L'altro volto della speranza - Film (2017)

L'altro volto della speranza
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/04/17 DAL BENEMERITO MYVINCENT
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Myvincent 11/04/17 12:11 - 3741 commenti

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Due storie lontane s'incrociano per caso, proprio quando ognuno dei protagonisti è alla ricerca di una vita diversa. Kaurismaki affronta lo scottante tema dell'immigrazione clandestina raccontandolo da più punti di vista e riassumendo tutto nel bene e nel male che coesistono dovunque ci sia mondo, umanità. E lo fa alla sua maniera, descrivendo con ironia inconsolabile drammi e suscitando all'improvviso fragorosi scoppi di riso.

Xamini 12/04/17 23:23 - 1252 commenti

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La poetica di Kaurismäki trova il suo emblema in questo lavoro: situazioni e personaggi grezzi, quadretti fatti di statuine immobili in pose quasi paradossali che da soli costruiscono il presupposto (tragi)comico di una scena e via via si animano andando a raccontare. Una melanconia di sfondo e un senso di sconfitta che non ci lascia mai, se non in qualche istante, per fare posto al sorriso o alla risata da situazione dell'assurdo. Una storia che, nonostante il tema, lascia il buonumore.

Kinodrop 18/04/17 17:09 - 2948 commenti

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Il regista ritorna sul tema dell'immigrazione colto dal punto di vista individuale e familiare, limitato a pochi personaggi e ambienti, secondo la sua ben nota poetica. Un signore in crisi familiare e un rifugiato siriano richiedente asilo sono i protagonisti di una storia di riscatto e solidarietà valida per entrambi, anche se da situazioni diversissime e in cui la nota positiva è altrettanto possibile quanto il malessere e la tragedia. Si apprezzano sempre il tocco e la misurata lentezza degli eventi, insieme al gusto pittorico quasi da tableaux.
MEMORABILE: Khaled che emerge dal carico di carbone; I personaggi del ristorante; L'amico di Khaled; I naziskin.

Deepred89 15/05/17 21:48 - 3706 commenti

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Un Kaurismaki che convince poco da qualsiasi lato lo si osservi: soggettino esile e scontato, personaggi tratteggiati con superficialità (volutamente o meno poco cambia), ritmo catatonico (si legga la parentesi precedente), canzoni-inserto incapaci di colmare i vuoti lasciati da tutto il resto. Rimangono i volti scelti con cura, una buona confezione e un certo miglioramento riscontrabile quando il drammone cede momentaneamente il posto alla commedia. Quanto basta per garantire un livello minimo, ma gli sbadigli abbondano.

Paulaster 9/11/17 12:13 - 4417 commenti

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Ristoratore aiuta un siriano senza asilo dandogli lavoro e finti documenti. Kaurismaki affronta il tema dell’immigrazione dalle guerre islamiche con serietà descrivendo le istituzioni finlandesi e i radicali liberazionisti in un’ottica negativa. Cenni del suo cinema con vari attori già visti in precedenti pellicole, con gli ambienti scarni e canzoncine live a riempire; stavolta scarso humor salvo qualche breve scambio di battute. Il messaggio è che solo con l'umanità si può risolvere il problema.
MEMORABILE: La prima scena con il protagonista nel cumulo di terriccio; Il cane che si è convertito all’islamismo.

Capannelle 16/01/18 23:19 - 4411 commenti

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Kaurismäki ha uno stile tutto suo, fatto di poche sovrastrutture, tempi lenti e personaggi enigmatici. In questo caso la trama non è nemmeno contorta e come al solito è tragicomica al punto che, nonostante i temi trattati, non ti viene da prenderla troppo sul serio. Tediosa la parte centrale, i dialoghi alternano battute spassose con altre al limite del documentario per le medie. Abbastanza godibile ma non tra i colpi migliori del regista.

Didda23 12/12/18 09:51 - 2426 commenti

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Kaurismaki sempre fedele al proprio stile (ravvivato al solito da brani live) ci racconta un'altra storia di emarginazione. Il mondo degli ultimi è narrato con quella dolcezza tipica del finlandese che mescola commedia e dramma senza scadere in facili sentimentalismi. La scelta dei volti è sempre impeccabile (alcuni già visti in opere precedenti) e il ritmo senza essere incalzante è perfetto per ciò che si vuole dire. Forse manca quel tocco di genialità, ma nel complesso è un'opera piacevole, seppur non a livello dei suoi migliori lavori.
MEMORABILE: Il ristorante un non luogo indimenticabile; La ricerca del giovane siriano; La solidarietà.

Nando 26/03/19 13:34 - 3814 commenti

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Un'altra storia poetica del regista finlandese che racconta con garbo e mestiere le vicende di un maturo signore e di un profugo siriano. Atmosfere sognanti con ampio uso di musica finnica e quell'alone di speranza che circonda sempre le pellicole del regista che stavolta non risparmia velate critiche al governo finlandese. Perfetto il cast e finale positivo.

