Delitto senza peccato - Film (1949)

Una professoressa decide di sbarazzarsi di un alunno che le faceva insistentemente la corte. Una volta ritrovato il cadavere, la nostra si dovrà ingegnare per non attirare su di sé i sospetti. Bel thriller che risulta altamente coinvolgente, riuscendo a elargire una significativa suspense (peculiare la scena dell'omicidio sulla scogliera). Dieterle gira sapientemente supportato da uno stuolo di bravi attori, con menzione speciale per la seducente e calcolatrice Loretta Young. Apprezzabile la scelta di un finale non del tutto risolutivo.

Notevolissimo. La mitica Loretta Young offre una grande interpretazione (magistrale l'idea di mostrare i suoi pensieri nel corso della pellicola) in un personaggio ricco di sfaccettature, più che colpevole, vittima della società e delle sue convenzioni. L'indimenticato Corey de Il romanzo di Thelma Jordan è il tormentato detective, un altrettanto efficace Cummings è l'avvocato che si innamora della Young, c'è pure il buon Jaffe tecnico della polizia. Ottima suspense, da manuale la scena sulla scogliera, quella all'incontro di boxe. Ottimo.

Un'insegnante, dopo aver ucciso uno studente mandrillo in reazione ad un tentativo di stupro, presa dal panico scaraventa il cadavere su dalla scogliera. Le indagini inizialmente sembrano concludersi con la tesi del suicidio, ma... Buon thriller del tipo empatico-ansiogeno, dato che siamo portati a condividere timori e rimorsi della protagonista, espressi ricorrendo anche alla voce interiore. Affiancata da due attori poco appariscenti ma solidi come Cummings e Corey, nonché dal grande caratterista Jaffe, Young offre una interpretazione convincente. Originale il finale che lascia in sospeso.

Thriller il cui elemento caratterizzante è l’intenso scavo psicologico, che lo rende modernissimo a quasi settant’anni di distanza, grazie alla tecnica del monologo interiore della tormentata protagonista (una seduttiva e al tempo stesso dolente Loretta Young). Coinvolgente anche sul piano investigativo, con personaggi solidi interpretati da attori all’altezza. Da riscoprire, anche per l’attualità dei temi proposti (stalking e legittima difesa).

Loretta Young non poteva che commettere un delitto senza peccato, visto il suo usuale personaggio fatto di castità e innocenza. Tutto inizia a causa della tentata violenza sessuale di uno studente sadico sulla professoressa di psicologia frigida e composta. Il resto della storia è un susseguirsi di indagini e contro-indagini, infarcita di quell'ombra di psicoanalisi che tanto sinistre rende le vicende raccontate.

Gli eccessi di sentimentalismo di cui è permeato sono tipici dell'epoca, ma per il resto questo thriller psicologico, diretto dall'esperto Dieterle nel suo perido migliore, è abbastanza in anticipo rispetto ai tempi, affrontando tematiche come la legittima difesa e quello che oggi chiameremmo stalking. Ottime prove della Young, nel suo oscillare tra debolezza e freddo calcolo e di Corey poliziotto ostinato ma anche umano; più scontato Cummings nei panni dell'avvocato che ovviamente si innamorerà della protagonista. Efficace il finale aperto.