis, del rito igienista, delle galassie, del visionare, del percepirsi-riascoltarsi, dei rantoli post-umani di un post-mondo tuttavia ancora mondo e ancora quasi umano. Dall'uomo a immagine e somiglianza di Dio, all'automa a immagine e somiglianza dell'uomo credutosi Dio, caduti entrambi. Dal bianco catramoso e dal nero lattiginoso sgorgano cuore in Technicolor, sensibilità prismatica, intelletto color arcobaleno. In tre parole il cinema di Sono, sanguigno anche quando non è carnale, sessuale anche da asessuato.
L’androide che consegna pacchi nei pianeti in cui sopravvivono pochi umani è figura potentissima nel suo algido spleen esistenzialista-beckettiano (il registratore) rafforzato da un biano e nero d’antan, colorato solo per pochi secondi. Amaro e rarefatto requiem per un’umanità alla fine (geniali e strazianti le location a Fukushima, così come il cinema d’ombre nel visionario corridoio dell’ultima tappa). Lirico omaggio all’importanza dei ricordi, che parte dall’astronave onirico-vintage e va oltre il tempo, scandito in fulminei giorni della settimana. Una preghiera laica.
Sion Sono HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneDaniela • 16/06/17 07:35 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Non mi posso definire una fan di Sion Sono (o Shion Sono come riportato in alcune schede): ho apprezzato alcuni film (in particolare il sanguinoso Cold Fish e lo strampalato Why Don't You Play In Hell?) ma anche trovato insensati o pallosissimi altri.
Certo è un autore che lascia difficilmente indifferenti: o lo si ama o lo si odia, oppure tutte e due le cose insieme.
Questo Whispering Star mi ha spiazzato e non solo perché non assomiglia per nulla a quanto avevo visto di lui in precedenza.
Ne consiglio la visione pur consapevole che potrebbe attirarmi qualche accidente da parte di davinottiani insofferenti :o)
PS: A riprova della stranezza di questa operina di fanta-retrò, non so chi chiamare per la riluttante dritta.
Includo Tarabas solo per fargli un dispetto, per gli altri questa volta vado a caso e non a naso.
...toh, Sono stato toccato in questa mosca cieca e metto volentieri la benda tipo quinto dei quattro mori (lo so, lo so, i danni da temperature sopra la media...): un po' perché purtroppo tra me e il cinema è ancora invalicabile cortina di cemento armato, un po' perché andrei annoverato tra coloro tutt'altro che acritici verso la filmografia sionista: a conquistarmi solo i titoli summenzionati da danyta, cui aggiungerei su scala di minore entusiasmo suicide club. devo ammettere che "operina fanta-retrò" non manda in buca la palla del mio interesse. ne riparleremo a tempo debito, debito finora destinato a restare insoluto.
DiscussioneDaniela • 17/06/17 08:06 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Schramm, promessa solenne: non ti dritterò più niente fino a tuo cenno, ultimamente mi fai sentire una sadica che propone pasticcini ad uno costretto al digiuno.
mannòmannòmannò, dritta pure, e perché frattanto me li segno in attesa che torni la bella stagione, e perché fino ad allora il forum resta la mia sola ancora partecipativa al sito. per assolverti da ogni senso di colpa, posso sussurrarti all'orecchio che fossi stato iperattivo e onnifago come ai bei tempi più garibaldini, l'avrei comunque non dico snobbato ma tenuto in sala d'attesa tra le dieci bambole da pettinare in mancanza di balocchi migliori.