Rocchiola 16/09/19 10:03 - 966 commenti

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C’è ormai da chiedersi se il regista finlandese sia un genio o tutt'altro. Il suo stile sciatto e laconico ha ormai fatto storia, ma quando manca della giusta intensità si rischia l’assopimento. E’ il caso di questo esile filmetto in cui un rifugiato siriano in cerca della sorella viene aiutato da un ristoratore di basso rango. Come per Le luci della sera un’opera vittima della propria essenzialità, priva di quello slancio emotivo che aveva reso grandi i suoi titoli migliori come L'uomo senza passato e Miracolo a Le Havre.
MEMORABILE: La fede nuziale lasciata sul tavolo; L’attrice feticcio Kati Outinen in partenza per Città del Messico; La partita a poker.

Mickes2 2/05/20 20:35 - 1670 commenti

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Il cinema da “bistecca gelida su piastra rovente” di Kaurismaki, in questa circostanza cede il passo a una riflessione più piatta e convenzionale. Storia d’immigrazione e grave incertezza per il futuro in cui si accusa a viso scoperto l’autorità e l’ottusità di certa società, ma senza quella sottotraccia così spavalda e quell’asciuttezza devastante a cui il finlandese ci ha abituati. Tuttavia, l’umanità che trapela è sempre un grande punto a favore e gli obiettivi sono nobili, anche se lo sviluppo è slegato e lascia a desiderare.

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Pigro 10/03/21 11:34 - 9666 commenti

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Il profugo siriano che chiede asilo e il commerciante finlandese che apre un ristorante sono due aspetti della lotta per la sopravvivenza e della spinta a ricominciare. La tipica algida atmosfera kaurismakiana e il glaciale umorismo impediscono l’empatia, spingendo allo sguardo distaccato: strumento poco efficace con il tema drammatico dei migranti, con trovate che vogliono essere stranianti ma sanno di presa in giro (i fratelli arabi, riuniti dopo tragiche traversie, si parlano come due finnici annoiati davanti a un bicchiere di vino).

Giùan 5/08/23 10:19 - 4559 commenti

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Minimale nella forma quanto (certamente nelle aspirazioni) universale nel contenuto, l'arte di Kaurismaki, un po' come i suoi interni freddi e disarmonici, non è immediatamente accogliente ma non v'è dubbio che una volta che ci sia "capitati", si venga attratti irrimediabilmente (come in questo caso) nel suo fluire apparentemente incantato in cui al destino di solitudine ed emarginazione si oppone un istinto di solidarietà preciso, quasi ineluttabile. Sbalorditivo il personaggio di Kuosmanen e meravigliose le scene nel ristorante. Astratta e concreta l'altra faccia del fare cinema.

Thedude94 23/01/24 23:49 - 1096 commenti

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Umorismo finlandese e tematiche importanti che riguardano l'immigrazione e l'integrazione tra popoli sono i punti cardine di questa commedia amara di Kaurismäki, il quale attraverso una fotografia fredda e la macchina statica quasi tutto il tempo riesce a trasmettere il significato dell'opera. I personaggi sono molto ben scritti e alla fine non si può fare nient'altro che appassionarsi alle vicende dei due protagonisti, di estrazione sociale e carattere completamente diversi, che per caso vedono le loro vite intrecciarsi. Un buon film, che ha i suoi tempi dilatati ma merita.

Magi94 18/03/24 19:33 - 952 commenti

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Bel film di Kaurismäki che ritorna sul tema a lui caro dei profughi in Europa. Parte come una delle sue migliori "commedie", notevole in particolare nel descrivere il mondo di un ristorante di infama categoria e le vicissitudini legali di un rifugiato nei paesi nordici, il tutto condito con il suo sottilissimo umorismo finlandese. Va un po' in calando verso il finale, relativamente sottotono, ma si lascia apprezzare per la consueta arguzia e semplicità.
MEMORABILE: La separazione e poi il ricongiungimento tra il protagonista finlandese e la compagna.
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  • Discussione Nando • 26/03/19 13:37
    Risorse umane - 1427 interventi
    L'autovettura nera che appartiene al protagonista è un Checker, prodotta dalla casa omonima famosa soprattutto per la realizzazione del tipico taxi americano di colore giallo. La casa originaria del Michigan è fallita negli anni 90.
  • Homevideo Rocchiola • 16/09/19 12:08
    Call center Davinotti - 1254 interventi
    Da noi solo in DVD 01/Rai. Immagine e audio di ottimo livello, anche se non capisco la presenza, nella parte inziale, di scene in lingua originale sottotitolate inframmezzate ad altre tradotte in taliano, senza un'apparente funzione logica.