La notte dell'addio - Film (1966)

Abbastanza grossolano nella conduzione e nell'impostazione; se non altro c'è tutta la drammaticità dell'atmosfera del dopoguerra, con palazzi distrutti dai bombardamenti, ove ogni espediente è valido visto che si deve prima di tutto sopravvivere. In teoria si vorrebbe anche ricominciare, ma la miseria e la mancanza di lavoro fan deviare facilmente verso la criminalità. Paradossalmente a una situazione analoga si rischia di arrivarci ai giorni nostri senza alcuna sparatoria... Simpatche le scene nella balera e discreto il brano omonimo della Zanicchi.

Il tentativo era quello di allacciarsi alle dolorose vicende dell'Italia post-bellica che faticosamente cerca di rialzarsi per raccontare la storia di un buono che viene traviato da una cattiva amicizia. La breve durata e la mancanza di certi nessi narrativi lo fanno assomigliare a un'opera non completata per mancanza di fondi; anche lo sviluppo emotivo dei personaggi è brusco. Il blando erotismo e l'ambiente del night (dove si vende droga, in gergo la "neve") all'epoca potevano affascinare lo spettatore dell'epoca. L'omonima canzone della Zanicchi ebbe più successo della pellicola.